
Il ministro Marco Minniti
Allora sindaco, che vogliamo fare? Una bella richiesta di 5 milioni di risarcimento anche al ministro dell’Interno Marco Minniti e non se ne parli più. Quello che andiamo raccontando da anni e che ha avuto una escalation più recente – certificata negli atti dell’indagine “Mala suerte” (prima udienza il 9 marzo) per ciò che attiene ai legami con la camorra – è nero su bianco nella relazione “Sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata” presentata al Parlamento.
Lo sapevamo già, sia chiaro, nessuno stupore sulla presenza dei “Gallace-Novella” con una loro “locale” di ‘ndrangheta, né degli interessi dei “Casalesi” dalle nostre parti. Così come è ormai noto che hanno riferimenti in zona.
C’è un passaggio che manca, e approfittiamo della relazione per chiedere al ministro Marco Minniti di chiarire la situazione una volta per tutte. La criminalità presente sul territorio influenza in qualche modo le scelte dell’amministrazione locale? Ottiene favori di qualche genere? La condiziona? In tal senso ci sono cinque richieste di commissione d’accesso rimaste “appese“. Le Istituzioni coinvolte, finora, se ne sono fregate. O almeno questo è il messaggio che passa. Né sembra interessare più, la cosa, nemmeno a chi ha fatto quelle interrogazioni: dal Movimento 5stelle al gruppo Misto, da Sel al Pd. Quest’ultimo ha addirittura il Ministro, ma non sembra stracciarsi le vesti per chiedere che sia fatta definitivamente chiarezza.
Ho detto e ribadisco che la commissione d’accesso è un’onta per un Comune e per di più un centro rilevante come Anzio. Un posto – come ha ricordato di recente il sindaco – legato alla storia del nostro Paese per lo sbarco che ha portato alla liberazione di Roma nella seconda guerra mondiale. Una città che al tempo stesso è luogo di ritrovo – ai giorni nostri – di importanti personaggi del mondo politico-finanziario.
Resta di una gravità estrema il fatto che nessuno, dal ministro dell’Interno (prima Alfano, oggi Minniti) al prefetto di Roma, abbia trovato il modo di dirci se la preoccupante situazione sul nostro territorio merita o meno l’adozione di una misura di prevenzione come quella prevista dal testo unico sugli enti locali.
Ci sono, appunto, cinque diverse interrogazioni parlamentari in attesa di risposta, citano fatti e circostanze di un’attualità e una gravità uniche, ma i cittadini debbono accontentarsi del sindaco che dice di stare tranquilli dopo un generico “incontro in Prefettura”, che minaccia maxi richieste di risarcimento o dello stesso primo cittadino che chiede al responsabile dell’Ufficio territoriale del governo “un incontro urgente” quando hanno spedito dei proiettili al vice sindaco. Abbiamo diritto di sapere, tutto qui
E’ comprensibile che il Prefetto, come si apprende in ambienti investigativi, abbia chiesto alle forze dell’ordine il quadro della situazione e si sia sentito dire che è tutto a posto. Diciamo che è stato, forse, come chiedere all’oste se il vino è buono. Ed è comprensibile pure il fatto che ad Anzio trascorre periodi di vacanza il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che vai a nominare una commissione d’accesso? Nella vicina Nettuno si insediò con Pierferdinando Casini eletto in questo collegio e Presidente della Camera, Gianfranco Fini che era sempre in vacanza ad Anzio, senza contare che il senatore Domenico Kappler – poi coinvolto in vicende giudiziarie di ‘ndrangheta ancora da provare – ad Anzio e Nettuno aveva iniziato la sua attività politica. Questo non impedì al ministro Giuseppe Pisanu di mandare la commissione e poi di far sciogliere il consiglio comunale, su proposta del prefetto Achille Serra.
Servitori dello Stato di altro spessore? Evidentemente sì.