Si fa presto a liquidare con “è una stronzata” – parole testuali – le contestazioni arrivate da più parti sulle mense nel consiglio comunale di ieri. Voglio sperare che il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, si riferisse – prima di ripensarci e votarla – alla mozione con la quale alla fine si dà incarico al segretario generale di valutare l’intera vicenda. Perché se la battuta era riferita al contenuto della relazione della nutrizionista sarebbe di una gravità inaudita. E sarebbe altrettanto grave se il riferimento fosse ai giornali, venuti in possesso di un atto che era in Comune. Strano che si voglia fare, adesso, una questione di lana caprina per stabilire a chi fosse indirizzato o meno. Diciamo che in un ente dove “sparisce” il parere del Ministero dell’Interno su un assessore incompatibile non si può certo dare lezione su come e a chi indirizzare un documento. Che esiste e ha dato spunto ai giornalisti – che fanno il loro lavoro – per portare alla luce una vicenda grave. Gravissima. Altro che “stro.…”
Per la prima volta in questo Comune, infatti, abbiamo nero su bianco la relazione di una nutrizionista incaricata dall’ente che dice: non mi hanno fatto svolgere il mio lavoro in avvio del servizio – notizia di reato, come segnalato da Candido De Angelis e caso già all’attenzione della Procura, come detto dal segretario generale – quando sono andata a fare gli “audit ispettivi” ho trovato una serie di violazioni. Le ha poi riferite in commissione – ma l’assessore Nolfi forse non c’era, la presidente Fontana sì – e le ha spedite in Comune. Come vuole il suo ruolo.
C’erano prima relazioni del genere? E cosa ne è scaturito? Sarebbe interessante saperlo. La dottoressa Raimonda Dessì, infatti, è stata incaricata dal Comune, come ieri ha ricordato Marco Del Villano, su sollecitazione che arrivava dalla commissione mense e in particolare da Paride Tulli che ne era componente. Commissione che usciva, controllava, quando diceva che andava bene era brava, quando segnalava anomalie era “strumentalizzata”, ma soprattutto che non poteva fare contestazioni. Del Villano, dando dimostrazione di conoscenza della materia ed ergendosi un po’ a professore, ieri ha spiegato bene come funziona. Vero, non è il Consiglio comunale a poter revocare un contratto – che peraltro ancora non c’è, ad Anzio funziona così… – ed esistono figure come il Responsabile unico del procedimento e il direttore esecutivo del contratto ai quali competono le contestazioni. Sulla base delle segnalazioni della commissione mense e, soprattutto, della Dessì. Poi si avviano le controdeduzioni e tutto quello che vogliamo. Bene, la procedura è questa e ringraziamo Del Villano di averla ricordata. Così come non possiamo basarci sul gusto dei bambini ma sul rispetto del capitolato. E questo ha fatto la Dessì: il suo lavoro. Per questo non merita di essere liquidata – nemmeno con il pensiero – con l’aver detto “stro…”. Tanto meno, come si sente negli ambienti, facendo dietrologia sul fatto che solo ora ha iniziato a contestare. Diciamo che prima il suo rapporto era diretto con la dirigente oggi sospesa. Allora, per sgomberare il campo: c’erano relazioni simili? E cosa dicevano? Si tirino fuori e vediamo se la “Serenissima” meritava, alla fine, le poche centinaia di euro di sanzione avuti nel suo periodo di gestione ad Anzio.
Poi il caso vuole che non ci sia più il precedente responsabile unico del procedimento perché sospesa dopo la condanna in primo grado e che il segretario abbia voluto sostituire il direttore dell’esecuzione del contratto dopo il tentativo di non fornire gli atti a un consigliere comunale sostenendo che ci fosse un “segreto” da rispettare. Vicende che accalorano tanto la politica, al punto che sulla vicenda c’è chi ha preferito uscire dall’aula al momento del voto, per niente i genitori che mandano i figli a scuola. I quali si preoccupano che dal punto di vista di quantità, qualità e valore nutrizionale sia fornito il dovuto.
Qui non interessa chi, materialmente, è chiamato a verificare e sanzionare bensì che la ditta rispetti quanto ha detto nell’offerta e il capitolato. Se lo fa, ben venga. Se non lo fa, si accomodi. Tutto qui.