Prima dei clan, la legalità delle cose quotidiane

legalita

L’incontro all’hotel “Serpa” di ieri

Facile. Il passato che piace si ricorda (“modello di amministrazione”) gli scontri, durissimi, di quattro anni fa si liquidano con le lacrime in consiglio comunale e assumendosi reciprocamente la responsabilità delle divisioni. Chiusi in quello che somiglia a un fortino il sindaco Luciano Bruschini e quello “incaricato” Candido De Angelis non parlano di futuro e se provi a chiedere fai attacchi personali, sei candidato e via discorrendo, ma non entrano nel merito.

Il sindaco attuale su una cosa ha tremendamente ragione: non ha mai avuto guai con la giustizia in 40 anni di attività politica, è persona seria e onesta. Lo sottoscrivo. Come sostenevo quattro anni fa  – ricorderanno stavolta o no? –  che se c’era uno che pagava ad Anzio era Luciano Bruschini e che la vicenda di Acqualatina tirata fuori dai suoi ex avversari in campagna elettorale, oggi alleati, non stava in piedi. Ecco, le questioni personali le hanno inventate loro, ci sono andati avanti a lungo, oggi ribaltare la frittata non è bello. Pensare che dopo quella vicenda – era una normale rateazione, per la cronaca – c’è chi ad Acqualatina ha rischiato, se non ha perso il posto. Tutto dimenticato, suvvia…. c’è il “modello di amministrazione” e – ultimo consiglio comunale – guai a parlare di legalità.

Invece se ne è parlato a luglio a Villa Sarsina, se ne è parlato ieri al Serpa Hotel (che bello sarebbe stato avere tanta gente nell’aula consiliare, a discutere in modo pacato, a fare domande), se ne continuerà a parlare. Personalmente lo faccio da anni e come ho avuto modo di dire in diverse occasioni – ad esempio la vecchia richiesta di “accesso” firmata all’epoca persino da Walter Veltroni – è un errore prendersela con Pasquale Perronace e immaginare la ‘ndrangheta dietro di lui. Mi disse in una intervista “lasciamo in pace i morti” – riferendosi al fratello – e penso abbia ragione.

Detto questo e ricordato che sentenze affermano della presenza di ‘ndrine sul territorio e di una cellula di camorra del clan dei Casalesi, il discorso che vorrei affrontare è altro.

Senza fini diversi da quelli di mettere davanti alle proprie responsabilità chi è stato eletto per governare e chi torna a candidarsi, a farlo dopo avere ricevuto dai cittadini il mandato di fare opposizione. Senza fini diversi dal provare a confrontarsi su questo, prima di dire che non si accettano lezioni.

Parafrasando Francesco Guccini, tanto caro a me quanto  al sindaco “incaricato”, parliamo allora della legalità delle cose quotidiane. Piccole, apparentemente insignificanti, ma invece di una importanza assoluta. Perché se i primi a non perseguirla sono gli amministratori e politici, viene meno tutto e il segnale che passa – compreso quello per le mafie – è il verde, via libera.

Come ho avuto modo di dire, inoltre, non è che quando le denunce le fa Bruschini hanno un valore e se le fanno altri sono gli scemi del villaggio.

Fa bene la segretaria generale, per esempio, a denunciare “pressioni” e “spy story”, ma nella legalità delle cose quotidiane continua a essere controllore e controllato, in attesa che l’Anac risponda sul porto. Si poteva evitare? Certo, ma chi governa ha l’atteggiamento del “faccio come mi pare”. Vogliamo parlare di un titolo per un altro al concorso per dirigente dell’area finanziaria? O di chi ne avrebbe meno di chi è arrivato secondo ai vigili urbani? Ma sì… stupidaggini…. E guai a ricordarlo, è “un attacco alla struttura”.

E non viene ritenuta una banalità quella di una società che “è” di un assessore ma non paga il dovuto al Comune?  E l’hotel riferibile a un consigliere chiuso da ordinanza del sindaco (fatta sei mesi dopo la prima segnalazione Asl) nel quale finiscono i rifugiati? “Attacchi personali….

O vogliamo ricordare i consiglieri e/o assessori morosi, dei quali abbiamo perso le tracce? L’ex segretario, anche lui, era stato dai Carabinieri e chissà se ha mai segnalato che alcuni all’atto dell’insediamento hanno certificato di non avere motivi di incompatibilità e poi, invece, c’erano eccome. Presunti falsi, ma che fa? Come quello di avere un Ufficio relazioni con il pubblico inesistente, ma solo con un link sul sito del Comune. Un sito che continua ad avere problemi in termini di trasparenza. Che esempio è, poi, quello di inviare sistematicamente in ritardo gli allegati del bilancio (e che lo facciano anche altri non è una giustificazione), “dimenticare” il piano dei rifiuti o – come lo scorso anno – avere a disposizione tre piani diversi delle opere pubbliche….

Per non parlare di varianti spacciate per atti dovuti, come nel caso di “Vignarola-Puccini” o Consigli farsa dopo l’aggressione di chi aveva il torto di aver fatto un gazebo a Lido dei Pini.

Piccole cose – mica poi tanto – certo, ma è in queste “interpretazioni”, sviste – come ci viene detto per le mense – o interventi a soggetto che la legalità si afferma o meno. Come quando Bruschini dice: “Avete voluto fare le gare, ecco cosa è successo….” Già, c’era stato il caso Giva-Parco di Veio e consiglieri comunali e assessori in campo…

Vogliamo parlare dell’emiciclo violato da chi ha portato voti e per quello fa come vuole? O di indagati di questa maggioranza nonché candidati nella coalizione Bruschini che – sempre per voti e affini – aspettano che il giudice decida per il rinvio a giudizio? Attenzione, sono innocenti fino a prova del contrario e chi legge questo spazio sa come la penso da sempre, ma è o non politicamente rilevante dal punto di vista della legalità che il sindaco il 25 aprile ha scritto in maiuscolo sul suo discorso, quanto riportato negli atti giudiziari?

E davvero, dal punto di vista non penale ma politico, per “Mala suerte” è tutto a posto?

E che segnale arriva, per un cittadino che magari ha subito una minaccia, quando agli incontri politico elettorali seduto a fianco al primo cittadino o a chi aspira a diventarlo partecipa chi pure qualche problema con la giustizia l’ha avuto? Si può, ci mancherebbe, ma opportunità vorrebbe altro.

De Angelis, la riunificazione, la replica

Candido De Angelis replica a quanto affermato ieri in questo spazio. Dandomi, anche lui, come aspirante sindaco. Non ribatto, a questo né ad altre affermazioni pure pesanti.  Solo dovute precisazioni e  De Angelis  (ma chiunque ha la bontà di seguire questo spazio) sa bene di cosa parlo: mi baso sui fatti, non sono solito raccontare menzogne, né gettare fango.
candidocampagna2013
Caro Gianni,
leggendo i tuoi scritti mi chiedo sei stai parlando da giornalista oppure da potenziale candidato Sindaco? La critica costruttiva è sempre ben accetta ma la menzogna no. Conoscendoci da tanti anni, tu meglio di altri, sai benissimo il rapporto di stima e di affetto che mi lega, da sempre, a Luciano Bruschini con il quale, in passato, ci possono essere state fisiologiche divergenze di natura politica ma nessuno è mai dovuto intervenire per separarci. Questa è una menzogna e tu lo sai benissimo, visto che eri presente all’episodio a cui ti riferisci.
Negli anni 2000 c’era un’altra Città, che ti piaceva molto, fatta di nuove scuole, cultura, musei, mostre, attenzione per il sociale, opere pubbliche… c’era un disegno ed un modello di Città che ha ricevuto il consenso, libero, dei cittadini. Ridurre un modello di amministrazione ad una forma di clientelismo di piccolo cabotaggio, come tu stai facendo, è riduttivo ed offensivo.
Le tue fantasiose esternazioni sulla Giunta futura non sono cronaca giornalistica ma, purtroppo, astio politico. Stiamo lavorando, con forte determinazione, al percorso di riunificazione e ricostruzione del centrodestra, consapevoli che la strada intrapresa sia quella più giusta per dare risposte ai cittadini. Alla carica di Sindaco non ci si autocandida ma si viene scelti da gruppi di persone, da partiti politici, da associazioni e dagli stessi cittadini che ti riconoscono, come profilo ideale, per rappresentarli.   
Forse, finalmente, sarebbe opportuno finirla di gettare fango sulle persone con le quali hai avuto l’opportunità di crescere umanamente e professionalmente.     
Ti rivolgo i miei più cari auguri per il tuo percorso all’interno del partito democratico auspicando, qualora non riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo, una tua candidatura al Consiglio Comunale visto che, in un’altra Città, ci sarà sicuramente bisogno anche del tuo illuminato contributo.   
Siamo amici da sempre, spero che il tuo ingresso in politica non turbi i nostri rapporti.
Candido De Angelis

La politica “sangue e…” , la nuova (!?) giunta De Angelis

Bruschini-DeAngelis

Chi “fa” politica ricorda che questa è sì l’arte della mediazione, ma prevede anche – cito testualmente – di avere a che fare con “sangue e…“. Lo ricorda anche il candidato sindaco “incaricato” da Luciano Bruschini, il suo predecessore ed ex avversario Candido De Angelis. Chi non “fa” politica, o semplicemente non intende adeguarsi a certi metodi, immagina – per restare in metafora – che può anche essere “linfa vitale e cioccolata“. Se mai esisterà #unaltracittà evidentemente non sarebbe disposta ad adeguarsi agli standard di chi “fa” politica oggi. Cioè a mantenere in piedi un sistema che funziona secondo il principio dell’omeostasi. Vale a dire l’equilibrio di una composizione chimica. C’è un problema? Viene “compensato“. Questo per prenderla alla lontana, perché il ritorno di De Angelis oltre ad avere possibilità di riuscita (“aho, servono i voti” ripetono da quelle parti, non curanti di come molti vengono presi), comporta che questo sistema per stare in equilibrio debba prevedere per l’ex sindaco ed ex senatore di avere a che fare e sopportare tanto “sangue” e non solo. Liberissimo, per carità, se se la sente lui….

Basterebbe ricordare il 2013, quando voleva mandare l’alleanza di Luciano Bruschini e chi “per mestiere fa l’assessore” a “lavorare“. Il sindaco uscente ha detto che è a disposizione, non si ripresenterà ma se lo facesse sarebbe il candidato naturale a presiedere il consiglio comunale. Borrelli, dopo venti anni di onorata carriera su quello scranno e i venti precedenti trascorsi in politica ad Anzio, sembra destinato a una dignitosa pensione. La giunta? Importante è vincere, mantenere in piedi l’omeostasi, evitare che qualcuno (“Grillini” in testa, ma basta una persona di buona volontà) rompa un sistema che rigenera se stesso da una vita e contro il quale De Angelis ha detto che voleva combattere, nel 2013. Anzi, prima ancora, nel ’90 quando tirava calci all’interno della Dc, poi quando entrò in An sgomitando, quindi nel momento in cui seguì Fini in Fratelli d’Italia e come spesso ricorda Bruschini anziché fare il “pompiere” in maggioranza ad Anzio – ruolo che l’attuale sindaco aveva avuto da capogruppo nei due mandati di De Angelis – faceva l’incendiario.

Rinnovamento, tutti a casa, ricordate il 2013? Ma quando mai…. Se ne dissero (e per carità di patria non tutte le riportammo) di tutti i colori,  all’esterno della redazione del Granchio dovemmo dividerli per evitare che arrivassero alle mani, nel dibattito pubblico al “Serpa hotel” si dovette chiedere l’intervento delle forze dell’ordine…. Tutto dimenticato, tutto a posto.

Proviamo a immaginare la giunta De Angelis che verrà, qualora i cittadini decidessero di confermare la fiducia a un centro-destra che escluso il primo mandato dello stesso “incaricato” di oggi poco ha brillato. Altri tempi, certo, situazione assolutamente diversa, ma se arrivasse l’elezione? Bruschini, dicevamo, presidente del consiglio comunale, un ruolo che a un grande mediatore come lui si addice benissimo. Zucchini non dovrebbe ripresentarsi, ma ci sono un paio di dirigenti ai quali sembra tenere molto e con i concorsi da bandire… Con uno, del resto, De Angelis si è interfacciato spesso per il bilancio (che fino a qualche mese fa aveva bollato sempre come falso) e se non per concorso, potrebbe pensare a un altro incarico ex 110, stavolta inserendo nel bando anche la laurea in Giurisprudenza.

Resterebbe il genero di Zucchini, Sebastiano Attoni, che in caso di conferma dal punto di vista dei voti un posto in giunta per celebrare il ventennale lo pretenderebbe di diritto. E Alessandroni? Sui voti all’assessore ci sono pochi dubbi, quindi andrebbe confermato perché altrimenti deve tornare al lavoro. De Angelis, inoltre, dovrebbe “accollarsi” anche la situazione del campo di Falasche che attualmente la società occupa senza aver restituito al Comune i soldi che lo stesso ex sindaco, in passato, contestava. Ma sì, una strada si trova… Tra Roberta Cafà che pure un pensiero a candidarsi sindaco l’aveva fatto e Laura Nolfi, dipenderà dai consensi presi. Stesso discorso per Giorgio Bianchi che se resta con la lista “Enea” deve fare i conti con il neo pupillo di Patrizio Placidi, Donatello Campa. Già, Placidi ha detto che forse nemmeno si ripresenta ma di ritirarsi dalla politica di casa nostra non ci pensa proprio. Fermi, perché questi sono gli assessori dell’attuale maggioranza, nella quale un pensierino nel 2018 a ricoprire un incarico in giunta potrebbero farlo – sempre in base ai consensi – Giusy Piccolo (sponsorizzata da Renato Amabile che non si ripresenterà), Velia Fontana e Davide Gatti. Poi ci sono quelli della neo maggioranza, anche loro “contro” nel 2013 ma pronti a dimenticare e sostenere Candido che è – oggettivamente – l’unico in grado di metterli d’accordo tutti. Si conteranno i voti, ovvio, ma non sarà facile per l’ex senatore tenere in piedi la baracca. Chi non dovesse farcela, potrà sempre contare sulla “Capo d’Anzio” – ammesso resti in vita – e su qualche altro incarico, magari su cooperative o associazioni vicine, spazi pubblici da gestire. Sarebbe più attento su qualche indagine, ne siamo certi, ma poi una strada si trova, via…

Non solo, pur di vincere e tornare a fare il sindaco De Angelis strizza l’occhio anche a pezzi ex Pd o degli stessi democratici, compresi quelli che lo avrebbero fatto perdere per i famosi “300 voti” quattro anni fa e compreso chi era da Boccuccia a festeggiare con Bruschini. Sì, lo stesso che lo ha fatto condannare dalla Corte dei Conti a risarcire il Comune. Com’è la politica? “Sangue e…” .

La “lezione” di Ermelinda, addio a un altro pezzo di storia

massarelli

La foto è stata pubblicata sulla pagina facebook “Anzio che fu”

L’ultimo ricordo è alla festa per i 200 anni del “Turcotto“. Era in prima fila, com’è giusto che fosse, salutata da tutti, taciturna ma sicuramente fiera di quel traguardo e di quell’evento. Oggi l’abbiamo salutata, all’età di 90 anni, ed è facile dire che con Ermelinda Massarelli, vedova Garzia, se ne va un altro pezzo di storia di questa città.

Le rare volte che avevo occasione di incontrarla, i figli e i nipoti le chiedevano se ricordasse chi fossi. Non rispondeva male, ma sicuramente pensava che la scambiassero per una rimbambita e non lo era di certo. “Ma sì che lo so….” Insomma, non c’era bisogno di ripeterlo ogni volta.

Ebbene la signora che finché ha potuto ha seguito l’attività del ristorante “il Turcotto” lascia una “lezione” alle generazioni di oggi e un pezzo di memoria che non deve essere perduta. Non era facile, nel 1965, rimasta vedova e con i figli da crescere, mandare avanti quell’impresa. Lei lo ha fatto, con l’aiuto dei familiari – certo – ma con una caparbietà unica. Erano anni nei quali le donne non potevano – né dovevano – essere “protagoniste“. Fu costretta e non si tirò indietro.

Se avete la fortuna di leggere le pagine del libro edito per i 200 anni del ristorante, ci sono anche aneddoti della vita del tempo che solo una nonna poteva raccontare con tanta dovizia di particolari. Eccola la “lezione“, quella di tramandare usanze, costumi, metodi che oggi sono inimmaginabili.

Poteva tirarsi indietro e non lo fece, aiutata da una solidarietà familiare e – consentitemi – “paesana” che oggi sarebbero inimmaginabili. Teniamoceli questi ricordi, pensando che senza il coraggio di andare avanti, oggi non saremmo a 201 anni di storia di quel ristorante che è – al tempo stesso – storia e memoria di questa città.

Grazie a nonna Ermelinda, dunque (e certo che ricordava la nostra parentela, dai….), e un abbraccio che parte anche da qui a Enrico, Evangelista, i nipoti, pronipoti e tutti i familiari.

Bravo sindaco, un bel 25 aprile. Dopo Mario pensiamo ad altri

Quando ci vuole ci vuole e la decisione del sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, di dedicare il 25 aprile alla memoria di Mario Battistini è assolutamente condivisibile. Bravo a lui, quindi, e a quanti hanno lavorato all’evento odierno. E’ stato emozionante sentire l’inno nazionale e poi “Bella ciao” in via Padre Lombardi, sotto casa di Mario, a due passi da quella fontanella del “Muntarone” per la quale spesso il nostro “Pasquino” si era espresso sulla vecchia bacheca di Piazza Pia.

Non era solo quello, Mario, ed è stato giustamente ricordato nei discorsi ufficiali che leggete in fondo a questa pagina. A chi scrive, come me, restano le battute per le quali eravamo tutti “giornalisti di régime” salvo poi esprimerci l’apprezzamento per quello che facevamo. Ai compagni di partito resta l’esempio, quello del militante che fino all’ultimo è andato in sezione a preparare la colla per affiggere i manifesti. Alla città di Anzio – e speriamo alle future generazioni con un programma nelle scuole – il ricordo di un uomo che si è battuto finché ha potuto per ricordare ciò che aveva subito: “Mario Battistini: Medaglia d’Onore, deportato ed internato nei lager nazisti, partigiano della memoria storica, ha dato il suo appassionato contributo alla storia sociale e politica della sua amata Anzio, a difesa dei valori della democrazia, della libertà e del lavoro“. Questo è scritto sulla targa. E il suo contributo, Mario, lo dava in ogni occasione. Ricordavamo questa mattina con Candido De Angelis quando non solo lo fece parlare – fazzoletto rosso al collo – il 25 aprile, ma anche nella visita ufficiale di Pierferdinando Casini appena eletto presidente della Camera e in visita ad Anzio dov’era stato eletto. Interventi con fare appassionato, fiero, mai fuori le righe.

Mario è stato un personaggio importante ma Anzio ne ha avuti altri e forse è il caso di cominciare a pensarci. Se non per il 25 aprile, di sicuro per mantenere viva la memoria di chi ha “fatto” sotto diversi punti di vista questa città. Lo meritano per le loro diverse posizioni il professor Antei, per esempio, Ettore Cicconetti, Francesco Conte, Egidio Garzia…. Pensiamoci, sindaco.

Infine è condivisibile – nel discorso ufficiale – il richiamo alle legalità. Mi permetto di ricordare che si costruisce dalle piccole cose di ogni giorno. Ma oggi è 25 aprile, giorno di festa, ne riparliamo…

IL DISCORSO DEL SINDACO

Buongiorno a tutti, Cittadini di Anzio, oggi 25 aprile, Festa della Liberazione, vogliano innanzitutto ricordare il nostro amato concittadino, partigiano della memoria storica, Mario Battistini, che ci guarda da lassù. Ciao Mario, oggi è la tua giornata… la Città di Anzio ti ricorda, per sempre, con la stele che abbiamo scoperto, poco fa, insieme alle tue figlie Grazia e Nives, presso la tua casa nativa. Un caro saluto alle autorità politiche, civili, religiose e militari, alle Associazioni, alla Banda ed alla Corale Polifonica della Città di Anzio ed a tutti gli intervenuti alla celebrazione del 72° Anniversario della Liberazione d’Italia. Saluto il Col. Massimo Alessio, Capo di Stato Maggiore della Brigata Rista ed, insieme a lui, tutte le Forze Armate presenti. Un sincero ringraziamento lo rivolgo, inoltre, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza, alla Guardia Costiera che, tutti i giorni, sono impegnati per la sicurezza LEGALITA’ sul nostro territorio. La Legalità, una parola importante che ognuno di noi deve custodire gelosamente e deve rappresentare, sempre, la stella polare di ogni azione della nostra vita. Oggi, 25 Aprile, nel giorno del settantaduesimo anniversario dell’Italia Libera, la Città di Anzio esprime la propria vicinanza ed il proprio ringraziamento a tutti i Servitori dello Stato che, a difesa della nostra sicurezza, corrono dei rischi reali ogni istante della loro vita. Siete Voi, l’espressione dell’Italia migliore! Il 25 aprile è una Festa della Libertà, della Democrazia, del rifiuto di ogni forma di dittatura ma è anche il sacrificio dei Padri che hanno sognato, per i Figli, una vita migliore. Non dobbiamo mai dimenticare che la Festa della Liberazione rappresenta l’avvio di una nuova fase storica, finalmente libera e democratica, che condurrà il Popolo Italiano alla nascita della Repubblica e della nuova Costituzione, dove sono presenti i valori della libertà di parola, di associazione e di religione, il diritto al lavoro, i valori della famiglia e della libertà personale, che sono anche le pietre miliari dell’Italia di oggi.
Se siamo un Paese libero e democratico lo dobbiamo anche all’estremo sacrificio di tanti nostri concittadini: con lo Sbarco di Anzio la nostra Città venne quasi completamente distrutta… La Libertà arrivò soltanto dopo quindici mesi dallo Sbarco, che resta un fatto storico rilevante, di estremo sacrificio per la popolazione e per le decine di migliaia di ragazzi, venuti da lontano, per immolarsi a difesa della democrazia. Sul nostro Monumento ai Caduti sono scolpiti i nomi degli anziati che perirono durante lo Sbarco e nelle due guerre ma, simbolicamente, il Monumento rappresenta tutti i Caduti facendoci respirare il significato più autentico del 25 Aprile. Nel mantenere sempre viva la memoria sul fondamentale contributo, prestato dai partigiani, per uno Stato libero e democratico, non dobbiamo mai dimenticare le estreme sofferenze dei tanti deportati ed internati nei campi di concentramento nazisti.
Il 25 Aprile è anche la loro Festa ed era il Giorno del Partigiano della Memoria Storica, Mario Battistini, al quale, pochi minuti fa, la Città di Anzio ha dedicato una Stele, esposta sulla facciata della sua casa di Via Padre Lombardi: “Mario Battistini: Medaglia d’Onore, deportato ed internato nei lager nazisti, partigiano della memoria storica, ha dato il suo appassionato contributo alla storia sociale e politica della sua amata Anzio, a difesa dei valori della democrazia, della libertà e del lavoro”. Questo il messaggio sulla stele, in ricordo di Mario ed, aggiungo io, di tutti i deportati nei campi di concentramento: si tratta di sacrifici estremi e sofferenze che tutti noi abbiamo il dovere di ricordare ai nostri figli ed ai nostri nipoti, affinchè mantengano sempre viva la memoria sulle atrocità della guerra e su quello che siamo stati! Non dimentichiamo mai il vento di Libertà che soffiò il 25 aprile 1945, insito nella Medaglia d’Oro al Merito Civile conferita alla Città di Anzio! Viva Mario Battistini, Viva Anzio, Viva l’Italia libera e unita!”

IL DISCORSO DELLE FIGLIE DI MARIO

Ci rivolgiamo all’uomo Luciano Bruschini che ha voluto onorare con affetto la memoria dell’uomo Mario Battistini: due uomini con storie diverse che hanno sempre avuto stima e rispetto reciproco. Grazie Sindaco e grazie a tutti coloro che hanno operato per la riuscita di questa giornata, che testimonia la disintetessata disponibilità di nostro padre per il benessere e lo sviluppo della sua amata Anzio. Nostro padre non dimenticava mai di ricordare i seicentocinquantamila soldati italiani internati nei lager nazisti, stessa sorte subita da lui prigioniero matricola n. 310081. Concludiamo come diceva lui: viva il 25 aprile, giorno della Liberazione dal fascismo e dal nazismo. Viva l’Italia“.

Porto, ci fidiamo? Visti certi precedenti…

E’ noto a chi ha la bontà di seguire quello che scrivo da qualche anno che io al porto, all’idea che fosse qualcosa “di” Anzio, che si potesse avere un volano di sviluppo, ci ho sempre creduto. Ho sbagliato a fidarmi, ci sono responsabilità politiche trasversali di non poco conto che ho raccontato sulle colonne del “Granchio” quando è fallita la gara da 190 milioni di euro, andata deserta nel 2013. Chi vuole può rileggerlo qui

Adesso ci informano in pompa magna che c’è in Gazzetta ufficiale un avviso di “Consultazione di mercato”. Cambiano i termini, non la sostanza. Ripercorre la “manifestazione d’interesse” che portò a tanto entusiasmo per il bando precedente, perché risposero ditte da mezza Europa, solo che nessuna poi partecipò alla gara.

Allora va detto che dopo la consultazione, andrà bandita una nuova gara e lì vedremo. Non si comincia domani, insomma. Speriamo qualcuno si presenti, anche se rimangono dei dubbi su cosa dovrà fare ovvero un progetto di finanza o altro,  magari il sindaco vorrà spiegarlo, un giorno, in Consiglio comunale. E’ pur sempre il rappresentante del 61% di una società che è stata costituita per miracol mostrare (e se fosse tutto avvenuto rapidamente forse ce l’avrebbe fatta) e si è finora salvata dal fallimento abbattendo il capitale e con qualche operazione di ingegneria finanziaria.

Il sindaco ci informa che i lavori inizieranno entro fine anno, staremo a vedere. C’è da fidarsi? Il collage che riporto in questo spazio è quello della pubblicità elettorale di Candido De Angelis che si presentava per il secondo mandato e dava “inizio lavori 2004”. Nel 2008 dopo gli ostacoli della Regione, vero, De Angelis e Bruschini del “continuiamo insieme” scrivevano: “Realizzazione del nuovo porto” e  “1082 posti barca, 1000 nuovi posti di lavoro“. Non è stato realizzato, i posti barca – dopo l’inversione del crono programma -sono dimezzati. Per l’occupazione chi svolgeva attività, come le cooperative di ormeggiatori, il lavoro l’ha perso e chi gestisce il bacino ha oggi nemmeno 10 dipendenti.

Sì, è vero, gli ostacoli (ma dal 2011 a oggi, cioè dalla concessione alla seconda manifestazione d’interesse cosa è stato fatto?) le leggi cambiate, però intorno alla Capo d’Anzio qualcosa non è quadrato e non quadra. Vogliamo ricordare la fallimentare vendita dei “Dolt” diritti di ormeggio a lungo termine?

Presentandosi nel 2013 contro De Angelis, prima della recente riappacificazione, Bruschini scriveva: “Il sindaco che realizzerà il nuovo porto di Anzio“. Dalla certezza del 2008 (“realizzazione“) al futuro del 2013 (“realizzerà“). Quattro anni dopo l’ultima campagna elettorale? Aspettiamo ancora il nuovo bando, mentre è aperto un contenzioso con gli ormeggiatori (la Capo d’Anzio ha 10 giorni per pagare le fatture non ancora saldate), non si sa chi deve dragare il canale di accesso, abbiamo ancora in piedi una causa contro Marconi (ricordate? L’avvocato Cancrini avrebbe dovuto relazionare al consiglio comunale…..) la società non ha un euro. E sarebbe ora che la Regione battesse un colpo, non fosse altro per il fatto che deve incassare qualche decina di migliaia di euro di concessione…

Però hai visto mai che è la volta buona, magari per qualche “turco-napoletano” di quelli che volevano fare il business e avevano i soldi in una non meglio specificata banca, avevano fatto un Consorzio nel quale già vendevano il porto di Anzio?

Comunque, facciamo pure a fidarci, il porto era e resta una possibilità di sviluppo. Ma visti i precedenti…

Gli atteggiamenti mafiosi, gli insulti. Caro sindaco…

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Caro sindaco, caro Luciano…

Continuo a permettermi il tono confidenziale che è proprio della nostra conoscenza, per raccontarti una storia. Faccio questo lavoro da anni, ho incontrato le persone più disparate e mai, dico mai, ad Anzio c’era stato qualcuno che avesse paura di vedermi. Accortezze, quelle certo, normali quando si fa un lavoro delicato.

Stavolta, invece, alla voglia di incontrarmi è subentrato il terrore, quello di farmi vedere del materiale, sentirsi dire che era cosa da Guardia di Finanza prima ancora che da cronisti. Paura, tanta, di essere scoperto e di perdere il lavoro legato – purtroppo – al mondo che si muove tra la politica di casa nostra superata spesso dagli affari.

Ecco, Luciano, questa è la città che ci lasciate e che, con la candidatura De Angelis, volete continuare a mandare avanti. Come sai, se sta bene ai cittadini va bene a tutti e non sono mai stato fra coloro che dice “gli elettori non capiscono”. No, capiscono benissimo e purtroppo spesso sono stati costretti ad adeguarsi.

Nei giorni scorsi abbiamo saputo che il Ministero dell’Interno non manderà una commissione d’accesso. Come ho avuto modo di dire, sono sollevato, sarebbe stata un’onta troppo grande. Né, dico la verità, mi preoccupano più di tanto ‘ndrangheta e camorra che pure qui hanno le loro ramificazioni e hanno fatto i loro investimenti.

No, sono peggio gli atteggiamenti mafiosi, chi ha paura di questi, chi viene a dirmi di fare attenzione perché mi vuole bene, questo clima che si trascina tra voi del centro-destra dalle elezioni del 2013 e dal quale non riuscite a venire fuori.

Vedi Luciano, io da cronista sono abituato a stare ai fatti e questi sono chiari. Non hai mai avuto problemi con la giustizia in 40 anni di vita politica e ti va riconosciuto, vorrai però prendere atto che qualcosa è successo tra chi ti sta attorno e ti ha sostenuto. Non c’è bisogno di condanne per dire che se “i soci elettori di…” sono stati favoriti da alcune proroghe date dal Comune questo se non è penalmente rilevante è politicamente disdicevole. Come lo sono tante altre cose che ormai sono stanco di ripetere. Ho detto qual è la responsabilità, parere personalissimo, che avete: ci sono nomi che tornano in ogni indagine, avete fatto mettere il vestito bello alla micro-criminalità di casa nostra, l’avete fatta entrare – sia pure non direttamente – nella stanza dei bottoni, fingete di non sapere che questa è stata avvicinata da personaggi (sono atti processuali, pubblici) in odor di camorra.

Torniamo a quel clima, allora, al 2013, alle bassezze che vi siete fatti e avete dimenticato in nome ora di una prossima santa alleanza. Torniamo lì perché appena uno prova a parlare non sapete far altro che lanciare accuse.

Qualche mese fa hai dato degli imbecilli ai cittadini, ricordi? Ora siamo ai disturbati mentali, passando per ominicchi e viperelle. Non è un linguaggio consono a un sindaco, ho provato già a spiegare il perché e il motivo per il quale siamo arrivati a tanto.

Allora mi chiedo se ci sono denunce di serie A (possibili solo ad alcuni) e quelle di serie B che danno fastidio e per le quali devono partire gli insulti seriali. Nessuno, caro sindaco, ha mai nemmeno pensato di dirti che sei imbecille, ominicchio, disturbato mentale. Nessuno, ne sono certo, e se lo sentissi sarei il primo a difenderti. Possiamo non essere d’accordo con l’azione portata avanti, i programmi non rispettati, chiedere documenti, segnalare cose che non ci piacciono e tutto il resto, ma gli insulti no.

Chi ha fatto del gettare fango sugli avversari una sorta di professione sono i tuoi alleati, vecchi e nuovamente vicini.

Perché chi denuncia difficoltà, problemi, mancanza di legalità dalle piccole cose quotidiane, lo fa almeno con lo stesso amore per Anzio che dici di avere te e forse anziché solo il nome della città, vuole difenderne pure l’integrità.

E non è diverso da te che vai dai Carabinieri per la “famosa” tangente (mai scoperta) sulle mense, non dall’ex segretario Savarino che ci va perché avrebbe subito pressioni, né dalla dirigente Santaniello che va a denunciare ingerenze nella vecchia gara delle mense o della segretaria Inches che trova persino una possibile spy story. E chi c’è al governo di Anzio, di grazia? Che facciamo, quello che denunci te va bene, se lo fanno gli altri sono “disturbati mentali”? Non funziona così.

Per il linguaggio, per il ruolo istituzionale, soprattutto per la mancanza di rispetto verso chi ha disturbi mentali, quelli veri. Ecco, finisco con un’altra storia. Quella della testimone a un processo che mi vedeva imputato per diffamazione: era il caso di un maltrattamento a un paziente con disagio psichico, la signora presiedeva l’associazione di familiari che aveva denunciato il caso. All’avvocato di parte civile che le chiedeva cosa ne sapesse di malattie mentali rispose accorata: “Ho l’insegnamento della vita”. Ecco, Luciano, nella foga di accusare chi fa notare quello che è palese, lo scivolone più grande lo hai fatto forse proprio nei confronti di chi combatte ogni giorno con il disturbo mentale e conoscendo l’attenzione che hai nei confronti del mondo della disabilità, non è da te.

Il sindaco non molla, siamo: “Disturbati mentali”

sindacosfogo

Di seguito il comunicato del sindaco, Luciano Bruschini, dopo la notizia resa nota dal senatore Cervellini che non c’è necessità della commissione d’accesso.

Purtroppo il primo cittadino non perde l’occasione, ormai, di insultare (ricordiamo gli “imbecilli locali” e, da ultimo, gli “ominicchi” e le “viperelle“)  chi non la pensa come lui. E, dispiace, non è il Bruschini che conoscevamo. Questa la sua nota:

“Ringrazio il Ministro dell’Interno per aver chiarito, ancora una volta, che non sussistono elementi orientati al condizionamento dell’Amministrazione Comunale. Come ho sempre sostenuto, conoscendo bene la Città, non sono mai esistiti e non esistono condizionamenti all’attività amministrativa. Auspico che i denigratori seriali, locali e nazionali, che insistono quotidianamente su queste tematiche se ne facciano una ragione. Del resto posso dimostrare che, quando sono venuto a conoscenza di presunti fatti che, a mio giudizio, potevano essere considerati allarmanti sono stato io, per primo, a recarmi dalle Forze dell’Ordine che ringrazio sempre per la positiva collaborazione ed attenta vigilanza sul nostro territorio. Il sottoscritto, dal 1980 ad oggi, si è sempre confrontato con tutte le Istituzioni e non ha mai avuto problematiche di natura giudiziaria. Non saprei quanti, con i miei stessi incarichi istituzionali, se ne possano vantare.  La Città di Anzio, con le sue attività commerciali, le associazioni, le scuole e con tutte le sue istituzioni, non merita di essere additata in questo modo da una setta di disturbati mentali che saranno giudicati, nei loro comportamenti, dai cittadini laboriosi ed impegnati di questa Città”.    

Lo ha affermato il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, in una nota stampa diffusa a difesa del territorio, dei cittadini e della vocazione turistica della Città.

Non serve la commissione d’accesso, ora sappiamo. Però…

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Il Ministero dell’Interno  “non dispone, allo stato attuale, di elementi concreti e univocamente orientati al condizionamento dell’Amministrazione comunale“. Finalmente sappiamo. Il senatore Massimo Cervellini rende nota la risposta arrivata alla sua interrogazione – e immaginiamo anche a quelle analoghe – e annuncia che sabato 29 ci sarà l’appuntamento sulla legalità per il quale il sindaco ha negato la sala.

Ribadisco il concetto: nessuno voleva per forza la commissione, ma non si poteva lasciare appesa una città che ha problemi seri, serissimi, anche con le infiltrazioni ma nella quale si assumono ormai atteggiamenti mafiosi. Ne parlo tra un po’, prima la nota del senatore di Sinistra italiana: “Il Ministero dell’Interno risponde alla mia interrogazione: pur riconoscendo la gravità dei fatti verificatisi nel tempo – aggiungo: alcuni dei quali successivi alla data di presentazione dell’interrogazione – ritiene, specificando testualmente, di non disporre, allo stato attuale, di elementi concreti e univocamente orientati al condizionamento dell’Amministrazione comunale. Perciò noi manteniamo altissime l’attenzione e la vigilanza, non ci facciamo intimidire da nessuno ed il prossimo 29 aprile ci riuniremo ad Anzio, anche se il sindaco ci vieta l’utilizzo della Sala comunale’. 

Lo dichiara in una nota il senatore di Sinistra Italiana Massimo Cervellini, vice presidente della Commissione Lavori pubblici, primo firmatario di un’interrogazione, presentata a luglio 2016, sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel litorale romano, orientata a verificare eventuali iniziative prese dal prefetto e a chiedere l’insediamento di una commissione d’accesso per verificare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione al Comune di Anzio degli articoli 142 e 143 del Testo unico degli enti locali, relativi allo scioglimento del Consiglio comunale. Finalmente l’interrogazione ha ricevuto risposta. Il senatore si è fatto anche promotore, lo scorso marzo, di un incontro tra un gruppo di senatori e la prefetta di Roma per affrontare in maniera sinergica il tema delle infiltrazioni criminali sul territorio del litorale romano. Il prossimo 29 aprile parteciperà all’incontro sulla legalità ‘LegalizzAnzio, fragilità del nostro territorio, una cultura da ricostruire, che si terrà presso Serpa Hotel di Anzio, a partire dalle ore 10.00. Era stata precedentemente chiesta la disponibilità della Sala del Comune, che però non è stata concessa.

‘Noi siamo rispettosi e tenaci – continua il senatore Cervellini – però nessuno dica che non sapeva. Continueremo, coinvolgendo sempre tutte le istituzioni preposte, come sempre abbiamo fatto a cominciare dalla Commissione bicamerale Antimafia, ma soprattutto i cittadini, che devono essere consapevoli ed informati di quanto accade nella loro bellissima città. Davanti ad intimidazioni così pesanti ci saremmo aspettati solidarietà alle denunce pubbliche che abbiamo fatto, non certo insulti.

Dopo la mia interrogazione del 21 dicembre sulla costruzione di alcune centrali Biogas, il sindaco ha prodotto un’ordinanza di precauzione che sospende i lavori degli impianti, che valuto positivamente rispetto alle decisioni che aveva preso la sua Amministrazione. Bene.

Ora però il TAR sospende l’ordinanza, in attesa di esaminare il ricorso sollevato dalla Ecotransport. Male.

Pongo una semplice domanda: le motivazioni addotte sui rischi ambientali e la salute dei cittadini, l’attesa degli esiti dello studio epidemiologico nella zona Padiglione del Comune di Anzio e tutti gli approfondimenti necessari, continuano a vivere e verranno rispettati? Su queste delicate materie – salute ed ambiente – la Corte europea afferma: spetta alla Politica stabilire il livello del rischio accettabile o non accettabile. La Commissione europea scrive a conferma che la decisione è prettamente politica e non tecnica. Il 29, ad Anzio, parleremo anche di questo!‘”

E di seguito la nota diffusa dai Grilli di Anzio sull’appuntamento:  Il 29 Aprile dalle ore 10 alle ore 12 presso il Serpa Hotel (Via Ardeatina,264) ad Anzio,si terrà a cura del Meetup “Grilli di Anzio”  e di Sinistra Italiana sez.Anzio-Nettuno il convegno:

” legalizzAnzio- Indagini,Rapporti,Processi: il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel litorale romano”

Interverranno: Alberto Spampinato, giornalista, direttore Ossigeno per l’informazione,

Andrea Palladino, giornalista, Giancarlo Ceci, tecnico ambientale, Sen.Luigi Gaetti, vicepresidente commissione parlamentare antimafia, Sen. Elena Fattori ,M5S

Sen. Massimo Cervellini  SI. Moderatore Elisabetta Bonanni, cronista

Come ho detto agli organizzatori sarò assente, chiamato a Sabaudia alla presentazione di un libro per il quale mi ero già  impegnato. Partecipo volentieri, a distanza, ricordando quello che ho detto a luglio, intervenendo al convegno organizzato dal comitato per la legalità, presente il senatore Mirabelli del Pd. Sostenevo e sostengo, in estrema sintesi:  “Nelle diverse indagini che riguardano il Comune esistono stessi personaggi e modalità per voto di scambio, abuso d’ufficio e corruzione. Con l’avvento delle cooperativa assistiamo a una sorta di Anzio Capitale e non lo cito a caso. Nelle intercettazioni di Mafia capitale, sistema basato su questa cooperazione, Buzzi dice di aver buttato 150.000 euro ad Anzio, spero che si stia indagando su dove e perché. Qui abbiamo fatto mettere il vestito bello alla delinquenza locale, avvicinata dalla camorra o da chi si spaccia per esserne affiliato, è stata usata per avere voti o se non altro – lo dicono le indagini – per favorire i soci elettori di…. Se poi si fa un’estorsione perché i soldi finiscano alla moglie di un boss detenuto, siamo arrivati alla fine. Al di là delle responsabilità penali sono le modalità che non vanno bene, unite all’intolleranza e alle minacce verso chiunque dissenta”.
Ecco perché – pur in presenza di sentenze che dicono come i Gallace e i Noviello Schiavone, quindi ‘ndrangheta e camorra – abbiano qui le loro ramificazioni, pur in presenza di sequestri e confische che dimostrano come siano stati fatti investimenti, il problema non è solo questo. Sono gli atteggiamenti nei confronti di chi dissente, la gente presa per “fame“, perché deve lavorare, quella che ha paura di denunciare poiché altrimenti sarebbe esclusa da un sistema che si alimenta con il potere fine a se stesso e con affari quotidiani diciamo “border line“. Ecco, al di là delle indagini e del loro esito, felice perché non avremo l’onta di una commissione d’accesso, dico che la guardia non va mantenuta alta ma altissima. Partendo dagli elementi citati dal ministro che sono gravi.
Poi, rispetto all’altra città sulla quale mi piacerebbe un confronto sereno, dovremmo chiederci quale  Anzio ci lascia questa classe dirigente. Io, come altri, sono molto preoccupato.

Tuscano, il Fiamma, le “centinaia di migliaia” a Pasqua…

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Sono anni che seguo le vicende politiche locali e mi piace, ormai, ricordare qualche aneddoto. Deve essere il segno del tempo che passa…

Bruno Tuscano, sicuramente più navigato di me nelle vicende dei partiti di casa nostra, racconta di uno che era sicuro di avere 300 voti. Lui rispose che era contento, poi pose una domanda: “Ma lo conosci il cinema Fiamma?” E questi, quasi entusiasta: “Sì certo….” La risposta di quel sornione di Tuscano fu: “Ecco, conta le sedie, sono 300, riempilo, poi prendi chi è venuto e portalo a votare e scrivere il tuo nome...” Il povero, ovviamente, non venne eletto.

Cosa c’entra? Semplice, a dare i numeri facciamo presto. Così leggiamo in un comunicato ufficiale che ad Anzio ci sono state “centinaia di migliaia di presenze” nell’ultimo fine settimana, quello di Pasqua. Ora, la città era piena, i ristoranti pure, ha funzionato tutto come ci ricorda il sindaco e va bene. Benissimo, c’è da esserne contenti. Ma “centinaia di migliaia” presuppone che siano molte e molte di più delle “decine di migliaia” che pure c’erano. E che quando il tempo è clemente e capitano “ponti” ci sono, sempre.

E allora, perché dare i numeri? Semplice, per una smania comunicativa – spesso, ma non stavolta per fortuna, “copiata e incollata” dai media locali  – nella singolare tenzone che si è scatenata con il Comune di Nettuno e i fantasmi grillini.

Il sindaco, gli assessori, la maggioranza, lo staff, dicendo “centinaia di migliaia” dovrebbero anche dimostrarlo, poi sono liberi di fare come vogliono. A modesto parere di chi scrive continuando a inondare redazione e social lo stanno facendo, il gioco dei grillini. Problemi loro.  L’ipotetico cinema Fiamma dove infilare le centinaia di migliaia di persone, va riempito. E i consensi trovati non con i comunicati, ma attraverso le cose promesse e realizzate, non continuando spesso a vendere fumo. Poi, ripeto, liberissimi di farlo.

Infine va sottolineata una bella iniziativa, quella di ricordare il 25 aprile Mario Battistini. E’ uno dei pezzi di quella memoria collettiva che appartiene a tutti, senza distinzioni, e che ha fatto rinascere questa città. Al sindaco e a chi ha pensato questa cerimonia vanno solo che sinceri complimenti.