Zucchini: “Nessuna pressione sul segretario”

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

La sospensione della dirigente Angela Santaniello era già stata adottata, non ho fatto alcuna pressione nei confronti del segretario comunale“. E’ quanto precisa il vice sindaco di Anzio, Giorgio Zucchini, in merito alla visita odierna a Pompeo Savarino 

Sono stato nel suo ufficio per vedere se c’era qualcosa di ufficiale, in qualità di sindaco facente funzione per l’assenza di Bruschini, mi ha riferito che era arrivata la comunicazione del Tribunale e aveva adottato il provvedimento. Ne ho preso atto, anche se forse era il caso di informarmi – aggiunge Zucchini – e ho solo chiesto se fosse corretto in presenza di una pena sospesa e se fosse sicuro di aver fatto bene. Il segretario mi ha riferito di aver sentito anche un legale prima di decidere“.

Rispetto alla presenza dell’ex consigliere  Vincenzo Nolfi: “Era assolutamente casuale, stava con me perché doveva riaccompagnarmi a casa e non ha detto una parola

Pressioni al segretario, diteci che non è vero….

ccorrente

Dalla pagina facebook di controcorrente apprendiamo della pressione che il vice sindaco, Giorgio Zucchini, e l’ex consigliere comunale e oggi privato cittadino Vincenzo Nolfi, avrebbero fatto al segretario generale Pompeo Savarino per indurlo a non sospendere la dirigente Angela Santaniello. Vogliamo sperare che Agostino Gaeta abbia commesso un errore. Perché è comprensibile tutta la solidarietà umana nei confronti della dirigente, ma lì occorre fermarsi.

Perché ci sono delle regole e chi amministra la cosa pubblica ha il dovere di conoscerle e applicarle. Possono non piacere, ma ci sono. Si può discettare su una giustizia con tempi da record e in grado di notificare nemmeno 24 ore dopo la sentenza il provvedimento al Comune, ma questa è l’Italia. Si può dire che mentre la Santaniello paga, Colarieti continua a esercitare la sua attività imprenditoriale e questo – da profani – è profondamente ingiusto per chi viene sospeso. Ma di fronte alla sentenza, Savarino non aveva alternative. E se ha subito pressioni, adesso, si regoli di conseguenza.

Per questo speriamo che Zucchini e Nolfi padre (ma a che titolo sarebbe andato?) ci dicano che non è vero…

L’assessore Laura Nolfi, invece, si è pubblicamente espressa con una nota. Anche qui, la solidarietà è un conto, le considerazioni dopo una condanna – fatte da un amministratore pubblico – sembrano poco opportune.

Ex assessore e dirigente condannati, tre aspetti per una riflessione

tribunalevelletri

La condanna dell’ex assessore Italo Colarieti, della dirigente Angela Santaniello e del presidente della cooperativa Raimbow Augusto De Berardinis è un altro evento mai accaduto prima in questa città. Non è una sentenza definitiva, ma dobbiamo prenderne atto. Per fare un ragionamento che ha tre aspetti da valutare: quello umano, quello giudiziario e quello politico.

Dal punto di vista umano nessuno può comprendere quanto chi scrive cosa si provi per una condanna. Soprattutto quando la si ritiene ingiusta, come immagino la avvertano le persone destinatarie della sentenza di ieri.

L’aspetto giudiziario. Le prove, è noto, si formano nel processo. Ritenevo dalle ordinanze di custodia e dal dibattimento – e confermo adesso – che ce ne fossero poche, ma il Tribunale l’ha pensata diversamente. Del resto io faccio un altro lavoro. Le sentenze si rispettano, ci mancherebbe altro, e qui va detto che l’impianto accusatorio del pubblico ministero Giuseppe Travaglini ha retto. Ne dobbiamo dedurre che realmente gli uffici “piegavano” la loro attività alle volontà dell’assessore, il quale – di fatto – attraverso le proroghe si garantiva non solo un ritorno nell’uso dell’auto della Raimbow, ma anche un supporto dai soci della stessa Raimbow alla Francescana dov’era – sia pure formalmente compatibile – controllore e controllato. Si deve aggiungere, inoltre, che parliamo di un piccolo appalto e di ben poca utilità per l’assessore, mentre sfuggiva e sfugge l’utilità avuta dalla dirigente. Al punto che la Cassazione, annullando l’ordinanza di custodia, aveva escluso proprio la corruzione. Ma tant’è.

Quello che resta incomprensibile, a fronte della condanna, sono i 7 mesi di arresti domiciliari. Di fatto una pena comminata ieri e sospesa, ma scontata preventivamente. Comprensibile ogni esigenza cautelare, ma come allora si ripete: era necessario? Non c’erano provvedimenti alternativi per evitare il pericolo di reiterazione del reato?

Altra cosa che va sottolineata, diretta ai tanti giuristi da bar, è che non si può dire che andassero “salvati” dal Tribunale – che è terzo, ne resto convinto – il pubblico ministero e il giudice delle indagini preliminari che avevano adottato i precedenti provvedimenti. L’assoluzione non sarebbe stata la prima né l’ultima nei confronti di chi era stato arrestato e sottoposto a misure cautelari. Oggi saremmo qui a gridare di malagiustizia e a chiedere conto al pubblico ministero. Non credo, quindi, ad alcun “salvataggio” e a maggior ragione è necessario attendere le motivazioni della sentenza.

L’aspetto politico, allora, la responsabilità del sindaco di aver chiuso gli occhi di fronte all’attività “parallela” che Italo Colarieti svolgeva da assessore ai servizi sociali. Al solito Bruschini “non sa”, ma era evidente che intorno alla Francescana – non a caso oggi ancora agli onori della cronaca – ruotasse altro. E’ anche nelle carte del processo concluso ieri e, temo, quella è solo la punta dell’iceberg. Poteva dare a Colarieti un’altra delega, invece ha avallato – girandosi dall’altra parte – tutto ciò che accadeva.

Poi c’è la responsabilità di aver nuovamente dato alla Santaniello, al rientro dai domiciliari, il ruolo che aveva. Chi scrive è garantista assoluto, ma ragioni di opportunità avrebbero suggerito di dar corso a un’alternanza. A tutela della dirigente, non a caso di nuovo nel fuoco di fila delle polemiche e per la Francescana e per le mense e per la vicenda dell’hotel Succi dove, neanche a dirlo, ritroviamo Colarieti. Non era il caso, ma il sindaco ha scelto di andare avanti in quel senso.

Responsabilità che parte da prima: portando ad Anzio senza concorso la Santaniello e il dirigente della polizia locale Bartolomeo Schioppa, li ha fatti “transitare” nei ruoli. Sono dipendenti del Comune per sempre, salvo trovino altro impiego. Logica avrebbe voluto che fossero legati al suo mandato. Perché trattandosi di scelte imposte dalla politica, è più corretto che ci si assuma la responsabilità solo per il periodo della propria gestione. Invece chiunque arriverà dopo Bruschini, si troverà due casi probabilmente ancora aperti. La Santaniello per questa vicenda, Schioppa che è dirigente ma non lo fa per la condanna a Ravenna e nel frattempo si è rivolto al giudice del lavoro.

Ultima considerazione: per la prima volta ad Anzio vengono condannati un ex amministratore e “la migliore dirigente che ho” – parole del sindaco nell’aula del Tribunale di Velletri. Ripeto: la condanna è di primo grado, la sentenza non è definitiva, ma il sindaco, la maggioranza, la classe politica che ha portato a questo (nel sostanziale silenzio dell’opposizione) una riflessione vuole farla o no?

L’ordinanza che non c’è, quelle da eseguire

ordinanzabianca Aggiornamento del 31 ottobre: quello che leggete sotto era vero fino a ieri, l’ordinanza 91 è stata pubblicata e riguarda la raccolta e smaltimento dei rifiuti.

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La trasparenza, è noto, al Comune di Anzio è un optional. Come il rispetto delle ordinanze. Quella dell’hotel Succi, per esempio, è rimasta lettera morta e del resto non aveva nemmeno termini perentori. Della serie che era necessario provvedere e che se questo non fosse avvenuto il Comune avrebbe provveduto “in danno”. Figuriamoci… Il Comune che interviene in una struttura che di fatto è di un suo consigliere di maggioranza. Fra l’altro di una lista, l’Enea di Patrizio Placidi, particolarmente “battagliera” e destinata a mantenere gli equilibri della maggioranza stessa.

Diverso il discorso per la Francescana (che si chiude oggi, ma dal 2012 era in queste condizioni con la dirigente che non interveniva e anzi diceva che “nulla osta”) dove il mese di tempo si appresta a scadere. Allora c’era l’assessore ai servizi sociali Italo Colarieti a dirigere la struttura, figuriamoci se si poteva chiudere. Adesso vedremo. Così come verificheremo se l’opposizione si pone almeno un problema di coscienza e prova a farsi spiegare cosa è successo, in entrambi i casi. A porre la questione al Pd affinché il direttivo prenda una posizione è il gruppo Adesso per Anzio. Meglio tardi che mai

Intanto, a proposito di trasparenza, non sappiamo qual è il contenuto dell’ordinanza 91. Sull’albo pretorio on line è comparsa oggi, ma dell’allegato non c’è traccia. Non ne conosciamo, quindi, il contenuto. Alla faccia dell’accessibilità totale…

Vitalizi, bene i 5 Stelle. Ecco quelli di casa nostra, giusto firmare

regionelazio

Il Movimento 5 stelle ha mille difetti, ma la battaglia per il no ai vitalizi dei consiglieri regionali è condivisibile. E’ una legge, certamente, ma con i tempi che corrono si deve pur avere il coraggio di rivederla. Per questo è giusto firmare, recandosi in Comune.

Non prenderanno vitalizi gli attuali consiglieri e assessori regionali, va dato atto a Nicola Zingaretti di aver detto stop, ma quelli del passato ormai ce li teniamo. E li paghiamo. Chi è stato in Consiglio per una sola legislatura – anche per un solo giorno di quella legislatura, com’è stato per quella della Polverini – ha diritto a 3.150 euro al mese, per due legislature si sale a 5.150, ma c’è chi arriva anche a 5.890 per anzianità o altri incarichi. Chi sono gli ex che godono di questo trattamento sul nostro territorio? E’ una storia nota dal 2011. Bruno Lazzaro, storico esponente della Dc, in passato anche senatore ed europarlamentare, al vitalizio regionale aggiunge 2.119 euro del vitalizio parlamentare “fino a cinque anni di contributo”. Percepisce 5.780 euro, invece, l’ex consigliere regionale e storico esponente dell’allora Pri Antonio Molinari, anche lui nettunese. Dalla Pisana vengono accreditati 5.150 euro a Giorgio Pasetto, anch’egli allora esponente Dc, il quale è stato in Regione prima assessore e poi presidente della giunta. Anche per lui, oltre questo, il vitalizio da parlamentare con il sistema in vigore “dopo il 2008” di 4.065 euro. E’ stato giovanissimo sindaco di Anzio dal ’70 al ’75, oggi e oggi è ancora tra i più ascoltati consiglieri di una parte del Pd anziate. Infine c’è Piero Marigliani, una sola legislatura alla Pisana, quella iniziata nel ’90 e finita cinque anni dopo, praticamente insieme alla carriera politica dell’ex sindaco di Anzio (ha guidato la città dall’80 all’84), anche lui esponente della Dc. Il suo vitalizio è di 3.150 euro.

La riorganizzazione del Comune, la “guerra” di potere. Altro che burocrazia zero

consiglioanzio

E’ noto che a pensar male si fa peccato, anche se spesso ci si indovina. E se avesse ragione Paride Tulli? Il segretario del Psdi parla di una spartizione politica, l’ennesima “mediazione” in una maggioranza a dir poco litigiosa e nella quale tutti pretendono. Parliamo della riorganizzazione del Comune di Anzio, forse l’unico dei punti del programma di Bruschini realizzato. Era scritto che avremmo avuto “burocrazia zero (…) anche attraverso una concreta riorganizzazione degli uffici e servizi del Comune. Eccola. Da consigliere comunale di maggioranza l’attuale vice sindaco Giorgio Zucchini predicava la riduzione dei dirigenti ma ne restano previsti nove in una dotazione organica che è ufficialmente scoperta per 132 posti. Si continuano a inserire sapendo che non si potranno mai assumere, ma tant’è. In realtà la partita che si è giocata è altra e riguarda l’ormai nota “guerra” più o meno dichiarata tra politica e dirigenza, all’interno della dirigenza stessa, quella con il segretario al quale da oggi saranno tolte la gran parte delle deleghe – a dire il vero era per certi versi controllore e controllato, caso non unico in Italia – e quella nella maggioranza. E’ noto che molti consiglieri comunali, per esempio, sono soliti lamentarsi perché il dirigente X o Y non li fa “lavorare”. Tradotto non acconsente a ciò che vogliono che spesso è al di fuori anche della indicazione politica alla quale chi lavora in Comune dovrebbe stare.

Quello che emerge è ancora altro. Se si prevede una nuova “area” serve anche un dirigente e con la delibera immediatamente esecutiva non c’è. Nell’atto è scritto che va prevista l’assunzione ma sembra che l’amministrazione se ne guardi bene. In ogni modo, assunzione o meno, nel frattempo ciò che è previsto nell’area amministrativa sarà “diviso” tra gli attuali dirigenti. Franco Pusceddu a interim dovrebbe occuparsi di affari generali, contenzioso, risorse umane, al segretario generale resterebbe la segreteria tecnica del sindaco – dove spunta addirittura un servizio Anzio Film (!?), mentre per la prima volta nella storia della città turismo, spettacolo e sport – quella che un tempo era la quarta ripartizione – con l’aggiunta dell’ufficio Europa, passa alle dipendenze dell’ambiente ovvero di Walter Dell’Accio che a quanto sembra sovrintenderà anche i servizi demografici. Saremo stati facili profeti? Era il 24 aprile, magari si può rileggere quello che si sapeva già allora….

Senza contare che finora l’intera macchina amministrativa non ha brillato o, almeno, è stata pesantemente messa sotto accusa dalla relazione della Ragioneria generale dello Stato, dalla Corte dei Conti e per altri aspetti – relativi all’ambiente – è sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica. Ovviamente tutti innocenti fino a prova del contrario, diciamo che queste vicende dovrebbero almeno sollevare qualche dubbio.

Altra cosa che emerge dalla delibera è che il segretario generale – che secondo il regolamento di uffici e servizi pure qualcosa conta nell’organizzazione…. – non è stato messo al corrente del nuovo disegno se non “brevi manu” dal sindaco. E non solo Savarino ignorava, anche il resto della dirigenza stando a quello che si apprende in Comune.

Cosa sia successo oggi, quando la delibera immediatamente esecutiva è entrata in vigore, lo ignoriamo. Il sindaco, Placidi e Zucchini che sarebbero gli ispiratori della nuova organizzazione avranno deciso a tavolino il da farsi. Chissà se i decreti con l’assegnazione delle deleghe saranno resi noti sul sito del Comune che notoriamente non rispetta le norme sulla trasparenza.

A proposito di sito: è indicato in home page l’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) obbligatorio per legge. Non c’è nulla oltre quella indicazione, né un telefono e tanto meno una mail. Forse anche per questo sulla dotazione organica non c’è traccia di quell’ufficio. Troviamo, invece, il Suap – lo sportello unico delle attività produttive – che doveva essere on line da tempo ma resta ancora una “casella” sul disegno organizzativo. Una domanda finale: quanto la riorganizzazione aiuterà i cittadini in direzione della “burocrazia zero” e quanto, invece, è servita semplicemente per gli ennesimi giochi di potere? 

ps Il sindaco ha dato seguito all’accusa contro i dirigenti e all’annuncio che avrebbe chiamato i Carabinieri dati ritardi e inefficienze? Se sì che risultati ha prodotto? Se no, perché? Visto che dall’opposizione nessuno ha sentito il dovere di chiederlo, lo facciamo da qui…

Estate e dintorni, prima si spende e poi si delibera. Rebus criteri

blu

Chissà se avremo mai un quadro completo delle spese sostenute per le varie iniziative svolte durante l’estate e non solo. Oggi la giunta ha deliberato  “Di prendere atto dell’attività svolta come specificato in narrativa” riguardo alla promozione dello sport, del turismo e al programma degli spettacoli dell’estate blu. Insomma, prima si è svolto tutto e poi si corre ai ripari.

Meglio tardi che mai, mentre continuano a sfuggire i criteri attraverso i quali si scelgono alcune proposte al posto di altre. Tolte le spese di noleggio e servizi – già al centro di “determine” dirigenziali – tolte quelle di associazioni carabinieri e vigili del fuoco per i controlli, eliminati gli spettacoli per i quali ci sono stati già i provvedimenti che recitano sempre “viste le numerose proposte pervenute” e i contributi alle feste di quartiere, oggi sappiamo che: tra cachet e service l’estate blu è costata 65.788 euro, la promozione del turismo 62.906, quella dello sport 25.440. Totale  154.134 euro. Almeno altrettanti sono quelli già oggetto di provvedimenti.

Tanto, poco, nulla? Cos’altro si potrebbe fare con 300.000 euro circa? E perché non prevedere un bando al quale si partecipa, in modo trasparente, sulla base delle proposte?

Dipende dai punti di vista, non c’è dubbio. I soldi spesi sono ritenuti un investimento o un modo per accontentare tutti? Ad Anzio l’impressione è che la scelta cada su questa seconda ipotesi. Rispettando chiunque organizza, propone e realizza, sfugge il motivo per il quale un Comune debba finanziare una riunione di boxe o la finale di body building, mentre da mesi ormai si continuano a chiedere – lo ripetiamo – quali sono i criteri seguiti per tutto il resto.

Amici e amici degli amici, temiamo.

Il fallimento di Chiavetta non giustifica il clima di odio

mancini

Non piace affatto questo clima. L’incendio alle cucine dove Domenico Della Millia organizza le sue sagre – al centro di più di qualche polemica – è l’ultimo atto di una serie che neanche a dirlo è infuocata. A Nettuno si trascina da tempo questo clima e ormai c’è una sorta di paladino della giustizia – del quale si ha memoria nelle cronache locali – che “pontifica” su facebook e viene preso come oro colato. I nemici sono tutti, con una particolare predilizione per i giornalisti che fanno una sola cosa: verificano prima di raccontare. Poi possono avere mille difetti, vederla da angolazioni diverse, e meno male. Il pensiero unico l’abbiamo sepolto da tempo. A tutti loro, attaccati prima e dopo, non può che andare la solidarietà.

Quello che succede in casa dei “cugini” – comunque – non è assolutamente bello ed è figlio, temo, di una campagna elettorale velenosa che si porta ancora dietro i suoi strascichi.

Una cosa è certa, il sindaco Alessio Chiavetta dovrebbe rendersi conto del fallimento della sua azione politica e amministrativa. Quella è sotto gli occhi di tutti, anche di chi segue meno le vicende nettunesi. E magari dovrebbe trarne le conseguenze.

Quello che non piace è la tensione che si è creata, insieme a una smania di giustizialismo incomprensibile. Un clima di odio che non trova giustificazioni.

Droga, gli arresti non bastano. Un dibattito da riprendere

Gli arresti di oggi

Gli arresti di oggi

E adesso che succede? “O raccogliamo i morti per strada o continueranno a spacciare”. La risposta dell’investigatore di polizia vecchio stampo che aveva mandato in carcere decine di persone con l’operazione “Tridente” e poi aveva visto arrestare nell’operazione “San Valentino” i i rivali dell’organizzazione sgominata precedentemente, è di un’attualità enorme. Hanno continuato a spacciare, infatti, come dimostrano le operazioni fino a questa mattina. E l’unico cadavere raccolto è stato quello di Antonino Orlando, freddato di fronte all’allora ristorante “La Piazzetta” nel ’94 perché considerato un “traditore”. Sono trascorsi più di venti anni dall’operazione “Tridente” e da quella “San Valentino”, la domanda di allora del cronista ha trovato la seconda risposta. Lo dicono le operazioni di polizia, lo dimostrano i personaggi che sistematicamente ritornano dietro a vicende di droga e alcuni “figli d’arte” tra le nuove leve. Si può dire che è sempre meglio di aver raccolto morti per strada, certo, ma dobbiamo considerare anche che per quanta droga si sequestra altrettanta – se non di più – sfugge e alimenta un mercato criminale di primissimo ordine. E investimenti, di conseguenza, fatti per ripulire quel denaro e solo apparentemente leciti.

Quello che preoccupa – o dovrebbe preoccupare, dato che l’argomento non sembra nell’agenda delle amministrazioni di Anzio e Nettuno – è anche altro: gli insospettabili coinvolti, i giovanissimi, quelli che oltre allo “sballo” cercano facili guadagni. Come nel caso dell’operazione odierna della Polizia di Stato. O come in quello dei giorni scorsi, quando alla droga si sono unite le armi.

E’ un argomento uscito ormai da anni dai dibattiti pubblici, forse è il caso di cominciare almeno a confrontarsi. Perché sé è vero che non raccogliamo cadaveri, è altrettanto vero che non possiamo e non dobbiamo restare impassibili di fronte ai tanti giovani che si stanno rovinando su questo territorio. Anzio e Nettuno restano un crocevia importante del traffico di stupefacenti e la risposta non può essere solo quella delle forze dell’ordine.