Malasuerte: parcheggi, “sistema” e il finto interesse pubblico

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Pressione esercitata dal coinvolgimento nella vicenda di esponenti delle istituzioni comunali”. Partiamo da qui, prima di fare qualche passo indietro e tornare ai giorni nostri. Partiamo dal 14 luglio 2017, da quello che è scritto nella sentenza del processo “Malasuerte”. Una delle estorsioni che la polizia giudiziaria ha documentato in quell’indagine riguarda – è noto – la gestione dei parcheggi al porto di Anzio, destinati a chi si imbarca per Ponza e gestiti, ancora oggi, da due cooperative che non si fanno più concorrenza, ma si sono accordate – come emerso in Tribunale – per “una macchina ciascuno”.

Il giro è importante, non c’è dubbio, ma dobbiamo ricordare che sono cooperative private e che il Comune di Anzio – e la sua società controllata, “Capo d’Anzio” – dovrebbero preoccuparsi di far rispettare le regole e non di tirare fuori non meglio chiariti interessi pubblici per consentire di gestire spazi in piazzale Marinai d’Italia. Un anno fa a titolo gratuito, quest’anno pagando una sciocchezza. Ma andiamo con ordine, così scopriamo che l’unico interesse pubblico è evidentemente quello di chi ha messo in piedi il “sistema Anzio” che continua a mietere consensi.

Facciamo un piccolo salto indietro, al 2015. La Polizia di Stato indaga su alcune estorsioni, emerge chiaramente quella ai danni della società “Supercar” che paga tangenti per poter lavorare. Racconta la titolare agli investigatori di essere stata in Comune a lamentarsi della concorrenza sleale dei Neroniani (Giva), nel 2012, e di non avere avuto risposte, quindi di essersi rivolta a un politico. Poi dice che a rivolgersi a lei – forse perché saputo della cosa – è Giorgio Zucchini, allora consigliere comunale. La ricostruzione di quel verbale, finita in più interrogazioni parlamentari, non lo convincerà al punto che Zucchini denuncerà la signora. Però l’incontro ci fu eccome, perché la situazione al porto era esplosiva, tutti cercavano di accaparrarsi clienti, e lui si prodiga per sistemare. Torniamo al 2017, 22 giugno, testimonianza dello stesso Zucchini, vice sindaco: “Nei parlai col sindaco dicendo che tutta l’estate c’era stata questa lamentela e magari se si poteva evitare, che potevo occuparmene io e io dissi “non ho confidenza molta con la Marchesi” e lui disse “dillo a mio fratello”, il fratello credo abbia un’amicizia da tantissimi anni e io mi rivolsi al fratello del sindaco per dire “vediamo se riusciamo a trovare… a fare un tavolo per vedere una soluzione possibile” e questo facemmo. l’ho suggerito io, presente io e il fratello del sindaco, la signora, il figlio ed Ernesto Parziale”. L’incontro viene collocato tra fine 2012 e inizio 2013. Parziale è lì per conto dei Neroniani, la moglie si candiderà in “ticket” con Zucchini alle amministrative della primavera di quell’anno. Una coincidenza. Eletta, si dimetterà dalla presidenza della Giva, avuta fino a qualche tempo prima, la stessa società per la quale oggi è a giudizio per le proroghe “infinite” del Comune.

Comune nel quale si sapeva bene, eccome, cosa succedeva al porto, tanto che in una delle intercettazioni dell’operazione che portò ai domiciliari (poi assolta) Angela Santaniello, l’allora direttore generale Franco Pusceddu chiedeva “che state a fa con le cooperative di Italo?” Inteso come Colarieti, ex assessore ai servizi sociali. Di quella inchiesta ritroviamo, in “Malasuerte”, come addetto a consegnare le buste con i soldi, l’altro imputato Augusto De Berardinis. Va ricordato che la Santaniello è stata assolta in appello, mentre per Colarieti e il ragazzo della cooperativa Raimbow la Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado, rinviandola ad altra sezione. Ma qui il penale non interessa, il “sistema Anzio” sì.

Ed è palese che il presunto interesse pubblico altro non è che quello di chi “fa” politica.

Torniamo all’incontro promosso da Zucchini, nato con l’intenzione di costituire un Consorzio o trovare un accordo commerciale, diventato quello che sulle buste piene di soldi era indicato come “pizzo per Angelo”. Destinato non tanto a chi riceveva il denaro ma ai familiari di Raffaele Letizia, alle prese con il 416bis. Andrà così fino a quando la Polizia di Stato eseguirà le misure cautelari per l’operazione “Malasuerte”, 20 maggio del 2016. E si scopriranno gli interessi anche intorno ai parcheggi. Così come quelli sui lavori in Comune di chi sta “a piscià a Villa Sarsina” ma è sempre insieme a Bruschini e ha anche l’onore di essere portato sulla barca delle autorità a Sant’Antonio.

Un mese e mezzo prima – il 4 aprile – la giunta aveva autorizzato le due cooperative a installare un box e gestire l’attività per cinque anni. La situazione non cambia, anzi peggiora, il 30 giugno Luciano Bruschini diffida le due società a “vietare ai propri dipendenti (…) a occupare la strada per fermare o rallentare veicoli al fine di procacciarsi la rimessa”. La relazione del comandante dei vigili, Mario Camilli, del 25 giugno parla di “situazione di grave disagio”. La mattina stessa della diffida si fa riferimento a “disordini”, il 9 luglio a “disturbo della quiete pubblica” e avanti così, fino al 13 agosto. Camilli chiederà inutilmente al sindaco di “adottare provvedimenti”. La vicenda “Malasuerte” è di dominio pubblico, ma Bruschini si limiterà solo a quella diffida che nessuno rispetta. E in consiglio comunale, nessuno aprirà bocca.

E arriviamo al 2017, 3 marzo, quando con un improbabile italiano il dirigente della polizia locale, Sergio Ierace scrive alla Capo d’Anzio. I verbali dell’anno precedente? “Disagi causati alla viabilità, sfociati anche in situazioni incresciose”. Della serie, tu crei disagio e io trovo la soluzione. Perciò: “Si ritiene doverosa da parte di questa amministrazione intervenire energicamente al fine di meglio organizzare il servizio stesso”. Dei parcheggi? Di aziende private benché con delibera di assegnazione di uno spazio per il quale non hanno rispettato le regole? Evidentemente sì. Al punto di individuare l’area in fondo al piazzale “messa a disposizione a titolo gratuito dalla Capo d’Anzio a partecipazione comunale”. La Capo d’Anzio acconsente e mette a disposizione del Comune – non delle coop – l’area. Le attività l’avranno gratis, salva l’ordinaria manutenzione. Il senatore Gaetti, del Movimento 5stelle, scriverà alla Procura e a rileggere le carte oggi forse c’era più di qualcosa da approfondire, ma a Velletri va così…

Arriviamo al 2018, all’1 luglio, alla presunta aggressione verbale a un disabile che occupava un posto fra l’altro non concesso alle cooperative e alla richiesta fatta da chi scrive, allora ancora in carica come consigliere comunale di minoranza, alla quale gli uffici hanno risposto con molta calma. La polizia locale, fra l’altro, allegando il materiale già inviato proprio a Gaetti a suo tempo. La richiesta puntava a sapere:

1) a che titolo le società occupano lo spazio e quanti sono gli stalli riservati; 2) a quanto ammonta la “riserva onerosa” e in che modo è stata calcolata; 3) i pagamenti finora ricevuti; 4) per quale motivo non si è proceduto a un bando pubblico per l’assegnazione degli spazi; 5) a che titolo le società hanno occupato lo spazio e quanti stalli sono stati loro riservati nel 2017; 6) se e quanto ha percepito la “Capo d’Anzio” per gli spazi riservati nel 2017; 7) per quale motivo, anche lo scorso anno, non si è proceduto a un bando pubblico per l’assegnazione degli stalli in questione.

Sul punto 1 un po’ di pazienza, sul 2 sappiamo che pagano 5.000 euro più Iva alla Capo d’Anzio, ma non sappiamo in che modo è stata calcolata. Sul 3 non c’è risposta, sul 4 neanche (i bandi, questi sconosciuti….), sul 5 e 6 abbiamo visto la richiesta dello scorso anno di Ierace, sul 7 vedi il 4

Eccolo, allora, il punto 1 che è sconcertante, in quanto viene “ribadita l’esigenza di pubblica utilità” con un “sollecito del sindaco del 23 maggio 2018”. Vale a dire a due settimane dal voto. Quelle coop andavano “sistemate” in piena campagna elettorale e la Capo d’Anzio ha proceduto su richiesta del rappresentante del 61% delle quote pubbliche nella società.

Non serve aggiungere molto. Il “sistema Anzio” è lapalissiano e forse il sindaco che proprio Bruschini ha indicato come suo successore, Candido De Angelis, e ha vinto al primo turno, non conosceva la vicenda parcheggi così a fondo.

Diamogli il beneficio di inventario, anche se era consigliere di opposizione (!?) e perfettamente a conoscenza di “Malasuerte” e compagnia. Se l’interesse pubblico è quello di tutelare due coop che magari portano consensi, alziamo le mani. Se è quello dei cittadini – tutti – ha il dovere di prendere i provvedimenti del caso. Mettendosi contro il suo predecessore e anche contro chi è stato candidato nelle sue liste e ha favorito tutto questo con quelle coop e con chissà quante altre vicende. Adottando il “sistema Anzio“. Ecco, De Angelis dimostri la tanto sbandierata discontinuità.

Bilancio, non è (solo) questione di termini

Bruschini-DeAngelis

Lo dico subito: mal comune non è mezzo gaudio. Non si può rispondere “stanno così in tutta Italia” quando in molti enti locali il bilancio è stato approvato e quando ciò che accade ad Anzio è certamente più grave di quello che succede in altri Comuni. Sembra come parlare dei pronto soccorso affollati “eh, ma succede ovunque…” No, non basta. Perché se accade, se è fisiologico un ritardo, se ci sono difficoltà, devi fare in modo che non accada più.

Qui succede ogni anno, l’eccezione diventa la regola, anzi fino al 2016 almeno in giunta nei termini il bilancio era stato approvato, quest’anno nemmeno quello. Accadrà domani, dicono da Villa Sarsina, ma come è stato sollevato da chi scrive insieme a Chiara Di Fede di “Città futura”, dal Pd  che ha ancora pendente un ricorso al Tar perso nei meandri della giustizia italiana e dal Meetup “Grilli di Anzio” (di quello del consigliere Tontini non si ha notizia in tal senso) non siamo solo fuori dai termini, ma ciò succede sempre e comunque mancano una serie di elementi di conoscenza. Di più: c’è un inaccettabile disprezzo delle regole.

Attenzione, non è questione di sola forma – che in casi del genere è anche sostanza – perché qui la situazione è drammatica e non da oggi. Né è – come ripete l’assessore Giorgio Zucchini – un “attacco alla struttura“. Ma per carità, lavorassero e facessero il loro, anzi pieno sostegno a chi ha ereditato una situazione difficile. Diciamo che in un’azienda privata non funzionerebbe così, ma pazienza. Capisco che i canoni sono altri.

Per questo nel chiedere al rappresentante del governo sul territorio di intervenire (ci ostiniamo ad avere fiducia nelle Istituzioni) insieme a Chiara abbiamo fatto notare come la Corte dei Conti abbia più volte sollevato dei serissimi dubbi. Affermando, da ultimo lo scorso anno, che i “chiarimenti trasmessi” dal Comune non sono “idonei a superare i dubbi insorti sulla regolarità di alcune poste in bilancio”. Sottolineando le “irregolarità finanziario contabili” emerse per i consuntivi dal 2010 al 2012.  Ricordando le criticità nella riscossione, il ricorso eccessivo ad anticipazioni di cassa che “risultano di gran lunga superiori al limite stabilito del 5% rispetto alle entrate correnti” e soprattutto “una consistente mole di residui” per alcuni dei quali si presuppone che “l’Ente stia conservando, iscritti in bilancio, crediti di dubbia esigibilità”. Non solo: Il mantenimento di residui attivi inesistenti o inesigibili si ripercuote direttamente sulla veridicità del risultato di amministrazione e in generale sulla veridicità e attendibilità del bilancio dell’ente”. Governavano Bruschini e i suoi, non altri.

Tutto risolto? E come? Forse lo sapremo domani, quando delibereranno. Poi in Consiglio comunale, quando a Bruschini si unirà – salvo sorprese – la cosiddetta opposizione (!?) di De Angelis che è stato “nominato” prossimo candidato sindaco senza che alcuno in maggioranza dicesse una parola.  La preoccupazione, del resto, è avere il candidato forte e provare a vincere ancora, sapendo di essere al capolinea.

Avete capito bene, lo stesso De Angelis che sosteneva – a ragione – che il Consiglio andava sciolto perché il consuntivo 2011 non era stato approvato nei termini (con il Prefetto dell’epoca che chiuse gli occhi) e che ha condotto una battaglia senza esclusione di colpi alle elezioni del 2013, quindi ha sostenuto che fossero falsi – o quasi – i bilanci approvati finora. Ora, dopo aver anche contribuito negli uffici  – da quanto si dice – a “chiudere” il preventivo 2017 sembra lo voti. C’è da stupirsi? No, aveva già evitato di far saltare il banco su un piano delle opere pubbliche ovviamente irrealizzato e quando – non più tardi di un anno fa – in cartella c’era un bilancio, l’assessore ne aveva un altro e gli uffici un altro ancora.  Che sarà mai, per chi “fa” politica è normale.

 

 

Il dirigente a fare corsi, Anzio aspetta e la trasparenza…

Partiamo dal presupposto che è tutto in regola. Perché non possiamo pensare ad altro che a una svista. Diversamente saremmo di fronte a chi pensa di continuare a prendere in giro i cittadini, un po’ come fa chi ha voluto che venisse qui.

Il dirigente dell’area finanziaria del Comune di Anzio è stato impegnato – indicato come “ragioniere capo” – in corsi dell’Acsel che si sono tenuti qualche giorno fa. Ha grande esperienza, lo faceva prima di venire qui, continua a farlo, e nessuno vuole impedirglielo. Solo che nell’elenco delle autorizzazioni che dovrebbe essere pubblicato sul portale della trasparenza del Comune non c’è traccia di incarichi conferiti e autorizzati” ai dipendenti, come previsto per legge.

Sarà sicuramente una svista, non lo mettiamo in dubbio, ma mentre il dottor Patrizio Belli è impegnato a tenere corsi, ignoriamo che fine abbia fatto la gara per il servizio di mensa scolastica della quale presiede la commissione. Il 17 marzo – indicato nell’ultima proroga – è dietro l’angolo e l’esperienza suggerisce che ne servirà un’altra per finire l’anno scolastico.

Non sappiamo, poi – ma c’è una proroga, vero –  se e quando approveremo il bilancio preventivo del Comune. Per quest’ultimo – e speriamo di sbagliare – mancano solo la febbre “tattica” di qualche funzionario o i guasti al sistema informatico del passato.

Ripetiamo, certamente è tutto in regola, ma il sindaco Luciano Bruschini, l’assessore che ha voluto il dirigente, Giorgio Zucchini, e la responsabile della trasparenza devono spiegarci il perché manca quell’atto di autorizzazione sul sito.

Chissà, forse in uno slancio di richiesta di trasparenza potrebbero attivarsi anche i consiglieri comunali, venerdì, qualora decidessero di svolgere il loro ruolo a pieno. E’ noto, per esempio, che il dirigente dell’area finanziaria è arrivato primo in un bando presentando un titolo di studio non previsto dallo stesso. Il caso è stato segnalato dagli organi di stampa, il meetup “Grilli di Anzio” si è rivolto alla Funzione pubblica, in Parlamento c’è un’interrogazione, dalle nostre parti solo Andrea Mingiacchi del Pd ha provato a chiedere la revoca della nomina in autotutela e poi deve averci ripensato.

Siamo ad Anzio, ricordiamolo, mai disturbare il manovratore. Su questo e sulle incompatibilità, ad esempio….

Il proiettile a Zucchini, adesso basta

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Non sarà la colorita discussione avuta con Giorgio Zucchini qualche sera fa a evitare di dargli tutta la solidarietà che si può esprimere in questa sede e dopo che il vicesindaco ha ricevuto – in Comune – un proiettile all’interno di una busta. Ho provato a spiegargli che quando si scrive è sempre per il ruolo pubblico che uno riveste, mai per vicende che riguardano la persona.  A maggior ragione dopo l’ennesimo attentato è ribadita e confermata la piena e incondizionata solidarietà umana. Perché scrivere e criticare è un conto, intimidire è un altro.

Afferma Zucchini, in una nota diffusa dal Comune: “Sono profondamente avvilito per quanto sta accadendo alla mia persona e di riflesso alla mia famiglia. Confido nelle indagini delle Autorità Competenti ed auspico che, quanto prima, venga fatta luce sulla vicenda e sui gravi atti intimidatori che sto subendo durante l’espletamento del mio incarico“. E’ comprensibile.

Il problema è che  qui da un pezzo i delinquenti stanno prendendo il sopravvento. Le due auto bruciate, ora il proiettile a Zucchini, le auto bruciate al compagno della Nolfi, gli spari a casa di Alessandroni e prima ancora di Placidi. Le forze dell’ordine li chiamano episodi “spia“, sono quelli che indicano un fenomeno ormai in atto. Il tentativo di intimorire chi governa o – peggio – l’avvertimento vero e proprio per eventuali promesse non mantenute o per cercare di avere benefici. E le indagini, finora, non hanno portato a risultati purtroppo.

No, è ora di dire basta. A questo clima, alle intimidazioni, ai delinquenti, a chi vuole appropriarsi di questa città o condizionare con la forza l’amministrazione o gli uffici. Basta al clima di “guerra” che si vive in questa maggioranza, costante e quotidiano. Clima  con il quale – purtroppo – si alimentano voci infondate, sospetti dell’uno sull’altro, certezze inesistenti. Basta con le regole – anche piccole – calpestate quotidianamente e nel disinteresse di chi dovrebbe essere baluardo proprio della legalità. E’ un clima – ne discutevamo con Zucchini – mai verificato prima. “C’era la politica” – ha commentato. Vero. Il timore è che adesso alla politica si sia provato a rispondere con gli affari o, peggio, a usarla per arrivare a questi. Sarebbe inaudito.

In tutto ciò restano sullo sfondo, senza risposta, le richieste che più gruppi parlamentari hanno presentato per verificare se ricorrono i presupposti per istituire ad Anzio la commissione d’accesso.

Sono condannabili i gesti di delinquenti che provano a intimidire, non c’è dubbio, ma è inaccettabile che le Istituzioni non forniscano ancora una risposta sulla necessità o meno di uno strumento di prevenzione qual è la commissione: Prefetto, Ministro, ci siete?

 

Zucchini: “Nessun affidamento di tributi e patrimonio all’esterno”

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Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Mi dispiace, ma sei fuori strada, io non so chi dica cosa del genere ma non voglio esternalizzare il patrimonio né i tributi, non so nemmeno chi sia questo Romeo“. Il vice sindaco di Anzio, e assessore alle finanze, Giorgio Zucchini, smentisce quanto riportato in questo spazio. E ci tiene a precisare che: “Sulle mense non c’entro nulla, chiedete perché le carte sono arrivate in ritardo, la giunta ha deciso 31 dicembre perché ritenevamo che i tempi fossero congrui, poi ci sono stati ritardi che non possono certo essere imputati a me“.

Ne prendo atto e mi scuso, purtroppo una mancata verifica può creare delle incomprensioni. L’assessore sa bene che qui non ci sono amici e nemici (basta scorrere il blog, ne ho avute per tutti….) né si fanno questioni personali bensì legate ai ruoli pubblici che lui e altri rivestono, non si hanno secondi fini, ma si critica e a volte (poche, è vero…) ci si complimenta pure per l’attività svolta. Converrà con me che mai come in questo periodo ad Anzio – nella maggioranza in particolare – il clima è tutt’altro che idilliaco.

E non dipende certo da chi scrive.

 

Carta vince, carta perde. Benvenuti (!?) ad Anzio

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Va ribadito: occorre costruire una città diversa, spazzare questa classe politica – vecchia e presunta nuova – che ha i piedi (e i metodi) ben saldi nella Prima Repubblica. Intorno ha cittadini che in qualche caso hanno fruito di benefici, in altri hanno portato i voti decisivi e pretendono, in altri ancora si sono assuefatti o preferiscono gridare “Al lupo al lupo” ma al momento del voto evitano di scegliere altro – forse perché ritenuto non abbastanza credibile – o di recarsi alle urne. C’è l’intero tessuto da ricostruire in questa Anzio di carta vince, carta perde. Si parte dalle vicende del Comune – inevitabilmente – e si arriva a quelle di cronaca. Il confine, del resto, ormai quasi non si distingue più.

Prendiamo un’amministrazione che si sta lacerando dopo che l’Inps – nonostante suoi decreti – ha comunicato un potenziale errore che riporterebbe Franco Pusceddu al suo posto per otto mesi. Un caso senza precedenti, ma il Comune non ha dubbi: torna. Solo che la fanno talmente difficile – nascondendo evidentemente chi la preferenza per l’ex dirigente e chi il timore che torni a rompere qualche uovo nel paniere – da cambiare di nuovo l’organizzazione. Ma voi la vedete una grande azienda di servizi che cambia “assett” in continuazione? In Comune succede, a ritmi di una pianta organica l’anno. Anche due se necessario, basta accontentare gli “appetiti” politici. Qui si dice prima  di aver rivoluzionato la macchina eliminando dirigenti previsti dalla legge e neanche un anno dopo ci si ripensa votando una delibera che ha allegati diversi tra loro. Finita? Macché… Torna il dirigente pensionato e si cambia, con il rischio che tra qualche giorno si modifichi di nuovo perché l’Inps potrebbe ripensarci. Ma via… E su questo c’è una maggioranza ancora una volta ai ferri corti e una delibera che il sindaco, lunedì, vuole approvare per forza. In mezzo un rapporto mai chiaro né chiarito – nonostante la legge – su cosa debbono fare i politici e cosa i dirigenti, funzionari e dipendenti del Comune. Al punto che oggi si va d’amore e d’accordo, al primo problema la colpa – della città sporca, per esempio – è di chi lavora…

E la vedete la grande azienda che deve acquistare il miglior servizio possibile al prezzo più vantaggioso, non bandire una gara per la quale serve un partner perché cerca non il più efficiente ma spera di trovare quello più “accondiscendente“? E’ quello che è successo e sta succedendo con le mense. Gara pronta da oltre un anno, ma Bruschini e i suoi cercavano la stazione unica appaltante più “amica“.

In mezzo anche la storia di un dirigente chiamato a sostituire quello andato in pensione, ma per il quale è stato commesso un madornale errore. Lo hanno ammesso al colloquio senza tenere conto che aveva un titolo di studio diverso da quello chiesto dal bando. Una scelta fatta dalla neo segretaria del Comune, autrice della riorganizzazione di prima e di quella che dovrebbe andare in giunta, che non si è accorta insieme ai componenti della commissione dell’errore e che finora non ha agito di conseguenza.

In una città diversa da carta vince, carta perde, qualche rappresentante delle forze dell’ordine o della magistratura, una volta appresa la notizia, avrebbe quantomeno sequestrato i documenti. Siamo convinti che l’errore sia stato commesso in buona fede, chi scrive per primo riteneva la laurea in Giurisprudenza equipollente a Economia e commercio. Così non è, nulla è ancora accaduto. Si doveva controllare e non è stato fatto. Ma ve la immaginate la grande azienda di servizi che commette un errore del genere? Che fine fa il capo del personale? Qui non accadrà nulla, tranquilli. Anzi, la segretaria arrivata a miracol mostrare prenderà anche il massimo dei voti al momento della valutazione. Peggio, c’è chi tra politici vecchi e nuovi vede in tutto questo chissà quale “disegno“, alla luce del ritorno di Pusceddu.

Carta vince, carta perde. Questo è solo un madornale errore, ma è comunque difficile intervenire “di iniziativa“, indagare, verificare, per una serie di motivi. Gli organici ridotti, il controllo del territorio da garantire, le attività di indagine su vicende attinenti alla criminalità comune. Non ultimo, tra i motivi, quello che se lasci andare chi ha interrotto un Consiglio comunale, per esempio, poi è difficile andare avanti. E quando lo si fa – basterebbe vedere certi tenori di vita – i tempi sono infiniti. Se non sul territorio, in Procura.

Però diventa difficile credere che non siano stati raccolti sufficienti elementi e individuati i responsabili di chi ha sparato al cancello di Placidi, di chi ha fatto la stessa cosa ad Alessandroni, di chi in due mesi per la seconda volta ha dato fuoco all’auto del vice sindaco. A Giorgio Zucchini va umana solidarietà, è vittima, ma capisce da solo – e ormai dovrebbe rendersene conto anche il sindaco – che abbiamo superato la soglia. Sì, il sindaco che minimizza, che parla di “incontri in Prefettura” (con chi?) rassicuranti, che media con politici di vecchia e nuova formazione, promette, accontenta, rischia ormai di essere sotto ricatto di una maggioranza litigiosa. Il tutto in barba alla città

L’attentato lo ha subito Zucchini, ma sono i cittadini a non vivere più sicuri quando con una certa impunità, una volta in piena estate, un’altra alle 10 di sera quando ancora c’è gente in giro, qualcuno va e incendia l’auto.Sì, c’è preoccupazione dovrebbero saperlo il sindaco e la sua maggioranza, se come dicono ascoltano “la gente“. E non è semplicisticamente quella per i rifugiati, gli immigrati e via discorrendo. No.

Ma Zucchini ci porta anche ad altre vicende, alla citazione – per la quale ha sporto denuncia – nell’indagine Mala Suerte. Il 3 novembre inizia il processo, tra gli  imputati c’è chi ha apertamente sostenuto l’elezione di questa maggioranza. Ci porta alla recente vicenda che nella “guerra” interna alla maggioranza stessa fa uscire una carta per la quale è debitore del Comune. Mille euro, una dimenticanza forse, dice di non saperne nulla,  ma se ci fosse sarebbe grave. Perché – come per il caso dei “morosi” mai chiarito – se non eri in regola hai attestato una cosa non vera al momento della candidatura.

Carta vince, carta perde: possibile che non sappiamo chi tra i pubblici amministratori ha pendenze nei confronti dell’Ente? Su, pensiamo ancora alla grande azienda che ignora il debito contratto dal proprio amministratore delegato…

Qui no, perché il 3.0 è a parole. Nella pratica non conviene, perché poi devi pagare o lasciare la giunta o il consiglio comunale, perché senza chiarezza può alimentarsi la “guerra” di maggioranza. Io non ho pagato, ma tu hai avuto quel problema, lui deve stare zitto per quel favore, l’altro per i lavori alla cooperativa, Tizio per lo spettacolo e Caio per la pratica sbloccata.

Benvenuti (!?) ad Anzio, se gradite – o se vi conviene – continuate pure con questa classe politica.

Un Comune allo sbando, viva il 3.0 de noantri

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Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Periodi che si “sovrappongono“, l’Inps se n’è accorta e così il dirigente dell’area finanziaria di Anzio, Franco Pusceddu, torna al lavoro. Ci sono otto mesi di differenza e una storia tutta italiana, quella di una domanda di pensione presentata ad aprile e di una risposta che arriva quando lui ha già lasciato il lavoro, costringendolo – a quanto pare – a tornare e a far incassare una pessima figura anche al Comune.

Non tornerà al suo posto, però, anzi riprenderà da dove aveva iniziato: pubblica istruzione, cultura, servizi sociali. Lo stesso incarico al quale il sindaco voleva assegnarlo e che rifiutò dopo la sospensione di Angela Santaniello, che in teoria resta titolare di quella “casella” e per la quale il 19 ottobre c’è l’appello ma che finora, in questo Comune allo sbando, è l’unica ad aver pagato.

Non tornerà al suo posto perché nel frattempo, con una procedura ex articolo 110, per sostituirlo è stato nominato un altro dirigente. Peccato che la commissione, composta dalla segretaria generale, da un membro condannato a Pomezia e da un altro esperto, non si sia accorta che il titolo di studio presentato non corrispondeva al bando. Ma quel dirigente – fortemente voluto da Giorgio Zucchini – è uno bravo e ora si cerca una via d’uscita per tenerlo. Basterebbe riconoscere l’errore e agire di conseguenza, perché tenere lì con un titolo sbagliato rispetto al bando Patrizio Belli vuol dire essere sprezzanti delle regole basilari. Vedremo. Per la prima volta un consigliere del Pd, Andrea Mingiacchi, sembra aver agito come il suo ruolo impone. Nessuno vuole mandare via Belli, né andare in Procura, ma si agisca per riparare a un errore madornale.

Ma nel frattempo c’è il rischio di danno erariale, se chiami a sostituire chi è andato in pensione e quello torna, come giustifichi quella sostituzione?

Di certo se arriviamo a questa situazione è per le idee “ballerine” dell’organizzazione del Comune da parte di Zucchini, avallate da una giunta tutta presa a poter “controllare” i funzionari ritenuti “amici“. Nessuna programmazione, una pianta organica l’anno, anzi anche due a volte, con l’ultima che differisce nei documenti allegati alla delibera, ha portato a una sostanziale paralisi. Cambia, “pesa” le posizioni, stai attento a non toccare Tizio o Caio, rimetti a posto tutta la posta interna, le firme, il protocollo….. La paralisi, appunto. Con la smania di controllare, si è finiti fuori controllo. Non scegliere, rinviare, voler “contare“,  sa tanto di antico, altro che 3.0 sbandierato in campagna elettorale. L’amore-odio con i dirigenti, spesso denunciato in questo umile spazio, ha portato a una condizione di invivibilità che alla fine pagano i cittadini. Come per il 3.0 de noantri, dove ogni ufficio prende il suo software, i programmi non dialogano tra loro, il Comune paga e a chi compra la politica non può dire nulla, perché poi ha bisogno di chiedere….

Un altro esempio  lampante? La politica che non sceglie la stazione unica appaltante, rinvia, e una gara per le mense pronta che non si riesce a fare. Perché? Volevano “controllare“, volevano che si potesse in qualche modo avere un interlocutore se ci fosse da andare a chiedere. Come se sindaco, assessori e consiglieri comunali dovessero occuparsi della gestione, cosa che invece fanno perché ciascuno – chi più chi meno – ha una cooperativa, magari quella che ha portato i voti decisivi, un’associazione, qualcuno da accontentare.  La legge è chiara: la politica decide, la macchina amministrativa funziona applicando quelle decisioni nel rispetto delle norme. E’ avvenuto questo?

Se mai costruiremo #unaltracittà sarà così e basta. Perché prima vengono i servizi ai cittadini. Sempre.

Di seguito l’intervento di Marco Maranesi, consigliere di “Liberi di cambiare“, unico a essere intervenuto finora sulla vicenda Pusceddu, annunciando persino un ricorso.

***

In merito alle notizie apparse nei social network su una possibile riassunzione dell’ex Dirigente all’Area Economica Finanziaria del Comune di Anzio ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci sono le condizioni per procedere con un ricorso al T.A.R. del Lazio con richiesta di sospensiva contro qualsiasi provvedimento che il Comune di Anzio eventualmente adotterà,  in quanto il presunto errore non è imputabile al Comune di Anzio ma all’ente I.N.P.S..

Non c’è alcun obbligo, per il Comune di Anzio, in questo momento, di procedere alla riassunzione dell’ex Dirigente collocato in pensione dal 1 settembre.

In un Comune dove c’è mancanza di liquidità per effettuare  la minima manutenzione degli edifici scolastici, dove non si riesce neanche a chiudere un piccola buca per le strade della città, dove non si riesce a riparare un lampione della pubblica illuminazione in vista della festa del patrono del quartiere e dove c’è difficoltà ad erogare anche i minimi servizi essenziali sempre per mancanza di risorse finanziarie, non possiamo spendere centinaia di migliaia di euro in stipendi Dirigenziali che al momento non sono più necessari per il buon funzionamento dell’ente e soprattutto  per errori commessi da altri enti.

Colgo inoltre l’occasione per dare tutta la mia personale solidarietà al Nuovo Dirigente dell’Area Economica Finanziaria Dott. Patrizio Belli, persona capace, competente e di una straordinaria educazione, dopo i numerosi attacchi che ha subito in questi giorni da parte di alcuni colleghi di Consiglio Comunale e di alcune lobby locali attente a salvaguardare il vecchio sistema gestionale che vigeva al Comune di Anzio, un sistema senza alcun controllo che ha devastato un ente che era un tempo il fiore all’occhiello di tutta la Provincia di Roma.

Molto probabilmente per alcuni è  più importante salvaguardare un vecchio sistema che metteva d’accordo molte personalità miste,  che un nuovo sistema attento invece, affinché la macchina amministrativa sia più efficace, funzionale e più attenta ad eventuali sprechi che in questo particolare momento storico vanno evitati.

Una laurea per l’altra, sarà tutto a posto ma fateci capire

Non ho il piacere di conoscere Patrizio Belli, neo dirigente dell’area finanziaria del Comune di Anzio. Sento da più parti che è persona preparata e il suo curriculum, del resto, parla da solo. Nulla di personale, insomma, anzi se mette a posto le cose nella disastrata Ragioneria del Comune c’è solo da essere contenti.

Si è scoperto, però, che la laurea richiesta per partecipare al bando di mobilità che lo ha portato ad Anzio (Economia e commercio) e quella che possiede lui (Giurisprudenza) non corrispondono. Ho già scritto che spero vivamente sia tutto a posto, intanto questa mattina il consigliere comunale Andrea Mingiacchi ha provato invano a vedere i documenti. La segretaria – che presiedeva anche la commissione di valutazione – era impegnata, domani non ci sarà, mercoledì forse sapremo. Intanto il capogruppo Pd ha chiesto copia degli atti.

Che saranno in regola – resto assolutamente fiducioso – e a maggior ragione vanno resi noti. Perché uno a leggere e rileggere decreti e tabelle quella equipollenza non la trova.

Il decreto di ottobre 2009 recita: “Equiparazioni tra diplomi di lauree di vecchio ordinamento, lauree specialistiche (LS) ex decreto n. 509/1999 e lauree magistrali (LM) ex decreto n. 270/2004, ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi” e afferma all’articolo 3: “Il presente decreto sostituisce il decreto interministeriale 5 maggio 2004 e successive modificazioni ed integrazioni“.

Ripeto, l’equipollenza non la vedo ma una pezza d’appoggio in Comune l’avranno. Altrimenti dovranno assumersi la responsabilità di aver commesso un errore e agire di conseguenza. Chi lavora sbaglia e ammetterlo fa onore a chi è bravo

Guai, come sentiamo negli ambienti, a dire “va be’, ma che vai a guardare, quello sta lavorando….” Non sarebbe il primo caso, fa notare più di qualcuno, e forse la dottoressa Inches non sa che nelle varie riorganizzazioni di questo Comune (tra l’altro nella delibera dell’ultima ci sono ancora allegati atti in contrasto fra loro) c’è stato anche un dirigente – senza laurea magistrale e nominato dal sindaco per un settore specifico – messo per un mese e mezzo a dirigere un’area amministrativa rimasta paralizzata. Insomma, come ebbi modo di dire allora, un infermiere a capo di un reparto di Medicina. Abbiamo visto anche questo.

Ma dire “va be’” e fare spallucce o celarsi semplicemente dietro al fatto che “ci ha pensato la segretaria” o, peggio, dire che “se nessuno fa ricorso….” è l’ultima cosa da fare. Per la struttura, in primo luogo. Per il sindaco che ha firmato il decreto di nomina di Belli, per l’assessore Zucchini che l’avrebbe fortemente voluto ad Anzio, per le assessore che dimettendosi “irrevocabilmente” parlavano di trasparenza, per i loro colleghi di giunta e per i consiglieri comunali tutti, di maggioranza prima che di opposizione. Perché  se scrivi una regola devi rispettarla.Se decidi che giochiamo un torneo con tre partite di calcio da 45′, non puoi andare via dopo due perché stai vincendo. E poi perché c’è il precedente della gara per le mense, dove per l’errata composizione della commissione – secondo l’Anac – fu revocato tutto. Che facciamo? Santaniello sì e Belli no? I buoni e i cattivi?

Ribadisco: nulla di personale e resto certo che sia tutto a posto, ma a questo punto – da umile cittadino – vorrei sapere ufficialmente che è così.

Una laurea per l’altra? Speriamo di no…

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Possibile? Spero sinceramente di no. Il settimanale Controcorrente ha dato notizia della laurea non rispondente al bando di “mobilità” del neo dirigente dell’area finanziaria del Comune di Anzio.

E’ laureato in Giurisprudenza, serviva quella in Economia e commercio o equipollente ai sensi del decreto ministeriale 9 luglio 2009. E sembra che quella equipollenza non ci sia. Dico le verità, per me era automatico: Giurisprudenza ed Economia si equivalgono se devi partecipare a un concorso, un tempo (ho finito l’università da tanto….) era così, invece sembra proprio di no.  Allora dici, ma possibile che l’hanno fatta così grossa? Ecco, francamente la speranza è che se la laurea non equivale a quella in Economia, almeno in Comune abbiano una pezza d’appoggio che giustifichi l’ammissione al concorso di Patrizio Belli, quindi la sua vittoria.

Esperto è esperto, preparato e capace pure da quanto dice “radio Comune“, ma se per una commissione di gara sulle mense si è arrivati a chiedere all’Anac e a far revocare la gara perché non andava costituita in quel modo, qui se la laurea è una per l’altra che succede? Fra l’altro se si vanno a rileggere i verbali della commissione il punto della laurea è stato decisivo per la nomina.

Speriamo davvero che in questo disastrato Comune non sia stato compiuto un atto scorretto. Speriamo che la neo segretaria Marina Inches, venuta a miracol mostrare,  spieghi che esiste equipollenza, che Belli dal 2014 a oggi – è l’ultimo curriculum noto e non lo troviamo ancora sul sito del Comune di Anzio, dove la trasparenza purtroppo resta una chimera – ha preso un’altra laurea o che esista una certificazione universitaria che in base agli esami sostenuti a Giurisprudenza dichiari quella laurea equivalente a quella di Economia. Su, non si può credere che abbiano fatto un inguacchio del genere. Mica per niente, anche il Consiglio di Stato ha ribadito tre anni fa che il bando costituisce “lex specialis” e quindi….

Se invece il dirigente fortemente voluto da Giorgio Zucchini e nominato con decreto del sindaco Luciano Bruschini non aveva i titoli per partecipare al concorso non c’è semplicemente una clamorosa figuraccia per il Comune, ma una violazione di legge e qualcuno che deve assumersene la responsabilità.

E vediamo se tra 24 consiglieri comunali lunedì mattina qualcuno andrà a chiedere gli atti, per dire ai cittadini che i documenti sono in regola. Se è così, e ne siamo certi, perché non possono averla fatta così grossa, tante scuse e buon lavoro al dirigente. Diversamente chi l’ha valutato e chi l’ha nominato non solo devono delle scuse alla città, ma dovrebbero revocare l’atto e andarsene di conseguenza.

Guardia alta, ma è inutile la polemica fine a se stessa

Pubblico di seguito la nota di Giorgio Zucchini, colpito dall’attentato di ieri sera. Ce ne sono state diverse, oggi, ma credo che la sua valga più di altre. In questo momento sicuramente difficile per la città la politica deve tenere certamente alta la guardia, evitare la polemica fine a se stessa (dossieraggi di che, signor sindaco?) che potete trovare sui siti on line e guardare in faccia una realtà che si va compromettendo giorno dopo giorno. Oggi, intanto, un’altra interrogazione parlamentare sul caso Anzio.

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La nota del vice sindaco: “Ho presentato denuncia per l’atto doloso che è stato compiuto nei confronti miei e della mia famiglia. All’autorità investigativa, i Carabinieri di Anzio, ferma rimanendo la loro esclusività d’indagine in ogni direzione e tenendo conto che non ho rapporti di alcuna natura, neanche particolari, con chicchessia, ho domandato di approfondire l’attività amministrativa dei settori di mia competenza a tutto tondo, al fine di accertare la verità e trovare chi ha eseguito il vile gesto. Colgo l’occasione per ringraziare coloro che hanno voluto esternare a me e alla mia famiglia il sentimento della solidarietà a partire dal Sindaco Luciano Bruschini, gli Assessori Alessandroni ed Attoni, i Consiglieri Millaci, Piccolo, Maranesi, Amabile, Danilo Fontana, Velia Fontana, Gianfranco Tontini ed inoltre l’ex Presidente della Capodanzio Luigi D’Arpino, Romeo De Angelis, la Dott.ssa Marina Inches, la Segreteria del Sindaco e l’Ing. Dell’Accio, nonchè il Granchio ed il giornalista Giovanni Del Giaccio e tutte le persone, anche miei antagonisti politici, che altrettanto mi hanno espresso la loro vicinanza condannando un gesto grave, inaudito e per quanto mi riguarda incomprensibile, che avrebbe potuto causare danni ingenti ad almeno due abitazioni e alle persone ivi dimoranti“.