Anzio, i titoli e l’anarchia: vietato vietare

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Su qualche muro ingiallito dal tempo deve esserci ancora la A cerchiata con la scritta “vietato vietare“. Il simbolo e lo slogan dell’anarchia. Ebbene se c’è qualche nostalgico del movimento si affacci al Comune di Anzio, qui troverà una situazione idilliaca per il suo modo di essere. Manca solo un cerchio intorno alla prima lettera del nome della città, però che vai a guardare…. Anarchia intesa come assenza di ordine e di governo, attenzione, non come dottrina politica intesa a rovesciare l’autorità costituita. No no, ai cittadini di Anzio va bene che funzioni così.

La prendiamo da lontano, ironizzando sia chiaro, ma guardiamo al ritorno di Franco Pusceddu. Si sono sbagliati a mandarlo in pensione, hanno fatto pure una mezza crisi politica per non farlo tornare, alla fine lo hanno reinserito (ma sarà un caso, solo dopo che la commissione della gara mense era formata) e visto che in Comune aveva fatto tutto ora lo nominano anche dirigente dell’area tecnica. Siamo forse l’unico ente – o uno dei pochi – con un laureato in materie umanistiche che dovrà firmare vicende relative a lavori pubblici o urbanistica senza saperne assolutamente nulla. Sì sì, sicuramente si poteva fare, dovrà seguire solo i procedimenti amministrativi per carità, ma intanto… Ah, tra quelli ce n’è uno che vede un contenzioso su un palazzo a due passi da Villa Sarsina, forse questa nomina non è così compatibile ma che fa? Ad Anzio è vietato vietare. E poi nessuno lo voleva, Pusceddu, ma ha risolto una grana di niente consentendo ai bambini di continuare a usufruire della mensa. Perché, piaccia o meno, è stato l’unico faro in tutti questi anni in un mare sempre tempestoso.

Mense allora, leggiamo quell’atto e rendiamoci conto, tutti insieme, dell’incapacità di chi amministra questo Comune. L’1 settembre 2015 si affida la gara “ponte” e solo il 15 aprile del 2016, sapendo da molto prima che una gara vera e propria andava fatta, si deliberano le linee di indirizzo per la nuova. Si delibera di fare la stazione appaltante con Ardea il 5 novembre 2015 ma solo il 5 agosto 2016 si firma l’accordo senza il quale la gara non poteva essere fatta, quattro mesi dopo la delibera sulle linee guida, quasi un anno dopo l’assegnazione “ponte“. Ci vuole il 2 settembre per approvare i nuovi atti – perché nel frattempo le norme sono cambiate – l’8 la “stazione” viene incaricata, il resto è storia di questi giorni. Straordinariamente beffardo che il 30 dicembre chi presiede quella commissione scriva che non ce la farà a chiudere le procedure entro il 31, come previsto da una delibera di giunta. Così Pusceddu ha messo la “pezza“. Coprendo errori e ritardi della politica, alla quale in casi del genere piace – ovviamente – prendersela con gli uffici. Che avranno mille difetti, a cominciare per le mense da un “data entry” infinito e super costoso, ma che qui gli atti li avevano preparati per tempo. Il problema, però, non è chi ha causato tutto questo ma chi si stupisce, come chi scrive e pochi altri cittadini.

A dire oggi per domani che non ce l’avrebbe fatta a chiudere la gara è il dirigente dell’area finanziaria, chiamato a sostituire Pusceddu quando questi era andato in pensione e rimasto lì nonostante una procedura viziata. Gli dobbiamo delle scuse, perché se è possibile dirigere l’area tecnica con una laurea in Scienze Politiche, la sua in Giurisprudenza in luogo di quella richiesta dal bando in Economia è cosa veniale. E pazienza se in commissione a verificare i titoli stessi, al contrario di quello che dice il piano anti corruzione del Comune di Anzio, ci fosse chi ha patteggiato una pena per reati contro la pubblica amministrazione. Ricordate la A cerchiata? Vietato vietare, suvvia….

Per questo principio, inutile chiedere conto dei titoli di chi è stato chiamato a dirigere la polizia locale e forse ne aveva meno di chi è arrivato secondo. Inutile ricordare alla politica che si poteva e doveva programmare, date le uscite certe, e che c’è sempre una dirigente ancora inspiegabilmente sospesa nonostante abbia scontato la sua pena.

Ah, già che ci siamo, a dirigere la stazione unica appaltante che è anche del nostro Comune, c’è un dirigente di Ardea che secondo una sentenza del Consiglio di Stato ha copiato il compito con il quale ha vinto il concorso. E’ solo un caso, ma segretaria in quel Comune era la stessa che abbiamo oggi ad Anzio, certamente incompatibile alla società partecipata per il porto – ad esempio – ma che siede in quel consiglio d’amministrazione per garantire le quote rosa. Il Comune ha chiesto all’Anac, foglia di fico per ogni procedura ormai, e aspettiamo… Le norme dicono palesemente che non potrebbe starci, ma qui è vietato vietare e poi l’Anac potrebbe sempre sorprenderci con effetti speciali. A proposito di porto: soldi agli ormeggiatori? Bando? Finanziamento?

Vogliamo parlare della incompatibilità al patrimonio? No, per carità di patria. Tutti sanno, ma è vietato vietare. E  l’assessore Placidi che all’indomani dell’udienza rinviata spiega che la Procura ha preso una cantonata, sostanzialmente, che lui si candiderà e che “investirà” sull’editoria come un Berlusconi de noantri?  Prego, si metta in fila chi vuole un posto…..

In questa situazione è normale, giusto, scegliete voi l’aggettivo, che il sindaco Luciano Bruschini pontifichi dalle pagine dell’ultimo numero del Granchio per dirci che è tutto a posto o quasi.  E che indichi in Candido De Angelis il suo successore in una pantomima che forse è finalmente finita. Una cosa vogliamo chiederla, al signor sindaco, se mai decidesse di spiegare  per intero le situazioni. Riferendosi alla difficile situazione degli attentati ai danni di amministratori – da ultimo il proiettile recapitato a Zucchini – dice che ha scritto formalmente al Prefetto per chiedere un intervento. Sbagliamo o lo stesso Prefetto aveva detto che era tutto a posto non più di sei mesi fa? Con chi ebbe quel “colloquio”, signor sindaco?

Lo chiediamo da questo umile spazio – senza altre pretese, meno che mai elettorali come spesso sentiamo – perché notiamo che i consiglieri comunali sono poco reattivi su questa come su altre vicende. Dalla relazione del Ministero dell’economia e finanze rimasta nel dimenticatoio ai morosi, dai termini sul bilancio che cambiato il dirigente sono rimasti quelli di prima (cioè diluiti) a una commissione trasparenza della quale si sono perse le tracce . Del resto ci sono consiglieri che si occupano degli spettacoli,  delle sagre, delle cooperative e persino della “storia delle persone“, ma poco della città….

E’ vero, avete ragione. Alla portodanzese, ma qui è vietato vietare.

 

Sapete che c’è? Avete ragione: evviva Bruschini

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Vai cercando #unaltracittà, ma lascia stare…. Sai, a pensarci bene, devi prendere atto che forse Luciano Bruschini e la sua rabberciata maggioranza hanno ragione. Beati voi e l’#altracittà, questi vanno avanti contro tutto e tutti, portano a casa la biogas che volevano, si preparano per un’altra, e vuoi pure metterti a discutere?

Certo, ci sarebbe, anzi c’è. Rileggi i programmi elettorali (2008 e 2013) e non trovi Biogas, ma Patrizio Placidi nel 2012 insieme al dirigente e con il sindaco che finge di non sapere è andato in Regione a dire sì. Ora il Tar ha detto, sostanzialmente, ma che volete? E così al posto di “favorire la promozione sul risparmio energetico con la divulgazione e la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termici” – è il programma del 2008 – abbiamo una biogas decisa nelle segrete stanze. Non sia mai che ti confronti con i cittadini…. Poi fa finta di accontentarli, fai ricorso perché altrimenti Cafà e Nolfi le perdi per strada (se ne andranno “irrevocabilmente“, dopo, ma torneranno), passa tempo ma la centrale ce l’hai. Dai che Placidi può promettere qualche altro posto di lavoro, su….

Gli stessi che in campagna elettorale 2013 promise per l’avvio del “porta a porta“, forse decisivi per vincere le elezioni insieme a qualche cooperativa oggi accostata a esponenti della camorra, ma tu che vuoi? Ma sì, viva Bruschini. Volete sapere cosa ha scritto nel programma 2013 rispetto all’ambiente? “Nell’ottica della green economy l’amministrazione promuoverà e agevolerà per quanto di sua competenza la realizzazione di ogni iniziativa pubblica e privata di impianti per la produzione di energie rinnovabili (…)” Già fatto, grazie. Non sono rinnovabili, ma pazienza, che vai cercando…. Intanto le isole comparse in centro, mai attivate – ennesima presa in giro di Placidi – funzionano e non hanno scompartimenti che li dividono. Il Granchio lo scrive e non succede nulla. Che vuoi? Niente, Viva Bruschini!

E la maggioranza che continua a discutere perché torna il dirigente Franco Pusceddu? Cafà e Nolfi, insieme a Placidi, che pensano a nuove dimissioni – non c’è due senza tre, del resto – parte dei consiglieri in agitazione. Al di là del caso specifico, quello che stupisce è che una maggioranza, assessori e consiglieri siano preoccupati di una questione tecnica. Se deve tornare, si faccia una determina e via…. E quando mai, si muove persino il sindaco, insieme alla fida segretaria generale, fino all’Inps per affrontare la patata bollente. Qualcuno dice che è pronto ad andarsene dalla maggioranza ma come al solito non lo farà. Ragazzi, ci sono cooperative, associazioni, interessi da tutelare. Andar via dalla maggioranza vuol dire smettere di avere influenza in Comune, per sé e per gli altri “vicini“. Per la propria azienda magari, per dire agli uffici che se devi pagare c’è stata qualche incomprensione, per cercare chi vuole i soldi che devi al Comune perché pubblicando un atto la cosa è finita sui giornali…. No no, minacciano di andarsene ma non lo faranno. Viva Luciano, allora, l’hanno capito presto anche i presunti giovani di questa maggioranza, quelli che per primi si sono allineati e coperti. Altro che nuovo….

Detto questo, mi candido. Fermi, cosa avete capito: se il Comune bandisce un concorso per l’ufficio legale mi presento con la laurea in sociologia, visto mai che mi prendono? Ah, ma allora insisti…. No, no, dico che se la vicenda del dirigente dell’area finanziaria ammesso al concorso con un titolo non previsto dal bando è risolta lasciandolo al suo posto, tutti aspiriamo allo stesso trattamento. Anzi, chiedo sin d’ora a Luciano – e alla segretaria – se mai fosse, di andare all’Inpgi (Istituto di previdenza dei giornalisti) e vedere se i contributi il Comune può versarli lì. Basta anche andare in treno eh… da Termini a via Nizza sono 7 euro di taxi.

Ma ci rendiamo conto? Il diritto che si studia alle superiori ci spiega – mi ergo a giurista da bar pure io – che la mala fede va provata e la buona fede si presume. Ecco, presumiamola. Ebbene uno si presenta magari sapendo di avere un titolo sbagliato, è “sponsorizzato” dal vice sindaco  che intanto è oggetto di pesanti intimidazioni, nessuno si accorge (e in commissione c’è un condannato per reati contro la pubblica amministrazione) o verifica i titoli, quello vince. No, scusate…. L’avesse fatto Candido De Angelis quando era sindaco si sarebbe scatenato il putiferio, a cominciare da accertamenti d’ufficio della Procura o delle forze di polizia locali, per non contare la stampa – a cominciare dal sottoscritto. Qui? E’ tutto a posto, evviva Luciano.

L’unico che prova a chiedere lumi è Andrea Mingiacchi. Potrebbe andare in Procura ma preferisce l’accesso agli atti, verifica che il titolo non è equipollente, chiede una revoca. Svolge il ruolo di opposizione che gli compete. Ma scherziamo? All’interno del Pd la critica indiretta arriva a mezzo stampa, del resto è noto che in quel partito si è bravi a pestarsi i piedi e l’obiettivo era ed  è di perdere le elezioni.

Si vede che andava bene l’opposizione al piano regolatore con un ricorso al Tar notificato per la discussione a Latina, anziché  a Roma, cosa che nemmeno un neo laureato in giurisprudenza avrebbe fatto. Lì si incaricò un fior di professore, ma come per il ricorso sulla Biogas – evidentemente – bisognava far vedere che si era fatto e nel frattempo far costruire, costruire e progettare. Ah, memorabile l’assenza dai Consigli “per disciplina di partito“, con il sindaco che poteva andare avanti indisturbato. E l’esposto in Procura sul parere “scomparso” in Comune, secondo il quale Placidi era incompatibile, tirato fuori da chi scrive e pubblicato sul Granchio? Annunciato e mai presentato. Ma sì, che ti metti a fare.

Evviva Luciano Bruschini!

Un Comune allo sbando, viva il 3.0 de noantri

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Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Periodi che si “sovrappongono“, l’Inps se n’è accorta e così il dirigente dell’area finanziaria di Anzio, Franco Pusceddu, torna al lavoro. Ci sono otto mesi di differenza e una storia tutta italiana, quella di una domanda di pensione presentata ad aprile e di una risposta che arriva quando lui ha già lasciato il lavoro, costringendolo – a quanto pare – a tornare e a far incassare una pessima figura anche al Comune.

Non tornerà al suo posto, però, anzi riprenderà da dove aveva iniziato: pubblica istruzione, cultura, servizi sociali. Lo stesso incarico al quale il sindaco voleva assegnarlo e che rifiutò dopo la sospensione di Angela Santaniello, che in teoria resta titolare di quella “casella” e per la quale il 19 ottobre c’è l’appello ma che finora, in questo Comune allo sbando, è l’unica ad aver pagato.

Non tornerà al suo posto perché nel frattempo, con una procedura ex articolo 110, per sostituirlo è stato nominato un altro dirigente. Peccato che la commissione, composta dalla segretaria generale, da un membro condannato a Pomezia e da un altro esperto, non si sia accorta che il titolo di studio presentato non corrispondeva al bando. Ma quel dirigente – fortemente voluto da Giorgio Zucchini – è uno bravo e ora si cerca una via d’uscita per tenerlo. Basterebbe riconoscere l’errore e agire di conseguenza, perché tenere lì con un titolo sbagliato rispetto al bando Patrizio Belli vuol dire essere sprezzanti delle regole basilari. Vedremo. Per la prima volta un consigliere del Pd, Andrea Mingiacchi, sembra aver agito come il suo ruolo impone. Nessuno vuole mandare via Belli, né andare in Procura, ma si agisca per riparare a un errore madornale.

Ma nel frattempo c’è il rischio di danno erariale, se chiami a sostituire chi è andato in pensione e quello torna, come giustifichi quella sostituzione?

Di certo se arriviamo a questa situazione è per le idee “ballerine” dell’organizzazione del Comune da parte di Zucchini, avallate da una giunta tutta presa a poter “controllare” i funzionari ritenuti “amici“. Nessuna programmazione, una pianta organica l’anno, anzi anche due a volte, con l’ultima che differisce nei documenti allegati alla delibera, ha portato a una sostanziale paralisi. Cambia, “pesa” le posizioni, stai attento a non toccare Tizio o Caio, rimetti a posto tutta la posta interna, le firme, il protocollo….. La paralisi, appunto. Con la smania di controllare, si è finiti fuori controllo. Non scegliere, rinviare, voler “contare“,  sa tanto di antico, altro che 3.0 sbandierato in campagna elettorale. L’amore-odio con i dirigenti, spesso denunciato in questo umile spazio, ha portato a una condizione di invivibilità che alla fine pagano i cittadini. Come per il 3.0 de noantri, dove ogni ufficio prende il suo software, i programmi non dialogano tra loro, il Comune paga e a chi compra la politica non può dire nulla, perché poi ha bisogno di chiedere….

Un altro esempio  lampante? La politica che non sceglie la stazione unica appaltante, rinvia, e una gara per le mense pronta che non si riesce a fare. Perché? Volevano “controllare“, volevano che si potesse in qualche modo avere un interlocutore se ci fosse da andare a chiedere. Come se sindaco, assessori e consiglieri comunali dovessero occuparsi della gestione, cosa che invece fanno perché ciascuno – chi più chi meno – ha una cooperativa, magari quella che ha portato i voti decisivi, un’associazione, qualcuno da accontentare.  La legge è chiara: la politica decide, la macchina amministrativa funziona applicando quelle decisioni nel rispetto delle norme. E’ avvenuto questo?

Se mai costruiremo #unaltracittà sarà così e basta. Perché prima vengono i servizi ai cittadini. Sempre.

Di seguito l’intervento di Marco Maranesi, consigliere di “Liberi di cambiare“, unico a essere intervenuto finora sulla vicenda Pusceddu, annunciando persino un ricorso.

***

In merito alle notizie apparse nei social network su una possibile riassunzione dell’ex Dirigente all’Area Economica Finanziaria del Comune di Anzio ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci sono le condizioni per procedere con un ricorso al T.A.R. del Lazio con richiesta di sospensiva contro qualsiasi provvedimento che il Comune di Anzio eventualmente adotterà,  in quanto il presunto errore non è imputabile al Comune di Anzio ma all’ente I.N.P.S..

Non c’è alcun obbligo, per il Comune di Anzio, in questo momento, di procedere alla riassunzione dell’ex Dirigente collocato in pensione dal 1 settembre.

In un Comune dove c’è mancanza di liquidità per effettuare  la minima manutenzione degli edifici scolastici, dove non si riesce neanche a chiudere un piccola buca per le strade della città, dove non si riesce a riparare un lampione della pubblica illuminazione in vista della festa del patrono del quartiere e dove c’è difficoltà ad erogare anche i minimi servizi essenziali sempre per mancanza di risorse finanziarie, non possiamo spendere centinaia di migliaia di euro in stipendi Dirigenziali che al momento non sono più necessari per il buon funzionamento dell’ente e soprattutto  per errori commessi da altri enti.

Colgo inoltre l’occasione per dare tutta la mia personale solidarietà al Nuovo Dirigente dell’Area Economica Finanziaria Dott. Patrizio Belli, persona capace, competente e di una straordinaria educazione, dopo i numerosi attacchi che ha subito in questi giorni da parte di alcuni colleghi di Consiglio Comunale e di alcune lobby locali attente a salvaguardare il vecchio sistema gestionale che vigeva al Comune di Anzio, un sistema senza alcun controllo che ha devastato un ente che era un tempo il fiore all’occhiello di tutta la Provincia di Roma.

Molto probabilmente per alcuni è  più importante salvaguardare un vecchio sistema che metteva d’accordo molte personalità miste,  che un nuovo sistema attento invece, affinché la macchina amministrativa sia più efficace, funzionale e più attenta ad eventuali sprechi che in questo particolare momento storico vanno evitati.

Il sindaco che ci ripensa, il segretario, il gioco delle parti. La città può attendere

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

La disputa interna al Comune di Anzio, dove ormai da anni andiamo sostenendo che esiste una “guerra” tra politica e dirigenti, tra dirigenti stessi, tra questi e il segretario, si è ulteriormente palesata in questi giorni dopo la sospensione decretata da Pompeo Savarino – segretario generale e responsabile dell’anticorruzione – della dirigente Angela Santaniello condannata in primo grado per abuso d’ufficio.

Un gioco delle parti che ha avuto risvolti politici perché le scelte del segretario, a quanto sembra, non sono state gradite. La sospensione in primo luogo, l’indicazione della funzionaria per la pubblica istruzione subito dopo.

Ma cosa ha fatto il segretario? Quello che al momento dell’arresto della Santaniello, a novembre 2012, fece il direttore generale Franco Pusceddu: ha indicato due funzionari “spacchettando” le deleghe che aveva la dirigente e facendo firmare a loro gli atti finali ovvero le determine. Tornata la Santaniello, tutto è ripreso come prima. Adesso che lo fa il segretario non va bene? O non va bene solo chi è stata nominata all’istruzione? E perché? Ce lo dicano l’assessore Nolfi e il primo cittadino Bruschini. Ai cittadini, ma anche ai quattro forzisti che a questo sistema di restaurazione non ci stanno e sono pronti ad aprire la crisi.

Sì, perché allora il sindaco accettò le scelte di Pusceddu, questa volta ha deciso di fare diversamente e ha nominato – o si appresta a nominare – proprio l’ex direttore generale dando a lui una delega a interim al posto della Santaniello. Avrebbe spiegato ai consiglieri di maggioranza che chiedevano lumi la necessità di sostituire un dirigente con un altro. A novembre 2012 andò diversamente, ma tant’è.

Nel gioco delle parti – alla faccia dei servizi per i cittadini e del funzionamento del Comune, la città può attendere – oggi il “nemico” è il segretario generale. Che avrà pure i suoi difetti, sarà stato protagonista anche a Civitavecchia di qualche disputa (ma si sapeva, come era noto chi fosse Bartolomeo Schioppa), ma è pur sempre chi è chiamato a far rispettare le regole.

Bruschini deve aver cambiato idea su di lui, insieme a buona parte della maggioranza, del resto il sindaco qualche mese fa voleva chiamare i carabinieri perché dirigenti e dipendenti non lavoravano abbastanza, ma non risulta che l’Arma sia mai arrivata in Comune per questo.

In particolare deve averla cambiata su Savarino. Già perché poco più di un anno fa, in occasione del ballottaggio, anziché essere in Comune nel suo ufficio a sovrintendere le operazioni elettorali, il segretario era nel quartier generale del sindaco al ristorante “Boccuccia” dove si festeggiava la vittoria appena ottenuta. E di recente il segretario ha “tollerato” i 10′ di ritardo sull’avvio del consiglio comunale, prima ancora ha “tollerato” che si aspettasse ad adeguare il sito del Comune al decreto legislativo 33/2013, in passato ha affermato di non aver mai ricevuto il parere del Ministero dell’Interno che pure aveva chiesto lui sulla posizione di incompatibilità di Patrizio Placidi, tirato fuori un anno dopo dal “Granchio” e sparito in Comune.

Ora che Savarino ha deciso di svolgere fino in fondo il suo ruolo, compreso quello di responsabile dell’anti-corruzione e adesso che ha indicato una funzionaria “sgradita” alla pubblica istruzione, nel gioco delle parti tutti ce l’hanno con lui. Che starà pure giocando la sua di parte, ma ha un ruolo che impone il rispetto della legalità. Se Savarino andava bene prima, deve andare bene anche adesso… Qualcuno evidentemente non la pensa così

“Non era mai successo…” Le troppe “prime volte” di Anzio

ImmagineSindaco Bruschini, se ci sei batti un colpo. Ha ragione l’assessore Patrizio Placidi (http://www.inliberuscita.it/politica/35062/placidi-querelato-da-pusceddu-mai-successa-una-cosa-del-genere/) ma la denuncia di un dirigente a un assessore (http://www.ilgranchio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4215%3Aanzio-pusceddu-querela-placidi-per-diffamazione&catid=44%3Acronaca&Itemid=112) non è l’unica cosa mai successa.

Conferma, anzi, il clima tutt’altro che idilliaco in Comune, una situazione tesa da tempo e di fronte alla quale i ruoli di dirigenza e politica, purtroppo, si sono spesso sovrapposti.

Non è normale, allora, che si chieda la testa di un dirigente (http://www.inliberuscita.it/politica/35137/anzio-forza-italia-chiede-la-testa-di-pusceddu/) che fa il suo lavoro. Vero, i rilievi del Mef e della Corte dei conti sono pesantissimi, se ci sono errori pagherà. Lui come gli altri, peccato non lo decida Forza Italia.

Bruschini ha perso l’occasione, dopo la vittoria, di rimescolare le carte, attuare una rotazione di buon senso, oggi andare dietro a una maggioranza litigiosa e per certi versi vendicativa, che chiede ora di epurare la Santaniello e ora Pusceddu, rischia di ingarbugliare ancora di più le cose. I dirigenti, come sostenuto in passato (consultare l’archivio del Granchio), se la saranno pure cercata ma hanno un ruolo che va rispettato. Hanno detto più di qualche sì, in passato, alle ingerenze della politica e queste sono le conseguenze. La corda si è tirata troppo, da ambo le parti, e ora si spezza.

Ma non era mai successo, così solo per ricordare, che un assessore – guarda caso proprio Placidi – denunciasse quattro cittadini che segnalavano l’inquinamento del mare su dati dell’Arpa che in Comune arrivavano misteriosamente in ritardo. Né che un presidente del consiglio comunale, ancora Placidi, lanciasse accuse al limite dell’intimidazione contro la stampa annunciando maxi richieste di risarcimento del danno. Né che sparassero a un assessore in carica, sempre Placidi.

Non era mai successo che arrestassero un assessore – anche lui in carica – e una dirigente. Per questioni dalle quali usciranno probabilmente senza condanne, ma la vicenda oltre che nelle loro vite resterà segnata sulle pagine della cronaca.

No, non era mai successo che si perdesse il parere del Ministero dell’Interno sull’incompatibilità di un assessore – dispiace, sempre Placidi – per la vicenda della Corte dei conti nata male, gestita superficialmente, finita peggio. Né che arrivasse una richiesta di sospendere un’attività (http://www.inliberuscita.it/primapagina/34987/hotel-succi-andava-chiuso-sei-mesi-fa/) da parte della Asl e si arrivasse a fare un’ordinanza solo mesi dopo, a seguito di un nuovo sopralluogo della stessa Asl. Né che il consigliere comunale coinvolto dicesse, a sua discolpa, cose che non trovano riscontro sui documenti.

Non era mai successo che per cinque anni la Provincia scrivesse che i rendiconti del “Chris Cappel College” non erano a posto e che nessuno, in Comune, si preoccupasse delle mancate entrate. Se esiste una responsabilità tecnica ce n’è anche una politica. Ci si doveva chiedere cosa stesse succedendo, perché la Provincia non pagava, tutto prima che si creasse un potenziale contenzioso da oltre 700.000 euro e si consentisse di infangare il dono della famiglia Cappelluti. E non era mai successo che le casse fossero tanto vuote da non pagare presidenti di seggio e scrutatori, continuando a dire all’esterno che è tutto a posto. Così come – dimentichiamo presto, è vero – non si era mai arrivati a parlare apertamente di tangenti sull’appalto delle mense scolastiche.

Nella sua nota trasmissione Corrado Guzzanti parlava della Casa delle libertà come di quella dove “facciamo tutti come c… ci pare”. Ecco, siamo ad Anzio…  

Chris Cappell college, polemica e rispetto mancato

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Se ci sono questioni amministrative, si faccia chiarezza tra Comune e Provincia. E se qualcuno ha sbagliato, paghi. Detto questo è francamente fuori luogo il coinvolgimento di Franco e Adriana Cappelluti in una polemica della quale non avvertivamo il bisogno. Sono persone che hanno perso un figlio e che in sua memoria hanno donato alla città una struttura unica nel suo genere, spendendo soldi – tanti – esclusivamente loro.

Sostenere che si riprendono la beneficenza, come ha fatto Paride Tulli nel corso di una conferenza stampa (http://www.inliberuscita.it/politica/34496/quasi-due-milioni-di-euro-alla-fondazione-cappelluti/) è a dir poco irrispettoso. Altro sono gli aspetti di una convenzione che c’è e va rispettata (http://www.inliberuscita.it/politica/34514/fondi-al-cappell-pusceddu-replica-obbligo-del-comune-anticipare/) e che riguarda una partita nella quale i signori Cappellutti, la Fondazione e il liceo non debbono entrare.

Si può discutere sull’opportunità o meno di anticipare quei soldi e di continuare a farlo, sulla rendicontazione che fino al 2007 ha funzionato e dal 2008 non va più, senza che politicamente nessuno si preoccupi o si sia preoccupato di chiedere alla Provincia cosa stesse succedendo. Dov’erano sindaco e assessore all’istruzione? E quello al bilancio? Non si sono accorti di nulla? O anche in questo caso la responsabilità è esclusivamente dei dirigenti, come sempre più frequentemente i politici preferiscono dire? Soprattutto, cosa intendono fare adesso in Comune per recuperare quei soldi?

Si può anche segnalare la cosa alla Corte dei Conti – come Franco Pusceddu invita Tulli a fare – ma veramente parliamo di una delle rare cose delle quali Anzio può vantarsi. E non per le idee e le proposte di chi l’ha amministrata, ma per il cuore dei genitori di un ragazzo che amava questa città, qui è sepolto, e hanno deciso di fare un gesto di straordinaria umanità.

Potranno essere più o meno simpatici, si potrà essere più o meno d’accordo con loro, ma meritano massimo rispetto. Ora e negli anni a venire.

C’è una frase di Adriana che tutti, ad Anzio, dovrebbero tenere bene in mente. La disse il giorno dell’inaugurazione della struttura: “In ogni ragazzo rivedrò Christian”. Di fronte a un dono come quello del liceo e a parole del genere, francamente il resto è noia.  

Comune, sistemi in tilt e il 3.0 rimasto in campagna elettorale

Non vogliamo nemmeno immaginare che un fatto del genere (http://www.inliberuscita.it/politica/33595/anzio-comune-senza-pace-errori-in-busta-paga-e-informatica-in-tilt/) sia da mettere in relazione alla mancata approvazione della delibera ormai nota come salva-Pusceddu. Siamo certi, invece, che tra i due fatti non vi sia correlazione e che la coincidenza sia semplicemente la conferma che del 3.0 promesso dal sindaco in campagna elettorale non c’è traccia. 

Diciamo pure che come ormai ampiamente noto tra politica e dirigenza c’è – nella migliore delle ipotesi – diversità di vedute. Ma pure che tra segretario e dirigenza i rapporti sono tutt’altro che sereni. Finché questo non influisce sui servizi ai cittadini, affari loro. Ma quando cominciano a esserci conseguenze allora è il caso di preoccuparsi. Perché non poter pagare i mandati in quanto il sistema è fuori uso è pesante. E non è il solo “Serpico” a non funzionare. Il sito internet – anzi i tre siti malamente rabberciati insieme – sono tutto fuorché 3.0. Basta chiedere agli uffici, poi, se funziona regolarmente la posta elettronica. Né si ha traccia della fibra ottica che risolverebbe almeno i problemi di comunicazione on-line e consentirebbe a chi lavora di farlo più velocemente.

Siamo nel 2014 ma la macchina sembra un po’ risentire del sindaco anni ’90 che si è fidato di chi gli ha fatto la campagna elettorale e sul 3.0 l’ha sparata grossa. Pensando forse che i cittadini non l’avrebbero ricordato. Ecco, adesso spieghi a chi deve avere i soldi dal Comune che non c’è un sistema in grado di funzionare, che ciò che si potrebbe fare on line (e sarà oggetto di approfondimento) non è possibile, che se spedisci una lettera al protocollo con posta certificata non sai che fine fa, che alcune proposte arrivano e sono approvate e di altre si perde traccia, che ancora tutti gli atti che dovrebbero essere pubblici non lo sono. “Serpico” fuori uso? E’ il minimo che potesse accadere.