Altro che sognatori, caro sindaco bastava guardarsi intorno

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Francamente l’invio, oggi, di una commissione d’accesso al Comune di Anzio suonerebbe come una beffa. Avesse voluto, il prefetto di Roma aveva tutte le carte per decidere se inviarla a o meno un anno e mezzo fa, se non prima. In questa straordinario Paese che è l’Italia sono pochi, purtroppo, ad assumersi responsabilità importanti e così se ci sono elementi si aspettano gli arresti, se arrivano pure questi forse si decide che… intanto il tempo scorre, i rapporti tra alcuni esponenti politici di casa nostra e delinquenza comune e/o organizzata sono nero su bianco e sono andati avanti, il temporeggiare delle istituzioni (la i è volutamente minuscola, mi spiace) porterà alla naturale scadenza di questa consiliatura.

La commissione d’accesso, se nulla c’è da temere, avrebbe forse fatto chiarezza su determinati rapporti. Se è ancora una delle possibili misure di prevenzione, avrebbe forse evitato di calpestare quella che mi piace definire la legalità delle cose quotidiane. La commissione d’accesso non avrebbe magari dimostrato il condizionamento di chi amministra (o di parte di essi) o della macchina burocratica, ma fatto emergere – come è nei fatti – diciamo frequentazioni pericolose. E magari avrebbe detto: “Sono dei pasticcioni, ma non condizionati” ed eravamo tutti più sereni. Si è preferito non mandarla, mentre accadeva quello che è riassunto (e non è tutto) qui. Scelte, per carità, legittime e da rispettare.

Il sindaco, che usa facebook e non la pagina del sito istituzionale, oggi commenta le notizie di questi giorni su quanto starebbe valutando la Prefettura, parlando di fake news, romanzieri, sognatori e via discorrendo. Stavolta non dà a nessuno dell’imbecille ed è già un passo avanti, né annuncia querele.  E se dobbiamo a lui e al resto delle istituzioni rispetto, altrettanto ne deve a chi  la pensa diversamente.

Ma Bruschini sa bene che al di là della riunione o meno in Prefettura e della decisione – che sarebbe assolutamente tardiva – o meno sull’accesso, la situazione gli è sfuggita di mano. E basta ripeterci che è specchiato: lo sappiamo. Aveva e ha una responsabilità che è quella di non essersi guardato abbastanza intorno, non aver approfondito i rapporti di chi portava voti (e non parliamo solo di Placidi, sia chiaro) con ambienti diciamo “border line” se non peggio.

Sostenevo in passato e torno a farlo oggi che c’è la responsabilità di aver fatto mettere il vestito bello a qualche malavitoso locale e di averlo fatto “entrare” nel Palazzo. Bastava guardarsi intorno o – volendo – leggersi qualche carta dell’inchiesta Malasuerte (dove il pubblico ministero fa riferimento alla camorra), a cominciare dalla deposizione del vice sindaco. O dalla sentenza di primo grado: quel pizzo era pagato per la “Pressione esercitata dal coinvolgimento nella vicenda di esponenti delle istituzioni comunali“.

Basterebbe leggere le carte di Evergreen – in Comune circolano, ma potrei sbagliare – e  non i capi d’imputazione ma i rapporti con i “calabresi“. A proposito, chi stava per prendere lavori dal Comune (e chissà se ne ha presi altri, una commissione avrebbe potuto accertarlo) è riassunto in questo articolo di Andrea Palladino per il “Fatto Quotidiano”.

Altro che sogni, è la triste e preoccupante realtà. Bastava guardarsi intorno, caro sindaco.

ps: ma si ritira in famiglia come afferma su facebook o fa il capolista per Candido De Angelis sindaco come aveva annunciato in Consiglio comunale?

Auguri a tutti, a cominciare dal sindaco Bruschini

 

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Auguri di cuore a quanti seguono questo spazio, per primo a chi non condivide i racconti che faccio e che – voglio sottolinearlo – si basano sempre su documenti ufficiali in casi di cronaca o su idee approfondite quando si propongono alternative a chi guida la città.

Per questo comincio dal sindaco, il rappresentante di tutti noi, al quale mi lega una vecchia conoscenza e un rispetto per la persona mai venuto meno. Non condivido ciò che ha fatto e sta facendo, da ultimo auguri più “accorati” che  “sentiti” .

Mi spiace, ma non abbiamo visto nulla in questi anni e non ne vedremo in futuro, è la mia convinzione. Però è Natale e visto che piaccia o meno Bruschini rappresenta tutti noi cittadini – primi quelli che non l’hanno votato, a mio modestissimo parere – gli auguri partono da lui. Buon Natale, Luciano!

Poi si estendono a chi mi legge, a chi lo fa ma dice che non è vero, a chi sostiene le mie battaglie – che sono di una vita, il blog è un modo 3.0 di condurle – e a chi se la prende per quanto scrivo, a chi non condivide, a chi ogni tanto viene a curiosare, a chi ne ha solo sentito parlare.

Auguri  a chi vorrà essermi a fianco se avremo l’onore e l’onere di realizzare #unaltracittà. Sono certo che una “quadra” la troveremo, senza rincorrere vecchie liturgie di partito, e ci presenteremo uniti alla sfida per il Comune, indipendentemente da chi sarà il candidato sindaco. Io sono a disposizione, è noto, per esserlo o per fare un passo indietro. E lo resto per raccontare, cosa che faccio da una vita. Ah, se toccasse a me  questa impresa, userei lo stesso metodo: conoscere, capire, spiegare e farsi capire. Andare, vedere e raccontare: con passione e rigore.

#unaltracittà sarà più pulita, accogliente, solidale, trasparente, europea. Si spenderà meno per il servizio rifiuti e ci sarà maggiore attenzione verso eventi culturali di respiro internazionale. Non faremo promesse irrealizzabili o come cantava Guccini “cose vecchie con il vestito nuovo” (che poi così nuovo non è, anzi) ma diremo ai cittadini la verità. Con un modello che possa portare sviluppo per tutti e non “lavoretti” per pochi. Perché il Comune non è un ufficio di collocamento, ma può diventare un volano per garantire benessere se le cose funzionano.  Perché in Comune non servono dirigenti, funzionari o dipendenti che siano “allineati” ma lineari e che possano lavorare senza pressioni, per il bene di tutti. Perché dobbiamo immaginare Anzio nel 2058, mentre metteremo mano a un’ordinaria amministrazione che deve necessariamente cambiare passo, ai servizi quotidiani più efficienti ed efficaci.

Per chi è interessato, un primo appuntamento sarà il 14 gennaio, alle 10 del mattino, al Molo 5.63 di piazzale Marinai d’Italia.  Condivideremo idee, non chiederemo voti. Non ancora.

Ma torniamo agli auguri: i primi a chi, come me, immagina di scendere in campo per provare a cambiare le cose in questa città, da Valerio a Roberto, da Roberta a Natalino, da Candido a Manuela e a chi sarà l’esponente dei 5stelle, a quelli che verranno. Auguri a chi non riuscirò a vedere o sentire, ai tanti amici danneggiati da trasfusioni o emoderivati che lottano per avere giustizia e che mi hanno raccontato le loro storie, facendomi riscoprire il gusto di questo mestiere e trovare una dignità impareggiabile. A tutti coloro che grazie al libro e al documentario ho avuto modo di conoscere e apprezzare, instaurando un rapporto inimmaginabile. Alle mie fonti, ufficiali e soprattutto ufficiose. Agli amici del baseball, a quelli di una vita (Elvira per prima, si può dire senza che vi offendete?),  ai tanti con i quali sono passato dal virtuale al reale, a chi si è allontanato e forse così amico non era, a chi purtroppo non c’è più. Ai colleghi di questa straordinaria esperienza che è il Messaggero, a quelli che incontro ogni giorno e a quelli che so esserci sempre. A quelli del corso di Comunicazione scientifica e biomedica, una delle mie ultime sfide. Alla mia Lazio e a tutti i suoi tifosi, ne abbiamo sempre bisogno. Auguri a chi sta soffrendo, per mille motivi. A chi in questi giorni ci garantisce sicurezza e servizi sanitari.

Auguri ai familiari – anche se molti li vedo di persona eh… – e parenti vicini e lontani. A Sara che è in Spagna e ai Vlietstra’s in Canada. Ma soprattutto a Sabrina, Arianna e Gaia: la mia famiglia, l’impresa più  entusiasmante, bella e difficile che si possa affrontare. Buon Natale!

 

Placidi non è la “peste”, ingrato chi lo scarica

Diciamo la verità, la magistratura – così la pensano in maggioranza – gli ha tolto un bel peso. Con Patrizio Placidi agli arresti – cosa che personalmente non augurerei al peggior nemico – anche l’ultima consigliere comunale, appena entrata, ha tenuto a precisare che lei con la Lista Enea è sì stata eletta ma – sostenendo il sindaco – ne prende le distanze.

Come hanno fatto tutti – chi prima e chi dopo – ai quali erano ben noti i modi sopra le righe di Patrizio, ma che quando c’era da vincere le elezioni o da sistemare qualche pratica scomoda – vedi biogas o differenziata fatta partire in campagna elettorale senza copertura finanziaria – andavano benissimo.

Ora sembra quasi che Placidi abbia la “peste” e francamente mi sembra eccessivo. Le immagini di questo umile spazio di segnalazione, denuncia e proposta dicono ben altro. La pagina facebook non è aggiornata ma ben racconta.

Oggi altri hanno risolto un problema che dal punto di vista politico, quello sì, era noto e rappresentava un macigno. Fingere quasi di non conoscere Placidi è troppo. E’ da ingrati scaricarlo.

L’ho combattuto una vita, perciò lo dico senza se e senza ma. Ribadendo un principio che vale per tutti: presunzione di innocenza e “giustizia giusta“, come predicava invano Marco Pannella. E’ il sistema che è stato bene a tutti nella maggioranza politica anziate che non va, altro che vittima… Il brodo di coltura era e resta quello. Poi se Placidi ha sbagliato pagherà il conto alla giustizia.

De Angelis sindaco lo ha avuto assessore alle finanze e gli ha impedito –  va riconosciuto – la potenziale “Anzio servizi“, il “Bingo” al Paradiso sul mare, la riscossione coatta affidata in fretta e furia dei tributi.  Da assessore all’ambiente, poi, Patrizio ha avuto carta bianca da Bruschini e dal resto della maggioranza. Ora che questa si allarga, non si potrà dire che finito Placidi è tutto a posto. Troppo comodo, chi si prende Bruschini porta con sé l’intero “pacchetto” di responsabilità. Che con il penale non c’entra, anzi a volte lo sfiora – sia chiaro – ma vista la situazione è ancora più grave.

Biogas, c’era una soluzione. Ecco le intercettazioni beffa

 

Vi ricordate l’epiteto di “ominicchi e viperette“? E l’invito a tenere conto dell’etica? Ecco, Chiara Di Fede – attiva sul territorio con l’associazione Città Futura – può tranquillamente rispedirli al mittente. A proposito di andare a testa alta, anche lei finisce nelle intercettazioni telefoniche e ambientali dell’operazione “Evergreen” ma perché viene citata da Patrizio Placidi e Massimo Millaci (non indagato, ricordiamolo, ma capogruppo di un partito di maggioranza) come colei che stava per far “saltare” la prima biogas.

Non se la prenderà, quindi, se vengono riportati i passaggi che la riguardano. Di più, deve andarne fiera perché aiuta a svelare un altro pezzo del sistema-Anzio. Mentre oggi – grazie ad atti che sono pubblici – abbiamo un ulteriore particolare sulla vicenda sulla quale – a detta di Placidi – prima “erano tutti d’accordo” e poi lui ha dovuto “incollare il vuzzo“. E che particolare.

E’ il 25 febbraio di quest’anno, c’è un incontro fra Placidi, Campa e Millaci. Si parla della “gara ponte” per i rifiuti, della necessità di fare una lettera con urgenza, di convincere altri consiglieri e si arriva a criticare l’atteggiamento di Gianfranco Tontini – altro capogruppo di maggioranza – dicendo “dopo quello che ha fatto ieri“.  Il giorno prima c’era stato il consiglio comunale con il dibattito sulla Biogas. Placidi: “Io non so che ca… ha fatto ieri“. Campa chiarisce: “Ha esagerato” e Placidi: “Io so solo… hai fatto bene a non far mettere la retroattività“, interviene Millaci: “E’ andato a dire a Chiara Di Fede, quello che ha detto di te c’ha ragione…” e Placidi sbotta: “Come Chiara Di Fede c’ha ragione?” Ancora il capogruppo di Forza Italia: “Ha creato un problema enorme“.

Cosa aveva fatto? Chiesto che le modifiche al regolamento fossero retroattive “per quei procedimenti che l’amministrazione comunale riterrà opportuno sottoporre a revisione“. Il testo completo, comunque, lo trovate nell’immagine seguente letteracittàfutura

E cosa ha fatto Gianfranco Tontini? “Ha detto io sono anche d’accordo sul punto, mi dispiace che non è stato messo il punto di Chiara Di Fede perché è un punto intelligente“.  Apriti cielo, gli investigatori dicono che Placidi è abbastanza adirato “ma come avevamo detto di no, dall’inizio ha detto di no, Lombetto ha detto noi non siamo per la retroattività aoh!” Quel punto avrebbe creato un problema, è evidente. Forse avrebbe bloccato la biogas, avrebbe fatto riaprire la procedura, portato a un contenzioso, allungato i tempi. Invece no.

La proposta di modifica del regolamento era stata illustrata al sindaco dalla rappresentante di Città Futura, ma Luciano Bruschini motivò il rigetto spiegando che non c’era la serenità politica per votarlo. Ora sappiamo anche il perché.

Anche a questo servono le intercettazioni telefoniche, anche per questo – non ad Anzio, ma in Parlamento – si continua a provare a imbavagliare chi le rende note. Soprattutto per questo – al di là di una candidatura ancora potenziale – continuerò a battermi perché si sia “liberi di informare, liberi di sapere“, vecchio slogan dell’Unione nazionale cronisti.

E complimenti a Chiara, ora chi ha usato epiteti contro di lei (e purtroppo nei confronti di molti altri) chieda scusa.

 

 

Le intercettazioni, Pirandello e la realtà che supera la fantasia

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Il consiglio comunale di ieri (foto ilgranchio.it)

Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi del ‘900, non avrebbe saputo fare di meglio. D’altro canto la realtà supera sempre la fantasia e a leggere il quadro che emerge dalle inchieste Evergreen e Touchdown ne abbiamo la conferma.

Una premessa importante, per i tanti improvvisati giuristi e paladini del diritto a “soggetto“: notificata alle parti una ordinanza di custodia cautelare è pubblica. Di più: se i soggetti coinvolti lo sono per il ruolo che ricoprono, quanto emerge – al di là di essere o meno indagati – può essere utilizzato.

Per capirci se Del Giaccio, indagato e intercettato, dice che ha “in cassaforte” il fratello è un conto ma se afferma – magari millantando – di averci un dirigente pubblico o Ivano Bernardone è altro. Chiaro il concetto? Ah, se millanta va denunciato. Soprattutto quando si parla di soldi… E anziché scervellarsi su come escano le carte, si deve piuttosto pensare (prima) a quello che si fa o si dice.

Torniamo agli atti, allora, perché chi guida Anzio è perfettamente  dipinto lì dentro. La maggioranza – vecchia e nuova – si esprime proprio così. Non c’entra il penale – no, assolutamente – ma il modo di agire. Le espressioni forti, il dileggio degli altri anche se “alleati“, la supponenza, la protervia. L’arroganza o la pretesa di controllare Comune e macchina amministrativa – a volte, purtroppo, trovando sponde in questa – come fosse cosa loro e non pubblica.

Ma non li sentite parlare?  E non li vedete impegnati a “trattare” su una cooperativa, un dirigente, le biogas, i mercatini, gli impianti chi più ne ha più ne metta? Le carte delle indagini restituiscono un copione teatrale, la sceneggiatura di un “Romanzo criminale” de noantri tra chi deve “ammazzare” e chi considera un incapace la persona con la quale ha condiviso se non altro una vita politica. Una “Gomorra” in salsa di burro e alici tra presunti affari, pressioni, interessi, telefonate, inviti a far “ragionare” chi sembra aver perso la strada. O forse, Pirandello perdonerà, un realissimo “Uno, nessuno e centomila“. Non è  una perfetta espressione di teatro nel teatro quella che si è vista ieri a Villa Sarsina?
In questo quadro desolante per la città c’è spesso il piagnisteo legato a non meglio specificati attacchi personali e al fatto che “ci sono le famiglie“. Giusto. Sempre per i moralisti di facciata – spesso gli stessi giuristi di cui sopra – si finisce in atti giudiziari per il ruolo pubblico che si occupa o i rapporti che si hanno con la pubblica amministrazione. Ruoli nei quali ci si dovrebbe preoccupare di risolvere le vicende dei cittadini più che degli appalti, magari.

Più  si ha un ruolo pubblico, più si è soggetti a controlli e critiche per ciò che si fa in quanto sindaci,  assessori, consiglieri e dirigenti. E comunque è vero, ci sono “le persone e le famiglie” anche quando si decide di realizzare biogas (Placidi sostiene che sulla prima fossero tutti d’accordo nel 2012…)  – ad esempio – o di far lavorare chi ha portato voti e non altri. Sono quelle dei cittadini.
Ps il Consiglio di ieri e gli atti sono ancora pieni di spunti. Trascorreremo insieme – per chi ha la bontà di seguire questo spazio – buone feste.

O Placidi millanta o… Spaccato di un sistema al capolinea

Placidi

Patrizio Placidi

Patrizio Placidi, ex assessore all’ambiente del Comune di Anzio, arrestato prima nell’ambito dell’indagine Evergreen della Procura di Velletri e poi in quella Touchdown di Latina, millanta o racconta cose reali?

Il leader della lista Enea e personaggio di spicco di Forza Italia, una vita in Comune, decisivo per far vincere a Luciano Bruschini nel 2013 , è un personaggio “chiacchierato” da tempo. In forza dei voti raccolti, però, ha sempre avuto gran credito e carta bianca.

Ebbene se nell’indagine Touchdown viene contestato un solo episodio e la Procura di Latina si imbatte quasi per caso nell’ex assessore di Anzio, in Evergreen quella di Velletri  – nata dalla registrazione di una conversazione – ce ne sono diversi da approfondire. Placidi è agli arresti per uno (le presunte tangenti su un paio di affidamenti), è indagato per un altro (le forniture che Gesam era “costretta” a fare nel suo distributore) ma dalle carte dell’inchiesta esce un mondo. Carte ormai pubbliche, in possesso di più soggetti e note – a quanto pare – anche in Comune. Carte che citano personaggi pubblici.

Mondo che non coinvolge solo lui, anzi, racconta il “sistema” che forse non è solo di Anzio ma che qui ha toccato il fondo. Placidi cercava di controllare il possibile e oltre. Aveva il suo ufficio ai piedi, interagiva con i consiglieri comunali (Donatello Campa è stato arrestato con lui) e in particolare con Massimo Millaci capogruppo di Forza Italia, in più occasioni a “conclave” con l’assessore.

Da registrare, nel frattempo, l’annullamento della prima ordinanza per Walter Dell’Accio che scrive sulle determine di essere stato “costretto” a firmarle – né il sindaco, né la responsabile dell’anti corruzione le avranno mai lette – e in questa vicenda sembra la vittima sacrificale. E il resto? Proviamo a vederlo.

Dell’ambiente si è detto a più riprese, ma quando arriva l’interdittiva a Camassa – che Placidi aveva osteggiato sin dall’inizio per fare spazio a Gesam – e c’è il problema dei rischi per i lavoratori. Viene citato il sindaco: “Lui ha soltanto un interesse – afferma Placidi – dato che non ha fatto un ca… di niente”. Replica Campa: “Non vuole fare un ca...” e l’allora assessore: “Né porto né quello, lui vuole uscire indenne fino al 2018, lui questa cosa qua non la vuole perseguire, ma purtroppo la deve perseguire per i lavoratori e la città”. La cosa è mandare via Camassa e fare una gara ponte “Come a Nettuno”. Poi dice che la politica non si interessa di certe cose…

Gli uffici

Placidi conversando con Millaci “racconta delle gravi mancanze nei suoi confronti da parte di Droghini e Dell’Accio – scrive il giudice – riferendosi ad affidamenti fatti a sua insaputa”. Poi lo invita a parlare con Droghini per farlo tornare sui propri passi perché altrimenti “questa c’ha l’ordine (si riferisce al segretario generale) ma questo perde tutto”. Cioè viene “retrocesso” – cosa che poi è avvenuta non sappiamo se per questo o altri motivi – mentre Placidi invita Millaci a parlare con Droghini: “Lo possiamo ripianificare, rinvigorirlo, ma su posizioni serie e abbiamo spazi ancora, Massimo e se te lo dice Patrizio abbiamo gli spazi”. C’è anche un passaggio nel quale vorrebbe “mandare in Siberia Walter e Aurelio”.

A proposito di Dell’Accio Campa chiede “Walter sta allineato Patrì?

Placidi: “Sta allineato qualora siamo allineati noi, se io vedo che so isolato e il sindaco va da na parte lui va sul sindaco allora così se ne annamo”

Campa: “Ho paura che se rificca n’altra volta Fiorillo, va di comune accordo con Casto e il sindaco, dobbiamo annacce a bagno

Placidi: “A fratè noi dobbiamo fa la guera, litigà co Walter co Fiorillo per che cosa?

I consiglieri

Sempre al fine di portarlo dalla sua parte – scrive il giudice – il Placidi racconta a Millaci che altri consiglieri comunali, di alcuni dei quali fa i nomi, stanno ottenendo compensi mensili per diversi affari o deleghe sindacali ricevute, mentre loro stanno a guardare

Biogas e terreni

Com’è noto il primo impianto passa per essere quello “di” Placidi, riferibile all’ex assessore. La conferma è nelle carte, ma il 25 febbraio all’indomani del Consiglio comunale nel dialogo tra Placidi, Millaci e Campa si aggiungono particolari interessanti.

Placidi: “La prima deve iniziare solo il cantiere (…) allora qua il discorso è solo uno, la seconda proposta quella di Giorgio è fottura perché in conferenza dei servizi è andato proprio il sindaco a dire no, mentre la prima me so preso quel ca… di vuzzo e ch’ho detto così, punto, vabbè annamo avanti, prima erano tutti sì poi m’hanno detto che ero solo io vabbè non c’è problema”. Tradotto, erano tutti d’accordo?

Millaci: “Vabbè se semo capiti

Placidi: “Allora quella de Stefano (Massa) non c’entra un ca… (…) di fatto il malumore di Giorgio Zucchini”

Campa: “e di Attoni

Placidi: “e di Sebastiano Attoni è quello ed anche un po’ di Succi perché lì è che hanno preso i soldi della mediazione del terreno, questo è il problema grave

Millaci: “è ufficiale che l’hanno presi?

Placidi: “Come no oh! Agenzia… ha preso dall’imprenditore come ca… si chiama il compromesso oh! E’ stato oneroso eh…

Rispetto alla prima Biogas, invece, Placidi invita l’imprenditore che doveva realizzarla a denunciare il sindaco “per danni finanziari, poi deve andarsi a vendere tutto lo stabilimento, il supermercato, in quanto non paga il Comune o la giunta in quanto Patrizio non farà mai un atto in merito a quello

Una considerazione: alla luce di quanto emerso e benché i lavori siano di fatto iniziati, dato che proprio Placidi ha dato il via libera che il sindaco diceva di ignorare, è il caso di chiedere alla Regione se può adottare una misura che rivaluti l’intera situazione.

La segretaria

Si parla di arrivare a una manifestazione di interesse per i rifiuti, con la gara ponte, si organizza una riunione e Placidi dice a Millaci, sperando di avere dalla sua parte Droghini: “Lui dice no per me è così, per te è così e tutti così e quando Luciano dice che ca… dovete fa? Fate manifestazione di interesse secondo legge, però lui deve essere pronto

Millaci: “ehhh la… – e scrive un nome su un foglio – Mette bocca?” (forse chiede della segretaria, si legge negli atti)

Placidi: “Tutto a posto, tranquillo

Millaci: “Sii?

Placidi: “Ce l’abbiamo in cassaforte questa” (sorride)

Millaci: “Io la mia preoccupazione è questa

Placidi: “Tranquillo tranquillo su questa qua

La discussione va avanti su un altro argomento, Placidi ancora “questo qua se io come se scrive?

Millaci: “Vabbè se semo capiti, ci vuole la H” (ridono, parlano del segretario generale Inches secondo gli atti)

Nella conversazione sui consiglieri che riceverebbero per l’attività del settore loro affidato “altro che fa l’assessore, sto ca… io non lo faccio più – dice Placidi – il cimitero, delibera de 15, de 12, de 50 tutti i giorni tutti i mesi e noi stiamo fare i cogl…

Millaci “Te sei scordato un’altra parte ehhe! Enaip pure

Placidi “Aho fermete l’ha fatta la segretaria però

In un altro episodio si evince che la stessa segretaria aspetterebbe una lettera di Placidi per bloccare la procedura relativa ai rifiuti.

La cessione

Per liberarsi dei problemi con le attività degli impianti di carburante Placidi incontra il suo commercialista, Natalino Monghese e concorda con lui un piano per arrivare alla liquidazione/fallimento della società attraverso una serie di operazioni di cessione di quote e del ramo d’azienda. Febbraio 2017.

I tre appalti promessi

Placidi incontra “un noto pregiudicato di origini calabresi, già sottoposto a misure di prevenzioni personali , nonché imprenditore operante a Lavinio” – si legge negli atti – al quale promette “diversi appalti” per un importo di 43-45.000 euro dando pure indicazioni sulle cose da presentare agli uffici

Millantava Placidi? Probabilmente, certo è che emerge lo spaccato di un sistema al capolinea.

Caro sindaco, sappiamo che sei onesto ma magari fossero film…

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Ribadisco, Luciano Bruschini, sindaco di Anzio, è persona perbene, di specchiata onestà e uomo delle istituzioni. Lo conosco da una vita e lo ripeto. Come lo dicevo quando in campagna elettorale qualcuno – oggi suo alleato –  tirava fuori una storia di Acqualatina, questo almeno dovrebbe riconoscerlo.
Ha fatto bene a incontrare la stampa, ha detto la sua e ne prendiamo atto, ho scritto in passato che è andato oltre le righe con le accuse ai cittadini e ripeto pure questo.
Non faccio film, per quello che mi riguarda riporto fatti. Lo facevo, lo faccio e lo farò. Così come, se mai avrò un ruolo in Comune sul quale sono stato chiarissimo e trasparente, la stessa passione e rigore che metto nel mio lavoro porterò in una nuova esperienza.
I fatti, appunto, a proposito del “non c’è illegalità diffusa“.
1) Indagine servizi sociali: ex assessore condannato, ieri anche dalla Corte dei conti, per proroghe, insieme a un imprenditore che poi ritroviamo anche in altre indagini.
2) Indagine “Malasuerte”:  vede non indagati ma coinvolti personaggi politici importanti, andati a mediare per quella che sarebbe diventata un’estorsione. Incontro al quale – lo ha detto Zucchini in Tribunale – c’era anche il fratello del sindaco. Certo, erano andati lì per un accordo commerciale diventato altro, non potevano sapere. In quella stessa indagine ci sono personaggi che hanno portato voti e sostenuto questa maggioranza, i soldi dell’estorsione  – per inciso – finivano ai familiari di un boss di camorra detenuto al 416 bis.
3) Indagine “Evergreen”: il settore ambiente che è finito come sappiamo e gli investigatori che dicono chiaramente che l’assessore Placidi aveva rapporti con un personaggio in odore di ‘ndrangheta. Guarda caso, quando Federica Angeli scriveva (e veniva querelata) quel nome compariva.  Controlla la zona di Lavinio stazione, guarda caso l’unica dove Bruschini ha “doppiato” De Angelis all’ultimo ballottaggio. Sarà un caso, appunto, ma è un altro dei motivi per i quali non capisco perché Candido sia tornato sui propri passi rispetto al 2013. Sempre in “Evergreen” emergono strane manovre su biogas, terreni, distributori, lavori, appalti…
4) Indagine “Touch down”: ancora ambiente, un assessore che interveniva a gamba tesa per le gare, dispone chi far assumere e chi cacciare. Oggi Bruschini prende le distanze, ma dire che non sapeva ciò che avveniva alla luce del sole è francamente eccessivo. Ah, l’imprenditore di Cisterna dice (millantando, può darsi) che a cacciarlo “sono stati Placidi e il sindaco” e quello stesso imprenditore era pronto a sponsorizzare la campagna di un altro assessore. Ah, è agli arresti il titolare dell’azienda che ha gestito le mense senza una gara e poi con una proroga, della proroga, della proroga… Non è coinvolta Anzio, per dovere di cronaca, ma la ditta è la stessa
5) Indagine proroghe verde: ancora ambiente, ancora l’assessore e il dirigente coinvolti, una consigliera comunale, il primo dei non eletti della Lista Enea che ha rinunciato a entrare essendo imputato con Placidi, cooperative che fino a ieri hanno lavorato con il Comune mentre i loro rappresentanti erano esponenti vicinissimi alla maggioranza.  L’udienza di ieri è stata rinviata ad aprile. Nell’ambito della vicenda del verde c’è l’inchiesta per le minacce e le percosse nel passaggio da “Giva” a “Parco di Veio”
6) Impianti sportivi: a Falasche per pagare hanno dovuto aspettare che questo povero scemo, insieme ai colleghi del Granchio,  scrivesse che il Comune si era “dimenticato” di riscuotere. Per la gestione di quell’impianto, affidata di fatto all’assessore Alessandroni, ci sono un’indagine per evasione fiscale e una per furto di energia elettrica. Al Deportivo ci ha pensato la Finanza, la politica fingeva di non vedere (ma prima del ballottaggio Bruschini e i suoi festeggiavano proprio lì) e un ex dirigente molto potente e tre funzionari si ritrovano indagati perché il Deportivo non pagava.
7) Mef: una relazione durissima di fronte alla quale ci sono  responsabilità dell’ex segretario e dei dirigenti, vero, ma la politica, se c’era, che faceva?
8) Le cose quotidiane:  mi piace chiamarle così, perché la legalità inizia dalle vicende di ogni giorno. Se uno assume un dirigente con un titolo sbagliato, magari “imposto” da un assessore, ripara. Se chi deve controllare è pure controllato, se valgono titoli   per i quali la Corte dei conti ha sanzionato l’ex segretario, se un consigliere comunale sostiene di avere un atto prima che esca e lo riferisca a un’azienda che pagherà tangenti, un assessore va  a chiedere al dirigente di sbrigarsi a “cliccare” perché deve accontentare una ditta vicina e questi lo fa….
9) Pressioni: ne hanno denunciate l’ex segretario Pompeo Savarino, l’attuale Marina Inches, la dirigente Angela Santaniello. C’è gente coinvolta in “Malasuerte” e altra di  inchieste diverse che in Comune gira negli uffici come nulla fosse.
10) Il resto: l’hotel chiuso con un’ordinanza e nel quale, con i buoni uffici della politica, arrivano i migranti, le concessioni revocate a consiglieri comunali, quelli che erano morosi e il problema era chi lo scriveva e non chi doveva pagare ed era di fatto incompatibile, l’estate con chi litiga sul palco da montare, le assegnazioni ad amici degli amici, le tante fatture numero 1… e una serie di altre vicende diciamo “minori”
Non è “illegalità diffusa“? La vediamo diversamente.  Come abbiamo idee diverse rispetto alla città. Non è questione personale, caro sindaco, non ce l’ho con te. Magari fosse un film, forse avrebbe un lieto fine.

Quando Placidi andava bene… A casa, per favore

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Qualcuno oggi starà brindando più di una settimana fa. Nella stessa maggioranza che – fino appunto a lunedì scorso –   annoverava Patrizio Placidi tra i principali protagonisti. Magari anche fra chi prendeva “ordini” sulle cose da fare dall’assessore.

Io, come allora, non gioisco e se l’ex assessore e il dirigente all’ambiente hanno commesso reati anche a Cisterna se la vedranno con la giustizia.

Il discorso, da quando c’è stata l’operazione Evergreen, è altro. Il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, che conosco come persona perbene e con alto senso delle istituzioni, ha provato a “scaricare“. A usare la sua tecnica del “non so” . Persino a farci vedere, sull’ambiente, che alla società sono state fatte contestazioni perché il servizio non andava. Ignorando (o forse no) che l’emergenza era sì voluta, perché si intendeva far venire un’altra ditta. E non era certo Camassa a deciderlo, anzi…

In ogni modo dalle carte di Evergreen, per quanto si sa, il dirigente Dell’Accio lo informava di cose che non andavano. Di certo il dirigente scrive su un paio di determine che era “costretto” per volere di Placidi ad adottare quegli atti. Il sindaco non ha letto, evidentemente, né gli si può chiedere di leggere tutte le determine, e forse nemmeno ha letto i giornali o sentito quello che nella stessa maggioranza dicevano persino negli amati bar. E la responsabile dell’anti corruzione? Quella vecchia volpe politica di Paride Tulli lo ha messo nero su bianco, forse Marina Inches qualche responsabilità ce l’ha. E prima di lei l’ex segretario, Pompeo Savarino, che chiedeva all’Anac  per le gare con un commercialista che non aveva l’anzianità prescritta, ma si girava altrove sul parere arrivato dal Ministero dell’Interno sulla incompatibilità di…. ? Indovinate, Patrizio Placidi. Eh già, caro sindaco, allora l’assessore andava bene. Quel parere, sulla vicenda della Corte dei Conti – tirato fuori dal Granchio un anno dopo –  Bruschini lo liquidò come “una delle tante carte che mi capita di non leggere“. Sarà stato come dice lui, ma è altrettanto vero che Placidi non si poteva né doveva toccare, altrimenti saltava la maggioranza. Ieri come oggi. E Placidi andava bene, insieme a  Dell’Accio, quando doveva andare in Regione a dire sì alla prima biogas, poi il sindaco si sarebbe difeso dicendo che non sapeva. Ma scherziamo? Arriva un impianto del genere e non sa?

Dalle carte di Evergreen emerge che la politica sapeva eccome. Della prima e soprattutto della seconda, in particolare dei terreni sulla quale doveva sorgere. Se il sindaco ha fatto “spallucce” su ciò che non questo potenziale candidato – che almeno ha sempre raccontato e continuerà a farlo, state tranquilli –  ma altri e da più parti hanno sollevato, ha commesso un errore. Ha gravemente sottovalutato. Perché poi Evergreen prende una deriva pessima e come Malasuerte sfiora l’amministrazione e al tempo stesso la camorra, questa vicenda si avvicina alla ‘Ndrangheta. E attenzione, per condizionare un Comune basta e avanza.

Sono cose messe nero su bianco, come lo sono le proroghe alle cooperative nelle quali – gira gira – compaiono sempre gli stessi nomi.  Peccato che il Prefetto temporeggi e che il Ministro lo segua. Come ho detto in passato, Ostia è già qui.

Per questo – da uomo delle istituzioni – Bruschini dovrebbe prendere atto almeno di aver sottovalutato, di essersi tenuto Placidi (e non solo) per tenere a galla la maggioranza e andare a casa. Ripeto, non è questione penale ma di responsabilità di avere assistito alla crescita di questo “sistema” senza intervenire. Nemmeno i consiglieri comunali, quelli di maggioranza, soprattutto i nuovi, ai quali torno a chiedere: quanto paghiamo di rifiuti? 5 milioni in più del previsto in Comuni come Anzio. Non solo, con somme diverse tra bilancio e piano finanziario, senza una delibera sulle utenze nel 2017. Ma sì, poi si aggiusta, vero? La realtà è che quello che faceva Placidi non si discuteva e basta.

Aggiungo che votare tra qualche mese è rischioso, perché saltato il “tappo” si va verso un “tutti contro tutti” all’interno dei pezzi di centro-destra peggiore di quello del 2013.

Infine è il caso che le forze che non condividono questo sistema, scendano in piazza per la legalità. In Comune hanno ignorato persino quella delle cose quotidiane, in troppe occasioni, e oggi dire –  per il resto – che è tutta colpa di Placidi è troppo facile.

Le pressioni sui dirigenti nel “fortino” di Villa Sarsina

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Luciano Bruschini se ne sta chiuso nel “fortino” di Villa Sarsina. Ne ha viste tante, nella sua lunga carriera politica, e sono il primo a dire che ha ragione quando sostiene di non essere mai stato sfiorato da inchieste. Quello che si prova a contestargli – ma siamo pochi – è la responsabilità politica di quanto accade, il fingere di non sapere, il negare l’evidenza.

Ne ha viste tante, ma non tutte, perché gli arresti di questi giorni – ribadisco, al di là dell’aspetto penale sul quale non entro – sono la macchia peggiore sulla sua lunga carriera. Sono arresti, non condanne – siamo assolutamente d’accordo – ma qui a essere condannata da questo sistema è una città. E non sono i primi arresti, perché in passato c’è stato il troppo presto dimenticato caso Colarieti, con una mai approfondita – dagli investigatori – questione Francescana.

Facile, oggi (ma lo ha fatto anche in passato) dire che gli atti li firmano i dirigenti. Certo, lo sappiamo… ma i dirigenti li sceglie il sindaco e molti di loro – se non tutti – si sono rivolti alle forze dell’ordine per denunciare di aver ricevuto pressioni. Lo ha fatto l’ex segretario generale, Pompeo Savarino – primo ad andare in Prefettura ed esprimere preoccupazioni per il clima che c’era – lo ha fatto l’attuale segretaria, Marina Inches. Lo scrive in una determina agli atti dell’operazione “Evergreen” Walter Dell’Accio, praticamente “costretto” ad adottare quell’atto su indicazione di Placidi. Dell’Accio che denunciò di essere stato anche aggredito nella delicata fase di passaggio da Giva a Parco di Veio, quando il sindaco “non sapeva” ma un assessore bloccava l’ingresso di Villa Adele a chi era subentrato. E quando il sindaco avrebbe detto, in Consiglio comunale “avete voluto fa le gare? Ecco il risultato“.

E’ andata a denunciare pressioni Angela Santaniello, sulla vicenda mense, quando più di qualche personaggio finito in “Malasuerte” si aggirava per la sede dell’assessorato. Si è lamentato il dirigente dell’area finanziaria (con un titolo per un altro, ricordiamolo a proposito dell’anti corruzione che funziona, come dice il sindaco ) Patrizio Belli, quando ha dovuto revocare la concessione di un consigliere comunale ed è stato “bombardato” dalla politica. Vero? E lo sa l’ex responsabile dei Tributi, Luigi D’Aprano, messo sotto processo perché aveva chiesto ai consiglieri comunali e agli assessori morosi di pagare il dovuto all’ente che rappresentano e nel quale dovrebbero dare l’esempio. O sbaglio?

Hanno denunciato pressioni dall’ufficio tecnico – il sindaco c’è stato di recente, per una riunione sui ritardi nei lavori, dicono – mentre è noto che a Villa Adele c’è chi venne chiuso in una stanza per sapere chi forniva le notizie al Granchio, anni fa. Tutto scritto, all’epoca come oggi, ma evidentemente Bruschini non è solito leggere, né sentire quello che tutti dicono in Comune. A proposito, chi ha chiesto all’ufficio legale di non opporsi al decreto ingiuntivo sui cartelloni “elettorali” della Bandiera blu 2013?

Non sappiamo l’esito di queste denunce, ma da quello che emerge  le pressioni non erano perché siamo in ritardo sul bilancio o non inizia un’opera fondamentale. No, caro sindaco, se non sai chiedi ad assessori e consiglieri.  Informati a cosa si riferiscono le pressioni, chiedi perché c’è chi andò a dare calci alle porte a Villa Sarsina visto che non pagavano una cooperativa o per quale motivo l’allora direttore generale venne preso a schiaffi.  E se non lo sai, lo riscrivo qui. Nella sentenza “Malasuerte” si afferma che chi pagava il pizzo lo faceva per la  “Pressione esercitata dal coinvolgimento nella vicenda di esponenti delle istituzioni comunali”. E in quel processo, lo ricordiamo, si è parlato di “persone vicine ai camorristi“.

Chi andò a fare pressioni per un accordo commerciale trasformatosi in “pizzo“? Almeno questo Bruschini dovrebbe saperlo.

Perché attenzione, c’è Placidi – in maggioranza più di qualcuno ha vissuto il suo arresto come una liberazione, o sbaglio?, ma quando portava i voti tutti in fila da Patrizio – (e non basta avere revocato l’incarico al neo assessore all’ambiente, troppo tardi) ma è la punta di un iceberg  che si sta scoprendo. Del quale si denunciano da anni – qui come altrove – le scelte fatte per amici degli amici, cooperative “vicine“, persino spettacoli a Tizio o Caio, illegalità delle cose quotidiane che – guarda caso – coincide in almeno un paio di casi con la scelta dei dirigenti oggi “scaricati“.

Solo il sindaco finge di non accorgersene, chiuso nel “fortino” di Villa Sarsina.

Lo scioglimento di Nettuno, quello che rischiamo

Poco più di un anno fa… Si è aggiunta l’operazione “Evergreen”, sono state denunciate pressioni sulle gare, è uscita la sentenza Mala suerte secondo la quale chi pagava il pizzo lo faceva anche per le “pressioni politiche”. Ognuno tragga le conclusioni

giovanni del giaccio Giornalista

Ci sono state diverse richieste di commissione d’accesso per il Comune di Anzio. Ho sostenuto pubblicamente che si tratta dell’ultima cosa che vorrei e ho scritto a più riprese che a Nettuno (nel 2005)  è stata usata la mano pesante, mentre a Fondi (quattro anni dopo) – dove la situazione era molto, ma molto più grave – si è scritta una pagina vergognosa della storia del nostro Paese.

Ebbene mentre in Comune si fanno “spallucce“, fingendo di non vedere né sapere, mentre in Prefettura si prende tempo per decidere, la situazione di Anzio precipita ogni giorno di più. Da ultimo con due incendi in 24 ore, compreso il secondo in due mesi ai danni del vice sindaco.

Ho pensato, allora, di riprendere la relazione che portò allo scioglimento del Comune di Nettuno e fare un paragone – per sommi capi – con quella che è la situazione di Anzio…

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