Leggo le cronache del Consiglio comunale del 28 dicembre e trovo conferma del clima pesante che si è respirato. La scusa che “il sindaco è fatto così” non regge più e va la piena solidarietà a chi è stata apostrofata. Da lui e, sembra, da un assessore. Nel giorno in cui De Angelis poteva intestarsi di aver portato per la prima volta nella storia il preventivo nei tempi previsti, la situazione è degenerata. Com’era previsto e prevedibile, quando ti trovi con 4 consiglieri di maggioranza che non si presentano e fai fatica a raggiungere il numero legale.
No, non dipende dall’opposizione ma da promesse ai quattro venti – agli elettori e poi agli eletti – che sono difficili da mantenere. Dalla Biogas a tutto il resto. Ma il clima è teso non da oggi, ad Anzio, le cronache ce lo dicono. Quelle spicciole, attenzione, mica le indagini che pure travolgono l’amministrazione passata e presente che poi, alla fine, è sempre la stessa. Una tumultuosa riunione di giunta, per esempio, nella quale c’è stato un acceso scambio di veduto sull’illuminazione pubblica diventata improvvisamente una priorità. Vedremo.
Certo è che se siamo arrivati al voto, alle prove muscolari che dai seggi si sono spostate nella sede istituzionale per eccellenza dove nella scorsa consiliatura erano state già accennate, se il clima che si avverte era e resta pesante una responsabilità chiara esiste. E’ quella della Prefettura di Roma che aveva tutte le carte per tranquillizzarci, mandare una commissione d’accesso e verificare che le tensioni che avvertiamo sono normali, non dovute ad altro. E’ del Prefetto e di almeno due ministri sordi ai richiami di questo territorio, Alfano prima e Minniti poi. Certo, non erano loro a decidere, ma i documenti che ha il Prefetto sono inequivocabili. Le parole di Rosy Bindi pesano come un macigno, come quelle sulla camorra nei verbali del processo Malasuerte e come il fatto che un esponente di ‘ndrangheta deporrà al processo Evergreen. Ripeto che le responsabilità penali sono personali, ma certi personaggi sostenevano e hanno sostenuto il centro-destra di Anzio, alcuni ancora sono presenza fissa al Comune.
Nell’augurare a Giusy Piccolo buon lavoro da presidente del Consiglio comunale, il primo appello a uno svolgimento sereno dell’assise civica va a lei. Sul resto l’auspicio per il 2019 è che certi toni muscolari finiscano e si riparta da quella che ho amato definire “legalità delle cose quotidiane”. A proposito va salutato l’ormai ex dirigente dell’area finanziaria, Patrizio Belli. E’ stato in quel ruolo con un titolo per un altro, chi voleva ripartire dalle regole se lo è tenuto ben sapendo com’era entrato, ora va a Viterbo e ad Anzio ci teniamo un precedente pericoloso quanto emblematico di come vadano le cose. A proposito, del bando della piscina che sembra avesse preparato e che non andava bene al primo cittadino e che doveva essere pronto entro l’anno, non c’è traccia. Intanto all’impianto staccano la luce….
Ah, il 2018 è stato anche l’anno della mia “disavventura” elettorale. Chi ha la bontà di seguire questo spazio sa bene perché ho lasciato ma conosce anche un impegno che continua. Avevamo un programma e le proposte si fanno in base a quello. Per esempio sull’asilo nido è condivisibile l’ordine del giorno di Anna Marracino, approvato all’unanimità e che diverrà una variazione di bilancio sulla quale è bene vigilare sin d’ora. Poi è chiaro che l’opposizione va fatta senza se e senza ma e che se c’è anche una minima possibilità di mandare a casa De Angelis va perseguita. E non per un’indagine che lo riguarda, ma per quello che ribadisco essere il “sistema Anzio” che emerge da ben altre inchieste e dalle tensioni recenti.
Come dite? Il Pd? Vero… continua a “fare” notizia per le sue evidenti divisioni. Dispiace, un’eterna fase congressuale, le correnti che continuano a scontrarsi, chi in campagna elettorale era altrove e rispunta, chi non ha rispetto. Certo, si fa di tutto per “fare” notizia, ma non va dimenticato che a governare ci sono altri. Ormai da oltre 20 anni.
Buon 2019, questo spazio continuerà a segnalare, raccontare, denunciare. Con tempi e modi legati ai molteplici altri impegni che ho. Venite a visitarlo, ogni tanto, sono certo che non ve ne pentirete. Auguri!