Si apprendono molte cose dalla lettera che Marina di Capo d’Anzio ha scritto ai potenziali acquirenti dei posti barca “del nuovo porto turistico di Anzio”. La prima è, appunto, il logo e il nome. Fino a qualche giorno fa sapevamo che il porto lo avrebbe realizzato la Capo d’Anzio, società al 61% del Comune e al 39% della Mare 2 spa che aveva ottenuto le quote – attraverso Renato Marconi che così chiudeva il suo contenzioso milionario – da Italia Navigando.
Scopriamo ben altro. E’ la stessa lettera, firmata dall’amministratore delegato Enrico Aliotti e dal presidente Luigi D’Arpino, a indicare molte sorprese per chi è, in quanto cittadino, proprietario del 61% di quelle quote attraverso il Comune.
Andiamo con ordine: la lettera comunica “le novità riguardanti la Capo d’Anzio” e “gli sviluppi sull’iniziativa e l’avvio della gestione”.
Così “a fronte del difficile periodo che ha interessato negli ultimi anni la nautica, la Società ha deciso di sottoporre a rivisitazione l’idea progettuale del Marina di Anzio al fine di renderla contestualmente più appetibile verso l’attuale mercato della nautica, più concorrenziale rispetto ai maggiori Marina del Mediterraneo e più fruibile verso i diportisti, arricchendo l’offerta di servizi collaterali”.
Primo elemento: chi ha deciso che il nostro porto è diventato il “Marina di Anzio”?
Più avanti si conferma che con gli uffici regionali è stato avviato “un percorso autorizzativo che porterà nel brevissimo periodo all’avvio per fasi dell’iniziativa che, passo dopo passo, porteranno alla completa e integrale riqualificazione del porto turistico e alla costruzione della nuova darsena esterna all’attuale bacino portuale”.
Secondo elemento: è cambiato l’accordo di programma con la Regione Lazio? Quando? A questo possiamo rispondere, dagli uffici regionali non risulta – al momento – alcuna autorizzazione. Ci si è venduti la pelle dell’orso prima di ucciderlo. Speriamo con l’ennesima figura da dilettanti, forse da superficiali a spedire una lettera che anticipa i tempi o, peggio, in malafede. Non vogliamo credere a quest’ultima ipotesi, ma la rivedremo in conclusione.
Comunque i lavori, nella prima fase, riguarderanno solo alcune zone e la Capo d’Anzio (o Marina di Anzio?) gestirà inizialmente 133 posti barca. Sì, avete capito bene: 133 fra gli 8 e i 60 metri. Se pure pagassero tutti cash non ci sarebbero nemmeno i soldi per iniziare…
La gestione iniziale “provvederà a promuovere il Marina di Capo d’Anzio nei maggiori consessi della nautica internazionale e a fornire servizi di eccellenza come da standard della rete portuale turistica del gruppo Marinedi, nel frattempo subentrata nell’assetto societario definitivo della Capo d’Anzio spa”
E questo è il terzo e dirompente elemento: la Capo d’Anzio ha un nuovo socio, è Marinedi Spa che al suo interno aveva già la Mare 2 che dal 30 dicembre, però, non è più socio. Siamo passati, di fatto, da Italia Navigando che era pubblica (con Marconi però già al 3%) a uno “spacchettamento” passato sulla testa di Anzio come di altri porti che ci ha condotto a Mare 2 spa, fino a Marinedi.
Ma il Comune di Anzio, socio al 61%, non aveva contestato il passaggio? E non aveva scritto a Italia Navigando, quindi a Mare 2 spa, per dire che doveva restituire le quote non avendo trovato i soldi un anno dopo la concessione?
Una cosa è certa: la Capo d’Anzio, del Comune al 61%, quindi dei cittadini, ha un nuovo socio e nessuno ha sentito il dovere di dirlo. Ma sì, basso profilo, segreti di Pulcinella. E’ così per il porto, è stato così nel maldestro tentativo di nascondere il primo furto al museo civico archeologico.
E a proposito di segreti destinati a essere svelati (se mandi una lettera, prima o poi esce…) siamo alla conclusione. Alla malafede che speriamo non ci sia. Difficilmente chi ha prenotato il posto due anni e mezzo fa crede ancora nella realizzazione, a maggior ragione se si chiede un ulteriore 45% rispetto al prezzo convenuto allora e “in aggiunta all’anticipo”. L’eventuale fallimento di questo maldestro tentativo di vendere i posti – che ha l’unico pregio di averci fatto scoprire tante cose – consentirebbe al Comune, socio al 61%, di mettere sul mercato la sua quota o, peggio, la concessione. E Marinedi sarebbe pronta a fare un’offerta a braccia aperte…