Rifiuti, gli strani conti di Placidi. Comunque auguri a tutti

monnezza

La ricostruzione che l’assessore Patrizio Placidi fa su quanto paghiamo i rifiuti ricorda quella di un calzolaio che ripeteva “cugino mio, fai la sola e fai era tacco, te conviene fatte e scarpe nove…

Allora: è acclarato che paghiamo di più e ben oltre la media nazionale, però se non avessimo allargato la differenziata senza avere i soldi oggi pagheremmo meno, se poi non avessimo altri servizi pagheremmo meno. Togli questo e togli altro, scendiamo oltre la media. Ma paghiamo di più o no? Ecco, questa è la realtà e i conti quelli sono.

Tralasciamo le responsabilità che l’assessore dà a prescindere agli extracomunitari, a meno che non dobbiamo immaginare che nei dintorni del centro vivano ormai solo immigrati, ma davvero Placidi pensa che Anzio sia meno sporca di Nettuno, dove il costo totale di raccolta e smaltimento dei rifiuti è praticamente la metà? Ma gira la città?

Diciamo pure che siano responsabilità esclusive di zozzoni incivili, ha ragione l’assessore, ma dopo un piano finanziario cambiato tre volte e con formule che ancora oggi si faticano a capire, Placidi si supera con la differenziata al 79% circa. Ragazzi, viviamo in una realtà avanzata e non ce ne accorgiamo, siamo i soliti fomentatori, incontentabili, strumentalizzati. Peccato che non ci dica come si arrivi a quel 79%, che una percentuale del genere non compaia in nessuna delle classifiche dei Comuni “ricicloni“, peccato soprattutto che anziché diminuire la nostra bolletta dei rifiuti aumenta.

Percentuali simili – verificate e certificate – si trovano certamente al nord Italia, ad esempio nel consorzio Priula. Dove non ricavano appena 400.000 euro dai rifiuti riciclati, altrimenti non lo farebbero.

Ora va bene che è un periodo festivo, va bene che siamo tutti più buoni e anche più creduloni, ma davvero vogliamo credere che la nostra differenziata è a livelli simili?

Comunque tanti auguri a tutti. Ne abbiamo bisogno.

L’assessore Placidi e il costo dei rifiuti. Ricevo e pubblico

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Ricevo e pubblico, dall’assessore Patrizio Placidi. C’è qualche riferimento temporale non corretto perché la nota è evidentemente di qualche giorno fa. Ciascuno potrà farsi un’idea.

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Relativamente a quanto affermato dall’ex senatore De Angelis in merito al costo pro capite del ciclo dei rifiuti della nostra citta’, apparte l’esigua differenza di cifre che risultano dai dati a me forniti dal mio assessorato, ovvero 278,20 € pro capite anziche’ 286,00, mi sembra opportuno sottolineare che tale parametro, riferito all’importo del piano finaziario 2014, comprende anche delle spese che necessariamente sono state affrontate nel corso dell’anno 2013 per l’ampliamento sul 95% del territorio del servizio di raccolta porta a porta (circa 700.000,00 €), e contabilizzate in questo esercizio finanziario perche’ non prevedibili ne preventivabili con quello del 2013.

Gia’ con questi importi il parametro pro capite scende a 265,00 €

occorre poi ricordare che a causa del vecchio capitolato d’appalto (redatto nella legislatura precedente all’insediamento dell’attuale sindaco avvenuto nel 2008), alcuni quartieri di anzio tipo villa claudia, lido dei pini e lido delle sirene ed alcune attivita’ fondamentali quali la pulizia degli svincoli stradali e delle principali arterie di accesso alla citta’ non erano stati previsti.

Ragion per cui sono stati dovuti prevedere dei servizi aggiuntivi da affidare alla ati attualmente in carica per rendere quei servizi ai cittadini che purtroppo nonostante pagassero le tasse erano stati in qualche modo “dimenticati”.

Calcolando una spesa di circa 650.000 euro per l’anno 2013 ed altri 500.000 per l’anno in corso arriviamo ad un parametro pro capite pari 243,00 euro (al di sotto della media regionale pari a 247,00 euro)

L’analisi dei costi fatte dal consigliere De Angelis avrebbero dovuto tener conto di tutto quanto e’ parte del piano finanziario e non solo del totale diviso il numero degli abitanti

E’ opportuno inoltre sottolineare che quest’anno siamo in fase di aggiudicazione definitiva di gara e con i costi previsti nel nuovo capitolato d’appalto dovremmo avere per l’anno 2015 una spesa procapite relativa la ciclo dei rifiuti pari a circa 230,00 euro.

Fermo restando quanto speso dalla vicina Nettuno secondo quanto riferito dal consigliere De Angelis, credo che personalmente a livello di qualità dei servizi offerti alla nostra cittadinanza ed alle condizioni cui versano molte strade di Nettuno stracolme di rifiuti, noi non possiamo lamentare nulla tranne per quei siti divenuti ormai abituali per coloro che non intendono fare la raccolta differenziata, e mi riferisco in particolare a via della Lottizzazione (nei pressi del famoso stabile occupato da extracomunitari), in via della Spadellata, in via dell’Acquario (in particolare in quelle palazzine occupate abusivamente anche da extracomunitari), in via dei Faggi di fronte all’ex acqualand.

Proprio per questo motivo lunedì, al fine di fronteggiare tale problematica ho avuto un incontro in cui sono state invitate tutte le forze dell’ordine……………………

Mi preme aggiornarvi sulla percentuale ottenuta al 31/10 della raccolta differenziata sul nostro territorio pari al 79,58%, dato ampiamente confortante sul lavoro svolto da questa amministrazione, lavoro che ci permette di avere con le fatturazioni presentate alle società cui vendiamo i nostri materiali, il rispetto di quanto previsto dal piano finanziario in merito agli introiti derivanti dalla raccolta differenziata (400.000,00 €).

Senza contare che previsionalmente dovremmo avere un risparmio su quanto conferito alla rida ed agli altri impianti circa 150.000,00 euro di risparmi.

Rifiuti, spendiamo più di altri. Lo dice anche il governo

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Carta parla, recita un vecchio adagio. Magari da sostituire con web parla, dato che dal sito soldipubblici.gov.it si apprendono interessanti vicende relative a tutti gli enti italiani. Al centro dell’attenzione, inevitabilmente, quanto spendiamo per i rifiuti. Dopo il personale, di fatto, l’esborso maggiore. L’appalto appena aggiudicato e ancora “sub judice” per una non meglio specificata anomalia, ma anche piani finanziari cambiati fino all’ultimo istante, costi che aumentano anziché diminuire nonostante la differenziata.

La trasparenza che fatica ad affermarsi ad Anzio – basta leggerlo, il piano finanziario, incomprensibile tra formule e formulette – si trova sul sito messo in piedi dal governo e che monitora le spese sostenute dagli enti pubblici.

Ebbene per i rifiuti, come più volte ribadito, spendiamo troppo. E non rispetto a centri vicini ma all’intero resto d’Italia. I pagamenti totali del 2014 – fino al 30 novembre – riportano 10 milioni 812.426,01 euro ad Anzio con una media di 214,86 euro a cittadino. In Italia la spesa media è stata, invece, di 126,68 euro ciascuno. Se confrontiamo il 2013 – qui i numeri sono relativi a tutto l’anno – i pagamenti totali ad Anzio sono stati di 11 milioni 856.774,97 pari a 233,45 euro a cittadino contro i 128,7 spesi in media nel resto d’Italia. Ci si può divertire a confrontarli con chiunque, se prendiamo due città pressapoco come Anzio troviamo che a Monopoli (Bari) – per esempio – o Empoli (Firenze) , a Gallarate (Varese) o Portici (Napoli) spendono comunque meno mediamente. Se uno va sul sito soldipubblici.gov.it è facile confrontare questo come altri numeri.

C’è un altro dato che emerge ed è quello relativo alla differenza fra quanto inserito nei piani finanziari e quanto pagato realmente. Nel 2013 la “bolletta” dei rifiuti costava al Comune di Anzio, secondo quanto inserito in bilancio, 13.652.374,28 segno che nel corso dell’anno sono stati pagati circa 3 milioni di euro in meno ovvero vanno ancora saldati. Stesso discorso per il 2014: il piano è di 15.326.429,57 e stando a quanto pagato fino al 30 novembre mancano all’appello circa 5 milioni. Comune in ritardo? E’ l’unica risposta possibile, resta comunque una curiosità che speriamo qualcuno voglia soddisfare…

Ispettori ambientali, le maxi multe che sul bilancio non ci sono

ispeLe feste consentono di avere qualche minuto in più e di mettersi a cercare qualche altro documento. Così scopri che dell’attività dei famigerati ispettori ambientali – di recente finiti agli onori della cronaca per l’aggressione al presidente del Nettuno baseball – nel bilancio del Comune non c’è traccia. Meglio, non ce n’è nella misura in cui l’assessore e candidato sindaco Patrizio Placidi ce la vuole far credere.

Ribadisco un concetto espresso da mesi: solo ringraziamenti a chi si è prodigato per il bene della città con spirito di volontariato e nessuna giustificazione per gli “zozzoni” che hanno creato mini discariche ovunque, ma è bene farsi due conti.

Si parla, infatti,  di 600 sanzioni, in più occasioni – persino in consiglio comunale, come riferito da Antonio Geracitano – si è parlato di 100.000 euro di multe elevate. Ebbene ammetto di non essere un gran conoscitore di conti pubblici, ma qualcosa dalla lettura dei documenti provo a capirla. L’assessore candidato sindaco e qualche zelante dirigente e funzionario che ha “coperto” l’operazione ispettori ambientali  con discutibili decreti di nomina, creando aree che non esistono nell’organizzazione del Comune e soprattutto non prevedendo uno specifico capitolo in uscita e uno corrispondente in entrata.

Nel piano esecutivo di gestione approvato il 27 ottobre, quando l’attività degli “ispettori” era in teoria già cessata ma tutti continuavano (e continuano) ad avere il tesserino, non c’è traccia del contributo alle varie associazioni ovvero si troverà sotto la generica voce di “servizi per la tutela dell’ambiente”. Ma se in uscita il sistema si trova, diciamo così, qualcuno vuole spiegarci dove si trovano questi presunti 100.000 euro?

Forse il capitolo 417 relativo ai “Proventi per servizi non istituzionali” relativo ai servizi generali? Ma la previsione è 9.000 euro. Allora dobbiamo immaginare che siano sotto i proventi della polizia municipale (424-427)  ma escludendo il “recupero spese postali” per le quali sono stati accertati 100.000 euro confermati anche quest’anno, troviamo le “violazioni di ordinanze o regolamenti comunali” stabiliti in 30.000 euro o “altri proventi” per 11.000 o le violazioni di “altri regolamenti” per 5.000.

Insomma, dove saranno le somme delle quali si parla? Magari lunedì, in consiglio comunale, affrontando come si spera l’argomento dell’aggressione che ha squalificato la città, qualcuno troverà il modo di chiederlo.

Il brindisi, la foto. Questa è la città

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Ha creato un certo stupore la pubblicazione della foto del brindisi tra l’assessore all’ambiente Patrizio Placidi, l’assessore al commercio Giorgio Bianchi, i consiglieri Marco Maranesi, Umberto Succi, Massimiliano Millaci, Luciano Bruschini, Donatello Campa e Pasquale Perronace.  Sui social media, ormai una piazza sulla quale si afferma di tutto e di più, i commenti sono stati tutt’altro che teneri. Tra i partecipanti al brindisi ci si interroga, invece, su come possa essere “uscita” quell’immagine.

Comprendo poco la preoccupazione, se era un brindisi d’auguri cosa c’è di male? Comprendo meno le ragioni di una “pace” che fino a qualche settimana fa non c’era, anzi aveva portato Maranesi, Millaci, Bruschini e la Piccolo – assente nell’immagine – a chiedere di “resettare” l’amministrazione. Comprendo ancora meno cosa ci sia da ridere nel quadro che sta vivendo la città amministrata da chi brinda. In ogni modo, auguri!

Perché non dobbiamo stupirci di quell’immagine, purtroppo è il fedele specchio della città, del piccolo cabotaggio di paese, di un mercatino a te e uno spettacolo a me, della marchettopoli – forse peggiore persino della villettopoli che ci ha “regalato” il piano regolatore – nella quale siamo finiti. Il sindaco Bruschini accontenta tutti e prosegue il suo mandato, i “dissidenti” di ieri brindano oggi, il mare al solito è una tavola.

Chi ha poco da brindare sono i cittadini di Anzio. O forse no, quell’immagine li rappresenta bene. Non tutti, ma una significativa maggioranza che nel sottobosco di piccoli interessi continua a sopravvivere. Per questo Patrizio Placidi si candida sindaco. Con ottime probabilità di riuscita. Ancora auguri!

Porto, se pure i verbali sono poco trasparenti

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Alla poca trasparenza della “Capo d’Anzio” rischiamo ormai di rassegnarci. La società pubblica al 61% concessionaria del porto e che dovrebbe realizzare quello nuovo non brillava e non brilla. Nei giorni scorsi il consiglio d’amministrazione ha affrontato diverse questioni, poi l’assemblea dei soci ha dato seguito alle decisioni adottate. Cosa si capisce dall’ultimo verbale disponibile? Poco e niente.

Che la situazione finanziaria non fosse florida lo sapevamo, viene consegnata a tutti la delibera di Consiglio comunale con la proposta del Pd di ricapitalizzare la società e si prende atto di convocare l’assemblea che avrà all’ordine del giorno “Azioni di cui all’articolo 2446 e ss C.C. e relative modifiche statutarie: delibere inerenti e conseguenti” e “Modifica statuto sociale in forza dei patti parasociali vigenti”. In assenza del verbale d’assemblea sappiamo che il primo punto è la riduzione del capitale sociale – portato a 70.000 euro, diviso in quota parte tra Comune e Marinedi – ma il secondo? Cosa è cambiato dei patti parasociali? Il sindaco non aveva detto che ci saremmo ripresi le quote private, come previsto nei patti stessi? Mistero, almeno per ora.

Sappiamo dal verbale, comunque, che le campagne pubblicitarie future saranno proposte addirittura a “cambio merce” e pure che sono stati raggiunti “ottimi risultati” ai saloni nautici internazionali di Cannes e Genova “con l’auspicio che tale attenzione del mercato possa presto tramutarsi in un fulgido futuro per l’iniziativa”.

Intanto la Capo d’Anzio è senza una sede operativa, si chiede al sindaco che “si riserva una disamina più approfondita al fine di verificare l’affidamento di un locale idoneo”. Si danno sedi a tutti, praticamente, c’è chi continua ad averne due o a usarla anche se non esiste più come partito, non se ne trova una per la Capo d’Anzio. Strano ma vero.

Da decifrare il punto relativo alle “ultime comunicazioni pervenute dall’Unione europea”. Sarà mica il progetto Life, malamente naufragato? Di certo va fatto il rendiconto entro fine anno.

Infine la vicenda ormeggiatori, quella dei circoli non era ancora emersa. E qui sappiamo qualcosa in più della proposta fatta dalla Capo d’Anzio: un contratto di service annuale, condizionato all’avvio dei lavori, con servizi di assistenza, ormeggio e quant’altro su barche che hanno contratti con la Capo d’Anzio e site nell’attuale campo boe e sul pontile all’interno della diga di sottoflutto. Alle cooperative si chiedeva di liberare le aree entro il 15 dicembre. Le imbarcazioni presenti “saranno chiamate a stipulare contratti con la Capo d’Anzio” e “in caso di risposta negativa a tale ennesima e finale proposta” è stato dato mandato di “portare avanti lo sgombero forzato delle aree, chiedendo l’intervento della forza pubblica”. Non sappiamo se hanno accettato o meno, come serve un “interprete” per capire gli altri punti. Chiarezza, per favore, non ci stancheremo mai di chiederla.

Cordate e giochi di potere, ridateci l’Anzio calcio

Franco Rizzaro

Franco Rizzaro

Mi sfugge il motivo per il quale un imprenditore deve “prendere” una squadra di calcio, a maggior ragione dilettantistica. La passione, certo. La visibilità, non c’è dubbio. Qualche agevolazione fiscale, sicuramente. E poi? Con il calcio non si guadagna, almeno non direttamente, però c’è un grande andirivieni di “cordate” interessate all’Anzio.

I problemi erano noti a inizio campionato, Franco Rizzaro – che merita tutto il plauso possibile per quello che ha fatto in questi anni, da solo – aveva lanciato l’allarme. Inascoltato. Aveva comunque allestito la squadra, sperando in tempi migliori. Che non sono arrivati. In compenso si è parlato prima del gruppo campano disposto a subentrare nella gestione, poi di imprenditori locali evidentemente spariti, adesso di un’altra coppia pronta a subentrare.

Intanto la squadra non c’è più, gente che in queste categorie pretende cifre ormai impossibili ha preso altre strade, e oggi i ragazzi del vivaio hanno onorato la maglia.

E’ il caso di ripartire da qui. Basta con cordate, quote societarie, giochi di potere. Chi è interessato, oggi, a un titolo sportivo ha un fine diverso da quello di gestire una società calcistica, ammesso abbia i soldi per prendersi quel titolo. Allora si faccia una bella cosa: di quali mezzi finanziari dispone l’Anzio? Si decida in base a quello. Campionato di Eccellenza o Promozione, paradossalmente Terza categoria, non fa differenza. Purché ci sia restituito l’Anzio e basta, senza che qualcuno venga a “prenderlo” per altri fini.

Vorrà dire che la festa dei 90 anni – ormai saltata, anche qui quante promesse vane… – la faremo per i 91. Con i mezzi che ci sono, senza voler strafare. Grazie ancora a Franco Rizzaro, grazie ai ragazzi che sono scesi e scenderanno in campo sapendo che si avviano a una retrocessione certa. Alla fine sarà meglio così.

I circoli “padroni”, ma il porto è dei cittadini…

marinamateriale

I circoli velici che saranno “diffidati” per lasciare i luoghi dei quali la Capo d’Anzio è – piaccia o meno – concessionaria, rappresentano una parte di quelli che preferiscono l’attuale situazione di sbando. A loro, tutto sommato, il porto va bene così.

Certo, da decenni si trovano in una zona esclusiva, pagano un canone irrisorio (4.000 euro l’anno circa sia il Circolo vela Roma sia il Canottieri Tevere remo) e fanno ciò che vogliono. Si sentono “padroni”, insomma.

Ora che non è più così fingono di non sapere che da quasi venti anni c’è una società a maggioranza pubblica che il nuovo porto voleva farlo e che, adesso, è di fatto incaricata di gestirlo. Ha – non “avrebbe”, come sostenuto dai circoli – una concessione rilasciata dalla Regione, ha chiesto a chi detiene gli attuali spazi una “manleva” per poter proseguire e chiederà poi di essere pagata con un canone lievemente superiore all’attuale.

Una storia che poteva essere gestita diversamente, certo. Una società prossima al fallimento che sarà salvata dalla ricostituzione del capitale appena sottoscritta, dopo la mozione del Pd in Consiglio comunale, e dall’emissione di bollette ai concessionari che dimostreranno che in bilancio ci sono potenziali incassi. Una società che ha comunque titolo ed è per il 61% dei cittadini di Anzio. Molti dei quali, nelle rispettive famiglie, hanno sentito i racconti dei nonni che lì, proprio lì dove sono i circoli esclusivi, andavano a fare il bagno nei primi anni del secolo scorso. Tuffo dal porto, poi a nuoto fino allo “scoglio Molettone”. Non c’erano i circoli dei vip, quelli che fra un corso di vela e qualche quota sociale potrebbero già pagare ampiamente il canone annuo. E che adesso stanno facendo ciò che prima di loro ha fatto la Lega Navale – ora, invece, diventata “amica” del progetto – come se il porto fosse loro.

Così, per ricordare un po’ di storia e per dire – a Marconi che è il socio privato della Capo d’Anzio e ai circoli che sembrano disconoscere la società, a quanti pensano che la loro concessione è intoccabile – che il porto era, è e resta dei cittadini.

Diverso il discorso degli ormeggiatori, con i quali la vicenda andava sicuramente gestita in modo diverso e che si dovrà necessariamente affrontare riconoscendo loro delle garanzie. Ma chi fa di ampi spazi come quelli dei circoli una vera e propria attività e pensa di continuare senza rapportarsi con chi il porto deve gestirlo e, forse, finalmente farlo, è francamente troppo.

Gara rifiuti, se il problema non è il ribasso…

ecocar-ambiente

E’ passato il messaggio che la Gesam-Ecocar abbiano fatto un ribasso anomalo nell’offerta che ha consentito loro di vincere la gara d’appalto per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. In realtà sembra che il ribasso non sia tale da giustificare l’anomalia ma che l’azienda arrivata prima debba “spiegare” i 70 punti che gli ha concesso la commissione consentendogli di vincere.

Della serie – e speriamo di aver capito male – io ti do 70 punti, il massimo, però tu mi spieghi come fai a darmi i servizi per i quali io ti ho riconosciuto quel punteggio. Domanda: se avevo dubbi, non potevo dargliene di meno?

Certo è che tutti in Comune sapevano che l’offerta era anomala e tutti, anche all’esterno, immaginavano di riferirsi al prezzo offerto troppo basso. Invece si tratta di poche centinaia di migliaia di euro rispetto agli oltre 30 milioni a base di gara. Va ricordato che mandataria della cordata vincitrice è la Ipi, sottoposta a interdittiva antimafia, particolare fatto rilevare anche dalla seconda classificata nell’appalto, la Camassa ambiente, che ne ha chiesto l’esclusione.

Interdittiva della quale si conoscerà l’esito solo a metà gennaio, quando sono attesi anche i chiarimenti che la ditta aggiudicatrice dovrà fornire sulle “anomalie” riscontrate dalla commissione. Se magari qualcuno ci spiegasse di quali “anomalie” si parla sarebbe già un passo avanti. Al contrario della gara per le mense, però, su questa dei rifiuti c’è stranamente meno interesse e della politica e dei media di casa nostra.

Ciao Pierluigi e grazie di tutto

cava

Guarda che serve uno su Anzio, c’è da seguire il baseball ma non solo, parlo io con il Conte“. Mi avvicinai così a Latina Oggi, ormai oltre 25 anni fa, grazie a Pierluigi Cavallini (la foto è del “Giornale del Lazio”) che ci ha lasciato questa mattina . Lui era corrispondente da Aprilia, aveva cessato la collaborazione con il Tempo per avventurarsi nel nuovo quotidiano. Aveva seguito il Conte, al secolo Paolo Brunori, ma anche Gigi Cardarelli e Romano Rossi. Avrei conosciuto tutti dopo, a presentarmi l’occasione era stato proprio lui, dopo una chiacchierata a Campoverde presente il nipote, Gianlorenzo, che abbraccio fraternamente, e la scoperta della mia passione per questo fantastico mestiere.

Un personaggio d’altri tempi, un linguaggio da giornalismo “arcaico” per allora – quante liti sulle maiuscole da togliere… o sulla Benemerita… – ma senso della notizia innato. Arrivava prima, non ti faceva prendere “buchi“, di Aprilia sapeva tutto.

Da quello che “serviva” su Anzio, infatti, arrivai in redazione e poi a coordinare le pagine provinciali. Con Pierluigi il confronto – lo scontro a volte – era quotidiano. Ma “sulla” notizia lui c’era. Sempre. Non che fosse appassionato di cronaca, ma della sua città sicuramente sì.

Pazienza per qualche maiuscola di troppo e scusa “Cavallo” se qualche volta non ci siamo capiti. Se oggi sono arrivato fin qui è grazie alla tua segnalazione al Conte: “Sei appassionato, va bene così, guarda che serve uno su Anzio...” I casi della vita.

Ciao Pierluigi e grazie di tutto.