Alla poca trasparenza della “Capo d’Anzio” rischiamo ormai di rassegnarci. La società pubblica al 61% concessionaria del porto e che dovrebbe realizzare quello nuovo non brillava e non brilla. Nei giorni scorsi il consiglio d’amministrazione ha affrontato diverse questioni, poi l’assemblea dei soci ha dato seguito alle decisioni adottate. Cosa si capisce dall’ultimo verbale disponibile? Poco e niente.
Che la situazione finanziaria non fosse florida lo sapevamo, viene consegnata a tutti la delibera di Consiglio comunale con la proposta del Pd di ricapitalizzare la società e si prende atto di convocare l’assemblea che avrà all’ordine del giorno “Azioni di cui all’articolo 2446 e ss C.C. e relative modifiche statutarie: delibere inerenti e conseguenti” e “Modifica statuto sociale in forza dei patti parasociali vigenti”. In assenza del verbale d’assemblea sappiamo che il primo punto è la riduzione del capitale sociale – portato a 70.000 euro, diviso in quota parte tra Comune e Marinedi – ma il secondo? Cosa è cambiato dei patti parasociali? Il sindaco non aveva detto che ci saremmo ripresi le quote private, come previsto nei patti stessi? Mistero, almeno per ora.
Sappiamo dal verbale, comunque, che le campagne pubblicitarie future saranno proposte addirittura a “cambio merce” e pure che sono stati raggiunti “ottimi risultati” ai saloni nautici internazionali di Cannes e Genova “con l’auspicio che tale attenzione del mercato possa presto tramutarsi in un fulgido futuro per l’iniziativa”.
Intanto la Capo d’Anzio è senza una sede operativa, si chiede al sindaco che “si riserva una disamina più approfondita al fine di verificare l’affidamento di un locale idoneo”. Si danno sedi a tutti, praticamente, c’è chi continua ad averne due o a usarla anche se non esiste più come partito, non se ne trova una per la Capo d’Anzio. Strano ma vero.
Da decifrare il punto relativo alle “ultime comunicazioni pervenute dall’Unione europea”. Sarà mica il progetto Life, malamente naufragato? Di certo va fatto il rendiconto entro fine anno.
Infine la vicenda ormeggiatori, quella dei circoli non era ancora emersa. E qui sappiamo qualcosa in più della proposta fatta dalla Capo d’Anzio: un contratto di service annuale, condizionato all’avvio dei lavori, con servizi di assistenza, ormeggio e quant’altro su barche che hanno contratti con la Capo d’Anzio e site nell’attuale campo boe e sul pontile all’interno della diga di sottoflutto. Alle cooperative si chiedeva di liberare le aree entro il 15 dicembre. Le imbarcazioni presenti “saranno chiamate a stipulare contratti con la Capo d’Anzio” e “in caso di risposta negativa a tale ennesima e finale proposta” è stato dato mandato di “portare avanti lo sgombero forzato delle aree, chiedendo l’intervento della forza pubblica”. Non sappiamo se hanno accettato o meno, come serve un “interprete” per capire gli altri punti. Chiarezza, per favore, non ci stancheremo mai di chiederla.