Ispettori ambientali, dopo il bluff si riparte. E i 100.000 euro?

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Sembra che abbia fatto la voce grossa pur di vedere approvata la delibera sugli ispettori ambientali. L’assessore all’ambiente Patrizio Placidi tira dritto, ripropone una figura che sarà pure necessaria ma lo scorso anno ha tutt’altro che brillato per l’attività sul territorio. Anzi è stata sostanzialmente un bluff.

Alcune delle associazioni scelte non risultavano iscritte al registro regionale, per esempio, ci furono dubbi sulle sanzioni elevate, sulla liceità dei decreti di “incaricati di pubblico servizio“, su un vigile controllore e controllato, sulla creazione di una inesistente “polizia ambientale“, sulla durata degli incarichi e ci fu persino un’aggressione, ma soprattutto tanti proclami e nessuna risposta ai dubbi. C’è un’indagine della Procura, anche, ma nessuno ha avuto da chiedere spiegazioni, evidentemente, tra Luciano Bruschini, Giorgio Zucchini, Laura Nolfi, Roberta Cafà e Giorgio Bianchi che insieme a Placidi hanno votato in giunta i 20.000 euro necessari ai rimborsi spese per i volontari. Nessun dubbio sul fatto che dopo averli spesi e aver proceduto alle determine di impegno a tempo di record (non sappiamo se sono stati liquidati) nelle casse del Comune non è entrato un euro.  Nessuna richiesta sull’utilità reale di queste figure nel mantenimento della città pulita. Nessuna curiosità sul fatto che alcuni ispettori hanno contribuito alle sorti della lista Enea.

Nessuna richiesta – e sono amministratori, conoscono o dovrebbero conoscere il bilancio – sul mancato introito di 100.000 euro del quale ha parlato Placidi in conferenza stampa e il neo presidente della commissione ambiente, Antonio Geracitano, in consiglio comunale. Né sono curiosi, evidentemente, i consiglieri di maggioranza. Magari, chissà, andranno a segnalare a Placidi qualche nominativo da inserire nei volontari da rimborsare…

Senza pensare che il 20 febbraio scorso il capogruppo Pd Andrea Mingiacchi aveva chiesto, senza mai ottenere risposte: “Quante sono le sanzioni elevate dagli ispettori ambientali; se corrisponde al vero la cifra di 100.000 euro, resa nota dall’assessore a mezzo stampa, o a quanto ammontano in realtà le sanzioni stesse; in quale capitolo d’entrata del piano esecutivo di gestione trova riscontro l’importo delle multe degli ispettori ambientali; se le eventuali cifre relative alle sanzioni sono certe ed esigibili per l’amministrazione; qual è stato il ruolo, a riguardo, della Polizia locale“.

Nulla, si va avanti e basta. Un anno fa circa Patrizio Placidi parlava di “tolleranza zero” e aveva pienamente ragione. Ma se trovo degli zozzoni incivili, li segnalo, ma quelli non hanno conseguenze, cosa li ho trovati a fare?

Questo nessuno l’ha chiesto in giunta. Spenderemo altri 20.000 euro, speriamo non ancora a vuoto.

Ispettori ambientali, le maxi multe che sul bilancio non ci sono

ispeLe feste consentono di avere qualche minuto in più e di mettersi a cercare qualche altro documento. Così scopri che dell’attività dei famigerati ispettori ambientali – di recente finiti agli onori della cronaca per l’aggressione al presidente del Nettuno baseball – nel bilancio del Comune non c’è traccia. Meglio, non ce n’è nella misura in cui l’assessore e candidato sindaco Patrizio Placidi ce la vuole far credere.

Ribadisco un concetto espresso da mesi: solo ringraziamenti a chi si è prodigato per il bene della città con spirito di volontariato e nessuna giustificazione per gli “zozzoni” che hanno creato mini discariche ovunque, ma è bene farsi due conti.

Si parla, infatti,  di 600 sanzioni, in più occasioni – persino in consiglio comunale, come riferito da Antonio Geracitano – si è parlato di 100.000 euro di multe elevate. Ebbene ammetto di non essere un gran conoscitore di conti pubblici, ma qualcosa dalla lettura dei documenti provo a capirla. L’assessore candidato sindaco e qualche zelante dirigente e funzionario che ha “coperto” l’operazione ispettori ambientali  con discutibili decreti di nomina, creando aree che non esistono nell’organizzazione del Comune e soprattutto non prevedendo uno specifico capitolo in uscita e uno corrispondente in entrata.

Nel piano esecutivo di gestione approvato il 27 ottobre, quando l’attività degli “ispettori” era in teoria già cessata ma tutti continuavano (e continuano) ad avere il tesserino, non c’è traccia del contributo alle varie associazioni ovvero si troverà sotto la generica voce di “servizi per la tutela dell’ambiente”. Ma se in uscita il sistema si trova, diciamo così, qualcuno vuole spiegarci dove si trovano questi presunti 100.000 euro?

Forse il capitolo 417 relativo ai “Proventi per servizi non istituzionali” relativo ai servizi generali? Ma la previsione è 9.000 euro. Allora dobbiamo immaginare che siano sotto i proventi della polizia municipale (424-427)  ma escludendo il “recupero spese postali” per le quali sono stati accertati 100.000 euro confermati anche quest’anno, troviamo le “violazioni di ordinanze o regolamenti comunali” stabiliti in 30.000 euro o “altri proventi” per 11.000 o le violazioni di “altri regolamenti” per 5.000.

Insomma, dove saranno le somme delle quali si parla? Magari lunedì, in consiglio comunale, affrontando come si spera l’argomento dell’aggressione che ha squalificato la città, qualcuno troverà il modo di chiederlo.

I cittadini sporcano e la stampa è “cattiva”. Caro Placidi, non basta

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Speravamo in una presa di posizione del sindaco, Luciano Bruschini, in quanto firmatario dei discutibili e giuridicamente poco sostenibili decreti di nomina degli “ispettori ambientali”. Ma anche in quanto responsabile diretto della sicurezza sul territorio. Speravamo che dicesse: ci abbiamo provato, non ha funzionato, restituitemi i tesserini e finiamola qui, anzi mi scuso con la persona aggredita. Nulla.

Speravamo in una convocazione urgente – da parte dell’opposizione, Tontini escluso perché un suo sostenitore dopo la presenza che ha fatto approvare il regolamento sanitario è diventato , sarà una coincidenza, “ispettore” – del consiglio comunale. Nulla.

Speravamo perché l’aggressione di domenica è la punta di un iceberg di come è stata gestita alla carlona – per non dire peggio – la vicenda di chi doveva svolgere un ruolo di educazione e controllo ma si è trasformato in “sceriffo”. Calpestando regole, con persone scelte senza criterio se non quello di appartenenza ad alcune associazioni e/o politico ovvero aver sostenuto Patrizio Placidi alle ultime elezioni. Ah, associazioni che fra l’altro erano proposte per la cancellazione dalla Regione o non iscritte proprio.

Credo sia eloquente il commento che ormai l’ex comandante della polizia locale, Samuele Carannante, ha lasciato su un blog precedente: ho sempre espresso parere contrario su tale metodo di gestione (questo è uno dei motivi che hanno portato alla mia prossima rimozione)...”

Il metodo è quello usato nell’individuare un agente della polizia locale, nel frattempo anche punto di riferimento di almeno una delle associazioni prescelte, per indicare chi avrebbe fatto l’ispettore ambientale, distaccarlo all’assessorato all’ambiente e dire che il servizio era svolto dalla polizia locale quando così non è. Opporsi – a questa e altre vicende – a Carannante è costato il posto. D’altro canto non è dirigente, speriamo solo che chi arriva non faccia la fine dei predecessori…

Il servizio è stato gestito dal settore ambiente, con determine di liquidazione firmate dal dirigente a tempo di record e servizi svolti sul territorio arrivati sul tavolo di chi è stato, al tempo stesso, controllore e controllato.

I volontari – a quelli che lo hanno fatto con questo spirito va solo reso merito – avevano come rimborso 10 euro al giorno. Nulla, certo, ma nessuno ci ha ancora spiegato quante sanzioni sono state fatte, quanti soldi entreranno nelle casse del Comune e quanti andranno alla Provincia, quanto il servizio ha fatto sì che le discariche a cielo aperto diminuissero.

Su una cosa l’assessore Patrizio Placidi ha assolutamente ragione: sono i cittadini a sporcare. E’ incontrovertibile. Ci sarebbe da aggiungere che se tu fai la differenziata in tutta la città e lasci i cassonetti in centro qualcuno che viene a gettare l’immondizia c’è. Se poi fai la differenziata e la bolletta invece di diminuire aumenta, allora qualcuno che dice chi me lo fa fare lo trovi. Non hanno ragione, sia chiaro, ma il Comune non ha brillato. E se proprio doveva impiegare gli ispettori non era il caso di “piazzarli” in una zona dove i sacchetti oggi vengono tolti – da costose squadre “volanti” che poi paghiamo noi – e domani si ritrovano? Forse qualche sanzione reale e la fine delle discariche a cielo aperto oggi l’avremmo.

Non ero in conferenza stampa e mi spiace, speravo che altri dimostrassero a Placidi che può urlare e prendersela con i giornalisti quanto vuole ma i fatti parlano chiaro. E i giornalisti – magari lui è abituato a una stampa più docile – ci sono per raccontare. O magari per ricevere, come è capitato a chi scrive, qualche “simpatico” messaggio, rispedito al mittente, dagli ispettori.

Sostiene l’assessore: “Li abbiamo pagati fino al mese di ottobre. Il loro tesserino, tuttavia, è valido fino al prossimo mese di giugno e molti hanno continuato a svolgere il proprio compito, che lo ricordo è educativo e sanzionatorio solo in casi estremi (la sanzione che gli Ispettori annunciano, viene poi formalizzata dalla polizia municipale), a titolo volontario”. Dobbiamo dedurre, per esempio, che la richiesta di sapere di chi fosse un terreno a Falasche di qualche giorno fa fosse un’iniziativa degli “sceriffi” e lo stesso valga per un verbale – in possesso di chi scrive – del 28 novembre. C’è almeno un tesserino (si veda la foto di ieri) che scade ad agosto. E poi la storia dell’ispettore che ha aggredito Fortini sospeso: ma come, il servizio non era cessato a settembre? O anche lui “volontariamente” andava in giro a controllare chi getta le cose nei cassonetti, sperando di elevare una sanzione e poi avere in cambio non più della pacca sulla spalla da Placidi, dato che i pagamenti non ci sono più? E quei tesserini, le auto con l’autorizzazione “di servizio”, le palette che usano – sempre gratis, ce lo dice l’assessore, da ottobre – non sono una violazione? Caro assessore, come si gira si gira questa vicenda puzza. E anche molto.

Non c’ero alla conferenza, ma sarebbe stato interessante sapere anche quando il “porta a porta” – con quello che paghiamo… – inizierà anche in centro. O cosa ne pensa, Placidi, dell’azienda che ha vinto come tutti si aspettavano e ha un’interdittiva antimafia. Perché lui – che evidentemente tanto bene ha amministrato… – si candida a guidare questa città. E allora certe risposte dovrebbe darle.

Ispettori ambientali, il criterio Enea. Subito un’inchiesta e via i tesserini

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Con il passare delle ore emergono questioni a dir poco singolari sulla vicenda che ha portato all’aggressione del presidente del Nettuno baseball, Piero Fortini, da parte di una persona che ha mostrato il tesserino di ispettore ambientale del Comune di Anzio.

Ho espresso alcune perplessità già qui, ma apprendo che l’autore del gesto prima di mostrare il tesserino avrebbe detto al malcapitato indiano anche di essere un appartenente alle forze dell’ordine. Soprattutto che in Comune giurano che il servizio è cessato il 30 settembre.

Non basta al Comune per lavarsi le mani o sottrarsi alle responsabilità. Della serie: non sei più poliziotto ma ti lascio la pistola, poi se la usi io non c’entro nulla… Troppo comodo. Qualcosa non torna, infatti, a che titolo questi signori giravano e controllavano fino a qualche giorno fa? Addirittura rilasciavano verbali con il simbolo del Comune? Avrebbero percepito i 10 euro o hanno agito di loro iniziativa? Chi li autorizzava o, semplicemente, chi ha lasciato nelle loro mani i tesserini (quello che pubblichiamo, del resto, ha scadenza 2015) e i permessi delle auto?  E perché, se tutto è cessato, tra i primi a preoccuparsi del caso Fortini c’è stato l’assessore Patrizio Placidi?

Semplice, con il passare delle ore trova conferma quello che in molti immaginavano da tempo: buona parte degli “ispettori” erano sostenitori della lista Enea – ecco il criterio di scelta – alcuni erano stati assunti nella costosa differenziata partita in  fretta e furia in campagna elettorale, altri erano ai seggi, altri ancora sono “passati” per gli ispettori.

Se tra le nostre forze dell’ordine e la Procura di Velletri qualcuno ritiene che siamo di fronte a una notizia criminis sarà bene aprire un’inchiesta immediata su questi “sceriffi” e su come hanno funzionato le cose, magari senza scomodare il voto di scambio ma cercando di capire. In Comune, invece, sindaco e segretario faranno bene a svolgere il loro ruolo di garanti, a convocare gli ispettori e togliere immediatamente loro tesserini e quant’altro. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di queste  irregolarità che sfociano in figuracce come quella con la notizia di Fortini che ha fatto il giro del web e finiscono nel penale. Per favore, basta.

Ispettori ambientali, doveva succedere. Chiarezza su questi “sceriffi”

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Doveva succedere, non c’è dubbio. Era nell’aria. Se già mettendo insieme un gruppo come quello degli “ispettori ambientali” non si rispettano a pieno le norme, cosa potevamo aspettarci poi?

L’episodio dell’aggressione a Piero Fortini, presidente del Nettuno baseball, è la goccia che fa traboccare il vaso. Dispiace per Fortini, ma forse la sua vicenda a qualcosa servirà. A fare quella chiarezza, per esempio, che sull’argomento non si è mai avuta.

Il signore in questione si è qualificato come “ispettore ambientale” e ha mostrato un tesserino rilasciato dal Comune di Anzio. Era su un’auto, come suoi “colleghi”, con simboli del Comune e alcuni di questi novelli “sceriffi” hanno persino una paletta che non è consentita. Ma intanto siamo ad Anzio, che problema c’è? In maggioranza nessuno parla, l’opposizione si preoccupa d’altro, gli ispettori – “volontari” a 10 euro al giorno – male che vada danno “una mano”. A far cosa non si è capito fino a ieri, ora sappiamo che aiutano a mettere insieme – fino a prova contraria per conto del Comune – una figuraccia. L’ennesima per gli “ispettori” che facevano verbali incomprensibili o si “appostavano” con chissà quale fine in attesa di chi faceva l’infrazione di turno. Sia chiaro: chi sbaglia non ha ragione, ma sanzionarlo con uno strumento illegittimo è ancora peggio. Commettere un reato come l’aggressione, poi…

Ecco, siccome questi signori hanno un tesserino del Comune, svolgono secondo i decreti firmai dal sindaco funzioni di “polizia giudiziaria” (!?!?!) continuano a girare per la città, qualcuno gentilmente vuole spiegarci?

Come sono stati scelti, per esempio, attraverso quale bando e quali caratteristiche dovevano avere. Chi ha stabilito la formula di pagamento. Come si è stabilito che un vigile urbano – punto di riferimento per un paio di associazioni coinvolte in questo compito – ne controllasse l’attività. Dov’è scritto sulla dotazione organica del Comune che esiste un nucleo del genere, apparso finora solo sui verbali e nei permessi sulle auto. Se lo stesso vigile è stato controllore e controllato. Ignoriamo, poi, di fronte a quello che sono costati quanto hanno consentito al Comune di incassare e se la città è stata più o meno pulita, se le discariche a cielo aperto che sono sempre lì siano diminuite o non.

Sul caso specifico, invece, forse l’assessore all’ambiente Patrizio Placidi e l’entourage della sua Lista Enea – già alle prese con un’indagine sugli affidamenti alle cooperative – potrebbero illuminarci. Risulta che l'”ispettore” in questione fosse particolarmente vicino a quella lista e anzi fosse a festeggiare vicino a Placidi la vittoria elettorale. Lecito, per carità, ma se uno dei criteri di scelta degli “ispettori” è stata l’appartenenza a uno schieramento politico e poi i risultati sono questi…

Un appello, infine, al sindaco che ha firmato i decreti e al segretario che si occupa dell’anticorruzione: intervenite, fermate questi “sceriffi”. Stavolta è volato un pugno, non osiamo immaginare situazioni più gravi.

Ispettori ambientali, la segnalazione “segnalata” e quello che non torna

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Ti arriva un verbale da chi vuole capire. Da chi ha avuto il “richiamo” dagli ispettori ambientali ma scopre qualche singolarità. Certo, ha sbagliato e vorrebbe anche pagare – è un cittadino che di solito rispetta le norme – ma a leggere il foglio resta colpito.

L’italiano è quello che è: “La presente segnalazione permette all’utenza di ottemperare alle norme segnalate senza l’emissione di sanzioni amministrative e/o penali entro un termine di 5 giorni e consegna della documentazione presso l’ufficio ambiente, settore ispettori ambientali comunali siti in…

Segnalazione segnalata? Già, ma quale poi? E cosa dovrebbe consegnare il cittadino per evitare l’emissione di sanzioni? Si ignora, anzi pare una gag di Totò. Ma è solo un aspetto di questo raffazzonato servizio messo in piedi evidentemente in fretta e furia. Ricordiamolo: senza alcun bando, né criteri sulla scelta dei volontari.

L’altro aspetto è formale. Nella polizia locale – riportata nel verbale subito dopo la scritta Città di Anzio – non esiste un nucleo ispettori ambientali. Non risulta essere mai stato costituito e, se lo è stato, non fa capo alla polizia locale. Né se ne trova traccia sul sito del Comune alla voce “Amministrazione trasparente”. Di più, si parla nel verbale di un “responsabile del settore ambiente” che non risulta mai nominato e anche in questo caso non è indicato sul sito. Dove, giova ricordarlo, alla polizia locale corrispondono: comando territoriale Anzio centro, decoro urbano – controllo lotti – commercio, comando territoriale Lavinio, servizi contravvenzioni, notifiche, pronto intervento, segnaletica. All’ambiente e sanità, invece, corrispondono: gestione rsu, servizio tutela parchi e giardini, ufficio gestione sicurezza, ufficio igiene e sanità.

Chi ha preparato i fogli dei verbali? E dove sono il nucleo e il responsabile? Mistero. Segnaliamo la segnalazione – si gioca eh… – hai visto mai che qualcuno risponde?

Gli ispettori ambientali “detective”, le ronde, la città senza regole

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Sembra un blitz vero e proprio. Parcheggiano l’auto piena di adesivi che già “certifica” il loro avere a che fare con il Comune. Scendono in divisa, tesserino e paletta (quella a dire il vero sembra giocattolo) e chiedono informazioni. Ci sono ancora – anche a estate finita – e sono più “agguerriti” che mai gli ispettori ambientali. Peccato che vadano dai cittadini a chieder loro di fare da delatori. Già, proprio così. Di chi sarà mai quel terreno incolto da anni, diventato improvvisamente un lotto sul quale i novelli investigatori stanno indagando? Chissà… Scendono dall’auto e mostrano il tesserino perché vogliono saperlo.

Poi rifletti un attimo e dici: ma come, voi siete una specie di “sceriffi” del Comune e non sapete di chi è un terreno? Volete davvero dirci che in Comune nessuno sa chi è il proprietario? No, diteci che siamo su Scherzi a parte, dai…

Purtroppo è tutto vero e i volontari a 10 euro di rimborso al giorno ovvero ispettori e/o aspiranti sceriffi, continuano la loro attività di “detective“. Con tanto di dubbio riconoscimento della qualifica di agente di polizia giudiziaria. Il tutto senza alcun bando da parte del Comune per cercarli, né conoscenza dei criteri con i quali sono stati scelti, né avere – a oggi – un consuntivo di cosa hanno prodotto e quali attività stanno ancora svolgendo. Ad esempio, la pulizia della città se ne è giovata? Sembra proprio di no. A controllarli resta sempre un dipendente del Comune che è, al tempo stesso, controllato in quanto punto di riferimento delle associazioni che hanno “fornito” ispettori. Chissà che in quella che molti identificano come una battaglia per ripristinare la legalità, il segretario generale si accorga anche di questo.

Intanto possiamo dormire tutti sonni più tranquilli. Dal 13 dicembre arrivano le “ronde” volute da Fratelli d’Italia. Speriamo bene, perché i rischi che si corrono sono diversi. Per chi sarà in strada e per i cittadini. Prendiamo l’iniziativa come una provocazione, un segnale – se ce ne fosse il bisogno – che la sicurezza è ben poca come dimostrano anche recentissimi fatti di cronaca. Ma attenzione, non aggiungiamo agli “sceriffi” dell’ambiente quelli che fanno i paladini della sicurezza. Perché rischia di finire male il primo ubriaco – peggio se immigrato – che si aggira dalle parti delle “ronde” e magari fa una battuta fuori posto.

La realtà è che in questa città senza regole chi si alza prima, come recita il vecchio adagio, si veste. La questione sicurezza dovrebbe essere oggetto di un sereno, serio e costruttivo confronto istituzionale. Di un investimento, importante, su telecamere che invece non funzionano o lo fanno a singhiozzo. Di un coinvolgimento – se non erro era nel programma di Bernardone sindaco – delle agenzie di guardie giurate. Comunque servirebbero dei criteri che, al solito, qui non ci sono. Il motivo? Semplicissimo:  con una commissione rabberciata e qualche ispettore ambientale – con tutto il rispetto per i componenti – il Comune pensa di aver risolto il problema.

Volontari a pagamento, dopo gli ispettori anche i carabinieri

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Il concetto rimane sempre lo stesso: solo ringraziamenti a chi si prodiga per gli altri. Detto questo, la lista dei volontari “a pagamento” – contraddizione in termini – si allunga. Nuove liquidazioni alle associazioni di protezione civile o simili che hanno svolto, attraverso loro personale, il ruolo di “ispettori ambientali” dei quali ancora ignoriamo criteri di scelta e soprattutto risultati. Somme che vengono chieste e liquidate – ma materialmente i pagamenti attendono ancora di essere effettuati perché non sono stati emessi mandati – a tempo di record. D’altro canto con un punto di riferimento delle stesse associazioni che siede direttamente in Comune ed è chiamato al ruolo di controllore e controllato è difficile avere tempi lunghi.

Agli “ispettori” – ma c’è un’intera associazione dimissionaria –  si aggiungono, adesso, i volontari dell’Associazione nazionale carabinieri. Non è una novità. Ormai da anni appartenenti all’Arma ormai in congedo si prestano all’ingresso e all’uscita delle scuole medie per cercare di prevenire fenomeni di bullismo. Un servizio che “ha prodotto una notevole diminuzione degli atti vandalici e di bullismo”. Bene, qualcosa che funziona e che forse merita pure i 12.600 euro destinati all’associazione. Si tratta di 1.400 euro al mese per due ore al giorno con cinque operatori. Un rimborso spese, vero, ma resta il problema di cosa intenda, il nostro Comune, per volontariato. Ah, sarebbe bello sapere anche se esiste o meno un registro e quali criteri si usano per assegnare a questa o quell’associazione dei servizi a pagamento.

Ispettori ambientali, i dubbi che restano

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Non ci pagano e non abbiamo permessi”. Gli ispettori ambientali – attraverso facebook o in incontri personali – ci tengono a precisare. Nel primo caso hanno ragione: le associazioni alle quali appartengono sono state liquidate, a tempo di record, dal Comune ma i mandati di pagamento non ci sono ancora e quindi per i rimborsi c’è da aspettare… Il permesso, invece, come dimostra questa immagine, qualcuno evidentemente ce l’ha… Peccato – nonostante la scritta – che non l’abbia rilasciato la polizia locale…

Restano i dubbi, poi, sulle sanzioni che questi “pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio” – come vengono definiti nei decreti di nomina – hanno fatto e stanno facendo, persino a chi ha delle siepi troppo abbondanti e non solo a chi getta rifiuti in luoghi non consentiti. Perché? Semplice, basta cercare su internet per scoprire che “l’ispettore ambientale non può essere un qualsivoglia soggetto privato”. Ed è facile fare un riscontro in particolare con gli ausiliari del traffico. Mentre per questi ultimi esiste una disposizione che “autorizza la delega di funzioni” è vero che “una norma analoga manca certamente nel caso degli ispettori ambientali”.

Allora? L’impressione è che si sia creato tutto questo apparato sì per provare a controllare il territorio ma anche con l’intento di far “arrotondare” qualche euro ad alcuni ispettori o di mantenere qualche promessa elettorale. Certo, non saranno 20.000 euro a rovinare il Comune di Anzio, però questa vicenda è emblematica di come si procede.

Nessun bando, nessuna ricerca, nessun criterio, soldi ad associazioni che in alcuni casi nemmeno sono iscritte al registro regionale, 10 euro a forfait a ciascun volontario non si sa sulla base di quali pezze d’appoggio. Non c’entrano gli ispettori, sia chiaro, anzi sono vittime di questo sistema. Altri dovrebbero fornire spiegazioni…