
Il vice sindaco Giorgio Zucchini
Periodi che si “sovrappongono“, l’Inps se n’è accorta e così il dirigente dell’area finanziaria di Anzio, Franco Pusceddu, torna al lavoro. Ci sono otto mesi di differenza e una storia tutta italiana, quella di una domanda di pensione presentata ad aprile e di una risposta che arriva quando lui ha già lasciato il lavoro, costringendolo – a quanto pare – a tornare e a far incassare una pessima figura anche al Comune.
Non tornerà al suo posto, però, anzi riprenderà da dove aveva iniziato: pubblica istruzione, cultura, servizi sociali. Lo stesso incarico al quale il sindaco voleva assegnarlo e che rifiutò dopo la sospensione di Angela Santaniello, che in teoria resta titolare di quella “casella” e per la quale il 19 ottobre c’è l’appello ma che finora, in questo Comune allo sbando, è l’unica ad aver pagato.
Non tornerà al suo posto perché nel frattempo, con una procedura ex articolo 110, per sostituirlo è stato nominato un altro dirigente. Peccato che la commissione, composta dalla segretaria generale, da un membro condannato a Pomezia e da un altro esperto, non si sia accorta che il titolo di studio presentato non corrispondeva al bando. Ma quel dirigente – fortemente voluto da Giorgio Zucchini – è uno bravo e ora si cerca una via d’uscita per tenerlo. Basterebbe riconoscere l’errore e agire di conseguenza, perché tenere lì con un titolo sbagliato rispetto al bando Patrizio Belli vuol dire essere sprezzanti delle regole basilari. Vedremo. Per la prima volta un consigliere del Pd, Andrea Mingiacchi, sembra aver agito come il suo ruolo impone. Nessuno vuole mandare via Belli, né andare in Procura, ma si agisca per riparare a un errore madornale.
Ma nel frattempo c’è il rischio di danno erariale, se chiami a sostituire chi è andato in pensione e quello torna, come giustifichi quella sostituzione?
Di certo se arriviamo a questa situazione è per le idee “ballerine” dell’organizzazione del Comune da parte di Zucchini, avallate da una giunta tutta presa a poter “controllare” i funzionari ritenuti “amici“. Nessuna programmazione, una pianta organica l’anno, anzi anche due a volte, con l’ultima che differisce nei documenti allegati alla delibera, ha portato a una sostanziale paralisi. Cambia, “pesa” le posizioni, stai attento a non toccare Tizio o Caio, rimetti a posto tutta la posta interna, le firme, il protocollo….. La paralisi, appunto. Con la smania di controllare, si è finiti fuori controllo. Non scegliere, rinviare, voler “contare“, sa tanto di antico, altro che 3.0 sbandierato in campagna elettorale. L’amore-odio con i dirigenti, spesso denunciato in questo umile spazio, ha portato a una condizione di invivibilità che alla fine pagano i cittadini. Come per il 3.0 de noantri, dove ogni ufficio prende il suo software, i programmi non dialogano tra loro, il Comune paga e a chi compra la politica non può dire nulla, perché poi ha bisogno di chiedere….
Un altro esempio lampante? La politica che non sceglie la stazione unica appaltante, rinvia, e una gara per le mense pronta che non si riesce a fare. Perché? Volevano “controllare“, volevano che si potesse in qualche modo avere un interlocutore se ci fosse da andare a chiedere. Come se sindaco, assessori e consiglieri comunali dovessero occuparsi della gestione, cosa che invece fanno perché ciascuno – chi più chi meno – ha una cooperativa, magari quella che ha portato i voti decisivi, un’associazione, qualcuno da accontentare. La legge è chiara: la politica decide, la macchina amministrativa funziona applicando quelle decisioni nel rispetto delle norme. E’ avvenuto questo?
Se mai costruiremo #unaltracittà sarà così e basta. Perché prima vengono i servizi ai cittadini. Sempre.
Di seguito l’intervento di Marco Maranesi, consigliere di “Liberi di cambiare“, unico a essere intervenuto finora sulla vicenda Pusceddu, annunciando persino un ricorso.
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In merito alle notizie apparse nei social network su una possibile riassunzione dell’ex Dirigente all’Area Economica Finanziaria del Comune di Anzio ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci sono le condizioni per procedere con un ricorso al T.A.R. del Lazio con richiesta di sospensiva contro qualsiasi provvedimento che il Comune di Anzio eventualmente adotterà, in quanto il presunto errore non è imputabile al Comune di Anzio ma all’ente I.N.P.S..
Non c’è alcun obbligo, per il Comune di Anzio, in questo momento, di procedere alla riassunzione dell’ex Dirigente collocato in pensione dal 1 settembre.
In un Comune dove c’è mancanza di liquidità per effettuare la minima manutenzione degli edifici scolastici, dove non si riesce neanche a chiudere un piccola buca per le strade della città, dove non si riesce a riparare un lampione della pubblica illuminazione in vista della festa del patrono del quartiere e dove c’è difficoltà ad erogare anche i minimi servizi essenziali sempre per mancanza di risorse finanziarie, non possiamo spendere centinaia di migliaia di euro in stipendi Dirigenziali che al momento non sono più necessari per il buon funzionamento dell’ente e soprattutto per errori commessi da altri enti.
Colgo inoltre l’occasione per dare tutta la mia personale solidarietà al Nuovo Dirigente dell’Area Economica Finanziaria Dott. Patrizio Belli, persona capace, competente e di una straordinaria educazione, dopo i numerosi attacchi che ha subito in questi giorni da parte di alcuni colleghi di Consiglio Comunale e di alcune lobby locali attente a salvaguardare il vecchio sistema gestionale che vigeva al Comune di Anzio, un sistema senza alcun controllo che ha devastato un ente che era un tempo il fiore all’occhiello di tutta la Provincia di Roma.
Molto probabilmente per alcuni è più importante salvaguardare un vecchio sistema che metteva d’accordo molte personalità miste, che un nuovo sistema attento invece, affinché la macchina amministrativa sia più efficace, funzionale e più attenta ad eventuali sprechi che in questo particolare momento storico vanno evitati.