
Vengo meno al silenzio che mi ero imposto in un periodo drammatico, nel quale abbiamo ben altre emergenze da affrontare. Però di fronte a quanto leggo per lo spostamento di alcuni richiedenti asilo da Nettuno all’ex hotel “Succi” è bene ristabilire i fatti.
Uno capisce – De Andrè perdonerà, – che c’è chi “Si costerna, si indigna, si impegna, poi getta la spugna con gran dignità”, ma è ora che chi ininterrottamente governa questa città dal ’98 si assuma le proprie responsabilità. O quanto meno riconosca che ha lasciato correre su alcune questioni, guarda caso riferite a chi era, è e probabilmente continuerà a essere negli ambienti politici o se vogliamo in quello che mi piace definire il “sistema Anzio”.
Una premessa è necessaria: se i cittadini non possono muoversi, non si capisce quale “genio” della Prefettura disponga lo spostamento di una cinquantina di loro, pur comprendendo il rischio sanitario in uno dei centri dove erano accolti. Né – se è vero – si capisce il motivo per il quale la cosa sia passata “sopra” la testa dei Comuni come riferiscono i sindaci. Sì, quello di Nettuno – dove la manifestazione non autorizzata e capeggiata da amministratori pubblici (sic!) è una delle peggiori pagine che si ricordi – e quello di Anzio. Possibile?
Detto questo, non è accettabile che tutti dimentichino, per primo chi oggi si adira per la presenza di migranti all’ex hotel, come sia stata fatta quella operazione e come siano arrivati. Come sia stato trattato chi, allora, provava a chiedere lumi, ad esempio l’ex consigliere regionale Fabrizio Santori e il movimento “Città futura”, chi scriveva questo blog o il comitato di cittadini. Perché il centro – lo ricorda la Asl in una sua lettera del 14 agosto 2015 – è stato aperto “all’interno di ambienti per i quali vige tuttora l’ordinanza sindacale del 9 giugno 2014 che imponeva la sospensione dell’attività alberghiera e l’immediata chiusura dei locali stessi”. Ordinanza, poi, parzialmente revocata. Sappiamo che il sindaco era Luciano Bruschini, sappiamo che una lettera della Asl del dicembre 2013 era rimasta nei cassetti, sappiamo che l’attuale sindaco De Angelis era consigliere comunale e come lui in quell’aula c’erano (all’opposizione?) gli oggi assessori Fontana, Ranucci, Ruggiero. Ma l’ex hotel era di un allora consigliere di maggioranza, la politica non pesta i piedi a chi la “fa”, così quel centro aprì ed è ancora al suo posto perché molti si girarono dall’altra parte. Compreso il resto dell’opposizione (leggi Pd e allora esponente 5stelle) che si fermò a qualche interrogazione. E compresa una Procura (leggi Velletri) che non tenne conto dell’esposto presentato dai cittadini.
Oggi prendersela con la Prefettura – se davvero nessuno sapeva – ci può anche stare. Ma è la stessa Prefettura che – complice la politica e i suoi “aggiustamenti” – ha evitato l’onta di una commissione d’accesso che era praticamente pronta per Anzio. E che se fosse arrivata avrebbe scoperto che non solo le ordinanze non si rispettano, ma se metti insieme le carte di qualche inchiesta ritrovi sempre gli stessi personaggi e sempre intorno ad affari. Dai parcheggi dietro al porto alla biogas, dall’appalto dei rifiuti alle cooperative del verde. Aspetti che penalmente saranno pure irrilevanti, ma restano – opinione personale – almeno disdicevoli.
Ma c’è dell’altro relativamente a quella struttura e si legge in una perizia che era stata depositata in Tribunale, vale a dire la presenza di un abuso per il quale – nel 2002 – era stata emessa ordinanza sindacale “mai eseguita”. Chi era sindaco? E chi amministrava la città? Sempre gli stessi, non ci si può sbagliare.
Ad ogni modo, siccome non è la prima volta che racconto queste vicende, chi vuole approfondire trova tutto qui
Restiamo a casa, infine, e prendiamo atto dell’impegno dell’amministrazione di Anzio a favore dei cittadini in questo delicatissimo momento. Quando ci vuole, ci vuole.