Il Comune di Anzio e in particolare il dirigente dell’area finanziaria deve rispondere “con sollecitudine” e consegnare i documenti che ha tenuto per sé rispetto alla vicenda del Falasche calcio che non paga quanto dovuto. A seguito della risposta che… non risponde che, volendo, potete approfondire qui, ho presentato istanza al difensore civico regionale. Questi, per competenza, l’ha mandata a quello della Città metropolitana che oggi, cortesemente, mi ha fatto pervenire la nota spedita in Comune.
I punti 1, 2, 3 e 5 della richiesta presentata vanno soddisfatti, per 4 e 6 è bastato dire che sono in corso fasi “endoprocedimentali“. Ne prendo atto e rispetto la decisione del difensore civico, aspetto ora “con sollecitudine“: copia del capitolato dei lavori concordati; certificato di fine lavori; ammontare del debito della concessionaria nei confronti del Comune; il quadro dei pagamenti eventualmente effettuati dalla società concessionaria. Vale a dire i punti mancanti sui quali si è preferito glissare.
E’ comprensibile quello che ha fatto il dirigente dell’area finanziaria, attenzione, c’è di mezzo un assessore, gli avranno detto che “giocano i regazzini….” che questo rompiscatole “è candidato” che “tanto mo sistemano” e via discorrendo. Si capisce anche la deferenza nei confronti di chi ti tiene in un posto per il quale è stato presentato un titolo per un altro, va bene tutto.
Le norme, però, sono chiare e dispiace per lui quelle richieste “sono volte a conseguire dati e documenti, oggetto del diritto di accesso generalizzato” – come scrive il difensore civico. Lo spieghi a sindaco, assessore e a quanti si saranno prodigati per continuare a insabbiare ciò che era ed è – lo ribadisco – la punta dell’iceberg della gestione del patrimonio ad Anzio.
Una cosa fa riflettere: quei documenti potrebbe averli immediatamente uno qualsiasi dei consiglieri comunali nell’esercizio del suo ruolo. Sarebbe loro compito – una volta uscito qui e su media il potenziale danno al Comune, se non la truffa – andare a verificare. Dovrebbero farlo, a maggior ragione, perché quella società continua a difenderla pubblicamente un assessore che dovrebbe scegliere se restare dominus del Falasche o fare l’amministratore. Dovrebbe farlo un’opposizione – quel che ne resta – degna di tale nome. Non è successo e non succederà, la classe politica è abituata ad assolvere se stessa. Ma quei documenti, vedremo con quanta “sollecitudine“, prima o poi usciranno.
La sfida per chi si candida ad amministrare Anzio nel 2018 non è solo quella di rendere pubblici e trasparenti tutti gli affidamenti del patrimonio dopo aver realizzato delle schede, ma cominciare a smetterla con questo atteggiamento di perbenismo tra eletti in Consiglio e soprattutto con il familismo amorale. E’ un’altra importante linea di demarcazione tra questo modo di “fare” politica e #unaltracittà
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