Arrivata la sentenza d’appello, la dottoressa Angela Santaniello è stata immediatamente reintegrata nei ruoli e domani tornerà in servizio ad Anzio. Va dato atto alla segretaria generale di essere stata celere come il suo predecessore che sospese immediatamente la Santaniello dopo la sentenza di condanna.
Ma il punto non è questo, né lo sono le prese di posizioni che arrivano dalla politica locale, indaffarata a trovare un posto alla dirigente riammessa o a farle complimenti. Si comprendono quelli del sindaco che parlò in Tribunale della “migliore dirigente che ho“, meno quelli del consigliere Maranesi che denunciò la Santaniello, poi si espresse ancora sulla sua richiesta di reintegro, mentre lei a sua volta presentò una dettagliata denuncia sulle pressioni subite rispetto alla gara della mensa.
Ho scritto qualche giorno fa che non era il caso di usare ipocrisia da parte della politica – tutta – che vuole continuare a mettere bocca nelle vicende che non le competono. Così, come per la “processione” il giorno dopo la condanna, per cortesia domani niente fiori ma qualche certezza sul ruolo che dovrà svolgere.
Era dirigente di area, ha diritto ad averne una. Sceglie il sindaco, quindi guardi bene tra le varie riorganizzazioni come si può sistemare la vicenda. La segretaria generale, ad esempio, sta svolgendo il ruolo di controllore e controllato – essendo responsabile dell’anti corruzione e gestendo l’area amministrativa – sarebbe la soluzione migliore e ripristinerebbe ciò che dovrebbe essere per legge e buon senso, senza aspettare che sia l’Anac a dircelo. Ma c’è anche Pusceddu nel doppio ruolo, Servizi alla persona e Area tecnica. Insomma, si decida e si faccia lavorare al meglio la Santaniello. Con la quale, in passato, sulla gestione quotidiana ci siamo scontrati spesso, ma che ha pagato un prezzo indegno in un Paese civile nella sua vicenda penale.
Si faccia lavorare senza le pressioni politiche che lei stessa ha denunciato sulla vicenda mense, per esempio, e che la portarono alla condanna di primo grado nella vicenda che poi l’ha vista assolta. Le pressioni politiche che hanno portato Walter Dell’Accio – ad esempio – a essere imputato perché “le proroghe favorivano i soci elettori di Placidi“.
Per questo – sembra una banalità, ma non lo è – la politica deve pensare a programmare, la dirigenza a eseguire, nel rispetto delle regole. In passato – e anche di recente – non è stato così. Perché al politico serve il favore, fosse anche per una pratica X, e il dirigente da quel momento può fare ciò che vuole o quasi.
Se vogliamo costruire una città diversa, dovremo ripartire da qui: ruoli certi e definiti, con un piccolo esempio. Se la politica decide che tutte le strade devono essere verdi, i dirigenti devono fare in modo che siano verdi, applicando le norme e garantendo criteri di imparzialità ed economicità. Senza mettersi a dire “ma guarda questi, sono meglio gialle….” e a cominciare a porre ostacoli. Se poi un consigliere comunale o un assessore o il sindaco per farsi belli vanno dal dirigente a chiedere che la strada del loro quartiere, dove li votano in tanti, deve essere blu, hanno il dovere di rispondere “non si fa“, perché altrimenti saranno venuti meno al loro ruolo ma soprattutto potranno “ricattare” domani il politico, magari facendo tendere al giallo le strade che dovevano essere verdi. L’ho fatta terra terra, ma la realtà – ad Anzio e non solo – è stata questa.
Bentornata, dunque, dottoressa Santaniello. Speriamo la facciano lavorare in pace e soprattutto: occhio agli ipocriti.
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