Porto, Maranesi parla di “Soap opera”

Ricevo e pubblico, da Marco Maranesi, sulla vicenda porto

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SOAP OPERA “IL RIPENSAMENTO…. LA PRIVATIZZAZIONE DI ANZIO”
Attori protagonisti: Luigi D’Arpino e Antonio Bufalari
Regia: Franco Pusceddu (dirigente del Comune in ferie fino a settembre prima della pensione ma ancora incollato alla poltronissima del porto)
Produttore unico: Renato Marconi

Se i fatti riportati da un noto settimanale locale corrispondono al vero ma non ne dubito vista l’autorevolezza di chi ha firmato l’articolo purtroppo siamo ai titoli di coda della Soap Opera e possiamo dire che il porto pubblico, il bando di gara, il nuovo CDA formato da seri professionisti è stato l’ennesimo bluff che rimarrà chiuso nelle stanze di Villa Sarsina. Il produttore Renato Marconi è sceso in campo, ha spedito ad Anzio il fido Antonio Bufalari che con il regista, Franco Pusceddu, ha confezionato una Soap Opera degna delle migliori serie americane. Troppo importanti quelle poltrone del CDA, troppi sono gli interessi che girano intorno alla privatizzazione del Porto e quindi alla privatizzazione della nostra Città.

Caro Presidente d’Arpino:
Non ti candidi più come Vicesindaco di altri?
Non ti candidi più con le persone perbene di questa città?
Non sei più uscito da Forza Italia?
Non dici più che il Sindaco non è libero?
Non ti senti più abbandonato?
Hai dato le tue dimissioni definitive?
Non ringrazi più Renato Marconi per l’ottima collaborazione in questi anni?

Caro Franco Pusceddu:
Perché resti incollato alla poltrona del CDA della Capo d’Anzio nonostante le annunciate dimissioni di D’Arpino?
Come fai s stare nel CDA quale rappresentante del Comune se sei praticamente in pensione?
Sei favorevole alla causa intrapresa dall’Avv. Cancrini per la riacquisizione delle quote che in modo illegittimo sono finite nelle mani di Marconi, così come stabilito dal Consiglio Comunale? Oppure ti sei adoperato per bloccare la causa?

Alla prossima puntata.

Intimidazioni mafiose, Maranesi va tutelato

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Il consigliere comunale di Anzio Marco Maranesi non usa mezzi termini e parla di “intimidazioni mafiose” nei suoi riguardi.

Lo fa dicendo chiaramente di non essere indagato per il presunto voto di scambio nel settore degli appalti per i rifiuti di Anzio, insieme all’assessore Patrizio Placidi. Se l’intimidazione mafiosa è la pubblicazione della notizia – che lui contesta annunciando come un politico navigato la richiesta di risarcimento, un classico – è fuori strada. E se si preoccupa dell’uscita in concomitanza con il direttivo del Pd è fuori strada.

Chi scrive ha qualche anno in più del giovane consigliere e conosce a fondo le dinamiche del giornalismo, non solo locale. Correre  al “che c’è dietro” e alle “coincidenze” non porta da nessuna parte, perché in 99,9 casi su 100 le notizie escono quando ci sono. Questa vicenda sembra simile a quella del “Caro estinto“, a dire il vero, ricorda gli articoli e il clima che c’era.

Se poi si tratta di notizie false Maranesi fa bene a denunciare, ma siccome parla di “intimidazioni mafiose” se permette siamo tutti preoccupati. Perché sarebbero rivolte a lui, immaginiamo, che ha un ruolo pubblico e rappresenta i cittadini che lo hanno votato. Perché questo avviene in un Comune dove la situazione è tutt’altro che rosea, anzi non ci fosse stata Mafia Capitale forse le procedure di scioglimento erano già partite.

Nessuna voce si è alzata – negli ambienti della politica locale – dopo la pesante denuncia e questo dispiace. Se quelle intimidazioni ci sono – e non abbiamo motivo di non credere – Maranesi va tutelato. Forse è più importante questo di una querela ai giornali – quelle vanno sempre di moda – sicuramente è più importante pensare a questo e alla città che non alle notizie o alle presunte strategie.

I giovani consiglieri, la replica di Maranesimar

Ricevo da Marco Maranesi e pubblico la sua presa di posizione su quanto espresso in un recente commento sul ruolo dei giovani consiglieri.

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Caro Gianni,

sono un tuo assiduo lettore e consentimi alcune precisazioni rispetto al tuo ultimo editoriale sulle giovani leve della politica di Anzio.

Se volevo “LEGITTIME BREBENDE” delle quali parli nel tuo editoriale, sarei rimasto in maggioranza a fare il Capogruppo del primo partito del Consiglio Comunale e il Presidente della Commissione Ambiente.

Invece, unico caso ad Anzio, mi sono concretamente dimesso dai miei incarichi per essere LIBERO di dare seguito alla mia azione politica, che resta critica rispetto all’operato dell’amministrazione Bruschini.

Credo di aver dato un contributo positivo al dibattito e di averci messo sempre la faccia, assumendomi in prima persona tutte le responsabilità per le mie affermazioni.

Ho consentito alla città dopo tre lunghi anni, di conoscere il parere legale dell’Avv. Cancrini sul porto, segretato dal Dott. Pusceddu e dal Sindaco.

Oggi quel parere è noto a tutti ed ha “OBBLIGATO” il comune ad intraprendere la causa, che avrebbe dovuto fare tre anni prima, per riprendersi le quote della Capo d’Anzio S.p.A..

Per non parlare della mia azione “SULL’AFFARE MENSE” e su quanto si celava dietro quell’appalto, nel silenzio generale, con un servizio pessimo rivolto a circa 3500 bambini.

Non sono censore di nessuno, ma svolgo con passione il mio ruolo di Consigliere Comunale a servizio della cittadinanza.

Ho un progetto di città, al quale sto lavorando insieme a tanti amici, che al momento opportuno sarà sottoposto al giudizio dei cittadini.

Sogno una città normale, dove tutti i cittadini possono accedere ai servizi del Comune perché ne hanno diritto, e non perché sono gli amici del politico che amministra la cosa pubblica.

Sono certo che da buon giornalista mi darai atto che, a differenza di altri miei colleghi, sono rimasto coerentemente all’opposizione nonostante le “LEGITTIME PREBENDE” che ho rispedito al mittente.

Ti auguro buon lavoro e ti ringrazio anticipatamente per lo spazio che riserverai a queste mie precisazioni.

 Marco Maranesi

Consigliere Comunale di Anzio

Movimento Civico “LIBERI DI CAMBIARE”

Se questi sono i giovani, ridateci i vecchi…

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Il passaggio di Davide Gatti in maggioranza ad Anzio era ampiamente atteso. E come lui altri dell’insolita opposizione di centro-destra aspettano solo un cenno per fare il salto. E’ naturale nella politica di oggi, dove cambiare casacca è normale e dove ci si preoccupa di “posizionarsi” possibilmente nel gruppo vincente o comunque di “contare“. Così il giovane Gatti (“vedrai che sorpresa” – diceva l’allora candidato sindaco Candido De Angelis) decide di passare nel gruppo che fa capo all’assessore Alberto Alessandroni e al consigliere Velia Fontana. I quali, almeno alle ultime europee, facevano parte dell’Ncd e alle amministrative erano in Forza Italia, domani chissà se con Salvini o altri. Esattamente erano all’opposto di Gatti che con Fratelli d’Italia sosteneva altro. E che evidentemente ha dimenticato di essere stato in corsa con un programma alternativo a quello del sindaco Bruschini. Ci dicono che sia la politica, ma francamente di fronte a questi giovani virgulti del panorama anziate ci viene quasi da rimpiangere i vecchi.

Uno si aspetta che dal rinnovamento ci sia almeno un’alzata di scudi. Un po’ come faceva Candido De Angelis al suo primo mandato consiliare, nel ’90, contro – guarda caso – i Bruschini, Borrelli & C. che ancora ci sono oggi o Aurelio Lo Fazio quando insieme a un allora giovane Bruno Tuscano mandava a casa Piero Marigliani, nell’84. Invece no, Marco Maranesi si accorge che le cose non vanno dopo averle condivise e cambia ma qual è la sua visione del futuro di Anzio la ignoriamo. E’ diventato il censore, ma secondo i bene informati è solo per cercare visibilità e qualche legittima prebenda che in maggioranza non avrebbe più avuto. Diciamo che almeno si è smarcato, via…

Valentina Salsedo dopo l’alzata di scudi di mesi fa è tornata nei ranghi, Massimiliano Millaci era stato “dissidente” con Maranesi ma è diventato capogruppo, di Donatello Campa si sono perse le tracce, Velia Fontana almeno si occupa delle mense che conosce da vicino, Giusy Piccolo è nel “fortino” della sua delega al cimitero che finora non ha prodotto risultati visibili e lì si ferma, Laura Nolfi ha alzato il tiro sulla vicenda mense dopo aver ondeggiato a lungo, Giacoponi è al secondo mandato ma è Attoni-dipendente. Ecco, questa sarebbe la classe dirigente di domani ma al di là di piccoli “aggiustamenti” non riusciamo a vedere – sbaglieremo, per carità – se hanno o meno un disegno di città. No, il problema è oggi. E’ se stare con Patrizio – inteso come Placidi – o contro. Il tutto in vista di elezioni che verranno solo nel 2018, salvo scossoni. A loro cosa importa? Sembrano ben adeguarsi ai leader della vetero politica locale, ai “ragionamenti” fini a se stessi.

E viene da chiedersi se questi esordienti consiglieri hanno qualche dubbio che ogni tanto li assale, fosse sui residui di bilancio o sul tortuoso iter del porto, sul programma che hanno sottoscritto con Bruschini e non è stato attuato o sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti. E’ come se vivessero altrove, in quel brodo di coltura di una classe dirigente vecchia ma che resiste. In bocca al lupo, anche se ci aspettavamo ben altro.

Un aneddoto, infine: quando Pasquale Perronace, il consigliere comunale oggi di più lungo corso in assise, lasciò la Dc per passare al Psdi eravamo giovani cronisti e con Ivo Iannozzi aspettammo a lungo di poter sentire il suo intervento in Consiglio o di intervistarlo. Era un momento quasi “tragico“, cambiare partito quando era un “affronto” addirittura andare da una corrente all’altra. Non rimpiangiamo quei partiti, il sistema che rappresentavano, ma c’erano almeno dei punti fermi. e si provava – sia pure a vuoto – a immaginare una città possibile.

Qui basta avere un pacchetto di voti, chiedere fiducia e poi chi vuole Dio se lo prega. La città può attendere, loro devono “ragionare“.  Proprio come chi proviene dalla Prima Repubblica.

Mense, la Nolfi avrà una soluzione. Altrimenti vada via

L'assessore Laura Nolfi

L’assessore Laura Nolfi

L’assessore alla pubblica istruzione Laura Nolfi avrà certamente la soluzione per l’annosa vicenda delle mense. Altrimenti se ne sarebbe già andata. Anzi, se non ha una soluzione farebbe bene a lasciare. Chi lo dice è un genitore che richiama le figlie se dicono che la mensa “fa schifo” e che ha sempre pensato di dover pagare, prima di contestare, oltre a ricordare che siamo in una mensa e non a casa propria e magari adattarsi può anche starci. Così come non dice che le cose vanno male a prescindere, per partito preso, provando a basarsi sulle carte e sui fatti. Per questo,  davvero, o la Nolfi sa come uscirne o è bene ne esca lei. Proviamo a ricapitolare.

Il sopralluogo di Velia Fontana dei giorni scorsi e di una commissione mense “spuntata“, figlia di un regolamento vetusto, confermano quante cose non vanno nel servizio. Quando vicende del genere le sosteneva Paride Tulli “strumentalizzava“, ora che Marco Maranesi chiede chiarimenti e scopre un mondo “strumentalizza“, qui i rilievi – serissimi – li muove una consigliera di maggioranza, per giunta insegnante, e non ci sono risposte se non quelle di maniera dell’assessore, riportate nell’articolo che si può “linkare” sopra. Non ci fosse stato il sopralluogo, quel pollo “non idoneo” sarebbe stato servito? Questo vogliono sapere i genitori.

Giova ricordare che all’azienda vincitrice sono stati affidati 70 punti per l’offerta tecnica presentata e che già la documentazione fornita al consigliere Davide Gatti, dopo più di qualche resistenza, dimostrava che la commissione era stata diciamo di “manica larga” o che l’azienda non rispettava quanto scritto in quell’offerta.

E qui veniamo a un’altra vicenda. La costituzione di quella commissione è stata giudicata “illegittima” dall’Autorità nazionale anti corruzione, interpellata dal segretario generale su mandato del sindaco Luciano Bruschini. Sono ormai trascorsi i trenta giorni indicati in quel parere e ancora non si sa se il Comune procederà o meno alla revoca. Anzi, pare che nel suo periodo di “interim” – senza titoli per ricoprire quel ruolo – dell’area pubblica istruzione l’ingegnere Walter Dell’Accio abbia sostenuto che non essendoci stati ricorsi sulla composizione della commissione si va avanti così. E’ così o non assessore? Se sì sarà pure il caso di firmare un contratto con la cooperativa Solidarietà e lavoro e di pagarla, perché è vero – lo abbiamo appreso in Tribunale dalle parole del funzionario Aurelio Droghini al processo a carico dell’ex assessore Colarieti – che qui “i contratti si firmano dopo“, ma ci chiediamo: cosa è possibile contestare, in queste condizioni, a una ditta che fornisce un servizio scadente?

Non dimentichiamo che al momento non ci sono né il contratto, tanto meno chi deve vigilare sull’esecuzione e il responsabile unico del procedimento che doveva fare le contestazioni. Le mense stanno funzionando in una sostanziale anarchia e la ditta – bontà sua – ancora non prende un euro. Ciò non significa che può fare come vuole, però.

Per questo l’auspicio è che la Nolfi  abbia una soluzione. E che magari dia risposte a quanto sostenne la nutrizionista Raimonda Dessì sull’avvio del servizio o a quanto scritto adesso, nero su bianco, dalla funzionaria incaricata di mandare avanti il sistema e che ha sostenuto – di fatto – di non aver trovato i dati. Ma come? Spendiamo quasi 100.000 euro in tre anni per informatizzare il tutto, siccome con Tecnorg funziona lo affidiamo a Maggioli, i genitori non si collegano più e pazienza, affidiamo a Mercurio service l’ulteriore “data entry” e i dati non ci sono? O volete dirci che serviva un “passaggio di consegne” per dimostrare come si accende un computer e funziona un data base? Nel Comune 3.0?

Il risultato, a oggi, è che non sono stati emessi bollettini e l’anno scolastico volge al termine, con un rischio di danno erariale dietro l’angolo. Ci sono cose gestionali, non c’è dubbio, ma la politica che intende portare avanti l’assessore in questo delicato settore qual è? Sicuramente  sbaglieremo, ma l’impressione è che chiunque si occupi della vicenda mense tenda più a stare dalla parte delle aziende vincitrici che dei cittadini e soprattutto degli alunni che (non) mangiano.

ps. Una cosa per la quale la Nolfi è estranea: che fine hanno fatto le denunce di Angela Santaniello che dice di aver subito “pressioni” durante lo svolgimento della gara e quella di Marco Maranesi che sostiene di temere per la sua incolumità?

Un Comune da sciogliere, prima che sia troppo tardi

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Fa bene il sindaco facente funzioni, Giorgio Zucchini, a rassicurare le famiglie sulla prosecuzione del servizio mense. E nel contesto generale che si è creato, sembra francamente che interessi a pochi ciò che mangiano i nostri figli. Zucchini è politico di lungo corso e si è preoccupato dell’unica cosa da fare in questo momento, ma è chiaro che l’amministrazione non può cavarsela così.

Il punto, infatti, non è questo. Oggi Marco Maranesi ha messo nero su bianco e riferito pubblicamente – intervenendo sul parere dell’Autorità nazionale anti corruzione rispetto alla gara delle mense – che ha subito pressioni e teme per la sua incolumità. Dichiarazioni gravissime, mai sentite in questo Comune. Ha detto di non aver sporto denuncia, come invece ha fatto nei confronti di Angela Santaniello e Franco Pusceddu, ma la sua dichiarazione pubblica è equivalente.

Prima di lui, sulla stessa gara e in tempi non sospetti, la dirigente oggi sospesa Angela Santaniello aveva scritto a carabinieri, prefetto e sindaco denunciando a sua volta un “contesto” tutt’altro che sereno. Da ultimo, nella denuncia richiamata oggi da Maranesi che si è detto orgoglioso di averla ricevuta,  riferisce di “continue sollecitazioni pervenute sia dal segretario generale dell’ente che da alcuni esponenti della classe politica“. Dice di più, nella richiesta di convocazione della commissione trasparenza – che Mingiacchi non tenne – chiesta da Maranesi e da alcuni capigruppo c’erano “terminologie, riferimenti e informazioni coperti dal segreto d’ufficio e simili a quelle presenti nella documentazione resa dalla ditta Serenissima all’Ente in riscontro all’esclusione per anomalia e nella richiesta di accesso agli atti“. Chi ha ragione lo stabilirà a questo punto un Tribunale ma sono denunce gravi e – perdoneranno gli avvocati – si equivalgono.

Non solo, la responsabile unica del procedimento, oggi rimossa, Annamaria Scagnetti, denuncia a sua volta una situazione inimmaginabile nel settore mense e parla di dati non disponibili e password negate.

Basta, fermiamoci qua. Chiediamoci in che clima vive questo Comune. Al pensionando prefetto Pecoraro si chiede un gesto prima che sia troppo tardi. Perché Maranesi teme per la sua incolumità, Santaniello è “sollecitata“, ad Alessandroni sparano a casa, a Placidi avevano già sparato e domani si prepara a una conferenza sull’appalto rifiuti revocato, la Scagnetti segnala anomalie da Procura, di altri episodi legati all’amministrazione è piena la cronaca di questi mesi. Basta.

Poi la commissione che ha aggiudicato la gara sulle mense è illegittima come dice l’Anac, la Santaniello alla stessa Anac si era rivolta senza avere risposta, così come per tutto il periodo di assegnazione ha puntualmente informato carabinieri e prefetto. Difficile stabilire chi ha ragione, certo è che il neo dirigente – senza titoli, lo ricordiamo a sua tutela – Walter Dell’Accio dovrà assumersi una grande responsabilità. E in questo clima non è facile, perché in Comune c’è già la fazione di chi dice che il parere dell’Anac è praticamente carta straccia e chi dice che va seguito.

Porto, la replica di Maranesi. E come sempre Bruschini “non sa”

Il consigliere comunale Marco Maranesi ha inteso replicare a quanto scritto poco fa rispetto alla sua posizione sul porto. Ha lo spazio dovuto, anche se al fatto che il sindaco “non sa” credo poco. Leggere i verbali dell’assemblea dei soci per credere. Detto questo, è giusto dare diritto di replica.

***

Caro Gianni,

è vero nel 2012 ero all’interno di Forza Italia, ma non ero consigliere comunale e quindi non sapevo dell’ordine del giorno votato dal Consiglio comunale per la riacquisizione delle quote in mano a Marinedi.

Io purtroppo o per fortuna  sono un nuovo della politica locale e sono al primo mandato da Consigliere Comunale, non avrei mai voluto interessarmi nel Nuovo Porto di Anzio della Capo d’Anzio in quanto riponevo la mia massima fiducia nell’azione del Sindaco e del Presidente della capo d’Anzio Luigi D’Aprino.

In questi due anni sulla vicenda porto ne ho viste di tutti i colori. Ordini del giorno votati dal Consiglio Comunale e non rispettati, deleterie conferenze stampa a insaputa della maggioranza e del  Sindaco Bruschini dove di fatto non ha partecipato ed ha fatto bene, bandi per l’assunzione di personale alla Capo d’Anzio che hanno suscitato aspettative lavorative che non ci sono ( sempre ad insaputa del Sindaco), lettere non LEGGITTIME  a firma di un funzionario del Comune di Anzio agli ormeggiatori per lo sgombero delle aree in concessione alla Capo d’Anzio ( sempre ad insaputa del Sindaco)oggetto di un ricorso al Tar e di ulteriore confusione. Detto questo qualcosa non mi torna. Il Presidente D’Arpino e il Dott. Pusceddu, che non sono stati eletti da nessuno, fanno azioni su indicazione del Sindaco e lo stesso Sindaco non sa nulla???? Ti posso assicurare in quanto sono testimone oculare in prima persona che di questi passaggi il Sindaco non sapeva veramente niente. Detto questo sono stato obbligato dal mio senso di responsabilità  per la carica che ricopro nell’interessarmi della vicenda del Nuovo Porto di Anzio, perché qualcosa non mi tornava. E ci tengo a fare una precisazione. Il Presidente della Capo D’Anzio Luigi D’Arpino NON PUO’ agire liberamente per la sua carica, non può definire l’anziana Prof.ssa Bonaventura . Lui rappresenta quel 61% delle quote di proprietà dei cittadini di Anzio, quei stessi cittadini che hanno dato mandato a LUCIANO BRUSCHINI e alla maggioranza che lo sostiene  di vincere le scorse elezioni amministrative e come tale O sta alle direttive della maggioranza e del Consiglio Comunale o sta fuori.

Invece di fare comunicati stampa e di tergiversare in altre tematiche, come l’apertura del supermercato, la chiusura della libreria in Via XX Settembre e aggredire Consiglieri Comunali e semplici cittadini che non sono d’accordo con lui,   D’Aprino faccia un confronto serio e pacato sul tema del Nuovo Porto di Anzio con il Consiglio Comunale.

Sulla chiusura delle attività commerciali nel centro storico della città, non domandi a me che sono arrivato ieri  perché sta accadendo tutto questo. Dovrebbe spiegarlo Lui e qualche suo collega a NOI CITTADINI E NUOVI CONSIGLIERI,  dopo 30 lunghi anni di attività politico – amministrativa della città. Forse avranno fallito nella loro azione politica????? Non lo so, il tempo ci darà le risposte che cerchiamo.

Marco Maranesi

Consigliere Comunale di Anzio

Movimento Civico Liberi di Cambiare

Porto, le scoperte del giovane Marco

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L’attivissimo – almeno mediaticamente – Marco Maranesi, con il suo nuovo compagno di cordata Davide Gatti, scopre i patti parasociali che regolano i rapporti tra Capo d’Anzio e Italia Navigando prima, Marinedi ovvero Renato Marconi adesso. Da ex capogruppo di Forza Italia non sa o non ricorda che a luglio 2012 – lui era in quel partito ma non ancora eletto – il consiglio comunale votò all’unanimità la riacquisizione delle quote secondo quei patti parasociali. Di Marconi si parlava già – per una decisione presa a livello governativo, lo diciamo anche per chi fa ricorsi sostenendo che la cosa non è mai stata resa pubblica – e a settembre sarebbe trascorso l’anno di tempo che Italia navigando aveva per trovare i soldi da quando era stata ottenuta la concessione. Termine che passava pari pari a Marconi. Il sindaco non ha mai dato corso a quell’ordine del giorno, anzi ha sostenuto che Marconi era in qualche modo “utile” alla Capo d’Anzio. Al punto che, un anno dopo, il consiglio comunale nel quale Maranesi era capogruppo di Forza Italia, bocciò la proposta dell’opposizione di dar corso a quella volontà e di riprendersi le quote. C’è da sperare che Maranesi conoscesse già i patti parasociali e che abbia appreso – insieme a Gatti – un po’ di storia recente della Capo d’Anzio. Perché altrimenti ignora che tutto ciò che hanno fatto il presidente Luigi D’Arpino e il consigliere d’amministrazione Franco Pusceddu (per legge deve esserci un dirigente del Comune in una società partecipata…) è frutto di decisioni dell’assemblea dei soci, alla quale il sindaco partecipa come rappresentante del 61% delle quote.

Se poi si fa una battaglia “politica” – così la chiamano… – il discorso è diverso. Ma di procedere con l’inversione del crono programma, di sistemare e gestire intanto l’attuale bacino, di avere un piano finanziario con quei canoni, l’hanno stabilito Bruschini e Marconi in assemblea dei soci. Di sanare le casse della Capo d’Anzio lo hanno suggerito – negli ultimi due bilanci – i revisori dei conti.

Il consiglio d’amministrazione ne ha preso atto e ha messo in piedi gli strumenti per dar corso a quella volontà. Che poi Bruschini prima a settembre abbia annunciato il bando e detto che voleva riprendersi le quote, quindi adesso lo abbia ribadito, sarà sempre “politica” ma intanto la Capo d’Anzio rischia di fallire o di essere venduta. E non per volontà del presidente o del dirigente di turno contro il quale scagliarsi, ma perché risponde al codice civile ed è prossima al fallimento mentre la “politicagioca.

Da mesi, da quando Maranesi era ancora capogruppo, si chiede da questo modesto spazio di avere chiarezza. Inutilmente.

Ecco, al posto di D’Arpino – che può agire liberamente per la sua carica, meno Pusceddu che è pur sempre dipendente del Comune – ce ne saremmo andati dopo il consiglio comunale di settembre nel quale il sindaco aveva svelato la sua “strategia” ovvero di cacciare Marconi dopo averlo sostanzialmente usato e rifare il bando. Maranesi era ancora capogruppo e di D’Arpino e Pusceddu non si interessava poi tanto. Figuriamoci Gatti che era all’opposizione e sul porto stava (e sta, immaginiamo) a quello che diceva Candido De Angelis.

Le dimissioni di D’Arpino andrebbero chieste per la mancanza di una strategia comunicativa con i soggetti ai quali andava spiegata, non “imposta”, l’inversione del crono programma. Ma questa strategia, l’assemblea dei soci, non l’ha mai indicata. Né il presidente ha pensato di attuarla. E D’Arpino dovrebbe dimettersi anche perché il suo socio di maggioranza, il Comune, non è capace neanche di dargli una sede perché le conchiglie sono più importanti del porto e il locale di piazza Pia serve a un fantomatico “museo”.

Insomma, sono altre le ragioni per cui andarsene. Su quote e strategie, se non condivise, andrebbero chieste le dimissioni del sindaco.

Trasparenza, mense, centro-destra unito e silenzio sui rifiuti

consiglioanzio

Non sapremo mai, a meno di un’inchiesta dopo l’esposto di Marco Maranesi, perché non sono stati consegnati i documenti richiesti. Né ci interessa più. Il motivo? Intorno a questo tran tran per le mense si sta giocando ben altra partita, tutta interna al centro destra che governa, a quello che sta – starebbe – all’opposizione e a quello che non ha più rappresentanti in consiglio comunale.

La commissione trasparenza di oggi, alla fine, è servita a sfiduciare Andrea Mingiacchi. Il quale avrà mille difetti e avrebbe fatto bene a non accettare l’incarico a suo tempo – anche per i finanziamenti ricevuti dall’associazione che presiedeva e della quale è ancora punto di riferimento – avrà sbagliato a non imporsi la prima volta sul caso del decreto legislativo 33/2013 con il segretario e una settimana fa con la Santaniello, ma è la vittima sacrificale sull’altare di una ritrovata maggioranza. La notizia è questa. Vista la malparata giudiziaria, le indagini che stanno travolgendo il Comune e le recenti condanne il centro-destra di opposizione ha ufficialmente aperto un “ragionamento” con quello in difficoltà. Lo vedremo dal presidente della commissione trasparenza. Ah, giusto per la cronaca: era assente il capogruppo 5stelle che voleva partecipasse un suo delegato, cosa ovviamente impossibile.

Intanto anche Davide Gatti si accorge delle mense, sulle quali va detta una cosa: questa azienda è partita bene, ma si sta perdendo con il passare dei giorni. Non servono commissioni o altro, basta chiedere ai bambini – e chi li ha può confermare – i quali pure erano inizialmente entusiasti.

Alla grande attenzione per le mense non corrisponde, stranamente, quella sui rifiuti. L’ormai abile comunicatore Marco Maranesi fa sapere con un comunicato che anche in questo caso chiederà gli atti “con un’apposita richiesta di accesso” oltre a chiederne la pubblicazione totale sul sito, verbali compresi. Ah, chi ha dubbi si rivolgesse “presso Procura della Repubblica di Velletri e ad inoltrare un esposto come ho fatto io”.

Data la situazione che quotidianamente viene esposta in diversi gruppi facebook – il 3.0 dovrebbe seguirlo – noi vorremmo semplicemente sapere perché la gara per il servizio non va avanti. Anzi, si proroga – e costa milioni – uno che non funziona.

Di questo, nella “guerra” di comunicati che si sussegue, nessuno parla. Tanto meno di un’inchiesta che ha portato al sequestro di documenti relativi alla gestione di quel servizio e alle assunzioni in piena campagna elettorale, quando il “porta a porta” è iniziato senza copertura finanziaria come confermano i debiti fuori bilancio votati di recente in consiglio comunale. A proposito di assunzioni, speriamo siano veramente solo voci – le riportiamo così come le sentiamo – quelle di promesse di posti in cambio di denaro

Tutti contro tutti e “strategie”, intanto la città affonda

Romeo De Angelis in conferenza stampa

Romeo De Angelis in conferenza stampa

Nel clima del tutti contro tutti che si respira ad Anzio l’auto-candidato sindaco Romeo De Angelis se la prende con Maranesi e Mingiacchi, mentre trova il modo di difendere l’ex assessore Del Villano e la dirigente Angela Santaniello. Quest’ultima paga il fatto di essere stata messa nel tritacarne della politica anziate e di non aver saputo dire no quando era il momento, ma il punto è un altro. Cosa c’entra Romeo De Angelis con Del Villano? Sono di partiti diversi, ufficialmente nulla, ma è noto che i politici di casa nostra – e in particolare quelli di centro-destra – amano trascorrere le giornate a fare “strategie”. Con l’attenzione rivolta sempre a “Luciano” – inteso come il sindaco Bruschini – che torna domani da una breve vacanza, e a “Candido” ovvero l’ex sindaco che ha rotto il fronte e con i suoi “straccioni della Vandea” ha rischiato di essere eletto e lì si è fermato. Perché del gruppo che ha portato in consiglio comunale sono più quelli che strizzano l’occhio a Bruschini e alla sua maggioranza di quelli che vorrebbero mandare a casa il sindaco. E che non hanno occasione migliore di questa fase che più confusionaria non si potrebbe al Comune di Anzio.

Da Fratelli d’Italia uno si aspetterebbe la richiesta di dimissioni, invece arriva la considerazione su quello che dichiara Maranesi…. Come se la città non avesse altri e più gravi problemi.

Capisco poco di queste dinamiche, da sempre. Quello che so è che mentre si pensa a cosa fa “Luciano” – che vedrebbe bene una futura intesa con parte del Pd, si dice, quella che più gli è stata vicina al ballottaggio perché “con lui almeno si ragiona” – e a quello che fa “Candido” – pronto a fare il salvatore della patria e rimettere insieme i cocci del centro-destra, la città affonda.

Ma interessa a pochi.