Il paese normale, la caccia alle streghe

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Massimo D’Alema non è certo il tipo da stare simpatico a chi scrive, uno per il quale i giornali dovrebbero restare in edicola in segno di civiltà non può godere tanta stima, ma venti anni fa scrisse della necessità di un Paese normale. Quanto ne avremmo bisogno in questa povera disgraziata Anzio di normalità… No, qui si preferisce la caccia ai buoni e cattivi, per fortuna al posto di D’Alema ci soccorre Edoardo Bennato che ormai quaranta anni fa – in un suo indimenticabile album – ci ricordava che divisioni del genere non sempre corrispondono alla realtà. Una premessa necessaria per parlare di una città normale e di bontà e cattiveria, alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni.

Ah, se fosse applicata la legge… I politici darebbero l’indirizzo, i dirigenti lo attuerebbero senza “guerre” tra loro, i cittadini avrebbero il dovuto senza dover far ricorso al politico di turno. Qui no, c’è una commistione tale che ormai il sistema è saltato. Ma proviamo ad andare con ordine.

In un paese normale, con il sindaco in ospedale (ancora auguri, apprendiamo che l’intervento è andato per il meglio) parte della maggioranza non si preoccupa se l’assessore Cafà è andata in Prefettura e ha riscontro mediatico. Né di far saltare, come è successo questa mattina, una commissione. No, fa quadrato e va avanti se ne ha le capacità. Cosa della quale, a dire il vero, dubitiamo da un pezzo. Ma diciamo che dei tanti momenti in cui poteva dividersi – e si è divisa – questo è il peggiore.

In un paese normale, in un Comune gestito bene, il sistema per fare le gare è uno. Le regole sono chiare e si procede. No, qui una gara è stata assegnata e per l’autorità anti corruzione le procedure non sono legittime, un’altra è stata assegnata ma il prefetto ha scritto che l’azienda vincitrice ha problemi con il certificato antimafia e quindi c’è stata la revoca. I buoni e i cattivi… Il segretario che ha chiesto un parere all’Anac è il peggiore del mondo – ma andava bene quando era al quartier generale del sindaco a festeggiare la conferma – i dirigenti che vanno in conferenza stampa a spiegare che hanno fatto le cose per bene (ma nessuno aveva sollevato dubbi) sono bravi e “allineati“.

Poi in un paese normale la segretaria generale dell’Anac non ha fatto parte della stessa associazione di quello del Comune che chiede il parere e la presiede, né si affidano incarichi a chi non potrebbe averli. In questo caso il segretario è di nuovo “buono“, dato che non risulta abbia formalmente sollevato il caso di un dirigente senza laurea né di ruolo, salvo tornare cattivo perché aveva immediatamente sospeso la dirigente Angela Santaniello condannata in primo grado. In un Comune gestito bene, di fronte alla possibilità di una sentenza sfavorevole, la politica avrebbe dovuto dire per tempo: se succede, procediamo così e diamo almeno il tempo di fare il passaggio di consegne. Non l’ha fatto e ha lasciato campo libero al “cattivo“, il quale se non solleva il caso Dell’Accio – è come se un infermiere diventa primario di Medicina, magari facendosi pagare come tale – torna a essere evidentemente bravo. Ah, i sindacati hanno nulla da dire?

Non ci siamo. In un posto normale, con l’Anac che scrive si prende atto e si procede per tutelare il Comune e i bambini che mangiano. Non si giocano partite diverse, com’è stato finora. Fa bene il Pd a convocare il consiglio comunale, dimenticando però di aver presentato un’interrogazione sulla gara e poi di aver sostanzialmente “archiviato” in commissione trasparenza e quindi di avere, attraverso il suo capogruppo, sostenuto sui social network che le “procedure di assegnazione sono state corrette” dopo che la Serenissima ha ritirato il ricorso. Attenzione, perché qui si apre un altro fronte: il “pasionario” Maranesi dice di temere per la sua incolumità, ma nella denuncia che lo riguarda fatta proprio dalla Santaniello si sostiene che supportava tesi vicine a quelle della Serenissima. No, non siamo un posto normale…  Il passaggio di consegne, dicevamo, in un Comune 3.0 bene o male accendi il computer e il sistema dovrebbe andare, qui la funzionaria- nel frattempo tornata a occuparsi di quello che faceva prima – ha indicato una serie di criticità sulle mense, per le quali al posto dell’assessore Nolfi ci saremmo preoccupati non poco, e scritto che i dati non c’erano. Chi li inseriva, però, sembra passato senza colpo ferire dagli uffici della pubblica istruzione a quelli dei tributi, in assenza di atti (almeno nel 2015…) e non si sa a quale titolo. Nessuno se ne accorge o dice nulla.

E mentre c’è chi si preoccupa del perché una sala è stata concessa a un consigliere comunale, nessuno dice che a quella conferenza c’era un cittadino molto “vicino” alla maggioranza, una sorta di “vigilante“, solito muoversi senza problemi anche nell’emiciclo del consiglio comunale. In un paese normale i giornalisti non allineati sarebbero una buona cosa, invece qui passano per “rompic…” quando va bene, persone alle quali mandare messaggi trasversali in altre occasioni.

I giornalisti non allineati o semplicemente più attenti chiederebbero cosa è scritto nel parere legale a supporto della determina con la quale si revoca l’assegnazione della gare dei rifiuti e perché la gara stessa è durata così tanto, mentre paghiamo cifre esorbitanti con le proroghe. Prima ancora lo chiederebbero i consiglieri di opposizione e anche qualcuno coscienzioso di maggioranza, ma nulla…

Un Comune che funziona, una classe politica e dirigente che si presume tale, si preoccuperebbe del rapporto sulle mafie nel nostro territorio  prima di tutto il resto o prima di schierarsi – come sentiamo – contro dipendenti comunali che fanno solo il loro lavoro. E’ già successo in passato, con episodi che hanno rasentato il mobbing, adesso ci risiamo se è necessario addirittura svolgere riunioni di maggioranza relative all’ufficio comunicazione o all’attivissima segretaria (singolare che ne abbia una, questo sarebbe il tema) della Cafà.

Ma siamo ad Anzio, altro che paese normale. Meglio fare la caccia alle streghe.

No, diteci che non è vero…. E andatevene

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Un vecchio adagio di Anzio recita “Come diceva er procidano? Ma mannateci aff...” Ecco, a leggere il comunicato nel quale si afferma – addirittura sul sito istituzionale che dovrebbe servire a ben altro – che l’incontro della Cafà con il prefetto è “strettamente personale” viene da pensare a quel detto. Sì, dopo il regalo di un Comune allo sbando ci manca solo che ci mandino a quel paese.  Poi però pensiamo che no, non è e non può essere vero. Invece…

In un Comune nel totale caos organizzativo, con una gara della quale è stata revocata l’assegnazione, una che andrà probabilmente rifatta, il fallimento dietro l’angolo, un consigliere comunale che teme per la sua incolumità, una dirigente sospesa che parla di pressioni, una funzionaria di dati spariti, il problema sono 45 disgraziati e quello che sta facendo la Cafà?

Sulla sua iniziativa il pensiero è stato già espresso, fa piacere che gli assessori anti-Cafà abbiano chiare in mente le emergenze da affrontare (ma finora dove sono stati, cosa hanno fatto?) e che andranno nientemeno che da Alfano. Vorrà dire che Bruschini, quando rientrerà dalla convalescenza (a proposito, sinceri auguri), andrà direttamente dal Presidente Mattarella. Magari a consegnare le sue dimissioni.

Perché non c’è alternativa, lo sa anche lui che ha provato fino all’ultimo – lo dimostra l’ammuina organizzativa – a tenere in piedi i cocci e perché con quello che stiamo vedendo forse un piacere possiamo chiederlo a chi ci governa: andatevene.

Dirigenti illegittimi: sindaco ff e segretario, è il caso di informarsi…

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La vicenda dell’infermiere che diventa primario di un reparto di medicina ha fatto sorridere qualcuno e ha dato fastidio ad altri. Dicono – questo rimbalza dal Palazzo – che con l’urgenza si può fare tutto ma poi per nominare in ruoli dirigenziali chi gestisce un servizio complesso si passa per una delibera.

Ora siamo in Italia e serve che intervenga la Corte Costituzionale, ma dato quello che scrive Il Fatto Quotidiano (che rompic… sti giornalisti, vero?) sarà forse il caso di informarsi bene rispetto all’ultima “ammuina” amministrativa.

Sindaco facente funzioni e segretario che ne pensano? L’opposizione, oltre Maranesi che ormai ne fa parte a pieno titolo, ha nulla da dire? Ah, ma qui siamo ad Anzio….

Un Comune da sciogliere, prima che sia troppo tardi

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Fa bene il sindaco facente funzioni, Giorgio Zucchini, a rassicurare le famiglie sulla prosecuzione del servizio mense. E nel contesto generale che si è creato, sembra francamente che interessi a pochi ciò che mangiano i nostri figli. Zucchini è politico di lungo corso e si è preoccupato dell’unica cosa da fare in questo momento, ma è chiaro che l’amministrazione non può cavarsela così.

Il punto, infatti, non è questo. Oggi Marco Maranesi ha messo nero su bianco e riferito pubblicamente – intervenendo sul parere dell’Autorità nazionale anti corruzione rispetto alla gara delle mense – che ha subito pressioni e teme per la sua incolumità. Dichiarazioni gravissime, mai sentite in questo Comune. Ha detto di non aver sporto denuncia, come invece ha fatto nei confronti di Angela Santaniello e Franco Pusceddu, ma la sua dichiarazione pubblica è equivalente.

Prima di lui, sulla stessa gara e in tempi non sospetti, la dirigente oggi sospesa Angela Santaniello aveva scritto a carabinieri, prefetto e sindaco denunciando a sua volta un “contesto” tutt’altro che sereno. Da ultimo, nella denuncia richiamata oggi da Maranesi che si è detto orgoglioso di averla ricevuta,  riferisce di “continue sollecitazioni pervenute sia dal segretario generale dell’ente che da alcuni esponenti della classe politica“. Dice di più, nella richiesta di convocazione della commissione trasparenza – che Mingiacchi non tenne – chiesta da Maranesi e da alcuni capigruppo c’erano “terminologie, riferimenti e informazioni coperti dal segreto d’ufficio e simili a quelle presenti nella documentazione resa dalla ditta Serenissima all’Ente in riscontro all’esclusione per anomalia e nella richiesta di accesso agli atti“. Chi ha ragione lo stabilirà a questo punto un Tribunale ma sono denunce gravi e – perdoneranno gli avvocati – si equivalgono.

Non solo, la responsabile unica del procedimento, oggi rimossa, Annamaria Scagnetti, denuncia a sua volta una situazione inimmaginabile nel settore mense e parla di dati non disponibili e password negate.

Basta, fermiamoci qua. Chiediamoci in che clima vive questo Comune. Al pensionando prefetto Pecoraro si chiede un gesto prima che sia troppo tardi. Perché Maranesi teme per la sua incolumità, Santaniello è “sollecitata“, ad Alessandroni sparano a casa, a Placidi avevano già sparato e domani si prepara a una conferenza sull’appalto rifiuti revocato, la Scagnetti segnala anomalie da Procura, di altri episodi legati all’amministrazione è piena la cronaca di questi mesi. Basta.

Poi la commissione che ha aggiudicato la gara sulle mense è illegittima come dice l’Anac, la Santaniello alla stessa Anac si era rivolta senza avere risposta, così come per tutto il periodo di assegnazione ha puntualmente informato carabinieri e prefetto. Difficile stabilire chi ha ragione, certo è che il neo dirigente – senza titoli, lo ricordiamo a sua tutela – Walter Dell’Accio dovrà assumersi una grande responsabilità. E in questo clima non è facile, perché in Comune c’è già la fazione di chi dice che il parere dell’Anac è praticamente carta straccia e chi dice che va seguito.

Anzio non merita questo, fermatevi per carità

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Mica è finita la “rivoluzione” al Comune di Anzio… I decreti del sindaco dopo la cervellotica riorganizzazione votata a ottobre e attuata solo ora – la Prima Repubblica era abile a far “decantare” le cose… – non sono la sola chicca di un sistema fine a se stesso e ormai allo sbando più totale.

E’ comparsa stasera sull’albo pretorio la delibera che dà “indirizzo al segretario generale di provvedere, provvisoriamente, alla copertura delle strutture organizzative delle U.O. vacanti con incarichi a Servizi complessi“. Tradotto: le U.O. sono unità organizzative, da affidare a dirigenti che non ci sono, quindi il segretario è “autorizzato” a utilizzare chi ha in gestione servizi complessi a dirigere quelle U.O.

Fermatevi, per carità, questa città non merita tutto ciò. Qualche ora fa è stato sollevato, su questo umile spazio, il problema di un dirigente senza titoli per ricoprire gli incarichi che gli sono stati affidati, forse proprio mentre in giunta si certificava che per certi ruoli servirebbero dirigenti… e si deve fare di necessità virtù. Fate pace con la vostra testa, per piacere! Zucchini, che è stato direttore generale, conosce la macchina. Trovi una soluzione, perché è evidente che così non funziona nulla. A meno che qualcuno ci spieghi quale vantaggio hanno i cittadini da tutto questo.

E gli amministratori, la maggioranza che li sostiene, ricordino che nell’arco di poche ore è precipitato tutto.

La Prefettura ha imposto la revoca – per problemi con l’antimafia – dell’assegnazione di un appalto sul quale si è fatto il possibile pur di arrivare ad affidarlo a chi poi se l’è visto revocare. In tal senso sarà interessante sapere cosa avrà da dire, giovedì, l’assessore Patrizio Placidi che ha convocato – caso più unico che raro – una conferenza stampa su un provvedimento chiesto dalla Prefettura!

Dall’autorità nazionale anti corruzione è arrivata una comunicazione pesantissima sulla gara delle mense che molto probabilmente dovrà essere rifatta. Nei mesi scorsi la Ragioneria generale dello Stato e la Corte dei conti avevano bocciato su tutta la linea la gestione del Comune e si era fatto ricorso a delibere in “sanatoria” pur di mettere delle pezze… E vogliamo ricordare la situazione delle casse? I residui attivi? O stendiamo un velo pietoso?

Basta, parliamo di una città che non merita di essere su una specie di  “Scherzi a parte“. Perché lì si gioca, qui invece è tutto vero. Purtroppo.

Quell’incarico singolare, le gare e la necessità di un intervento

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L’ingegnere ambientale Walter Dell’Accio ha tutta la comprensione possibile. E’ dirigente del settore ambiente dopo aver risposto a un avviso fatto dal Comune, è legato al mandato del sindaco e deve giustamente fare buon viso e cattivo gioco. All’attivissimo Maranesi che si lamenta dell’aumentato compenso previsto dai nuovi incarichi conferiti al dirigente pro tempore va detto che se uno lavora, è giusto pagarlo.

Ma prima ancora andrebbe sollevato il caso se a una persona, assunta su preciso avviso e per un ruolo specifico, possa essere o meno conferito un incarico più ampio. Di più, se a chi – questo è scritto sul curriculum pubblicato sul sito dell’ente – possiede una laurea triennale, possa essere conferita la dirigenza (che ne prevede una quinquennale, oltre all’esperienza) di unità organizzativa e di area. Non ce ne voglia il neo dirigente, personalmente ha tutta la stima possibile, ma qui va sollevata una questione di principio su un incarico che sembra a dir poco singolare. Può un infermiere dirigere un reparto di medicina? E un geometra il settore tecnico di un Comune? E un assistente sociale l’area amministrativa?

A rigor di logica sembra proprio di no. E cosa accadrebbe in una Asl o in un Comune dove ci fossero nomine del genere? Qui tutto tace. Il sindaco decreta, il segretario segnala ma non può (o non vuole) intervenire, servirebbe un ricorso al Tar sull’incarico che nessuno farà.Il mare, al solito, è una tavola. 

Sembra che l’incarico dato a Dell’Accio, insieme allo “spacchettamento” delle nomine (a ottobre, sul Granchio, si parlava già di una soluzione simile a quella presa oggi) sia stato dettato dall’urgenza. Voci, perché i decreti sul sito non ci sono, alla faccia sempre della trasparenza. Peccato siano passati cinque mesi da quella determina, cos’era urgente? 

Per questo all’ingegnere va tutta la comprensione, perché questo è un Comune dove si manda la gente allo sbaraglio e dove è ora che qualcuno si decida a intervenire. L’opposizione tace, il Prefetto benché con le valigie pronte per la meritata pensione vuole fare almeno un gesto? E’ urgente, signor Prefetto, creda….

Oggi è stata revocata l’assegnazione della gara dei rifiuti perché manca l’antimafia, sono mesi che si sostiene ciò ma si è “allungato” il brodo in ogni modo possibile pur di assegnarla a chi adesso se l’è vista revocare. Oggi è stata annullata la gara delle mense, con un intervento dell’Anac, mentre a chi sollevava dubbi si rispondeva che era uno scemo. Il Comune è al collasso finanziario e l’urgenza qual è? “Spacchettare” i dirigenti, mettendo addirittura alla berlina chi non ha i titoli ovvero riducendolo alla stregua di ispettori ambientali scelti senza criteri (salvo essere stati candidati con la lista Enea) e di associazioni “cancellate” dalla Regione, di realtà nate apposta per manifestazioni con il Comune, di soldi dati senza alcun criterio a spettacoli estivi e via discorrendo.

In otto anni – e dire che l’ex direttore generale oggi amministra – è stata sfasciata una parvenza di organizzazione che pure con i concorsi aveva visto l’inserimento di forze fresche. Per cosa? Le smanie della politica di “controllare” la macchina, far lavorare aziende amiche, quelle di alcuni dirigenti di sostituirsi a politici inadatti o comunque di poter fare ciò che volevano con qualche affidamento. Per il “tutti contro tutti” che pagheranno i cittadini.

Complimenti!

Il parere segreto, mentre porto e Capo d’Anzio sono al capolinea

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Uno può anche capire che i pareri chiesti allo studio Cancrini-Piselli siano da utilizzare in una eventuale causa nei confronti di Renato Marconi e quindi siano sottoposti a segreto. Fa un po’ sorridere che sia addirittura di Stato – come segnala Marco Maranesi –  nemmeno fossimo di fronte alla strage di Ustica, ma questa vicenda è la conferma di come siamo messi male. Malissimo.

Sono  passati tre anni da quando dovevamo riprenderci le quote, anche se a un’attenta lettura di convenzione e patti parasociali c’è il rischio che abbia davvero ragione Marconi, ma se il Comune avesse agito subito oggi non si troverebbe all’angolo. Invece con una delibera per riacquisire le quote  votata quasi tre anni dopo un ordine del giorno che diceva la stessa cosa e al quale non è mai stato dato seguito, stiamo ancora a vedere se quei pareri possono essere resi noti o meno. E che diranno mai! Tra l’altro li abbiamo pagati noi cittadini. Cerchiamo di conoscerli, perché tanto sono inutili.

Perché va preso il coraggio a due mani e va spiegato che siamo al capolinea: la Capo d’Anzio è al fallimento, l’inversione del cronoprogramma trova ostacoli nelle note vicende con ormeggiatori, circoli e con il resto dei concessionari che pagando da anni una sciocchezza oggi vuole pagare meno di quanto stabilito dalla società, il bando chiesto dal sindaco e non ancora arrivato impiegherà mesi prima di poter essere operativo, nel frattempo si deve rispondere alla nuova legge di stabilità.

Quella secondo la quale  dal gennaio 2015 gli enti che detengono società partecipate “avviano un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015, anche tenendo conto dei seguenti criteri: a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalista istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione; b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attivista analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; d) aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; e) contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni“. Qui non c’è molto da interpretare, per questo è ora che si smetta di prendere in giro i cittadini. Il porto pubblico ci piaceva tanto, non stiamo qui a ricordare come e perché è stato ostacolato, speriamo di poter in qualche modo avere un “controllo“, ma ha fallito.

Marconi è pronto per passare all’incasso del resto delle quote, si sostiene da oltre un anno su questo umile spazio, cerchiamo almeno di non svendere quello che abbiamo. Senza segreti.

Il Comune e l’ammuina organizzativa, il resto può attendere

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Ci sono voluti quasi cinque mesi, si dice lunghe trattative politiche, alla fine con un Comune che cade a pezzi il sindaco ha deciso e ha  attuato la  delibera che ridisegna l’organizzazione dell’ente.

Tra aree, unità organizzative e servizi complessi  solo a leggere il comunicato sul sito ufficiale si fa fatica a comprendere, figuriamoci a far funzionare qualcosa che poteva e doveva essere snellito. Semplicemente guardando alla realtà. Quanti dirigenti ha il Comune? Due in servizio, una sospesa e in attesa della pronuncia del Tar, uno che paga (anche se meno del previsto) per non dirigere perché condannato per corruzione a Ravenna e quindi senza possibilità di gestire capitoli di bilancio. Quanti ne potrà assumere? Nessuno o quasi, salvo con l’arrivo di personale della Provincia. Serviva ridisegnare in questo modo, con una cervellotica dotazione organica, l’assetto dell’ente?

Sembra di sì, pare che fosse funzionale agli assessori che devono “controllare” i diversi settori del Comune. E devono farlo attraverso i dirigenti o i funzionari “graditi“. Basta vedere quello che è successo alla pubblica istruzione dopo i provvedimenti del segretario Pompeo Savarino…

Tutto questo avviene mentre politica e dirigenza sono ai ferri corti ormai da tempo, mentre tra il vituperato segretario e i dirigenti stessi l’aria che tira non è delle migliori.

Organizzare la prossima stagione estiva, ammesso ci siano i soldi, sarà competenza di cultura o turismo? E dovrà occuparsene come dirigente Dell’Accio – assunto fra l’altro  con uno specifico avviso per l’ambiente e oggi plenipotenziario – o Pusceddu?  E Tulli, coordinando l’area tecnica, avrà Dell’Accio alle sue “dipendenze” o come suo pari, dato che questi coordina un’altra area?

Ah, cosa succederà se in settimana il Tar darà ragione ad Angela Santaniello e la rimetterà in servizio, sospendendo il provvedimento del segretario? Altro giro, altro decreto, altra corsa… Non solo, quand’è che si deciderà il segretario ad attuare la rotazione prevista per legge nei settori a rischio corruzione? E come si sposerà, questo, con il volere dei nostri amministratori?

E’ che a occuparsi di questo i nostri politici sono dei geni, di una macchina allo sfascio no. A pensare che se Tizio viene messo in quel posto poi Caio non rompe le scatole sì, al fatto che siamo al dissesto finanziario no. Perché sindaco e assessori, nonché gli stessi dirigenti, sanno bene ciò che ha scritto proprio Pusceddu: a febbraio siamo già in anticipazione di cassa, dai rifiuti si incassa praticamente la metà ma il servizio va pagato per intero e per farlo si usano i soldi dell’Imu o le anticipazioni. Aspettando sempre che la nuova ditta entri in servizio, fra l’altro. Dalle mense non entra un euro, siamo a marzo e le bollette non sono partite – pare ci sia stato qualche problema nel recuperare i dati…. – ma l’azienda deve essere pagata. I residui attivi, sui quali la Corte dei conti ha più volte insistito, sono arrivati a 45 milioni di euro, per la metà relativi al mancato pagamento dei rifiuti, ma di questo nessuno sembra preoccuparsi. Siamo rimasti all’intervista rilasciata dal responsabile dei tributi e dall’assessore Zucchini. Il porto? Aspettiamo il bando, intanto la Capo d’Anzio è prossima al fallimento e si vedrà…

Per chi amministra la città, evidentemente, basta una “ammuina”  organizzativa. Il resto può attendere.

Differenziata nelle scuole: giusto, ma speriamo non sia un doppione…

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Diciamolo francamente: era ora. Ci aveva provato, invano, Luigi D’Arpino allora assessore all’ambiente, dando ai bambini un blocchetto per “multare” i genitori. Era stato anche aspramente criticato dall’allora esponente della Margherita Mariolina Zerella per quell’iniziativa, ma è acqua passata. Adesso, finalmente, si insegnerà la differenziata nelle scuole. Lo hanno annunciato in conferenza stampa l’assessore all’ambiente Patrizio Placidi e quella alla pubblica istruzione Laura Nolfi. Iniziativa lodevole, ma al solito con qualche domanda da porci. Non abbiamo letto da nessuna parte, infatti, quanto costa la campagna che toccherà tutti gli istituti.

Sappiamo dal Granchio, però, che Placidi ha avuto “una riunione con i responsabili della Idecom e delle mense”. Idecom è l’azienda che ha curato la campagna per la differenziata, ma le mense cosa c’entrano? E’ presto detto, nel capitolato di appalto per la refezione scolastica, all’articolo 55, la ditta vincitrice aveva l’obbligo di “provvedere a una campagna formativa/informativa rivolta ai piccoli utenti del servizio mensa” mentre all’articolo 56 era indicato che le ditte dovevano proporre “un piano di informazione (…) sui temi dell’educazione alimentare e ambientale”. Cosa ha proposto la cooperativa “Solidarietà e lavoro” che si è aggiudicata la gara dopo l’anomalo ribasso della Serenissima? E quanti punti è valsa una indicazione simile? Rischiamo, con la campagna Placidi-Nolfi, di fare un “doppione” e soprattutto di pagare due volte per lo stesso servizio?

E’ quello che andrebbe spiegato meglio, fermo restando che partire dai bambini per iniziative del genere è sacrosanto. Dirlo alle maestre, invece, come abbiamo letto, può essere un’arma a doppio taglio…

Un’ultima cosa: Placidi è specialista in annunci, per l’ennesima volta dice che partirà il compostaggio. Speriamo sia quella buona… Non vorremmo che le compostiere stessero marcendo nel piazzale affittato a 1.100 euro al mese per tenere i kit della differenziata.

L’anno Innocenziano, il vescovo, le ragioni dell’appartenenza

Il vescovo monsignor Marcello Semeraro (Foto Raniero Avvisati)

Il vescovo monsignor Marcello Semeraro ieri ad Anzio (Foto Raniero Avvisati)

Ha ragione il vescovo, Marcello Semeraro, che ieri ha ricordato aprendo l’anno Innocenziano come esistano fatti e personaggi che danno il senso di una comunità e dell’appartenenza. Papa Innocenzo XII, il pontefice al quale dobbiamo la rinascita di Anzio o se vogliamo la nascita di Anzio moderna, è uno di questi.

Riscoprire questa figura, con l’auspicio che il quarto centenario della nascita sia l’inizio di un percorso, può dare a questa città uno dei momenti di aggregazione in grado di superare ogni divisione. Anzi, può rappresentare un settore nel quale sviluppare quel turismo religioso che altrove è scontato e qui è da costruire.

Per questo ieri sarebbe stato bello avere qualche consigliere comunale in più, avere soprattutto chi ha criticato spese che hanno da essere trasparenti – ci mancherebbe – ma mai come in questo caso erano necessarie. Perché Innocenzo XII, come Sant’Antonio, come Nerone, come lo sbarco, sono ciò che dovrebbe unirci a prescindere.

Chi segue questo spazio e ha letto in passato il Granchio sa bene quali critiche sono state mosse al “Palio del mare”. E’ una tradizione che non abbiamo, quella del palio, e non c’erano contrade ad Anzio, ma inserito in questo contesto ha una sua ragione di essere. Poi il parroco padre Francesco Trani ha sottolineato, a più riprese, la richiesta del sindaco Luciano Bruschini che le cose siano “fatte bene”.

Le premesse ci sono, proviamo a unirci una volta. Hai visto mai…