Ci sono voluti quasi cinque mesi, si dice lunghe trattative politiche, alla fine con un Comune che cade a pezzi il sindaco ha deciso e ha attuato la delibera che ridisegna l’organizzazione dell’ente.
Tra aree, unità organizzative e servizi complessi solo a leggere il comunicato sul sito ufficiale si fa fatica a comprendere, figuriamoci a far funzionare qualcosa che poteva e doveva essere snellito. Semplicemente guardando alla realtà. Quanti dirigenti ha il Comune? Due in servizio, una sospesa e in attesa della pronuncia del Tar, uno che paga (anche se meno del previsto) per non dirigere perché condannato per corruzione a Ravenna e quindi senza possibilità di gestire capitoli di bilancio. Quanti ne potrà assumere? Nessuno o quasi, salvo con l’arrivo di personale della Provincia. Serviva ridisegnare in questo modo, con una cervellotica dotazione organica, l’assetto dell’ente?
Sembra di sì, pare che fosse funzionale agli assessori che devono “controllare” i diversi settori del Comune. E devono farlo attraverso i dirigenti o i funzionari “graditi“. Basta vedere quello che è successo alla pubblica istruzione dopo i provvedimenti del segretario Pompeo Savarino…
Tutto questo avviene mentre politica e dirigenza sono ai ferri corti ormai da tempo, mentre tra il vituperato segretario e i dirigenti stessi l’aria che tira non è delle migliori.
Organizzare la prossima stagione estiva, ammesso ci siano i soldi, sarà competenza di cultura o turismo? E dovrà occuparsene come dirigente Dell’Accio – assunto fra l’altro con uno specifico avviso per l’ambiente e oggi plenipotenziario – o Pusceddu? E Tulli, coordinando l’area tecnica, avrà Dell’Accio alle sue “dipendenze” o come suo pari, dato che questi coordina un’altra area?
Ah, cosa succederà se in settimana il Tar darà ragione ad Angela Santaniello e la rimetterà in servizio, sospendendo il provvedimento del segretario? Altro giro, altro decreto, altra corsa… Non solo, quand’è che si deciderà il segretario ad attuare la rotazione prevista per legge nei settori a rischio corruzione? E come si sposerà, questo, con il volere dei nostri amministratori?
E’ che a occuparsi di questo i nostri politici sono dei geni, di una macchina allo sfascio no. A pensare che se Tizio viene messo in quel posto poi Caio non rompe le scatole sì, al fatto che siamo al dissesto finanziario no. Perché sindaco e assessori, nonché gli stessi dirigenti, sanno bene ciò che ha scritto proprio Pusceddu: a febbraio siamo già in anticipazione di cassa, dai rifiuti si incassa praticamente la metà ma il servizio va pagato per intero e per farlo si usano i soldi dell’Imu o le anticipazioni. Aspettando sempre che la nuova ditta entri in servizio, fra l’altro. Dalle mense non entra un euro, siamo a marzo e le bollette non sono partite – pare ci sia stato qualche problema nel recuperare i dati…. – ma l’azienda deve essere pagata. I residui attivi, sui quali la Corte dei conti ha più volte insistito, sono arrivati a 45 milioni di euro, per la metà relativi al mancato pagamento dei rifiuti, ma di questo nessuno sembra preoccuparsi. Siamo rimasti all’intervista rilasciata dal responsabile dei tributi e dall’assessore Zucchini. Il porto? Aspettiamo il bando, intanto la Capo d’Anzio è prossima al fallimento e si vedrà…
Per chi amministra la città, evidentemente, basta una “ammuina” organizzativa. Il resto può attendere.
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