
Il Comune di Fondi, in provincia di Latina, è amministrato come Anzio dal centro-destra da oltre venti anni. Dopo aver sventato lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata grazie al governo Berlusconi/Lega (gli stessi, questi ultimi, che poi avrebbero fatto intese con i clan mafiosi pontini, stando ai racconti dei pentiti) Forza Italia & C. hanno continuato a vincere senza problemi. Nei giorni scorsi il Comune è stato premiato dalla Regione, nell’ambito dell’iniziativa Lazio Green, per avere raggiunto l’83,9% di raccolta differenziata. Avete letto bene: 83,9%. Quella stessa Regione “brutta, sporca e cattiva” – quando il nostro sindaco non sa con chi prendersela – amministrata dal centro sinistra, ha riconosciuto l’eccellente lavoro di un’amministrazione politicamente avversa. Vedete, non è questione di politica, ma di come sai amministrare la cosa pubblica e nel settore dell’ambiente e dei rifiuti Anzio ha fallito. Fondi ha meno abitanti, certo (40.000 circa) ma tre volte l’estensione territoriale di Anzio, 11 chilometri di litorale e d’estate arriva a 60/70.000 residenti. Turisti che vanno nelle seconde case hanno una tessera con la quale conferire nelle stesse isole che da noi sono state uno scempio. Se facciamo un confronto sui dati Ispra (Istituto per la ricerca ambientale) relativo a città di mare simili ad Anzio ne scopriamo delle belle. I dati che potete scaricare qui sotto sono del rapporto 2020
Lo stesso Comune – nell’ultimo piano economico finanziario, riconosce che la differenziata non ha mai raggiunto l’obiettivo sperato.

Scuserete la lungaggine, abbiate la bontà di arrivare fino in fondo, cercherò di ricostruire cosa è accaduto e le responsabilità di chi ci governa. Se poi ci fosse un investigatore, troverebbe anche spunti interessanti. Nel corso della campagna elettorale del 2018 l’attuale sindaco ebbe a dire che si sarebbe fatta “una gara ponte” prima del nuovo appalto. Invece ci siamo tenuti la Camassa, quindi chi ne ha preso il posto. Un po’ come la biogas. Si doveva andare fino all’Onu per bloccarla, ci conferiamo i nostri rifiuti con una procedura singolare. Intanto il piano economico finanziario del 2021, approvato in consiglio comunale, prevede una tariffa di 12 milioni 406.388 euro contro gli 11 milioni 940.864 del 2020 (+ 465.524 euro). Come ci spiegheranno che non ci saranno aumenti, lo vedremo. A chiacchiere sono fantastici.
PORTA A PORTA
Occorre fare un passo indietro, però. Eravamo al 2005-2006, si parlava già di “porta a porta” e con l’atteggiamento che lo contraddistingue il sindaco dell’epoca (lo stesso di oggi) rispose a un’inchiesta del Granchio “si fa solo al nord”. Dimostrammo da quelle pagine che si faceva anche al sud – da Monopoli a Salerno – e incontrandoci in piazza con l’allora assessore Luigi D’Arpino, scaricò su quest’ultimo la responsabilità “non capisci un ca’…. mo faccio assessore Del Giaccio”. D’Arpino ci provò a regolamentare il settore, ma la sua voglia di farlo e di coinvolgere anche le forze dell’ordine, cadde nel vuoto.
Con Bruschini sindaco e Placidi assessore, nel segno della continuità, le cose non cambiarono. Anzi. Fino allo scontro elettorale del 2013 nel quale l’attuale sindaco accusò di avere avviato il “porta a porta” senza soldi per prendere voti, scagliandosi anche contro l’allora dirigente (Walter Dell’Accio) oggi responsabile del servizio. Nel 2015 la nuova gara, il sindaco e i suoi assessori Fontana e Ruggiero, ma anche l’ex Ranucci, erano all’opposizione di lotta e di governo. L’affidamento a Camassa avvenne tra polemiche, ingerenze, ricorsi, interdittiva antimafia alla Ecocar-Gesam che in realtà non c’era, ma perse tutti i ricorsi amministrativi. Risultato, per un anno Camassa lavorò in assegnazione provvisoria, il contratto venne siglato il 4 aprile 2016 per cinque anni, come ha scritto Agostino Gaeta uno è stato “regalato” aspettando l’esito dei ricorsi. E adesso c’è un ulteriore “regalo” perché – ecco il fallimento – non si è stati capaci di fare la “gara ponte”, né predisporre per tempo un capitolato degno di tale nota (lo ha bocciato persino il consulente chiamato dal Comune per esprimere un parere) o immaginare un bando nazionale per entrare in una società pubblica virtuosa. E che fine ha fatto il compostaggio? Mai visto, però abbiamo pagato per tre anni il deposito delle compostiere…. E’ mancata una visione. Lo dimostra il procedere per tentativi ed errori di questi giorni del nostro Comune. Non è colpa della Rida che chiude (lo fa ogni anno, nella giostra dei “ricatti” che c’è nel settore…) della Regione che non decide, dell’opposizione. No, è responsabilità di chi guida la città e di chi lo asseconda.
SENZA CONTROLLO
Come si spiega, ad esempio, che per oltre un mese Camassa ha lavorato senza alcun atto? E che il dirigente dell’area tecnica “proroga” (senza scriverlo) fino al 15 settembre il servizio? Sarebbe “agli stessi patti e condizioni” ma secondo quale contratto e capitolato si passa dalle isole fisse a quelle mobili in centro? E prima di prorogare, di fatto, il servizio, si è proceduto alla cosiddetta “verifica contrattuale”? C’è dell’altro: il capitolato prevede sanzioni per la ditta appaltatrice, quante ne sono state fatte? Giusto multare i cittadini incivili, ci mancherebbe, perché tollerare le mancanze dell’azienda? E perché affidare, come è stato fatto per la bonifica in via Spadellata, un altro servizio alla stessa Camassa (ed “eredi”) quando quell’attività doveva svolgerla da capitolato? Perché polizia locale – dirigente in testa – e “guardie ambientali” (!?!?) dovrebbero controllare le “isole” quando il contratto dice altro? Possibile che l’anticorruzione non si accorga di tutto questo, del fatto che Ranucci era imputato in un procedimento contro il responsabile del suo ufficio e anzi lasci al suo posto – poco opportunamente – un funzionario condannato dalla Corte dei conti per danno erariale in quel settore dovuto alle “27 proroghe” sul verde? Vittima, forse, dei troppi “sì” detti alla politica. E possibile che la biogas scrivesse a un assessore non più in carica per prendere accordi? Misteri anziati… Senza contare che per proroghe, poi risultate regolari, c’è chi è stato costretto a mesi di ingiusti domiciliari. Velletri, come diciamo qui, dove vede e dove cieca…..
HOUSE, VOLSCA ED EVASORI
L’ultima “trovata” è l’ingresso nella società pubblica di Ciampino. Decisa dal sindaco, di fatto, con uno scambio di lettere con il collega di quella città, votata in giunta e solo dopo arrivata in Consiglio. C’era questo stesso primo cittadino quando entrammo nella Volsca, poi fallita e per la quale stiamo ancora pagando le conseguenze. Possibile che in questa città nessuno ricorda? Andremo con Ciampino, bene, i conti di quella partecipata sembrano a posto, ma non ha mai gestito un comune più grande di quello capofila, né sul mare. Quali garanzie avremo? Il “recinto” e le new entry in maggioranza alzeranno la mano o chiederanno lumi? Avremo una convenienza o costerà di più? Perché poi sono i cittadini a pagare. I pochi che lo fanno, altro fallimento di casa nostra…. Pure qui, stesso dirigente da anni, salvo parentesi a Nettuno, e stessi risultati deludenti, con elusione al 50% e nessuno che va a cercare chi non paga. In passato, tra questi, anche autorevoli esponenti del consiglio comunale. E su questo argomento – cioè i residui attivi della Tari – i revisori e la Corte dei conti si sono espressi senza mezzi termini.
LAVORATORI
In tutto questo l’appalto è stato usato, negli anni, come serbatoio elettorale. I sindacati si occupavano di sentenze (nel caso Ecocar-Gesam/Camassa) come se fosse di loro interesse. E quando c’erano da chiamare “squadre volanti” – diventate la normalità…. – si cercavano lavoratori fuori a un bar di Anzio Colonia, tipo “caporalato”. Adesso si preoccupano anche loro, visto che il servizio rischia di essere affidato da chi svolgerà il servizio a qualche cooperativa che non è detto li riassorba. Dopo essere stati al seguito dei vari assessori, protagonisti anche loro di carte giudiziarie (benché non indagati) sono giustamente preoccupati.
LE ALTERNATIVE
Bisogna essere seri e dire ai cittadini la verità. Sui rifiuti paghiamo, a livello nazionale e soprattutto regionale e di area metropolitana, anni di scelte mancate. Ci sono eccellenze (abbiamo parlato di Fondi, all’inizio, ma ce ne sono tante altre da nord a sud) grazie ad amministrazioni lungimiranti e cittadini seri, poi tante Anzio. Ebbene il ciclo andrebbe chiuso ognuno per sé, al limite in un ambito territoriale ottimale (ad esempio noi e Nettuno) spingendo la differenziata e il compostaggio. In discarica andrebbe poco o niente, alla biogas meno ancora. Ma i rifiuti sono interessi, grandi, grandissimi, e così come disse il sindaco per le biogas “o vengono perché li chiamano o perché trovano terreno fertile”. Le carte delle indagini (Evergreen, Touchdown, Ecocar) dicono che è per entrambe le cose ma c’è chi si è alleato con loro e chi ha deciso altro. Detto questo, va benissimo la scelta di una società pubblica ma si poteva e doveva cercarla in tutta Italia, con un bando, mettendo a confronto le offerte di chi – con tutto il rispetto per Ciampino – ha ben altri servizi. Si doveva prendere per una volta una decisione coraggiosa e senza preoccuparsi di equilibri politici, “soci elettori” (sempre dalle indagini), promesse da campagna elettorale. Fare la tariffa puntuale, far pagare tutti per ciò che producono. Non è avvenuto, ma l’alternativa c’era. Dire oggi che partirà il “porta a porta” e che i cittadini saranno sanzionati, è l’ennesima promessa. Se la differenziata avesse funzionato, anziché essere un fallimento come l’intero settore, oggi non avremmo i cumuli di rifiuti per i quali il sindaco non sa più a chi dare la responsabilità. E’ sua e di chi governa Anzio, ininterrottamente, dal 1998 a oggi. Chissà se una passeggiata a Fondi (il leader di Forza Italia Claudio Fazzone viene spesso da queste parti) possa aiutare a capire come si governa questo delicato settore…