Ambiente e rifiuti, il grande fallimento

Il Comune di Fondi, in provincia di Latina, è amministrato come Anzio dal centro-destra da oltre venti anni. Dopo aver sventato lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata grazie al governo Berlusconi/Lega (gli stessi, questi ultimi, che poi avrebbero fatto intese con i clan mafiosi pontini, stando ai racconti dei pentiti) Forza Italia & C. hanno continuato a vincere senza problemi. Nei giorni scorsi il Comune è stato premiato dalla Regione, nell’ambito dell’iniziativa Lazio Green, per avere raggiunto l’83,9% di raccolta differenziata. Avete letto bene: 83,9%. Quella stessa Regione “brutta, sporca e cattiva” – quando il nostro sindaco non sa con chi prendersela – amministrata dal centro sinistra, ha riconosciuto l’eccellente lavoro di un’amministrazione politicamente avversa. Vedete, non è questione di politica, ma di come sai amministrare la cosa pubblica e nel settore dell’ambiente e dei rifiuti Anzio ha fallito. Fondi ha meno abitanti, certo (40.000 circa) ma tre volte l’estensione territoriale di Anzio, 11 chilometri di litorale e d’estate arriva a 60/70.000 residenti. Turisti che vanno nelle seconde case hanno una tessera con la quale conferire nelle stesse isole che da noi sono state uno scempio. Se facciamo un confronto sui dati Ispra (Istituto per la ricerca ambientale) relativo a città di mare simili ad Anzio ne scopriamo delle belle. I dati che potete scaricare qui sotto sono del rapporto 2020

Lo stesso Comune – nell’ultimo piano economico finanziario, riconosce che la differenziata non ha mai raggiunto l’obiettivo sperato.

Scuserete la lungaggine, abbiate la bontà di arrivare fino in fondo, cercherò di ricostruire cosa è accaduto e le responsabilità di chi ci governa. Se poi ci fosse un investigatore, troverebbe anche spunti interessanti. Nel corso della campagna elettorale del 2018 l’attuale sindaco ebbe a dire che si sarebbe fatta “una gara ponte” prima del nuovo appalto. Invece ci siamo tenuti la Camassa, quindi chi ne ha preso il posto. Un po’ come la biogas. Si doveva andare fino all’Onu per bloccarla, ci conferiamo i nostri rifiuti con una procedura singolare. Intanto il piano economico finanziario del 2021, approvato in consiglio comunale, prevede una tariffa di 12 milioni 406.388 euro contro gli 11 milioni 940.864 del 2020 (+ 465.524 euro). Come ci spiegheranno che non ci saranno aumenti, lo vedremo. A chiacchiere sono fantastici.

PORTA A PORTA

Occorre fare un passo indietro, però. Eravamo al 2005-2006, si parlava già di “porta a porta” e con l’atteggiamento che lo contraddistingue il sindaco dell’epoca (lo stesso di oggi) rispose a un’inchiesta del Granchio “si fa solo al nord”. Dimostrammo da quelle pagine che si faceva anche al sud – da Monopoli a Salerno – e incontrandoci in piazza con l’allora assessore Luigi D’Arpino, scaricò su quest’ultimo la responsabilità “non capisci un ca’…. mo faccio assessore Del Giaccio”. D’Arpino ci provò a regolamentare il settore, ma la sua voglia di farlo e di coinvolgere anche le forze dell’ordine, cadde nel vuoto.

Con Bruschini sindaco e Placidi assessore, nel segno della continuità, le cose non cambiarono. Anzi. Fino allo scontro elettorale del 2013 nel quale l’attuale sindaco accusò di avere avviato il “porta a porta” senza soldi per prendere voti, scagliandosi anche contro l’allora dirigente (Walter Dell’Accio) oggi responsabile del servizio. Nel 2015 la nuova gara, il sindaco e i suoi assessori Fontana e Ruggiero, ma anche l’ex Ranucci, erano all’opposizione di lotta e di governo. L’affidamento a Camassa avvenne tra polemiche, ingerenze, ricorsi, interdittiva antimafia alla Ecocar-Gesam che in realtà non c’era, ma perse tutti i ricorsi amministrativi. Risultato, per un anno Camassa lavorò in assegnazione provvisoria, il contratto venne siglato il 4 aprile 2016 per cinque anni, come ha scritto Agostino Gaeta uno è stato “regalato” aspettando l’esito dei ricorsi. E adesso c’è un ulteriore “regalo” perché – ecco il fallimento – non si è stati capaci di fare la “gara ponte”, né predisporre per tempo un capitolato degno di tale nota (lo ha bocciato persino il consulente chiamato dal Comune per esprimere un parere) o immaginare un bando nazionale per entrare in una società pubblica virtuosa. E che fine ha fatto il compostaggio? Mai visto, però abbiamo pagato per tre anni il deposito delle compostiere…. E’ mancata una visione. Lo dimostra il procedere per tentativi ed errori di questi giorni del nostro Comune. Non è colpa della Rida che chiude (lo fa ogni anno, nella giostra dei “ricatti” che c’è nel settore…) della Regione che non decide, dell’opposizione. No, è responsabilità di chi guida la città e di chi lo asseconda.

SENZA CONTROLLO

Come si spiega, ad esempio, che per oltre un mese Camassa ha lavorato senza alcun atto? E che il dirigente dell’area tecnica “proroga” (senza scriverlo) fino al 15 settembre il servizio? Sarebbe “agli stessi patti e condizioni” ma secondo quale contratto e capitolato si passa dalle isole fisse a quelle mobili in centro? E prima di prorogare, di fatto, il servizio, si è proceduto alla cosiddetta “verifica contrattuale”? C’è dell’altro: il capitolato prevede sanzioni per la ditta appaltatrice, quante ne sono state fatte? Giusto multare i cittadini incivili, ci mancherebbe, perché tollerare le mancanze dell’azienda? E perché affidare, come è stato fatto per la bonifica in via Spadellata, un altro servizio alla stessa Camassa (ed “eredi”) quando quell’attività doveva svolgerla da capitolato? Perché polizia locale – dirigente in testa – e “guardie ambientali” (!?!?) dovrebbero controllare le “isole” quando il contratto dice altro? Possibile che l’anticorruzione non si accorga di tutto questo, del fatto che Ranucci era imputato in un procedimento contro il responsabile del suo ufficio e anzi lasci al suo posto – poco opportunamente – un funzionario condannato dalla Corte dei conti per danno erariale in quel settore dovuto alle “27 proroghe” sul verde? Vittima, forse, dei troppi “sì” detti alla politica. E possibile che la biogas scrivesse a un assessore non più in carica per prendere accordi? Misteri anziati… Senza contare che per proroghe, poi risultate regolari, c’è chi è stato costretto a mesi di ingiusti domiciliari. Velletri, come diciamo qui, dove vede e dove cieca…..

HOUSE, VOLSCA ED EVASORI

L’ultima “trovata” è l’ingresso nella società pubblica di Ciampino. Decisa dal sindaco, di fatto, con uno scambio di lettere con il collega di quella città, votata in giunta e solo dopo arrivata in Consiglio. C’era questo stesso primo cittadino quando entrammo nella Volsca, poi fallita e per la quale stiamo ancora pagando le conseguenze. Possibile che in questa città nessuno ricorda? Andremo con Ciampino, bene, i conti di quella partecipata sembrano a posto, ma non ha mai gestito un comune più grande di quello capofila, né sul mare. Quali garanzie avremo? Il “recinto” e le new entry in maggioranza alzeranno la mano o chiederanno lumi? Avremo una convenienza o costerà di più? Perché poi sono i cittadini a pagare. I pochi che lo fanno, altro fallimento di casa nostra…. Pure qui, stesso dirigente da anni, salvo parentesi a Nettuno, e stessi risultati deludenti, con elusione al 50% e nessuno che va a cercare chi non paga. In passato, tra questi, anche autorevoli esponenti del consiglio comunale. E su questo argomento – cioè i residui attivi della Tari – i revisori e la Corte dei conti si sono espressi senza mezzi termini.

LAVORATORI

In tutto questo l’appalto è stato usato, negli anni, come serbatoio elettorale. I sindacati si occupavano di sentenze (nel caso Ecocar-Gesam/Camassa) come se fosse di loro interesse. E quando c’erano da chiamare “squadre volanti” – diventate la normalità…. – si cercavano lavoratori fuori a un bar di Anzio Colonia, tipo “caporalato”. Adesso si preoccupano anche loro, visto che il servizio rischia di essere affidato da chi svolgerà il servizio a qualche cooperativa che non è detto li riassorba. Dopo essere stati al seguito dei vari assessori, protagonisti anche loro di carte giudiziarie (benché non indagati) sono giustamente preoccupati.

LE ALTERNATIVE

Bisogna essere seri e dire ai cittadini la verità. Sui rifiuti paghiamo, a livello nazionale e soprattutto regionale e di area metropolitana, anni di scelte mancate. Ci sono eccellenze (abbiamo parlato di Fondi, all’inizio, ma ce ne sono tante altre da nord a sud) grazie ad amministrazioni lungimiranti e cittadini seri, poi tante Anzio. Ebbene il ciclo andrebbe chiuso ognuno per sé, al limite in un ambito territoriale ottimale (ad esempio noi e Nettuno) spingendo la differenziata e il compostaggio. In discarica andrebbe poco o niente, alla biogas meno ancora. Ma i rifiuti sono interessi, grandi, grandissimi, e così come disse il sindaco per le biogas “o vengono perché li chiamano o perché trovano terreno fertile”. Le carte delle indagini (Evergreen, Touchdown, Ecocar) dicono che è per entrambe le cose ma c’è chi si è alleato con loro e chi ha deciso altro. Detto questo, va benissimo la scelta di una società pubblica ma si poteva e doveva cercarla in tutta Italia, con un bando, mettendo a confronto le offerte di chi – con tutto il rispetto per Ciampino – ha ben altri servizi. Si doveva prendere per una volta una decisione coraggiosa e senza preoccuparsi di equilibri politici, “soci elettori” (sempre dalle indagini), promesse da campagna elettorale. Fare la tariffa puntuale, far pagare tutti per ciò che producono. Non è avvenuto, ma l’alternativa c’era. Dire oggi che partirà il “porta a porta” e che i cittadini saranno sanzionati, è l’ennesima promessa. Se la differenziata avesse funzionato, anziché essere un fallimento come l’intero settore, oggi non avremmo i cumuli di rifiuti per i quali il sindaco non sa più a chi dare la responsabilità. E’ sua e di chi governa Anzio, ininterrottamente, dal 1998 a oggi. Chissà se una passeggiata a Fondi (il leader di Forza Italia Claudio Fazzone viene spesso da queste parti) possa aiutare a capire come si governa questo delicato settore…

Cosa accade (dovrebbe…) se non si approva il bilancio

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Riporto il blog di Franco Brugnola sulla mancata approvazione del bilancio entro i termini.

In tutti i Comuni è tempo di bilanci e ogni Consiglio comunale è chiamato ad approvare, entro la mezzanotte di oggi 31 marzo (termine prorogato con la legge 232/2016), il bilancio di previsione.
Ma cosa potrebbe avvenire se il bilancio non fosse approvato entro oggi?
Due sono le ipotesi:
a) che la Giunta non abbia predisposto una proposta;
b) che la Giunta abbia predisposto la proposta ma che il Consiglio non l’abbia ancora approvato.
Il Testo unico non prevede una forma particolare per l’approvazione da parte del Consiglio; sorge il problema se nello Statuto, l’ente nell’ambito della propria autonomia, lo abbia fatto prevedendo ad esempio una approvazione a maggioranza assoluta, il che potrebbe fa pensare anche ad una disattenzione (senz’altro grave, da parte della maggioranza), nel caso che poi il Consiglio l’abbia approvato solamente con la maggioranza dei presenti.
Nel caso di mancata approvazione del bilancio di previsione il TUEL stabilisce che il Segretario comunale debba riferire al Prefetto circa la mancata approvazione e se non è stato approvato dalla giunta il Prefetto provvede alla  nomina un Commissario ad acta affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al Consiglio. In tal caso e comunque quando il Consiglio comunale  non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla Giunta, il Prefetto assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli Consiglieri, un termine non superiore a venti giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito Commissario ad acta, all’amministrazione inadempiente. Dalla data del provvedimento sostitutivo, cioè dalla nomina del Commissario, inizia la procedura per lo scioglimento del Consiglio, che viene perfezionata con provvedimento del Presidente della Repubblica.
E’ evidente che la mancata approvazione del bilancio di previsione rappresenti un fatto grave in ogni caso e per questo il legislatore ha previsto una procedura di intervento correttivo, ma anche sanzionatorio piuttosto grave.
Pertanto, nel caso in cui la Giunta abbia adottato la proposta e il Consiglio comunale per un qualunque motivo non l’abbia approvata entro il termine (non è necessario che la proposta sia stata bocciata, può anche avvenire che sia mancato il numero legale, o che qualche membro della maggioranza non sia stato accontentato in qualcosa astenendosi o votando contro, ecc.), il Prefetto, informato dal Segretario comunale diffida con lettera tutti i consiglieri a provvedere assegnando un termine; solo dopo la scadenza di detto termine scatterà la procedura del Commissariamento e conseguentemente quella per lo scioglimento del Consiglio comunale.
Ove non sia stato deliberato il bilancio di previsione entro il termine di legge, è consentita esclusivamente una gestione provvisoria, nei limiti dei corrispondenti stanziamenti di spesa dell’ultimo bilancio approvato, ove esistenti. Tale gestione è limitata all’assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse ed, in generale, limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente“.

 

Ad Anzio ignoriamo se: sia passato in commissione, abbia il parere dei revisori dei conti, sia passato in giunta, siano stati messi per tempo i documenti a disposizione dei consiglieri comunali come previsto dal testo unico degli enti locali.

Sappiamo che: entro il 31 marzo non è stato approvato dal Consiglio comunale. Ora a chi di dovere i provvedimenti conseguenti, al copione già visto in passato mancano il guasto informatico e la febbre…

Attenzione, non è “un attacco alla struttura“, ma la semplice richiesta di un normale cittadino.

Bilancio, ora manca solo il guasto informatico

 

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Il vice sindaco Giorgio Zucchini

A questo punto manca solo il guasto informatico, poi la consueta pantomima sui ritardi legati al bilancio di previsione sarà completa. Ieri sera la notizia del rischio che salti tutto, nei giorni scorsi l‘uscita del vice sindaco e assessore alle finanze Giorgio Zucchini sul ritardo degli uffici. A quando un black out elettrico – e ieri c’è stato davvero – o un programma saltato o qualche mail che non parte com’è stato negli ultimi anni?

Perché far quadrare un bilancio non è mai semplice, mettere insieme il colabrodo che stanno servendo per l’ennesima volta ai cittadini e ai consiglieri di maggioranza che andranno ad alzare la mano, di più. Senza contare che siamo di fronte a una diffusa irregolarità nella consegna dei documenti, ma questo sembra interessare poco. Che sarà mai… I termini? Ma sì, pazienza, abbiamo sempre fatto così…. Convocazione entro la data della diffida e tempo guadagnato, stile primissima Repubblica.

Ecco perché a scioglimento e possibile commissario non c’è da credere, al neo prefetto di Roma – che speriamo diverso dai predecessori – qualcosa andranno a raccontare. E magari anche quest’anno uno dei revisori avrà la febbre e non firmerà. Il prefetto di Latina che dopo la diffida del 18 maggio (stessa data di Anzio) scioglie Ventotene perché manca il parere dei revisori? Ma sì, è un Comune piccolo, un’altra provincia….

La verità è che stanno impegnando chiunque arrivi dopo – eventuale commissario compreso – a dover fare i conti con un bilancio al dissesto o quantomeno che necessita di entrare in riequilibrio. Un Comune incapace di riscuotere – lo dice la Corte dei Conti, lo confermano i revisori – ma che continua a spendere oltre il dovuto e che quando si passerà al bilancio “per cassa” dovrà bloccare alcuni servizi.

Ma questo interessa poco alla maggioranza di casa nostra e a chi le si avvicina senza grossi risultati. Così come una città sommersa dai rifiuti non sembra argomento di discussione. Si pensa all’anno e mezzo che resta, evidentemente, a qualche spettacolino estivo, al lavoro da assegnare a una coop particolarmente vicina, ai “grillini” che avanzano da Nettuno, a chi verrà dopo Luciano Bruschini (a proposito, bentornato) per guidare un centro-destra che ha finito da tempo di essere esempio di governo

Carta vince, carta perde. Silenzi e soldi all’associazione in tempo di record

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Una domanda semplice semplice per il segretario generale del Comune di Anzio, Pompeo Savarino: quali atti ufficiali resteranno negli archivi del Consiglio dei giorni scorsi sul bilancio?

Domanda dalla quale ne derivano una serie. Quale piano finanziario dei rifiuti è stato votato, ad esempio, quello che aveva l’assessore all’ambiente, quello del suo collega al bilancio o quello dato ai consiglieri comunali? Ah, cosa succederà con i debiti fuori bilancio già inseriti nel piano ma non votati perché privi del parere dei revisori? E se quella cifra cambia, si rivota il piano stesso?

Ancora: il piano triennale delle opere pubbliche, qual è? E quale versione della relazione di bilancio è agli atti della seduta: quella della giunta o quella dei consiglieri? Speriamo che voglia illuminare noi, ma prima ancora il Prefetto, su quanto non si era mai visto nell’assise civica di Anzio. Perché il segretario è notaio della seduta, è come se andiamo a comprarci casa e le particelle che abbiamo noi sono diverse da quelle del venditore e differiscono entrambe da quelle di chi redige l’atto. Per piacere! Carta vince-carta perde all’ennesima potenza .

Il Pd aveva presentato una diffida che è stata ignorata e prepara una battaglia legale com’è stato annunciato ieri in conferenza stampa. A muovere critiche al bilancio è stato anche Danilo Fontana,  nel corso dell’incontro con i giornalisti Maria Teresa Lo Fazio ha sottolineato come l’emendamento vero al bilancio sarebbe quello di “rifarlo completamente“. E non ha torto, se immaginiamo che abbiamo scoperto dal dirigente dell’area finanziaria che i conti sui residui passivi riaccertati non “tornavano” tra i documenti del Comune e quelli consegnati ai revisori per 18 milioni di euro. Se scopriamo che all’inizio della loro relazione gli stessi revisori affermano che il Comune dovrà rifare tutto…. Dopo aver messo nero su bianco che di fatto i revisori non sanno leggere (si veda delibera 64 del 16 luglio) nel corso del Consiglio il dirigente dell’area finanziaria Franco Pusceddu ha provato a dire che hanno sbagliato il verbo, salvo ammettere poi che residui, avanzo e via discorrendo vanno rifatti…

In tutto questo se è normale che l’opposizione faccia il suo mestiere (almeno una parte dell’opposizione, l’altra è apparsa di lotta e di governo) stupisce che i nuovi consiglieri di maggioranza non siano assaliti dai dubbi. Uno capisce Renato Amabile o Gianfranco Tontini – stanno lì da una vita, hanno rapporti ferrei e di amicizia con il sindaco – è comprensibile il silenzio di chi non ha mai spiccato per loquacità, da Perronace a Succi, ma nemmeno di fronte a documenti in contrasto fra loro una Piccolo, una Fontana, un Millaci, un Campa, sentono il dovere di dire: “Ok, c’è un errore, mettiamo a posto le carte e rivediamoci tra una settimana?” Cosa temono, di andare a casa? Non vivono di politica, quale sarebbe il problema? No, silenzi…

Ma deve essere l’aria del Comune, diciamolo, perché negli ultimi 25 anni c’è stato un solo neo eletto a creare problemi alla sua stessa maggioranza: Candido De Angelis, nel ’90, spina nel fianco dell’allora Dc. Nemmeno allora – lo può testimoniare Bruschini che era sindaco – le carte erano così sballate su un bilancio. E non c’era il 3.0….

O forse c’è un Comune che resta nella confusione perché poi il sottobosco funziona a meraviglia. Pazienza relazioni e conti sballati, che importa dei revisori… Basta andare avanti, avere la sagra, la coop che lavora, il service agli amici e via discorrendo. Perché parallelamente c’è un ente efficientissimo.

La festa a Lavinio? Va benissimo, ci mancherebbe. Mentre Andrea Mingiacchi si spertica a cercare di fare un discorso generale sul turismo, sui soldi a pioggia che potrebbero essere convogliati in iniziative di qualità e di respiro nazionale, ecco spendere 5.490 euro. E che saranno mai…

L’efficienza, allora: la richiesta arriva in Comune il 23 luglio, la determina che impegna la somma è del 25. Rapidità unica, mentre i pareri dei revisori arrivano ma si protocollano cinque giorni dopo, le note della Asl sugli alberghi spariscono, come i pareri sulle incompatibilità degli assessori.

Ci saranno tempi simili per ogni associazione che chiede? Chissà. Qui una di quelle che ha organizzato la festa è l’Eco delle periferie che com’è noto è molto vicina al consigliere Antonio Geracitano, il quale compare in bella mostra sulla pagina facebook della stessa, non vogliamo credere che tanta rapidità sia dovuta a questo.

Torniamo all’inizio: segretario, è tutto regolare?

Residui, il gioco delle tre carte e la delibera fantasma

Prima di proseguire nella lettura, informo che la delibera è sul sito dal pomeriggio odierno.

L'albo pretorio oggi, alle 13,45

L’albo pretorio oggi, alle 13,45

Al gioco delle tre carte, lo dice la parola stessa, servono tre pezzi. Poi, abilmente, chi comanda il banco le muove in maniera talmente abile che vince praticamente sempre.

Ad Anzio, con la delibera di giunta sul riaccertamento straordinario dei residui, siamo praticamente nelle stesse condizioni. Con l’unica differenza che una delle tre carte ancora non la conosciamo.

E’ l’ultima delibera sui residui, quella che andava adottata contestualmente al bilancio consuntivo dalla giunta e che, invece, è arrivata lunedì alla terza stesura. Non la conosciamo perché, al solito, la trasparenza da queste parti è a soggetto. L’ultima delibera di giunta pubblicata riguarda il preventivo 2015: fatta il 7 luglio e subito on line. Questa del 13, tre giorni dopo ancora non c’è. Sappiamo però che è partita per la Prefettura, di corsa. Perché lo spettro del commissario aleggia ancora.

Sappiamo pure – lo vediamo da recenti determine – che ciascuno continua a fare riaccertamenti anche in questi giorni. Avremo una quarta delibera? Ma non siamo fuori tempo massimo?

Allora torniamo per un attimo a quella del 4 giugno, giorno del consiglio comunale e quindi contestuale. La giunta per legge delibera “previo parere dei revisori“. Nell’atto il parere non c’è, in Comune è arrivato via posta elettronica certificata ma in delibera non viene inserito.

Da qui la seconda carta, con una “pezza” al potenziale falso commesso il 4 giugno, e l’inserimento del parere il 26, infine i nuovi conteggi il 13 e il parere “non favorevole” dei revisori dei conti. Non sappiamo ancora che cosa c’è scritto, però, sulla delibera fantasma.

Ma quanto ci vuole a pubblicare gli atti? E chi è il responsabile? E non eravamo 3.0?

Residui, scuse e numeri in libertà. I conti non tornano

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Tra un annuncio di conferenza stampa, spettacoli, archeotur che hanno successo ma stranamente non fanno parte del programma “Summer Time” finalmente veniamo a sapere che il parere dei revisori dei conti sul riaccertamento dei residui è negativo e che si tratta di un’attività gestionale.

Lo dice sul sito del Comune – nel quale la delibera per la quale i revisori esprimono il parere non c’è ancora, alla faccia della trasparenza – il vice sindaco Giorgio Zucchini. E’ convinto che presto tutto sarà chiarito, ma qui con la delibera del 4 giugno si è fatto finta di non avere il parere, con quella successiva si è provato a mettere una pezza, dell’ultima ancora non sappiamo. Quello che è sicuro è che i conti, per i revisori, non tornano.

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Saranno degli sprovveduti come la Corte dei Conti o gli ispettori della Ragioneria dello Stato? Chissà… E’ noto che ad Anzio sappiamo sempre qualcosa più degli altri.

Nella nota si omette di fare riferimento al possibile scioglimento del Comune. La legge è chiara, il riaccertamento si vota “previa parere” dei revisori. Sappiamo che a Villa Sarsina stanno studiando già la via d’uscita: la delibera c’è, è nei tempi, i revisori hanno preso un abbaglio e mezza Italia è in queste condizioni, mica possono sciogliere tutti i Comuni….

Ma questi atti, fra l’altro, sono propedeutici al preventivo che andrà in Consiglio a fine mese. Allora proviamo a farla facile: io devo costruire una casa, per farlo ho bisogno del progetto, di pagare ciò che è dovuto, ma data la particolare zona anche di un parere, vuoi della Soprintendenza dei beni archeologici o vuoi del genio civile. Se non ho quest’ultimo oppure è negativo, la casa posso costruirla? Il sindaco e il suo vice a questa domanda devono rispondere. Non a chi scrive, ma alla città e al rappresentante del governo, il prefetto Franco Gabrielli.

L’assessore alle Finanze dice anche altro ovvero che i nostri conti sono in ottima salute e che si riscuote mediamente il 70-80%. Ha ragione, ma  a quella media si arriva per le intere entrate, compresi i trasferimenti e i prestiti. Zucchini non dice che alla voce tasse (rifiuti e affini) incassiamo meno della metà – è scritto proprio nel consuntivo 2014 – e che per le extratributarie (servizi a domanda individuale, tipo mense tra l’altro) la percentuale è del 49,2%

Riscossioni entrate tributarie: la relazione al consuntivo 2014

Riscossioni entrate tributarie: la relazione al consuntivo 2014

Le entrate extratributarie nel 2014

Le entrate extratributarie nel 2014

Sono voci importanti perché sui rifiuti c’è una montagna di residui che sono di difficile riscossione e restano un peso,  non una opportunità, per l’intero impianto del bilancio. Cosa è stato fatto politicamente per andarli a riscuotere è tutto da capire.

Di certo i conti non tornano, ai revisori e non a qualche sprovveduto cittadino. E’ ora di assumersi le responsabilità.

Basta giocare con i conti. Caro sindaco è ora di andare a casa

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Oggi ci hanno riempito di comunicati che vanno dall’anno Innocenziano al festival della pizza, ma nessuno ci ha ancora detto ufficialmente dal Comune di Anzio che il parere dei revisori dei conti sul riaccertamento straordinario dei residui è arrivato ed è negativo.

Il che mette in discussione l’intero impianto del bilancio, mette a rischio il preventivo 2015, fa bussare alla porta il commissario con lo scioglimento del consiglio comunale. Il prefetto Gabrielli sembra più attento del suo predecessore e qualcosa dovrà pur fare se ad Anzio continuano a giocare.

Si parla, ora, di un’ennesima delibera per il riaccertamento, una eventuale foglia di fico per cercare di salvare il salvabile. Altrimenti il capro espiatorio c’è già. E’ il dirigente dell’area finanziaria, Franco Pusceddu. Negli ambienti di una frastagliata e litigiosa maggioranza da giorni si dice  “ci manda a casa Pusceddu“, dimenticando che forse è grazie a lui se il Comune non è ancora sciolto e se c’è chi può mettersi medaglie in petto con uno spettacolo, per esempio, o qualche altra singolare iniziativa. Beh, il sindaco aveva addirittura parlato di “complotto“, ciò che dice la maggioranza è nulla…

Il consuntivo e il riaccertamento andavano approvati – per legge – entro il 30 aprile. Un provvidenziale guasto tecnico e una malattia hanno fatto guadagnare giorni. Quando l’opposizione si è rivolta al Prefetto questi ha dato il classico sollecito concedendo 20 giorni ulteriori.

Si è arrivati in Consiglio il 4 giugno senza aver consegnato il materiale necessario all’opposizione – il Pd ha fatto mettere a verbale che la seduta era nulla ed è uscito, altri si sono associati non partecipando al voto – ma la maggioranza è andata avanti. Lo stesso giorno la giunta ha approvato la delibera sul riaccertamento omettendo – rasentando il falso – il parere negativo dei revisori  arrivato via posta certificata prima della riunione dell’esecutivo.

Quando il segretario generale se n’è accorto, altra delibera, una pezza a colori alla “svista”, stavolta prendendo atto del parere e chiedendo di riformularlo sulla base dei documenti forniti. Altri giorni, altro tempo, ma il Prefetto non dorme ed ora di smetterla di giocare con i conti.

Pusceddu ha risposto, da diligente dirigente, alle indicazioni politiche. Ha messo dei paletti, quelli che poteva, come hanno fatto altri suoi colleghi. Se ci ritroviamo nuovi debiti fuori bilancio per circa 1,5 milioni sui rifiuti chi ha fatto spendere quei soldi? E perché?

Se non abbiamo mai recuperato 17 milioni di euro di residui attivi precedenti al 2010, 13 dei quali per rifiuti, chi doveva occuparsi politicamente di farlo? O evitare di andare a cercare chi non pagava è servito a ottenere voti? Ditecelo, per piacere…

E si può presentare un preventivo 2015 con un avanzo di amministrazione (oltre 9 milioni) vincolato ma del quale difficilmente si potrà disporre?

Se c’è un errore che hanno commesso Pusceddu e gli altri dirigenti – non lo dico da oggi – è stato spesso di essersi piegati troppo alle volontà politiche, vuoi per quieto vivere o vuoi per avere magari la possibilità di gestire ognuno il suo piccolo orto al meglio, senza un disegno organico di quella che dovrebbe essere l’azienda-Comune. Ma se il Prefetto manda un commissario non gettiamo la croce addosso a chi non lo merita. Piuttosto la politica ha chiesto, alla dirigenza, ben oltre ciò che poteva. Basta ricordare la triste vicenda che vede tre condanne in primo grado. Ingiuste quanto si vuole, ma arrivate.

Per questo caro sindaco, è ora di prendere coraggio e andare a  casa. Basta giocare con i conti, non fate un’altra delibera, evitateci questa pantomima e assumetevi le responsabilità politiche di questa situazione che configura il dissesto finanziario di un ente ereditato con i conti a posto e che sarà lasciato alla berlina.

Revisori, il 3.0 “de noantri” colpisce ancora…

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Diventa affascinante quanto succede al Comune di Anzio con i documenti in arrivo. Non è la prima volta che ce ne occupiamo, è vero, ma leggere la ricostruzione fatta dal “Granchio” in edicola sul percorso del parere dei revisori dei conti per il riaccertamento straordinario dei residui spinge a una nuova riflessione.

C’è la necessità, urgente, di avere certezze sul giro che fanno le carte negli uffici comunali e di fare chiarezza sul perché la sagra del peperoncino in tre giorni passa dal protocollo alla delibera di giunta o la revoca parziale dell’ordinanza di Succi viene emessa addirittura il giorno stesso della nota della Asl. Non abbiamo mai capito, poi, come sia “sparito” il parere legato all’incompatibilità di Placidi o il motivo per il quale le analisi dell’Arpa, in passato, siano state protocollate dopo una settimana, quando dicevano che il mare era inquinato. Potremmo proseguire, ma qui sembra  che per i residui – vera spina nel fianco dell’amministrazione guidata da Luciano Bruschini –  si “gioca” sui tempi.

L’impressione che se ne ricava dall’esterno è che si sia voluto appunto prendere tempo, provare a rimediare in extremis com’è con tutta questa vicenda del consuntivo. Non vogliamo pensare che siccome era negativo, si è evitato di inserire il parere nella prima delibera. Né siamo nati ieri per credere, com’è scritto nella seconda, che “al momento della redazione” il parere non era arrivato.

Suvvia! Nel Comune 3.0 che sarà pure “de noantri” una mail certificata, il giorno della giunta, arriva e con un semplice ctrl C+ ctrl V (copia e incolla, per intenderci) si inserisce nell’atto predisposto. No, qui si riporta un protocollo di cinque giorni dopo, salvo scrivere in delibera (la seconda) che era arrivata la posta certificata, prendere atto di quel parere che non piace e provare a giustificarsi.

Guarda caso quel parere dice, come si denuncia da tempo, che la documentazione non c’è o è arrivata tardi. La stessa per la quale, anche quest’anno, abbiamo subito un guasto informatico.

Già, stai a guardare il capello… Invece no, perché mai come in questi casi la forma è sostanza. Non farebbe male ad accorgersene anche l’opposizione, magari chiedendo al sindaco 3.0: scusi, ci spiega una volta per tutte come funziona il nostro protocollo e perché alcune cose sono in tempo reale e altre no?

ps, a proposito: qual è il sistema secondo il quale compaiono solo oggi determine esecutive dal 16 maggio?

Consuntivo, residui e debiti, quello che la città dovrebbe sapere

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L’approvazione del rendiconto in pochi minuti ha fatto superare al sindaco Luciano Bruschini e alla sua maggioranza un ostacolo di non poco conto. L’assenza del Pd che non ha partecipato ritenendo nulla la seduta per i documenti ricevuti in ritardo e la mancanza di dibattito hanno sì portato al voto favorevole l’ultimo giorno utile dopo la diffida del prefetto, pena lo scioglimento del Consiglio comunale, ma lasciano alcuni dubbi.

Il primo è relativo all’entità dei residui per mancate riscossioni. Il vice sindaco e assessore alle finanze Giorgio Zucchini ha detto che si sta provvedendo, ma era così anche un anno fa e finora di risultati visibili non ce ne sono. Si parla, ce lo potrà confermare lui stesso, di circa 30 milioni di euro di residui attivi per mancato pagamento della tassa sui rifiuti nelle diverse accezioni. E’ vero? E tra i creditori del Comune ci sono anche esponenti pubblici o, peggio, consiglieri comunali ovvero società a loro collegate?

E oltre i rifiuti, risultano e a quanto ammontano i residui attivi per altri tributi comunali? Anche in questo caso, ci sono personaggi platealmente incompatibili sui quali ci si gira dall’altra parte? E che magari tengono in piedi la maggioranza?

Ecco, il Pd è uscito e avrà le sue ragioni, altri non sono intervenuti, ma dal prossimo Consiglio qualcosa potranno pur chiederla, magari nelle interrogazioni. Magari anche sui debiti, per capire se nella fretta, tra guasti informatici e malanni che ai più sembrano “tattici”, è sfuggito tra i residui cancellati qualcosa impegnato per essere liquidato a fronte di un servizio. Errori, per carità, ne facciamo tutti, ma proprio per questo si deve chiedere di verificare.

E sarà bene far sapere ai cittadini, nonché ai consiglieri che dopo il voto di oggi sembrano proiettati sull’organizzazione di eventi estivi che avranno il solito criterio di vicinanza a Tizio o Caio, che sul preventivo una consistente somma andrà vincolata come fondo rischio per i residui e che l’esorbitante quanto dubbio avanzo di amministrazione non è un “bussolotto“, anzi…

Passa il consuntivo, i dubbi che restano e…

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Il vice sindaco Giorgio Zucchini

Poche righe dell’ufficio comunicazione di Anzio per ricordarci che il consuntivo è stato approvato “con il parere favorevole dei revisori“. Senza era un po’ difficile farlo, ovvio, ma quello che oggi è successo in aula qualche problema continua a porlo al sindaco e alla sua maggioranza.

I quali, ne siamo certi, resteranno al loro posto fino al 2018 ma oggi non avevano altra strada che approvare il conto così com’era, incuranti di aver calpestato le regole per l’ennesima volta e di essersi sbrigati solo dopo la diffida del Prefetto. Intanto il parere favorevole: il “copia e incolla” delle relazioni dei revisori è normale, ci spiegano, sono atti predisposti così e ai quali si aggiungono i parametri del Comune al quale ci si riferisce. Lo scorso anno, a parametri immutati, gli stessi revisori diedero parere contrario (poi rivisto), adesso hanno copiato e incollato tutto escluso il parere. Firmato, ancora una volta, da due su tre componenti del collegio. La terza, come un anno fa, era malata.  Verrebbe da chiedere il certificato, lo stesso sindaco ha riferito che l’assente è “nei limiti di legge” ma che si farà sentire. Speriamo.

Quello che non è nei limiti è il rispetto dei tempi entro i quali, secondo il decreto legislativo 267/2000 e il regolamento di contabilità, i consiglieri dovevano avere la documentazione a disposizione. Sono 20 giorni prima dell’assise, compresa la relazione dei revisori, c’è chi afferma 5 anche se nel regolamento di Anzio è scritto 20, ebbene è arrivata lunedì dopo le 13, a Eugenio Ruggiero addirittura ieri. Questa e altre vicende procedurali hanno indotto il Pd a lasciare l’aula, dopo aver dichiarato nulla la seduta.

La maggioranza (13 voti alla fine, solo uno in più del necessario) è andata dritta. Vai a spiegare a chi ha delle perplessità che forse sono stati davvero commessi degli errori procedurali. Che sotto sotto, tra una scusa e l’altra, qualche documento non è arrivato nei tempi e che era il caso di rinviare. Forse tra una quindicina di giorni Bruschini non sarebbe riuscito nemmeno a tenere insieme quei 13. Intanto sui banchi dell’opposizione qualcosa è successo: il Pd è uscito, Fontana e Ranucci hanno sollevato diverse perplessità e non hanno partecipato al voto, De Angelis è arrivato dopo, Cristoforo Tontini pure non ha votato, il solo Eugenio Ruggiero è rimasto e si è espresso contro. E’ un dato che lasciamo agli analisti.

E perché Zucchini, alla fine, ha ritenuto di dover far mettere a verbale una sentenza del 2011 del Tar Puglia (ci sono norme perfino cambiate, da allora) che dava ragione a chi non aveva allegato per tempo il parere dei revisori? Il vice sindaco sa bene di essere fuori dai termini e che decine di sentenze vanno in senso contrario.

Una cosa è certa, non c’è stato dibattito su residui, inesigibili, avanzo di amministrazione che ora andrà vincolato – sul preventivo – come fondo “rischi” per i crediti che non riscuoteremo mai, sui ritardi per un atto tecnico che ogni anno va presentato il 30 aprile ma che ad Anzio, tra guasti informatici e febbri, trova sempre il modo di essere spostato.