Il punto blu, le assunzioni, il box pagato due volte

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Con i toni trionfalistici che stanno accompagnando ultimamente la diffusione di notizie del Comune di Anzio siamo stati informati, nei giorni scorsi, dell’apertura del “Punto blu” in piazza Pia. In una città dove i colleghi della stampa – non me ne vogliano – si limitano spesso a copiare e incollare, nessuno sembra chiedersi come quello “sportello” sia finito nel box che un tempo era del “Centro commerciale naturale“. Figuriamoci se ci pensa l’opposizione o quel che ne resta, a chiederselo…

Allora proviamo a ricostruire, partendo dal comunicato ufficiale. Il “Punto blu” faceva parte del progetto del “Borgo Marinaro di Nerone” e allegati alla  delibera del 16 febbraio scorso con la quale si chiedevano alla Regione Lazio 50.000 euro (10.000 sono a carico del Comune) ci sono la “scheda del progetto” (vuota, ma in giunta le carte le vedono o non?) e la “sintesi del progetto” che prevede – fra le altre cose – “L’installazione di un INFOPOINT nel parco di Villa Adele a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria : un centro polifunzionale con nuovi servizi per l’accoglienza del turista“. La previsione di spesa per realizzarlo è di 7.000 euro.

Risultato? Quel box lo abbiamo pagato due volte. Eh sì, perché il nuovo a Villa Adele non c’è e sistemarlo in quello esistente ci è sicuramente costato qualcosa. Torniamo al “Centro commerciale naturale“, all’aborto di quella iniziativa, perché nel 2011 sempre la giunta aveva affidato all’associazione che doveva realizzarlo (ed è poi sparita) la “struttura in metallo di forma ottagonale con superficie di circa 16 metri quadrati sita in Piazza Pia dotata al suo interno di impianto video lcd ed impianto audio per filodiffusione; 14 paline per la denominazione delle vie del Centro Commerciale Naturale; Punto Informativo Turistico dotato di touch screen che, attraverso un software dedicato, consente la visualizzazione di informazioni e notizie utili alla fruizione del territorio comunale (in fase di istallazione); – 4 paline informative bifacciali (tipo bacheche) con telaio in ferro di colore blu per l’affissione di messaggi promozionali o pubblicitari; sito internet con dominio anzioinpiazza.it; rete wi-fi funzionante nel perimetro del centro per consentire la connessione gratuita ad internet.”  Tutto questo era stato affidato all’associazione “al fine di elevare e qualificare la fruibilità delle strutture e dei servizi da parte dei cittadini e di garantire la prosecuzione di tutte le attività ed i programmi attualmente in atto”. Li avete mai visti?

Fortuna che almeno il sito anzioinpiazza non esiste più, perché per anni ha messo tra i piatti tipici della città gli spaghetti alla sorrentina. E fortuna che hanno tolto il touch screen che a Ferragosto augurava buon Natale. Ebbene tra le spese di quel Centro commerciale naturale – sostenute da Regione e Comune  per un totale che supera i 250.000 euro –  alla voce “arredo urbano” troviamo:    14 paline, 7 fioriere, 15 panchine, 4 totem indicatori, altrettante paline informative, 10 cestini porta rifiuti, 100 stendardi in nylon da appendere all’esterno di ogni esercizio e per l’aggiornamento della toponomastica  e la realizzazione del chiosco ottagonale in piazza Pia: 53.055 euro. Vuol dire che lo abbiamo pagato caro. Adesso lo paghiamo di nuovo, sembra (ma va verificato, l’assessore Bianchi può illuminarci?) dopo averlo revocato alla ormai misteriosa associazione “Centro commerciale naturale”.  Se è così revochiamo anche le bacheche arrugginite e facciamo almeno pagare i danni… 

Non è tutto, perché se leggete la delibera e l’allegato, non troverete fra le spese previste quelle per il personale. Eppure c’è chi sta lavorando lì, anzi ha addirittura   firmato contratti, in Municipio. Avete letto avvisi pubblici o simili? Ricerche di persone che hanno esperienza nell’accoglienza turistica, conoscono le lingue e sanno di cosa parlano? No, quindi sarebbe interessante sapere chi ha scelto e “assunto” chi  è pagato per stare all’info point. Ah,  i contratti – o qualcosa di simile – sono stati firmati negli uffici dell’assessorato all’ambiente.  Non solo, molti – assessori e consiglieri comunali di maggioranza compresi – hanno appreso dell’inaugurazione solo da internet. Vittime del 3.0, dai….

Conclusione: anche le cose che partono con buone intenzioni in questo Comune prendono sempre strade contorte. La sfida per chi si candida ad amministrare Anzio nel 2018 è quella di fare percorsi certi e lineari. E’ un’altra linea di demarcazione, chiara, tra questo modo di “fare” politica e #unaltracittà.

Benvenuti ad Anzio, è estate. E va be’… buon Natale!

 

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L’immagine parla più di qualsiasi altra cosa. E’ stata scattata ieri sera, allo “screen” che si trova nel box di piazza Pia, una delle realizzazioni per il centro commerciale naturale. Il progetto, altrove ancora funzionante e qui miseramente abortito, doveva rappresentare un modo di “promuovere” il centro e la città.

Spesi i soldi pubblici, data la percentuale al centro servizi della Confcommercio per la pratica svolta – qui come in molteplici città del Lazio – tenuto in piedi per anni il sito anzioinpiazza.com (ora introvabile, per fortuna) che promuoveva gli spaghetti alla sorrentina tra i piatti tipici e che ovviamente abbiamo pagato con soldi pubblici, di quell’esperienza è rimasto il box, qualche panchina, spazi espositivi arrugginiti.

Il Comune ha ceduto tutto all’associazione Centro commerciale naturale che, crediamo, esiste ancora ma che non cura affatto i beni ricevuti. Né organizza eventi, ma qui rischiamo di sbagliare perché nella giungla di bancarelle, associazioni, sponsor politici, qualcosa potrebbe ancora farlo.

Torniamo al box, allo schermo che dovrebbe dare informazioni e non le dà, a quel beffardo Buon Natale alternato a Buone feste, alla neve che scende. Pensiamo al 3.0 promesso da Luciano Bruschini che quel touch screen l’ha pagato con soldi pubblici, del progetto del centro commerciale naturale, e dove le informazioni sono un optional. Torniamo al box dove sono malamente ammucchiate sedie e bottiglie ben visibili, almeno ieri sera.

C’è il simbolo del Comune di Anzio in quello spazio, della città turistica dove il delegato si affanna a organizzare spettacoli dei quali ancora non sappiamo nulla, della città delle prime donne di associazioni d’ogni genere, dove ognuno guarda al proprio orticello. Ebbene immaginiamo che venga davvero un turista, uno che di fronte alla Sessa Aurunca (con tutto il rispetto, sia chiaro) che è diventato il centro tra burattini, ambulanti improvvisati, sale giochi sparse, veda in quel Buon Natale anche il logo della città. Immaginiamo cosa potrebbe pensare. E non aggiungiamo altro.

Buona estate, ops: buon Natale!

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Bravo sindaco, fine delle bancarelle. Speriamo

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Ho dato disposizione, non oggi ma ieri, che i mercatini in piazza li devo autorizzare io“. Luciano Bruschini lo ha detto in consiglio comunale, da l’altro ieri in poi è il sindaco a dire se le bancarelle che sistematicamente stanno invadendo la piazza possono essere autorizzate o meno.

Lui che di solito “non sa” deve essersi reso conto che tra un centro commerciale naturale perfettamente inutile, un’associazione che organizza ogni genere di mercatino, altre che arrivano, propongono e vedono liquidarsi la fattura “numero uno” sistematicamente, qualcosa non quadra.

Così dovrà autorizzare lui, non si passerà più per Giorgio Bianchi ma per il sindaco ovvero il suo delegato dovrà sottoporre a Bruschini (e convincerlo) che il mercato dei fiori piuttosto che i presepi con il criterio “secondo me va bene” sono positivi per la città, magari in termini di suolo pubblico, e non solo per chi organizza e percepisce – speriamo secondo i crismi dettati dalla legge – un riconoscimento economico.

L’assessoretto – lo chiameremo così finché continuerà a definire “giornaletti” quelli locali dove si impegnano tanti  colleghi, candidandosi a degno erede di Sergio Borrelli  – è rimasto imperterrito al suo posto. Lo ha fatto anche dopo l’inversione a “U” sul nuovo regolamento del commercio che aveva provato, invano, a far saltare dopo la commissione, smentendo poi in una conferenza stampa le ricostruzioni di quanto era accaduto (e veniva confermato) in Comune.

Nessuno gli ha ricordato ieri che se parliamo di un supermercato in centro e di Carrefour in particolare è perché qualche mese fa è stato lo stesso Bianchi a dirci che c’era un interesse del gruppo francese.

Resta il fatto che sul commercio si naviga a vista, ma la programmazione è da assessori, mentre le bancarelle da assessoretti.

Bravo sindaco, dunque, speriamo solo che stavolta quello che si afferma in Consiglio abbia conseguenze nella realtà. In passato non è stato così.

Se la manifestazione floreale “sfratta” tutti dalla piazza

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Non c’è fine settimana, ormai, che piazza Pia sia occupata da qualche manifestazione. Dai fumetti ai fiori, dalla cioccolata ai presepi, non ci facciamo mancare nulla. E’ un bene, dirà qualcuno, crea “movimento“. Della qualità – a cominciare da quella dei gazebo – nessuno si preoccupa ma pazienza. Di chi gestisce e come, ancora meno.

Ieri però si è raggiunto il massimo. L’ennesima associazione, quelle non ci mancano ad Anzio, con promotore udite udite il redivivo Centro commerciale naturale, aveva organizzato una manifestazione floreale. La notizia è che il Centro commerciale naturale esiste ancora, come il suo sito inguardabile e dannoso per la promozione della città, pagato peraltro dai contribuenti.

Comunque è maggio, che diamine, se non parliamo di fiori…

Benissimo. A nessuno è venuto in mente che ieri – come avviene ormai da decenni – c’erano i volontari dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro con le loro azalee. Un impegno per la raccolta di fondi per la ricerca che non ha eguali e vede in campo volontari “veri”, che è stato relegato in un angolo. Chi era lì ha parlato di episodi tutt’altro che gradevoli.

A nessuno è venuto in mente, inoltre, che ieri decine di bambini avrebbero vissuto un momento importante della loro vita come quello della prima Comunione. Ad accoglierli all’uscita della chiesa una specie di Suk, mentre prima per entrare con la mini processione nella principale chiesa della città hanno dovuto fare una sorta di gimkana.

Ora va bene tutto, si facciano mercati e mercatini, proliferino associazioni di ogni genere – sperando senza costi per il Comune – ma un minimo di attenzione no?  Tutti “sfrattati”, ci sono i fiori.

Beata trasparenza, i presepi li abbiamo pagati…

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Vedi a che serve la trasparenza, l’accesso civico, gli “open data“… Ancora una piccola somma, ancora una cosa fatta senza conoscere i criteri, ma alla fine si scopre che la manifestazione ” consistente nella esposizione di presepi natalizi creati dai Maestri Artigiani dei presepi di San Gregorio Armeno di Napoli e da maestri artigiani locali per il periodo dal 06 al 08 dicembre 2014″ si è svolta e l’abbiamo pagata.

Era stato affidato tutto all’Associazione Artigiani e commercianti piccole e medie imprese di Anzio (ma quante associazioni ci sono?) che aveva presentato un preventivo di 2000 euro. Quando riportammo la notizia l’assessore alle attività produttive, Giorgio Bianchi, si affrettò a far sapere che il criterio era quello per cui secondo lui andava bene e che comunque non essendosi svolta la manifestazione la determina sarebbe stata revocata. Adesso si apprende che “a causa delle avverse condizione meteorologiche il programma della manifestazione non è stato completato, in quanto, i Maestri Artigiani dei presepi di San Gregorio Armeno di Napoli non hanno partecipato all’esposizione delle proprie opere, pertanto l’evento ha visto la partecipazione esclusivamente dei maestri artigiani locali“. Da qui la liquidazione all’Associazione organizzatrice di 1650 euro e non più 2000. Segno che gli artigiani napoletani sarebbero costati 350, quelli locali il resto. Ma la manifestazione, avverse condizioni meteo o non, si è poi svolta?

I presepi non pagati e il criterio “secondo me”…

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Il casuale incontro di questa mattina con l’assessore alle attività produttive Giorgio Bianchi ha consentito di chiarire un paio di cose. La prima: la determina sui presepi in piazza c’è, impegna 2.000 euro, ma non saranno pagati perché l’artigiano non è venuto. Presto, così ha detto l’assessore, sarà revocata. Anzi, ha sottolineato che uno prima di scrivere potrebbe pure informarsi. Della serie, ormai, che non bastano nemmeno gli atti pubblici secondo chi ci governa.

E’ seguita la solita e scontata lamentela sui giornalisti disattenti o votati al sensazionalismo – ma il timore è che sia l’assessore a seguire poco certi argomenti, questione di punti di vista – e la notizia relativa ai criteri sulla base dei quali si sceglie questa o quella iniziativa o manifestazione. “Secondo me l’artigiano che fa i presepi in piazza è una bella cosa“. Anche qui, questione di gusti.

Ah, Bianchi ha fatto notare che il suo assessorato per anni ha speso “zero” e quindi il criterio è anche quello di “fare qualcosa rispetto a niente“. Buono a sapersi.

Ps: già che ci siamo – visto che oggi non era il caso di approfondire – notizie del Centro commerciale naturale?

I criteri restano un rebus, intanto paghiamo anche i presepi…

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E’ noto che non esistono, ad Anzio, criteri in base ai quali si decide chi organizza cosa. Meglio, anzi peggio, il criterio è non avere criteri. Così, al solito senza alcun bando né “regia” da parte dell’amministrazione 3.0, com’è stato per l’estate così si è proceduto a Natale.

Un programma presentato dalla Pro Loco Città di Anzio il 21 novembre dal titolo “Merry Christmas 2014” per iniziative dal 19 al 26 dicembre in diverse piazze, compresa quella centrale, 18.850 euro. Non si doveva fare? Ma certo, è giusto che l’amministrazione organizzi qualcosa, ma qual è il motivo per il quale si è scelto quel programma? Era il solo? Continuiamo a chiedere sapendo che non ci saranno risposte, né le cercheranno i consiglieri comunali. Altrimenti qualcuno si sarebbe svegliato per spese estive ben più consistenti, quando si afferma in ogni atto di liquidazione che sono pervenute diverse proposte. Sarebbe il caso di capire se ci sono e di vederle, perché come affermato in passato magari si sceglie l’associazione che propone una serata lirica e si scarta – è una provocazione, sia chiaro – il teatro dell’Opera.

Ma torniamo al Natale, perché alla Pro Loco si affianca l’associazione  Artigiani e Commercianti Piccole e Medie Imprese. Non bastavano il nostro Centro commerciale naturale – del quale a dire il vero si sono perse le tracce – l’associazione Andromeda sempre molto attiva in manifestazioni di piazza, mercatini in particolare, né l’associazione giovani commercianti Anzio alla quale l’estate scorsa è stata liquidata la prima fattura emessa nella sua storia. No, è arrivata anche questa associazione, con sede a Nettuno  – non si conosce la data del protocollo – che per “affidamento e organizzazione esposizione presepi artistici” ha ottenuto 2.000 euro. I presepi erano, così si legge nell’atto, quelli degli artigiani di San Gregorio Armeno, a Napoli. L’auspicio è che i presepisti non abbiano dovuto versare nulla agli organizzatori e francamente sfugge per quale motivo un Comune debba pagare per ospitare una mostra simile.

E poteva mancare il “trenino“? Non sia mai, sembra che ci tenesse particolarmente l’assessore alle attività produttive Giorgio Bianchi e così dal 20 al 30 dicembre, Natale escluso, sono stati destinati altri 4.950 euro.

Ripetiamo: tutto assolutamente lecito, ma ancora una volta senza che si sappia cosa realmente si voglia fare   di questa città se non affidarsi all’improvvisazione, a qualche associazione amica, a quella che presenta il progetto per prima, a quella che gode della fiducia di un consigliere o un assessore. Poi i presepi avranno avuto il loro pubblico, gli spettacoli in piazza anche, il trenino sarà stato preso d’assalto. Ma ancora una volta sarebbe interessante capire.

Centro senza addobbi, le responsabilità del Comune e quelle dei commercianti

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E’ desolante, non c’è dubbio, arrivare al centro di Anzio e constatare che non c’è l’albero di Natale né un minimo di luminarie. Il Comune quest’anno non ha ancora provveduto. Se ci dicessero: scusate, c’è la crisi, facciamo solo una cosa simbolica, saremmo i primi a capire. In realtà sembra che si tratti di normali ritardi burocratici. Della serie che Natale arriva ogni anno, il 25 dicembre, da oltre 2000 anni, ma qui di programmare una minima iniziativa non se ne parla proprio. Si improvvisa…

Detto del Comune in ritardo, stupisce che nessun altro si sia prodigato per mettere qualche addobbo. La crisi, vero, ma insomma… E chi avrebbe dovuto farlo? Semplice, chi in questi anni ha preso soldi pubblici per fare – alla fine – poco o nulla.

Parliamo del Centro commerciale naturale, costato alla collettività decine di migliaia di euro ma del quale non si vede una sola iniziativa. Fallito così, fra l’altro con una serie di arredi in gestione e abbandonati. Finiti i soldi della Regione e del Comune, il centro ha chiuso i battenti – ammesso li abbia mai aperti – il sito internet anzioinpiazza.it ha l’ultimo aggiornamento a gennaio 2011 ma in compenso fa bella mostra sulla pagina facebook dello stesso centro un’amaca tra le palme, su una spiaggia esotica. Sul sito l’unica cosa certa sono i simboli del Comune e della Regione Lazio, possibile non hanno nulla da dire? Possibile nessuno si accorga degli spaghetti alla sorrentina che erano all’inizio e restano oggi indicati come uno dei prodotti tipici di Anzio?

E se il centro commerciale naturale, al contrario ad esempio di quello che succede a Formia, non ha organizzato nulla né immaginato di mettere una luminaria, non sembrano preoccuparsi gli altri.

L’associazione Andromeda, ad esempio, pure molto attiva quando si tratta di organizzare mercatini di dubbio gusto in piazza Pia e con i conti mai resi pubblici (d’altro canto è vero, è un’associazione anche se ha rapporti  con il Comune….), stretta collaboratrice dell’assessore Giorgio Bianchi per “Anzio notte blu” dello scorso luglio, non ha pensato ad addobbi o luminarie.

Lo stesso vale per chi organizza il mercatino di via Porto Neroniano e via Agrippina. E vale, perché no, per l’associazione Giovani commercianti Anzio – la “risposta” alla notte blu, dieci giorni dopo, con “Tutto in una notte” ovviamente realizzato grazie al contributo del Comune. Dal quale è stata liquidata – per la cronaca – la fattura “numero 1” dell’associazione. Non ne aveva fatte prima, né a dire il vero nessuno la conosceva fino alla serata del 22 luglio, magari visto che ci sono dei giovani qualcosa poteva immaginarlo per un addobbo…

Deve farlo il Comune l’addobbo, non c’è dubbio, e l’albero. Ma qui continua a funzionare che il pubblico paga e il privato non mette nulla di suo. Salvo piangere, dopo, sul latte versato.