Stavolta la Capo d’Anzio ha stupito con effetti speciali. Non c’è stato bisogno di visure in camera di commercio, il bilancio 2020 (e insieme quello 2019 che fino a qualche giorno fa non compariva) è stato pubblicato sul sito della società. Su quello del Comune, ancora no, ma d’altra parte la “casa di vetro” che il sindaco ha enunciato nell’ultimo consiglio comunale mica può essere perfetta….
La prima impressione sul silenzio rispetto all’approvazione del bilancio è che quasi si voglia “nascondere” ciò che la società fa di buono. Si annunciano in pompa magna nomine e alzabandiera, svolte epocali con una fidejussione che forse qualche banca un giorno accetterà, ma non si dice che i conti nel 2020 hanno chiuso con un attivo di 17.363 euro rispetto ai 4.959 dell’anno precedente. Come, il professore presidente e l’amministratore arrivati a miracol mostrare non ci fanno sapere una cosa del genere? E nemmeno il sindaco che finalmente vede la luce (lui, almeno) del “suo” porto? Qualche dubbio sorge e non serve scomodare Norberto Bobbio – secondo il quale era meglio seminare dubbi che raccogliere certezze – ma basta leggere tra le pieghe del bilancio. Ah, non c’è la relazione del collegio sindacale allegata. La “casa di vetro”, appunto, non è perfetta. Aspettiamo di trovarla e leggerla, con calma.
Dicevamo delle pieghe, intanto, e qui viene in mente il film “The karate kid” con la frase “Dare la cera, togliere la cera”. Motivo? Semplice, si sposta un pezzo di bilancio e lo si trasforma. D’altra parte il professor Monti non è arrivato per questo?
Andiamo a leggere qualcosa, allora, e scopriamo che i debiti diminuiscono (meno male!) ma al tempo stesso aumenta il patrimonio netto, cioè i debiti verso i soci. Vale a dire Comune e Marconi ovvero Marinedi. Come? Diventa “altre riserve” il progetto cosiddetto di Fase III che il socio privato brutto, sporco e cattivo definito dal sindaco addirittura ladro qualche giorno fa, si era impegnato a fornire “a fondo perduto”. Dai cera, togli cera, cambia posto e il gioco è fatto. Perché mentre i debiti passano da 3 milioni 212.265 euro a 2.987.771 con una diminuzione di 224.000 euro, le passività aumentano da 4 milioni 4000 e spicci a 4 milioni 149.000 euro, con una crescita di circa 145.000 euro. Aumentano i “ricavi delle vendite e delle prestazioni” che sono 724.941 euro contro 648.320 e fanno registrare più 40.000 circa, diminuisce il valore della produzione nel suo insieme che è pari a 804.853 mentre nel 2019 era di 1.028.403 e quindi meno 200.000 circa.
Qualche “chicca”? Nel 2020 dai parcheggi al centro della vicenda Malasuerte e affidati sempre agli stessi la società ha incassato 83.000 euro circa, l’anno prima 106.000. Vedremo con il cervellotico sistema dei gettoni del 2021, ma certo se lì guadagnano terzi difficile che possa farlo anche la Capo d’Anzio che preferisce far gestire ad altri – a un prezzo irrisorio – buona parte dei posti.
Sui debiti è bene leggere il passaggio di bilancio riportato qui sotto, più esaustivo di ogni altra cosa
Stai a vedere che forse Progetto Anzio di Vasoli, Piccolo e Amaducci aveva ragione a presentare l’ordine del giorno che ha fatto infuriare il primo cittadino ed è stato respinto da quello che resta della maggioranza. Speriamo che qualcosa si possa discutere davvero in commissione trasparenza.
Infine, aspettando marzo e il bilancio 2021 con il quale il professor Monti lascerà la Capo d’Anzio, un paio di domande. Sono le solite, mi rendo conto, ma fondamentali: chi ha imbrogliato rispetto al bilancio 2018 approvato in consiglio d’amministrazione con una perdita e poi miracolosamente diventato in attivo durante l’assemblea? La Capo d’Anzio, nelle condizioni date, può farlo il porto?