Porto, il fondo maltese e le minacce sui parcheggi

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Mercoledì il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, incontrerà i capigruppo insieme all’ingegnere Renato Marconi, rappresentante di Marinedi titolare del 39% delle azioni della “Capo d’Anzio“, per spiegare l’operazione che porterà al nuovo bando per la realizzazione del porto.

Aveva accennato qualcosa in consiglio comunale – dove la vicenda tornerà proprio per questa operazione – ora spiega insieme a Marconi l’idea del fondo maltese che dovrà mettere parte dei soldi come garanzia, perché altrimenti con i tempi che corrono nessuna impresa si imbarca in lavori per 20 milioni di euro e oltre. L’ingegnere lo aveva annunciato nell’intervista concessa a marzo a chi scrive, ora si entra finalmente nel vivo.

Potremo forse capire se agli annunci – ridotti nel periodo estivo – del presidente senza poteri (perché altrimenti incompatibile con la sua professione di avvocato come lo stesso sindaco ha spiegato rispondendo a un’interrogazione di Andrea Mingiacchi) seguiranno finalmente i fatti. E se il famigerato mezzo bando – riguardando solo il bacino interno – per il quale siamo arrivati all’ennesima scadenza indicata da Ciro Alessio Mauro, sarà pronto o meno.

Magari sindaco e rappresentante di quel 39% oltre a spiegare l’operazione finanziaria – che sembra sicuramente più solida di quella che un non meglio identificato gruppo “turco napoletano” era pronto a mettere in campo con 300 milioni di euro – parleranno anche delle sorti della “Capo d’Anzio” sulla base delle disposizioni del cosiddetto decreto Madia.

La partecipazione pubblica è in bilico, dal Comune non sembrano preoccuparsi più di tanto perché Bruschini vuole lasciare il suo incarico avendo almeno dato avvio al porto per il quale ricorda sempre di essersi battuto. Sembra avere dalla sua anche Candido De Angelis, “padre” di questa iniziativa, e sembra anteporre tutto ciò rispetto al mantenimento del controllo pubblico non del porto in sé ma di un pezzo di città.  Mentre Sel e altre forze di sinistra, insieme al Movimento 5 stelle, chiedono alla Regione di riprendersi la concessione, nessuno immagina una possibile via d’uscita con l’Autorità portuale che avrebbe anche i soldi per realizzare l’opera. Idea che forse andava seguita prima, quando c’erano le condizioni, quando Italia Navigando andava cacciata senza aspettare la scissione societaria e le quote andate a Marconi, quando qualcuno dagli uffici lo suggeriva inascoltato.

Mentre aspettiamo il vertice e la partecipazione al Consiglio annunciata dall’avvocato Antonio Bufalari, consigliere di amministrazione e braccio destro di Marconi, in una intervista al Granchio, apprendiamo di minacce delle quali la società sarebbe stata oggetto secondo quanto riportato nell’edizione cartacea di Controcorrente. Al centro della vicenda la gestione dei parcheggi, già all’attenzione della Procura per la questione “Malasuerte”. Sarà bene chiarire, anche perché i personaggi che compaiono in quell’inchiesta continuano a essere abituali frequentatori del Palazzo o contigui a esponenti della nostra classe politica e dirigente.

Infine ricordiamo che il sito Marinadicapodanzio.com  resta in costruzione, mentre su quello del Comune continuano a esserci informazioni datate e non in linea con la legge sulla trasparenza. Già che si trovano, i capigruppo, possono chiedere al sindaco e a Marconi “lumi” anche su questo?

 

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