Sorprendono le dichiarazioni del presidente della Capo d’Anzio, Luigi D’arpino, che come se nulla fosse accaduto in questi giorni continua a parlare del nuovo porto. Il presidente è persona intelligente, ha amministrato, sa bene che nulla è come prima dopo due fatti. Il primo è relativo alle dichiarazioni del sindaco in Consiglio comunale e alla sostanziale sconfessione di quanto fatto finora da D’Arpino e dall’amministratore delegato, Enrico Aliotti. L’idea di un porto “a pezzi” – usiamo le parole del sindaco che è anche azionista di maggioranza – non va più bene. Si farà una nuova gara per la realizzazione dell’intero progetto. Siccome è difficile immaginare che D’Arpino e Aliotti – il primo indicato dal Comune, il secondo da Marinedi ovvero Renato Marconi – abbiano agito senza sentire i rispettivi proprietari delle quote, è evidente che ormai il sindaco la pensa in maniera diversa dal “suo” presidente.
Il secondo – e D’Arpino nell’intervista se la cava come il sindaco, cioè dicendo di non sapere – è che l’1 ottobre non è successo nulla di quanto la Capo d’Anzio con logo Marina di Anzio ha scritto ai concessionari. Nessuno si è spostato (parliamo degli ormeggiatori) e pochi hanno firmato. Anzi, più di qualcuno si è rivolto a un legale.
Attuare certi processi non è semplice, ma chiaramente qualcosa – l’ennesima – non quadra in ciò che è stato messo in piedi.
In tutto ciò nessun cenno alle tensioni della riunione con gli ormeggiatori in Comune, tanto meno alle vicende che restano aperte sul piano finanziario dell’opera o sulla “virata” del sindaco. A meno che, procedendo come si fa ormai da anni per tentativi ed errori, D’Arpino non sapesse delle intenzioni di Bruschini e avalli, oggi, la sua posizione.
La confusione continua.