Querela a Lina? La voglio anch’io

Leggo dai social che Lina Giannino, consigliere comunale del Pd, di opposizione, prima dell’onta dello scioglimento causato politicamente dal centro-destra e da una macchina amministrativa poco specchiata per quanto emerge dalle carte, rischia di essere querelata dalla polizia locale.

Motivo? Ha espresso le sue idee su facebook rispetto all’attività della stessa polizia locale, quindi – immagino – è accusata di lesa maestà. Come ricordavo in passato, Lina Giannino ha preso il mio posto in consiglio comunale e ha svolto il suo ruolo – con tanto di minacce e sede Pd devastata – come andava fatto. Cosa che ovviamente non piaceva a tutti e che ha avuto il sostegno di chi era fuori da quello che l’ex sindaco aveva definito il “recinto”. Che ci fossero entrati quelli che in campagna elettorale avversavano De Angelis, fa parte del modo di far politica in questa città e più in generale del “sistema” Anzio. Ben noto anche a chi oggi è al vertice dei vigili.

Fatta questa premessa, se la polizia locale querela Lina voglio essere co-indagato, insomma querelato anch’io. Sì, perché rispettando il lavoro di tutti e conoscendo le carenze di personale dei vigili urbani (si trascinano da anni) a me piacerebbe che quel corpo fosse una polizia di prossimità e che i suoi componenti si accorgessero, per prima cosa, di ciò che gli accade intorno. Così, spesso, non è e non è stato. Quando con “Il Granchio”, anni fa, ci accorgemmo che sui basolati romani al faro era stato steso asfalto e avviammo una battaglia, ad esempio, pur passando lì davanti chissà quante volte, nessuno della polizia locale si era accorto dello scempio. A memoria, il dirigente era lo stesso di oggi. Forse un altro quando una ruspa veniva parcheggiata sui resti archeologici, senza che nessuno intervenisse, mentre si costruiva l’eco mostro al “Terzo”. E se – più di recente – alla biogas venivano segnalati odori nauseabondi? “Se verranno rilevate molestie olfattive informeremo la Procura”. E’ stato più fatto? Con quale esito?

Ecco, preoccuparsi di quella che mi piace definire “legalità delle cose quotidiane”, di ciò che accade intorno, è forse il primo compito di una polizia di prossimità. Vicina al cittadino prima che al potere. Sì le multe, giusto, la viabilità, sacrosanto, le strade, ma c’è anzitutto da rendersi conto di quello che si vede e se di competenza intervenire, altrimenti segnalare alle autorità preposte. Accade? Basta ricordare la vicenda Malasuerte (altri dirigenti, va detto) e il parcheggio dato gratis per dire che almeno in quel caso non è accaduto. Oggi? Fatichiamo a vederlo e sarà un problema nostro, però guai a sollevare critiche.

Eppure la polizia locale è stata sbeffeggiata – comandante in testa – a livello globale, quando l’ex assessore Ranucci fece il suo show. Ne seguì una denuncia sacrosanta, peccato che al processo che ha mandato assolto perché “disperato” lo stesso Ranucci, qualcuno si sia dimenticato (o abbia scelto?) di costituirsi parte civile. Indovinate chi? E si può dire questo o è lesa maestà? Sarebbe stato assolto ugualmente, forse, ma non esserci è stato un favore e un pessimo messaggio. Forti con i deboli e deboli con i forti.

Venimmo identificati, per esempio, a una manifestazione sotto Villa Sarsina per il caso rifiuti, dove c’era uno schieramento mai visto anche di polizia locale. Peccato che volessimo far mettere a verbale che quell’appalto era in proroga da tempo e la Camassa stesse lavorando fuori dalle norme (cosa che la commissione d’accesso ha poi accertato) ma ci fu detto che dovevamo solo dare i documenti. Eppure stavamo denunciando un fatto. Come quello che non potè dare la carta d’identità per essere identificato, perché “il Comune mi ha dato appuntamento fra sei mesi”. Era una denuncia anche quella. Meglio girarsi dall’altra parte, suvvia.

Come quando c’è da eseguire qualche ordinanza o andare a chiudere il campo di Falasche e il personale – in forze il giorno di quella manifestazione a Villa Sarsina – sistematicamente non c’è.

Ah, per la cronaca: ad agosto inoltrato i permessi di parcheggio per i residenti ancora non ci sono, si viaggia con foglietti “volanti”. Eppure l’estate arriva ogni anno, forse era il caso di organizzarsi per tempo.

Vigili, nuova sede senza taglio del nastro. E ora il Paradiso sul mare…

L’inaugurazione dell’ufficio turistico (foto http://www.comune.anzio.roma.it)

Da qualche tempo, ormai, la Polizia locale di Anzio usa la nuova sede. Quella nei locali dell’ex commissariato di polizia, in via del Faro, dopo i lavori ultimati con una procedura a dir poco singolare.

L’obiettivo è raggiunto, dirà qualcuno, era indispensabile una collocazione dignitosa e finalmente c’è. Gli eventuali accertamenti su procedura e costi ci diranno se è tutto a posto o meno, di certo in Comune non si è trovato il tempo di andare a tagliare il nastro come – invece – è stato per l’ufficio turistico in piazza Pia. Lì fra #brand, selfie di consiglieri e affini, c’è stata una inaugurazione in pompa magna. Per i vigili, nulla. Motivo? Chissà, forse non c’era tempo. O forse, come si vocifera, i rapporti tra sindaco e dirigente non sono così idilliaci. Vicende loro.

Di certo l’ufficio del turismo dà lustro. E’ costato oltre 50.000 euro, speriamo di vedere i frutti di tanto impegno, ma è una cosa che mancava, anche se servirebbe molto di più l’ufficio relazioni con il pubblico per il quale si continua a violare la legge. Ed era indispensabile la sede della polizia locale, proprio per questo a proposito di #brand sentiamo di lanciare una provocazione.

Se per l’ex commissariato è stato seguito un iter che si ritiene corretto, il sindaco affidi al dirigente della polizia locale la ristrutturazione del Paradiso sul Mare. Un nuovo #brand, quello dei lavori pubblici “metodo Anzio”. Sì, perché nel primo caso si è agito sotto la soglia dei 40.000 euro, con una spesa che poi è andata lievitando e gli atti – anche su segnalazione della consigliera Lina Giannino – sono finiti all’attenzione della magistratura.

Per il Paradiso sul Mare, grazie anche allo sblocca-cantieri, basta chiedere tre preventivi e immaginare che si possano spendere 150.000 euro come allora si pensò che per l’ex commissariato ne bastavano 35.000. Vuoi che non si trovano tre ditte? Si comincia e poi si segue il #brand lavori pubblici “metodo Anzio” voluto da Bruschini e proseguito, per lo stabile di via del Faro, con De Angelis. Diventeremmo da esempio a livello nazionale…

Ex commissariato, come previsto: non c’è idoneità ma intanto si spende

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Adesso è ufficiale. Lo stabile dell’ex commissariato di Anzio, destinato a sede della polizia locale,  non ha un certificato di agibilità e meno ancora uno di idoneità statica. Lo apprendiamo (ma era ampiamente noto in Comune e nessuno ha fiatato) dalla determina con la quale il dirigente della polizia locale dà incarico di procedere allo “Studio di sicurezza statica e di vulnerabilità sismica dell’immobile denominato Villa Angelita“. Un incarico di 15.000 euro che vanno a unirsi agli oltre 100.000 già impegnati per lavori, porte, arredi, pulizia e da ultimo il sistema di video sorveglianza affidato senza cercare sul “Mepa” (il mercato elettronico della pubblica amministrazione).

Soldi che rischiano di essere buttati se lo studio “Inea” certificasse quello che dalle cronache degli anni ’90 e 2000 – come abbiamo provato a raccontare qualche giorno fa in questo intervento – si evince chiaramente.

L’incarico post lavori conferma quanto questo Comune sia allo sbando e lo metta pure nero su bianco.

  • In primo luogo “non risultando presenti progetti di realizzazione dello stabile denominato “Villa Angelita”” cioè abbiamo uno stabile che è stato assegnato dal Demanio e non uno straccio di documento che ci dica come è stato realizzato.  Nessuno – ufficio tecnico, patrimonio – nessuno ha gli atti. Ma è normale?
  • In secondo luogo: “appare necessario sottoporre a più approfondito controllo tecnico lo stabile in questione al fine di renderlo idoneo a quanto destinato“. Della serie prima abbiamo fatto i lavori – con la irrituale procedura di un sindaco che incarica il dirigente della polizia locale – e oggi ci preoccupiamo del resto. Adesso, non prima, si controlla e si scopre che quel posto non è idoneo. Non ancora, almeno.
  • Terzo punto: Il dirigente trova la foglia di fico dei sindacati che hanno chiesto – e meno male – di attuare le verifiche necessarie ” al fine di certificare l’idoneità e l’agibilità dei locali di cui trattasi“. Meglio tardi che mai, perché qualcuno – al sindacato – doveva conoscere la situazione di quello stabile. Ma pazienza.
  • Quarto: se oggi si dà un incarico ” al fine di certificare lo studio della vulnerabilità sismica e determinare il livello di sicurezza sismico e statico dell’immobile in questione” vuol dire che finora tutto ciò non c’era.  E che si è andati avanti senza preoccuparsene, fino a quando dall’opposizione – Lina Giannino in primis – si è cominciato a sollevare il caso. A dire il vero nell’intervento che ho avuto modo di fare in consiglio comunale, prima delle dimissioni, dissi fra l’altro al sindaco: “ti invito a verificare la vicenda dei lavori dell’ex Commissariato dove si stanno facendo affidamenti uno dopo l’altro

Come si dice ad Anzio “è passato l’Angelo e ha detto amen“. Perché quei lavori in un posto del quale non abbiamo un progetto e non a norma sono anche una sorta di “spacchettamento” e tutto questo dovrebbe interessare qualche investigatore, non solo l’opposizione o pochi cittadini di buona volontà.

E comunque tutto questo avviene in perfetta continuità con la precedente amministrazione, inutile girarci intorno, senza che il primo cittadino senta il dovere di intervenire e capire.  Viene da sorridere a pensare cosa avrebbe fatto l’opposizione di lotta e di governo mica tanto, un anno fa, se una cosa del genere fosse accaduta con Bruschini sindaco…

Ma come detto in passato: siamo ad Anzio, non dimentichiamolo.

Ex commissariato alla Polizia locale: l’iter e… starà in piedi?

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La prima immagine che viene in mente pensando all’ex commissariato di Anzio, noto anche come “Villa Angelita”, prossima sede della polizia locale, è quella dell’amico Tommaso Bove. Perdonerà: lo rivedo in una buca, infilato fino al collo, proprio a due passi dall’ingresso della struttura fatiscente. Tommaso ricorderà e capirà questo coinvolgimento. Allora, nella Polizia di Stato, oltre a lavorare in prima linea faceva anche il sindacalista. E’ una immagine che serve per ricordare che la situazione di quella struttura – allora demaniale, poi passata al Comune – non era delle migliori.

Tra qualche giorno, al termine di una procedura fatta di passaggi che ci permettiamo di definire singolari, un piano dell’ex commissariato ospiterà i vigili. Giusta scelta, ma è bene ricostruire il tortuoso iter che ha portato a diversi affidamenti e partendo dall’illusione di poter fare tutto con meno di 40.000.

Ricapitoliamo: il 16 agosto dello scorso anno il dirigente della polizia locale bandisce un avviso pubblico per realizzare i lavori sotto la soglia di 40.000 euro. Rispondono due aziende, qualcosa non quadra tanto che “penalizzandone l’esclusione” (è scritto nell’atto) si deve ripetere la procedura. Ancora sotto i 40.000 chi vince dovrà rifare tutto. Dodici i punti previsti dal dirigente: dalla pulizia alla sostituzione delle porte, dalle mattonelle allo smaltimento, dalla manutenzione dell’impianto elettrico agli infissi, avvolgibili, rampa per disabili, rasatura e tinteggiatura, vetro della chiostrina.
Ripensando all’immagine di Tommaso, con quella cifra solo un miracolo sarebbe possibile. Arriviamo al 3 novembre, si affidano i lavori per 35.868 euro a un’azienda che per metà è di un dipendente comunale, lo stesso giorno il dirigente nomina un responsabile del procedimento – appartenente all’ufficio tecnico – che dovrà rivedere i lavori da fare e predisporre un computo metrico che prima non c’era.

Arriviamo al 27 novembre, si rettifica la determina di affidamento (la ditta assegnataria nel frattempo aveva rinunciato) il quadro economico che emerge dalla relazione parla di 51.000 euro di spese per sistemare almeno gli spazi necessari al comando.

Si fa un ulteriore avviso, il 27 dicembre viene affidato il lavoro a una ditta di Roma che propone 47.123 euro. Si scopre ad aprile che ci sono state “spese impreviste e imprevedibili” e la spesa sale a 48.500 euro.

Un affarone comunque, date le condizioni di partenza e la “modesta qualità costruttiva” di un immobile “in stato di abbandono ma in discrete condizioni di conservazione” – come scrive il tecnico che ha predisposto il quadro economico – benché chiuso da una quindicina d’anni. Starà in piedi, evidentemente, nonostante l’immagine di Tommaso in quella buca… O forse è meglio chiedere, starà in piedi? Non c’è traccia di documenti in tal senso, tra le carte che autorizzano i lavori. 

Intanto, però – e c’è sempre un però – si scopre che nonostante le previsioni all’impianto elettrico va fatta la manutenzione e si arriva – tra richiami a impegni precedenti e aggiustamenti – a 54.000 euro. I vetri della porta blindata che erano indicati nel primo atto? Beh, non sono compresi e quindi sono 5.734 euro. Perché le porte da sostituire? Anche quelle erano inizialmente indicate, ma servono altri 5.221 euro, ai quali aggiungerne 6.823 per le pulizie.

Pezzeto per pezzetto, si superano i 71.000 euro, somma per la quale – ma possiamo sbagliare – ci sono procedure diverse da seguire. Siamo, del resto, ben oltre il quadro economico dell’ufficio tecnico comunale. Si dice che ne esista un altro, molto più oneroso, per risistemare l’intero stabile, ma il Comune non aveva soldi a sufficienza. Ecco: lo scopo, si dirà, è quello di riutilizzare almeno in parte un immobile e dare una sede dignitosa alla polizia locale. Giusto. Ma ripetiamo la domanda: starà in piedi?

Com’era la storia di “ripartire dalle regole”? Prima di andare a tagliare il nastro, sarà il caso che il sindaco ne verifichi il rispetto.

Polizia locale, per la sede tutto da rifare. E le mie scuse

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Non ci voleva molto, alla precedente procedura mancavano una serie di documenti che adesso ci sono, a cominciare dalla relazione tecnica nella quale si afferma che solo una parte dei locali dell’ex commissariato saranno adibiti a sede della polizia locale.

Il dirigente della polizia locale, dopo due avvisi pubblici – uno andato a vuoto, l’altro revocato con una determina adottata ieri – adesso ha predisposto una nuova lettera d’invito e rivisto anche l’importo dei lavori, elevandolo a 51.000 euro.

Debbo delle scuse: commentando la notizia data dal sindaco Bruschini della giunta che citando Guccini prova a dirci “cose vecchie con il vestito nuovo“, avevo fatto un post su facebook ripreso da alcuni media.  “Tra gli altri annunci – dicevo – il Sindaco parla del nuovo comando della polizia locale. Magari! Sanno lui e il successore incaricato che con 29.000 euro più Iva si e no lì si aprono le porte e si dà una pulita? Sanno che l’affidamento è andato a una ditta al 50% di un dipendente comunale? E che sulla procedura c’è più di qualche dubbio?”

Si era già intervenuti, mentre scrivevo, ma la determina è stata pubblicata questa sera.  Non sono più 29.000 euro più iva, le procedure sono state sistemate e l’incarico alla ditta è stato revocato. Mi piace pensare che, a volte, certe segnalazioni servono. Comunque ne prendo atto e spero che si provveda presto a sistemare “i locali con minore necessità di interventi” – come si legge nella relazione – e a dare una sede più degna. Forse non a gennaio, come si diceva in qualche intervista, ma basta che ci sia

Diciamo che da agosto a oggi, però, è stato seguito un percorso un po’ tortuoso. Almeno su questo, in Comune, vorranno convenire…

Nuova sede della polizia locale, evviva. Ma fateci capire…

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Sarà recuperato e destinato a nuova (e indispensabile) sede della polizia locale l’ex commissariato di Anzio. Addirittura, si parla di trasferimento nei primi mesi del nuovo anno. E’ certamente una bella notizia, ma o ad Anzio si è in grado di moltiplicare pani e pesci – come raccontato nei Vangeli – o forse è il caso di capire cosa si voglia e possa fare con 35.868 euro, iva compresa, quelli dell’unica offerta presentata.

Vedete, nella richiesta di manifestazione d’interesse che potete scaricare al link seguente  bandoexcommissariato ci sono dodici punti per i lavori da eseguire. Quella richiesta, immaginiamo, è nata sulla scorta del sopralluogo di un tecnico o comunque di una perizia che agli atti, però, non c’è. Pazienza, solo una domanda: bastano i soldi stanziati per fare dalla pulizia all’impianto elettrico, dai pavimenti agli infissi?

E risulta, ma questo può dircelo solo l’ufficio tecnico, che esiste invece un progetto per l’intero stabile che si aggira sui 700.000 euro?

Ripetiamo, ben venga la nuova sede, comprensibile l’entusiasmo su un imminente trasferimento, ma a memoria lì cade tutto a pezzi e nell’ultimo periodo di permanenza del commissariato uno degli agenti che faceva sindacato si “calò” in una voragine che metteva a rischio la stabilità del palazzo, restando fuori solo con la testa.

L’impressione, sbaglieremo, è che sul patrimonio pubblico si continui ad avere poche idee e anche confuse. Speriamo, davvero, che bastino quei soldi e che a gennaio la polizia locale vada a via del Faro. Temiamo, invece, che servirà molto di più.

Ah, a proposito di patrimonio. Ecco cosa è successo oggi – dopo il sequestro dei mesi scorsi-  per il Deportivo. Nel silenzio della politica di casa nostra, ovvio.