Ex commissariato, quanti dimenticano. Ad Anzio funziona così

 Occorre dare ragione a Marco Maranesi, ormai portavoce ufficiale della maggioranza di Anzio, al quale va il merito di metterci la faccia: ce la vogliamo prendere con il dirigente della polizia locale per aver dato una sede ai vigili? Suvvia….

No, allora, non vogliamo prendercela con lui ma la vicenda dell’ex commissariato è la dimostrazione lampante di come vanno le cose in questo Comune. Il buon dirigente poteva sapere che con la delibera 21, del 26 marzo 1999, il consiglio comunale votava un atto nel quale si afferma che “a causa delle serie problematiche di carattere strutturale e di sicurezza, nonché igienico sanitarie dell’attuale sede del commissariato” era stata convocata una conferenza dei servizi per sbrigarsi a trasferire i poliziotti altrove?

Certo che no. Dovevano saperlo, e bene, Luciano Bruschini che ha incaricato il dirigente di procedere all’esecuzione dei lavori e il suo predecessore e successore, Candido De Angelis. Quest’ultimo convocò quella conferenza dei servizi ed era consigliere comunale di opposizione (!?!?) quando Bruschini ha conferito al dirigente della polizia locale, in modo irrituale, l’incarico di occuparsi di una ristrutturazione, anziché solo di viabilità e controlli sul territorio.

E insieme a De Angelis, in consiglio – da opposizione di lotta e di governo – c’erano l’assessore ai lavori pubblici Pino Ranucci, quello alle Finanze Eugenio Ruggiero, all’ambiente Danilo Fontana. L’attuale sindaco sbandierava ai quattro venti che avrebbe “cacciato” il dirigente della polizia locale, arrivato ad Anzio – si racconta – grazie ai buoni uffici dell’ex vice sindaco Zucchini. Evidentemente, in nome degli equilibri di maggioranza, è andata diversamente. Per lui e per quello dell’area finanziaria, arrivato con un titolo per un altro e lì rimasto.

Ma torniamo all’ex commissariato, perché davvero chi guida la polizia locale non sapeva, ma gli altri sì. Lui fa la prima gara, quella sotto i 40.000 euro, c’è un primo “incidente” di percorso perché la vince una ditta che al 50% è di un dipendente del Comune. Si decide, allora, di nominare un responsabile del procedimento che sia dell’ufficio tecnico. Ecco, lui dovrebbe conoscere la situazione, sapere che solo tra il ’99 e il 2001 lì è successo di tutto, come se non altro dimostra la stampa dell’epoca. E l’allora sindaco, che poi è sempre quello di oggi, si occupò con grande impegno della cosa, evitando il “trasloco” a Nettuno e riuscendo a far realizzare il nuovo commissariato. Perché il vecchio, da ultimo a novembre 2002 “Cade letteralmente a pezzi” – come scriveva il Messaggero dopo che una parte del cornicione “si è staccato ed è caduto sulla strada danneggiando alcune auto in sosta”. Come se non bastasse “i crolli hanno coinciso con l’inquietante apertura di crepe all’interno dell’edificio”. Prima ancora, a marzo del ’99, la “buca” della quale avevo già parlato qui. Dal “Granchio” e dal “Messaggero” leggiamo che “la buca si è aperta proprio all’altezza della crepa perpendicolare che attraversa l’edificio dal solaio fino al piano stradale. Una crepa instabile, come conferma la rottura delle tre bitte di vetro incastonate anni fa nel muro proprio per verificare la stabilità della palazzina”. In mezzo, nel 2001, la visita dell’allora Questore a una “struttura ormai fatiscente”.

Ecco, il dirigente non sapeva – ma forse aveva il dovere di informarsi – altri sì. A cominciare da chi guida la città e dalla sua maggioranza che è la naturale prosecuzione delle precedenti. Ma secondo le regole non scritte della politica di casa nostra, tutti zitti.

Poi possiamo discutere dei soldi spesi, non 200.000 euro (anche se le determine traggono in inganno) ma poco più di un terzo, con un frazionamento singolare, e che rischiano di essere stati buttati al vento.

Sembra, ma in Comune preferiscono la caccia alle streghe, che un certificato di agibilità non esista, né ci siano garanzie sulla stabilità di quel palazzo. Sembra, ma questo dovrebbero dircelo Luciano Bruschini e il suo successore che esista un progetto dell’ufficio tecnico di circa 600.000 euro per rifare l’intero palazzo. I soldi non c’erano e ci si doveva sbrigare, così il sindaco “incarica” il dirigente e arriviamo ai giorni nostri, alla vicenda della stabilità dell’immobile ancora non chiarita.

Siamo ad Anzio, non dimentichiamolo. Funziona così.

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