La prossima nomina di Bruno Parente a capo di gabinetto del sindaco di Anzio mi dà l’occasione per augurare buon lavoro a un uomo che conosco da tempo e che nei rapporti personali e professionali è sempre stato di una correttezze unica. Non avevo e non ho nulla contro di lui e lo sa.
Com’è noto a chi segue questo spazio, però, la domanda per quel posto l’avevo fatta – provocatoriamente – pure io, riscoprendo una mai sopita anima Radicale. Non ambivo a tale nomina e se mai fosse avvenuta avrei rinunciato, lavoro in uno dei quotidiani più importanti d’Italia, ma volevo vedere cosa sarebbe successo. Nel curriculum che ho spedito al Comune e che potete scaricare qui di seguito (CVE_gdgxsito) c’è una frase del grande giornalista, inviato e scrittore Ryszard Kapuściński: “Non bisogna mai stancarsi di studiare il mondo”. Ecco, provo a farlo. E in questo tentativo mi soccorre un’altra frase, quella del professor Domenico De Masi che ci spronava, a lezione, a “vivere e studiare per sputtanare questi disgraziati millantatori di cultura“. Lo so, si rischia di vivere male, però…
Può darsi che non avessi, come si sostiene nel verbale difficilmente trovabile sull’albo pretorio del Comune di Anzio, i requisiti professionali. Ho lavorato sempre nel privato, vero, dirigendo anche servizi in un paio di redazioni e credo questo non abbia convinto chi ha visto il curriculum. Pazienza. Questa valutazione, però, mi dà l’occasione di segnalare delle cose che vanno capite su come si interpretano e fanno le cose in questo Comune. Quel verbale con ammessi e non, ad esempio, non ha una firma. Chi avrà deciso? Mistero. Di certo l’ha fatto a tempo di record, quando siamo abituati – ad esempio per un accesso agli atti – a “riti” di durata infinita o quasi. Ma va bene, l’efficienza quando si mostra va premiata. Non era 3.0? Eccolo…
Questo consente di dire un altro paio di cose. La prima: ci fosse stato lo stesso zelo nel valutare il titolo (sbagliato rispetto al bando) del dirigente dell’area finanziaria, un anno fa sarebbe stato escluso com’è accaduto – oggi – a Sabina De Luca e Mauro Nasi. Ma attenzione, rispetto alla laurea chiesta allora (Economia o equipollente, e Giurisprudenza non lo è) il bando per il capo di gabinetto recita all’articolo 1, tra i requisiti specifici: “Diploma di laurea (DL) del vecchio ordinamento universitario, oppure laurea specialistica (LS) o magistrale (LM) del nuovo ordinamento universitario in: Sociologia, Scienze Politiche o Scienze della Comunicazione“. Se ci fermiamo alla virgola, a casa mia “diploma di laurea del vecchio ordinamento” vuol dire qualsiasi laurea… Sbaglierò?
La seconda: ci fosse stata la medesima attenzione nel valutare i profili di provenienza dei candidati per il posto di dirigente della polizia locale, forse chi c’è oggi non ci sarebbe stato. Qui ho l’impressione che, invece, sia accaduto il contrario. Conosco Nasi, per esempio, e se uno in un Comune svolge le funzioni chieste dal bando di Anzio (potete scaricare il curriculum sul sito di Cisterna di Latina) perché non avrebbe i “requisiti professionali“? Altro mistero.
Non solo, la procedura seguita è quella per l’articolo 90, vale a dire che il sindaco può scegliere chi vuole, senza mettere in piedi questa selezione che era noto (e giusto, sostanzialmente) fosse destinata a Bruno. La domanda è se un incarico dirigenziale può essere affidato così o non serva la procedura ex articolo 110. Ah, ma solo per curiosità, la legge 150 del 2000 prevede che la “comunicazione istituzionale” – uno dei requisiti decisivi ai fini dell’assegnazione dell’incarico – sia affidata agli iscritti all’Ordine dei giornalisti.
Questioni che sottolineo, lo ribadisco, solo perché troppo spesso le regole, nel nostro Comune, si interpretano a soggetto. Anche per questo è necessaria #unaltracittà
ps, scommessa con Bruno Parente: c’è chi è già venuto a dirti in ufficio, riferendosi a me “Hai visto l’amico tuo….” Vero?