Chi sarà il segretario generale del Comune di Sorrento o di quello di Viareggio? Di Albenga o Porto Sant’Elpidio? Chissà se hanno la stessa notorietà di Pompeo Savarino, assurto a protagonista assoluto ad Anzio anche per il ruolo che ricopre come responsabile dell’anti corruzione. E chi saranno, invece, i dirigenti dell’area pubblica istruzione, cultura e servizi sociali o quelli della polizia locale? Anche in quei Comuni costieri si saranno resi protagonisti assoluti?
Forse. Lo ignoriamo, ma di norma un segretario comunale o un dirigente pubblico sono eccellenti burocrati che svolgono silenziosamente il loro ruolo. Ad Anzio no, perché nell’andazzo preso dall’amministrazione guidata da Luciano Bruschini e nelle scelte che il sindaco ha fatto individuando due nuovi dirigenti e facendoli transitare nei ruoli del Comune definitivamente per sua decisione e non per concorso, si è istituzionalizzato un sistema. Quello che ha visto i politici venir progressivamente meno al loro ruolo, anzi a utilizzarlo per “ingraziarsi” i dirigenti che poi – fosse per un programma informatico o un’azienda piuttosto che un’altra per svolgere dei lavori, per dare o negare documenti a consiglieri comunali – hanno avuto mani libere. Se il decreto legislativo 267 del 2000 fosse rispettato alla lettera alla politica spetterebbe la programmazione, alla dirigenza mettere in pratica gli indirizzi ricevuti. Senza essere primattori. Qui di programmazione non c’è traccia e le indicazioni – troppo spesso – hanno riguardato un contributo a un’associazione per il corso di tennis già svolto o una cooperativa da prorogare per la pulizia delle spiagge, associazioni da scegliere per trovare ispettori ambientali o uno spettacolo da pagare prima di altri. Di più, c’è chi si è affrettato a mettere mano all’organizzazione mischiando le carte e realizzando una “quarta area” più per sistemare qualche amico degli amici che per una reale necessità dell’ente.
A questo siamo ridotti e in un sistema del genere – con la Politica, sì la p è volutamente maiuscola, grande assente – i dirigenti sono diventati protagonisti. E’ così anche altrove? Probabilmente no. A questo si aggiunga la vicenda anti corruzione che ha dato – piaccia o meno – un ruolo di non poco conto al segretario. L’ho scritto in passato: se era bravo prima, quando il sindaco lo confermava, non può essere un “nemico” adesso. Si può discutere delle sue capacità organizzative, ma se scrive all’anti corruzione e si confronta con il prefetto non fa altro che il suo mestiere. E se la politica funzionasse, dando indicazioni certe, il segretario sarebbe un semplice notaio… Non è così e basta pensare – ad esempio – proprio alla riorganizzazione: delibera immediatamente esecutiva ma mai attuata.
E le vicende di Angela Santaniello e Bartolomeo Schioppa? Hanno dato vita a due contenziosi di non poco conto che peseranno, comunque vadano a finire, sulla futura attività del Comune. Rivendicano loro diritti, ci mancherebbe, ma forse tutto ciò si poteva evitare se la Politica avesse funzionato a dovere. Invece la Santaniello è condannata in primo grado – secondo l’accusa che ha retto in Tribunale – per aver piegato la volontà degli uffici a quella di un assessore. E Schioppa, scelto conoscendo che ove fosse stato c’era stato un problema, è in organico ma di fatto scalda una sedia perché nel frattempo per vicende di Ravenna ha una condanna definitiva per corruzione.
Magari avranno problemi anche a Sorrento o Viareggio, Albenga o Porto Sant’Elpidio, chissà. Certo la “Bassanini” prima e il decreto legislativo 267/2000 tutto dicono tranne ciò che viviamo ad Anzio. Per questo c’è da rimpiangere chi – a prescindere da chi fosse al governo della città – faceva semplicemente il suo dovere e chi, governando la città, dava un indirizzo di programmazione e sviluppo e si preoccupava di farlo rispettare.
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