Capo di gabinetto, ma serve? Io partecipo e intanto…

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Con tempi da 3.0, ammettiamolo quando avviene, la giunta di Anzio approva l’ennesima dotazione organica, riscopre la figura del Capo di gabinetto. Radio Comune voleva arrivasse il dirigente di Ardea con il tema copiato, Agostino Gaeta ha scritto che quell’arrivo era frutto addirittura di un’intesa Forza Italia-Pd, ma un passaggio che sembrava ormai fatto ha sollevato più di qualche dubbio in maggioranza. Solo che a meno di un anno da voto diventa fondamentale, guarda un po’,  l’Ufficio di Gabinetto che il sindaco avrà “alle sue dirette dipendenze” per “l’esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo e coordinamento di piani e progetti strategici”. Qualcosa in più della sua attuale segreteria, tanto che ora il nome che si fa è dell’attuale capo dello staff del sindaco.

A parte la schizofrenia di riorganizzazioni che finora, sbaglieremo, non hanno portato benefici al funzionamento della macchina amministrativa, ma davvero è indispensabile questo “gabinetto“? E quanto ci costerà in più? Ed è davvero una esigenza della struttura o non della politica che sui posti dirigenziali spesso gioca la sua partita? E tra i “piani e progetti strategici” ci sono forse anche le elezioni 2018? Così, per capire…

Di certo in pochi giorni si è passati dalla delibera al bando, quindi all’avviso pubblico. Riscoprendo un’anima Radicale mai sopita, parteciperò. Ho la laurea prevista, mi occupo di comunicazione, ho avuto un’esperienza nel pubblico sia pur breve con Candido De Angelis sindaco, mi aggiorno in continuazione…. Presenterò domanda, magari andrò anche alla selezione, così per “vedere l’effetto che fa” come cantava Enzo Jannacci.  Un testo che si attaglia, parafrasando, in modo perfetto alla situazione del nostro Comune.  Ovviamente se la scelta ricadesse – e non ricadrà – su di me, direi “no grazie“. Perché questa figura aveva un senso, forse, a inizio della consiliatura, adesso è un contentino o poco più.  E perché faccio altro nella vita. Ma parteciperò.

Lo farò anche per vedere i titoli altrui, perché con quello che è successo in passato ad Anzio non si sa mai. Su questo bando, come su quello dello scorso anno per il dirigente dell’area finanziaria, è scritto a chiare lettere che “Le dichiarazioni mendaci e le falsità in atti comportano responsabilità penale ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000, nonché decadenza automatica dalla selezione e risoluzione del rapporto di lavoro (qualora questo sia instaurato). L’accertamento del reale possesso dei requisiti dichiarati dai candidati verrà effettuato prima di procedere all’assunzione. Il candidato che non risulti in possesso dei requisiti prescritti dal presente bando, decade automaticamente dalla selezione. L’accertamento della mancanza di uno dei requisiti prescritti per l’ammissione alla selezione comporta comunque, in qualunque momento, la risoluzione del rapporto di lavoro. Non è sanabile e comporta l’esclusione automatica dalla selezione: · la mancanza dei requisiti di ammissione alla selezione; (…)

Nonostante questo, è ancora al suo posto il dirigente dell’area finanziaria che ha presentato un titolo non previsto dal bando, sul quale chi ha fatto “l’accertamento reale” rispetto ai requisiti ha commesso un errore prima dell’assunzione. Quindi ha perseverato, nonostante anche una precisa richiesta del capogruppo Pd Andrea Mingiacchi di revocare quell’atto in autotutela. Nulla, il dirigente non si tocca, la politica l’ha voluto e lo protegge, chi fa opposizione ha abdicato. C’entra poco che sia bravo e non è questione personale, davvero, ma se per primo calpesti una regola come puoi chiedere ai cittadini di rispettarle?

Sulla vicenda, come il sindaco ha confermato al consigliere Mingiacchi negandogli gli atti richiesti (!?!?), c’è una indagine in corso. Ecco, anche per evitare altre storie simili, i titoli ora che posso andrò a vederli personalmente.

Infine torniamo al capo di gabinetto. In una città come Anzio può anche essere necessario, può svolgere l’attività che un tempo era del direttore generale di coordinamento degli uffici, può “slegare” il segretario e responsabile della trasparenza e anti-corruzione da questioni gestionali (che non dovrebbe avere ma che qui ha, nel silenzio anzi con il benestare della politica tutta), può essere un valore aggiunto per il Comune intero, non per il sindaco e basta.

Rispetto a chi si candida ad amministrare Anzio nel 2018  se deve esserci un capo di gabinetto  la sfida  è quella di avere il meglio. Io prenderei un prefetto, una persona esperta che abbia svolto incarichi di commissario nei Comuni, possibilmente in quelli sciolti per condizionamenti della criminalità, data l’aria che tira dalle nostri parti. Si tratta di una  ulteriore   linea di demarcazione tra il vecchio modo di “fare” politica   e #unaltracittà

Per Santaniello “Fine pena mai…”

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Facessero una cosa al Comune di Anzio, va. E’ un paradosso, attenzione, ma licenziassero pure Angela Santaniello. La dirigente, ancora formalmente in organico anche se sospesa meno di 24 ore dopo una condanna che nel frattempo ha ampiamente scontato, è un ingombro. Se licenziata, si libererebbe un’altra casella nella dotazione che si sta nuovamente cambiando, stavolta per eliminare chi è ritenuto “scomodo” in altro modo. C’è da immaginare che Giorgio Zucchini dopo l’esperienza di direttore generale voglia brevettare una sorta di gioco da tavolo, insieme alla neo segretaria Marina Inches, una specie di Monopoli dell’organizzazione dei Comuni. Si cambia a seconda delle carte che escono, si passa in pochi mesi dalla “rivoluzionesenza dirigenti dando spazio a coloro che saranno “la dirigenza del futuro” alla delibera con allegati diversi tra loro, poi scoppia la grana Pusceddu e si cambia ancora, con l’intenzione anche di tenere a bada chi non è tanto allineato alle esigenze della politica.

Ma sì, licenziato Bartolomeo Schioppa con una procedura a dir poco singolare – sapevano tutti dei suoi precedenti, di certo il sindaco che era presente all’intervista del sottoscritto – e poi va bene che non eravamo ancora 3.0 ma su google ci si poteva andare tranquillamente…. Ebbene Schioppa è stato tenuto sostanzialmente a scaldare una sedia da quando la condanna di Ravenna è diventata definitiva, ma ora per evitare di pagare eventuali differenze – così si dice in Comune – arriva il licenziamento post-pensione. Eh sì, perché l’atto è del 28 ottobre ma all’ex dirigente è stato notificato una settimana dopo. Vedremo se il Comune pagherà o meno, di sicuro non ha ancora corrisposto il dovuto (ci sono sentenze che si eseguono a tempo di record e altre per le quali si aspetta) alla Santaniello. Che ha un altro procedimento, resta sospesa, ma prima o poi presenterà il conto. E se dovremo pagare, di chi sarà la responsabilità? Intanto per lei sembra vigere il principio degli ergastolani: “Fine pena mai”. Non è bastato far scontare 7 mesi di domiciliari, espiando di fatto una condanna prima che venisse emessa, ormai è il capro espiatorio.

Gli stessi che sollevano il caso di Luca Gramazio ancora in carcere – e lo fanno a ragione, al di là delle contestazioni mosse all’ex consigliere regionale – da noi non trovano una parola da spendere per questo.

Allora, se dovessimo pagare di chi sarà la responsabilità? Dello stesso che deve al Comune circa 46.000 euro come stabilito da un’ispezione del Ministero dell’Economia e finanze ma intanto incassa senza colpo ferire i quasi 12.000 di indennità di risultato?

Sollecitata in consiglio comunale da Candido De Angelis e poi da un formale accesso del capogruppo del Pd, anche dal meetup “Grilli di Anzio” durante un incontro, sulla vicenda Mef la segretaria sembra fare orecchie da mercante. Pare ignorasse (sai com’è, nel passaggio di consegne di queste bazzecole mica si parla e poi come dice Bruschini? “Nzognende”) l’esistenza della contestazione. E non sappiamo nemmeno che fine hanno fatto le altre 26…

Per un pensionato da licenziare, come ricorda Paride Tulli, ce n’è uno da riassumere. La storia di Franco Pusceddu sta rasentando il grottesco, non è bastato neanche il viaggio a Roma di sindaco e segretaria, arrivati fino all’Inps per chiarire la situazione. Pusceddu ha fatto ricorso, altre spese da pagare, la “macchina” è in fibrillazione e non sappiamo ancora se deve tornare o meno. Il rischio è che debba tornare dall’1 settembre e quindi lo pagheremo da allora. Complimenti, un ente che funziona alla perfezione… Una città di quasi 60.000 abitanti non può permettersi questo, altro che Monopoli da brevettare….

Ah, una raccomandazione. Al sindaco, agli assessori e alla segretaria: per la prossima pianta organica, per favore, vedete prima cosa votate e allegate alla delibera. Nell’ultima sul personale ci sono due cose diverse e in contrasto tra loro.

Infine una vicenda che, ne devo prendere atto, sembra appassionare solo chi scrive. In questo viavai di sospensioni, licenziamenti, incarichi che si sovrappongono in barba all’anticorruzione, legge che al solito per gli amici si “interpreta” e agli altri si applica, c’è la “chicca” del dirigente dell’area finanziaria.

Confermato, sottoscritto, ribadito: Patrizio Belli è bravo e capace, ma sul bando non era prevista la laurea con la quale ha partecipato. Nessuno se n’è accorto o si è  finto di non accorgersene. Sarebbe – se una Procura o la polizia giudiziaria volesse occuparsene dopo l’uscita della notizia – un potenziale falso. Ovunque, non ad Anzio, dove le regole sono un optional e questa vicenda è emblematica. Forse anche un consiglio comunale meno distratto chiederebbe lumi, ma lì dopo un anno non si sa ancora chi è moroso (quindi incompatibile) e chi non, vuoi che si occupino di questo? Ma via….

Manca un allegato, se non è dimenticanza è un falso

Aggiornamento delle 18,32. L’allegato che mancava ora c’è, mentre quello di prima è persino raddoppiato…. Le segnalazioni, evidentemente, a qualcosa servono. Era una dimenticanza, non avevamo dubbi.

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L’amministrazione comunale di Anzio ha nuovamente rideterminato l’organico, ormai si viaggia al ritmo di un paio di riorganizzazioni l’anno, e nella delibera di giunta si legge testualmente: “Rideterminare, per le motivazioni di cui in premessa che si intendono integralmente riportate, la dotazione organica, così come meglio indicati nei prospetti A e B, che allegati alla presente ne formano parte integrante e sostanziale, dal quale si evincono i profili professionali, le categorie ed il numero dei posti (…)“.

A quest’ora – le 15,23 del 5 aprile 2016 – sul sito si trova la delibera, il parere tecnico e un solo allegato. Ignoriamo se il prospetto A o B, si tratta comunque del nuovo organigramma, quindi per deduzione mancano profili, categorie e numero dei posti.

Orbene, sulla delibera è scritto che sono allegati, anzi ne formano parte integrante. Dovrà esserne sfuggito uno, altrimenti – ma lo diciamo da profani – siamo in presenza di un falso o qualcosa di simile. Non c’è da stupirsi eh… Siamo in regola con la “bussola” della pubblica amministrazione perché sul sito è indicato un “link” all’Ufficio relazioni con il pubblico che nella realtà non esiste, né sembra esserci in questa ulteriore riorganizzazione, ci preoccupiamo di un allegato?

Sarà solo una dimenticanza 3.0, ne siamo certi, e speriamo di vedere presto i documenti per intero. Questione di trasparenza, sulla quale l’amministrazione Bruschini e la sua maggioranza vecchia e nuova, non sono particolarmente brillanti.

 

Quarta area addio, l’emergenza è la polizia locale. Ecco perché

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E’ a dir poco singolare quello che avviene con la dotazione organica e i piani di assunzione al Comune di Anzio. Ora l’emergenza sembra diventata quella della polizia locale – che avrà pure i suoi problemi e pagherà anche recenti scelte fatte dall’amministrazione nell’indicare i dirigenti – ma francamente dimenticare una delibera appena adottata sembra eccessivo. E farlo perché il comandante Samuele Carannante non è “organico” alla politica è ancora peggio.

Ma andiamo con ordine: la giunta ha approvato di recente, il 27 ottobre, la riorganizzazione dell’ente creando la cosiddetta “quarta area” che serve, fra l’altro, a ridurre l’area di influenza del segretario che è pure al tempo stesso controllore e controllato. Contraddicendo quello che sosteneva da consigliere comunale e che di fatto sta avvenendo con una serie di “posizioni organizzative”, il vice sindaco Giorgio Zucchini ha dato il via libera allo spacchettamento delle diverse realtà interne al Comune e appunto alla creazione di un ulteriore dirigente. Delibera immediatamente esecutiva – ma della quale finora non si vedono gli effetti – e con il parere del segretario generale  secondo il quale “vista l’istituzione di una quarta area dirigenziale amministrativa, diventacondizione indispensabile prevedere nel piano assunzionale la copertura dell’incarico”. Che nel 2015 non si copre, a meno che oltre alla polizia locale il dirigente che arriva dalla Provincia di Roma vada a fare anche quello. Non lo sappiamo, è noto che sulla materia si è soliti navigare a vista. Di certo con una dirigente sospesa perché condannata per abuso d’ufficio in primo grado, uno che viene pagato ma non può svolgere incarichi per la condanna definitiva per corruzione a Ravenna ed è al centro di un contenzioso con il Comune, uno dell’area tecnica ormai pensionando come quello dell’area economico-finanziaria, forse di tutto c’era bisogno fuorché del dirigente della polizia locale.

Ma tant’è, sembra che al tempo stesso risponda a due requisiti: togliere di mezzo Carannante e non rompere gli equilibri politici per gli aspiranti dirigenti di quella famigerata “quarta area”. In maggioranza, è evidente, c’è chi vorrebbe Tizio e chi Caio, servirebbe un concorso, far arrivare oggi da fuori qualcuno significherebbe scatenare un terremoto politico – già, a tanto siamo arrivati – in una maggioranza che già vacilla, ma che alla fine resta sempre in piedi. Grazie a equilibrismi del genere.

Non discutiamo le capacità di chi arriva, aspetteremo di vederlo all’opera, ma sappia che il comandante che viene per l’ennesima volta messo da parte “paga” per aver espresso più di qualche perplessità sugli ispettori ambientali, ad esempio, oggi finiti agli onori della cronaca. O per aver multato un consigliere comunale che aveva occupato più suolo pubblico di quello autorizzato, o per aver dato parere negativo ai vari “mercatini” di riferimento di qualche assessore. Poi Samuele Carannante non sarà questo scienziato, i vigili avranno pure bisogno di una “scossa”, ma il nuovo dirigente sappia che la classe politica ad Anzio “pretende“. Auguri!