Quattro pagine firmate da Luciano Bruschini, sindaco di Anzio, in rappresentanza del Comune proprietario del 61% delle quote della Capo d’Anzio e da Renato Marconi, in rappresentanza della Marinedi che detiene il 39% della società nata per costruire il nuovo porto ma costretta dagli eventi a provare a gestirlo.
Quattro pagine che per primo il sindaco, quindi coloro che si sbracciano per il bando, dovrebbero leggere. Sono la cosiddetta “road map” di quanto accaduto intorno al bacino e alla società dalla data della concessione al 13 ottobre 2014, quando l’atto viene sottoscritto.
E’ l’ennesima dimostrazione di quanto, sul porto, siamo arrivati a chi la spara più grossa. In quelle quattro pagine si ricostruisce l’accaduto e si dà atto delle scelte compiute per l’inversione del crono-programma e la gestione dell’attuale bacino, attraverso le fasi pubblicate poi sul sito della società.
“Tale nuovo piano realizzativo rappresenta l’unico modo per mantenere la continuità aziendale e salvaguardare l’iniziativa e la società“. Questo c’è scritto
Poi Bruschini ha deciso di chiedere il bando, oggi si “svegliano” prima Millaci e poi l’altro Bruschini.
Ecco, sarebbe il caso di ricordare cosa si firma, prima di chiedere bandi e di leggere gli atti – li ha forniti la Capo d’Anzio nell’unica e burrascosa conferenza pubblica che ha tenuto, a gennaio scorso – prima di intervenire.
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