“Se vieni a reclama’, ne tenghi da sape’ più de me…” Sia consentito l’uso dell’idioma nettunese per ricordare l’episodio – ormai tanti anni fa – di un arbitro di baseball che durante il corso per allenatori ci spiegava che prima di entrare in campo e contestare una decisione, era necessario sapere di cosa si stesse parlando. Come e meglio di lui.
Un episodio singolare per sottolineare, invece, una vicenda molto grave alla luce di quanto emerge nella documentazione che il Comune di Anzio ha spedito al Prefetto di Roma a seguito dell’esposto presentato dall’opposizione e della lunga lettera con la quale si chiede l’intervento del rappresentante del governo. Non una contestazione in una partita di baseball, insomma, ma nero su bianco una richiesta formale perché ci sono state delle violazioni. Tra le prime segnalate dai nove consiglieri d’opposizione nella relazione inviata al Prefetto quella che “non è stata effettuata nessuna notifica, ai sensi dell’articolo 15 comma 5 del regolamento comunale di contabilità, secondo la modalità prevista dal regolamento del consiglio comunale articolo 5, dell’avvenuto deposito dei documenti stessi”. Mancata comunicazione che “ci ha impedito di conoscere i tempi entro i quali era possibile consegnare gli emendamenti, ai sensi dell’articolo 16 commi 1, 2 e 3 del regolamento comunale di contabilità, quindi è stato impedito ai consiglieri di presentare emendamenti al bilancio”. La notifica, invece, c’è. E’ del 9 luglio e il messo comunale che si è recato personalmente a consegnare la lettera con la quale si dava notizia ai consiglieri dell’avvenuto deposito dei documenti e del termine del 17 luglio per presentare gli emendamenti in molti casi ha scritto di averla data al “medesimo”. Cioè proprio al consigliere comunale. Con tanto di firma dei destinatari per ricevuta. Questo il sindaco lo ha scritto rispondendo al Prefetto affermando che tutto era avvenuto per tempo “come risultante dalle relate di notifica effettuate per ogni consigliere”.
Siccome era chiaro che o i consiglieri di opposizione o il sindaco stavano dicendo una cosa non vera, oggi si è in grado di dimostrare che agli atti del Comune risultano le notifiche. Di conseguenza chi ha spedito al Prefetto la lettera sostenendo di non aver ricevuto la notifica ha fatto una figuraccia. E deve almeno chiedere scusa, se non addirittura lasciare. Perché su queste cose non si scherza. Perché pazienza un’opposizione che fatica a proporre, ma una che nemmeno controlla gli atti che riceve è francamente troppo. A meno di un clamoroso falso che va immediatamente denunciato dai consiglieri di opposizione e cioè di notifiche “inventate”. Lo ripetiamo da giorni, su questa vicenda qualcuno stava raccontando una bugia. La lettera spedita e recapitata il 9 luglio dice che l’opposizione ha coinvolto il rappresentante del governo in provincia e ha fatto presentare un’interrogazione parlamentare, partendo da un presupposto non vero. Poi c’è tutto il resto rispetto al bilancio fallimentare, al ritardo del Consiglio, alle mancate commissioni, all’emendamento in extremis e senza parere dei revisori. Se ne può discutere, ma prima di affermare una cosa simile rispetto alle notifiche – che avrebbe inficiato il bilancio stesso automaticamente – occorre essere certi di quanto si scrive.
Cosa è successo con quella lettera? E’ stata presa e messa in qualche cassetto? E’ stata dimenticata o sottovalutata? O, davvero, non è mai arrivata, c’è stato un falso inaudito e resta la certezza di non essere stati messi in grado di svolgere il proprio ruolo? Se è così si deve andare in Procura e dire che le notifiche sono inventate. Non ci sono mezze misure.
Detto questo è chiaro che il problema di Anzio non è certo l’opposizione ma chi governa per tentativi ed errori, ha dimenticato il programma elettorale e tutto ciò che sappiamo e denunciamo. Ma un’opposizione che afferma una cosa per un’altra – fidando forse solo nel copia e incolla dei comunicati – diventa parte del problema…