
Non avevo mai usato, prima di sabato scorso, il parcheggio di Piazzale Marinai d’Italia, dietro al porto, in gestione alla Capo d’Anzio. Ho raccontato su facebook di essere stato accolto da un vigilante che mi avvertiva che i gettoni erano finiti, ma i posti no. Che potevo parcheggiare, fotografare l’orologio del macchinario dove si paga la sosta e che all’uscita avrei regolato la cosa con lui. Detto e fatto, una volta all’uscita ho provato a far vedere che ero entrato alle 21.07 ma non ce n’è stato bisogno, si è fidato. Erano le 23.40 e ha detto “3 euro”. Ho pagato senza far storie, proprio perché il racconto sarebbe stato più completo. Ovviamente, nessun ticket né ricevuta. Poi ho chiesto come mai non ci fossero gettoni e ha risposto “so spariti 3500 euro de gettoni”. Ah… Rubati? Andati persi? C’è una denuncia? Esagera il vigilante? Sulle prime tre dovrebbe risponderci chi rappresenta la maggioranza della Capo d’Anzio – vale a dire il sindaco pro tempore – o chi presiede e amministra la società. Sulla quarta la sensazione è che forse potrà anche esagerare, ma se i gettoni finiscono e i posti ci sono, evidentemente i primi sono spariti per davvero. Sono costati, alla Capo d’Anzio, 4 euro più iva ciascuno e il sistema acquistato per il pagamento circa 30.000 euro. Per far “fotografare” l’orologio agli utenti. Complimenti….
Ma immaginate se una cosa del genere accade in un qualsiasi altro porto? E se andiamo a Fiumicino per prendere l’aereo e ci dicono “fotografate l’orologio”, poi si faranno i conti. Suvvia…. Quanto abbiamo incassato dal parcheggio? Al momento lo ignoriamo, certo è che tre società che fanno il servizio per Ponza prendendo le auto e riconsegnandole all’arrivo, hanno usufruito di altrettanti spazi. Pagando per ogni posto – andiamo su ciò che era stato lo scorso anno – quanto un cittadino per l’abbonamento. Con la differenza che il cittadino normale quel posto non ce l’ha garantito, né può riaffittarlo. Che intorno a quel parcheggio e alle auto per Ponza siano avvenute le estorsioni di “Malasuerte” e che sulla vicenda – come si legge nella sentenza definitiva – abbia pesato “la pressione esercitata da rappresentanti delle istituzioni comunali” è qualcosa in più di un dettaglio. Come che quei rappresentanti fossero nelle liste di De Angelis alle ultime elezioni e che nulla sia cambiato rispetto all’assegnazione. Perché il “Sistema Anzio” si riproduce. A questo si aggiunga che la Capo d’Anzio nel 2018 – con il bilancio che chiudeva a meno 82.000 euro e poi è stato miracolosamente fatto andare in attivo (che ce lo hanno messo a fare il presidente Monti?) – sul parcheggio diceva che avrebbe potuto fruttare 200.000 euro. Era il 2019 quando da questo umile spazio si è fatto notare. Si è preferito fare altro, scegliendo un macchinario che evidentemente ha dato più problemi che altro e continuando a cedere un pezzo pubblico a un prezzo irrisorio alle vittime e agli eredi di “Malasuerte”. Che – speriamo non sia vero – i posti ottenuti li cedevano, se liberi, a chi arrivando non trovava posto dopo aver preso il gettone. Si parla di 10 euro. Chissà se la Guardia di Finanza che è tornata tempo fa in Comune e alla società, ha avuto queste informazioni, decidendo di muoversi….
E perché la grande preoccupazione sulle assunzioni, dopo la richiesta di accesso agli atti di Marco Maranesi? Perché forse qualcosa non quadra. Dalla scelta di una ragazza attraverso il “progetto giovani” (sicuri si potesse fare?), nel frattempo diventata consigliera di Forza Italia a Nettuno, a una graduatoria degli ormeggiatori che c’era – bandì il concorso, quando era presidente, Luigi D’Arpino – e sembra conti nulla. Già, perché con varie scuse si dice che non può essere stabilizzato chi ha titoli – sia ormeggiatore o amministrativo – e ha lavorato, ma intanto si ricorre a un’agenzia interinale di Aprilia per prendere chi dice il “sistema Anzio”. A Nettuno è scoppiato un mezzo scandalo per la Poseidon, ad Anzio tutto tace. Il “recinto” non si preoccupa, preso dalle elezioni 2023 alle quali il sindaco ha detto che si ripresenta, al punto di voler sapere chi ci sta e chi non da adesso. Intanto alla Capo d’Anzio ci sono tanti amministratori quanti dipendenti, cosa che per legge non si potrebbe. E su diversi quesiti – ancora attualissimi – nessuno risponde. Intanto l’ultimo bilancio reperibile sul sito resta – quando sono le 15,40 del 27 settembre 2021 – quello del 2018. Però hanno fatto l’alzabandiera per il neo amministratore delegato, uscito dalla porta rinunciando a un credito ed entrato dal portone con il massimo ruolo operativo. Sul fatto che il direttore sia andato via (ma Orienta ha ancora lui quale referente, boh!), con l’incarico dato non si sa come a un altro, silenzio totale. Dice il neo amministratore che si approverà la pianta organica. Bisogna vedere che ne pensa il “sistema”. Intanto i libri della Capo d’Anzio andrebbero portati in Tribunale e non da oggi. Ma questa è un’altra storia. Ad Anzio si può.