
Non aveva scritto una stupidaggine Federica Angeli, accusata da più parti quando annunciò che il prefetto di Roma, Paola Basilone, stava per nominare ad Anzio la commissione d’accesso. Né erano visionari coloro – chi scrive tra questi – che sollevavano i legami del “sistema Anzio” con personaggi a almeno poco raccomandabili. Perché non sia arrivata quella commissione d’accesso, della quale anche la presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, sollevò la necessità, lo ha ammesso ieri sera il sindaco di Anzio.
Nel corso della trasmissione su Young Tv ha detto testualmente, riprendendo la domanda che aveva posto un cittadino: “Publio razza prima ha detto una cosa, io ho sorvolato però non aveva torto perché il commissariamento era partito, la Angeli non aveva torto poi diciamo che le vie della politica sono infinite.. vabbè lasciamo sta”
No, “non lasciamo sta”. Il sindaco parte dal 2013, dalla sconfitta mai digerita, dimentica di dire che con quelle persone si è alleato. Poi “le vie della politica sono infinite”, come ci ricorda egli stesso, ma i metodi non sono cambiati dentro Villa Sarsina e fuori. Se ne è parlato anche nel corso dell’ultimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Ora, proprio perché si è evitato quel commissariamento, è bene ricordare che ministro dell’Interno era Marco Minniti del Pd. Che a una festa dell’Unità svolta a Nettuno, presenti Matteo Orfini che era presidente del partito, il deputato Renzo Carella e il senatore attuale segretario regionale del partito, Bruno Astorre, venne sollecitata una risposta sulla commissione d’accesso e i tre presero un impegno della serie “poi vediamo”. Che qualche mese prima, presentando il rapporto sulla criminalità nel Lazio a Villa Sarsina, il capogruppo Pd in commissione antimafia, Cesare Mirabelli, spiegò che non era uno strumento di lotta politica l’accesso ma che i presupposti c’erano tutti. E rispose in maniera piccata all’allora assessore Attoni “ma lei come si sente a stare in giunta con gli indagati”?
Intanto agli atti dei processi ci sono non solo la presenza della camorra e della ndrangheta, ma i rapporti con la politica locale. E le pressioni che questa ha fatto, ad esempio nella vicenda “Malasuerte”.
Poi “le vie della politica sono infinite” e hanno fatto sì che nulla accadesse. Per interessi “della politica”, evidentemente, non certo dei cittadini. Oggi ne abbiamo conferma. E sappiamo che le responsabilità politiche – come sempre – sono bipartisan. Poi ci sono quelle di servitori dello Stato che hanno preferito soprassedere e hanno concluso in bellezza la loro carriera. Ma oggi siamo altrettanto convinti che poco sia cambiato rispetto a quando si chiedeva quella commissione. Che è strumento di prevenzione, non dimentichiamolo.
Per chi volesse approfondire, qui c’è un po’ di storia sulla vicenda.
12 pensieri su “Commissione d’accesso bloccata dalle: “Vie infinite della politica””