In Regione la biogas delle beffe, cosa inventeranno ora?

Si potrebbe sempre fare ricorso alla frase di Alberto Sordi “A me m’ha bloccato la malattia” perché è difficile immaginare cosa andranno a dire domani in Regione, alla commissione incaricata di analizzare la richiesta di revoca dell’autorizzazione alla biogas di Anzio. Il sindaco potrebbe uscirsene dicendo che ad autorizzare quell’impianto è stato il suo predecessore insieme al dirigente dell’epoca e all’assessore “cattivo” Patrizio Placidi, potrebbe dire che lui era formalmente all’opposizione benché facesse azione di lotta e di governo. E poi potrebbe anche dire che in campagna elettorale ha promesso – vero – che sarebbe andato fino all’Onu pur di non far realizzare un impianto per il quale i lavori erano praticamente già iniziati, ma era solo uno slogan. Qualche difensore d’ufficio da tastiera, riferendosi alla campagna elettorale, parla del secondo impianto per il quale si sarebbe andati all’Onu, cercando di “assolvere” il sindaco dalla figuraccia. Solo che a leggere le carte di qualche indagine è proprio Placidi a ricordare di chi fossero gli interessi sulla seconda biogas. Nomi e cognomi, tutti candidati o sostenitori dell’attuale maggioranza.

Direte va be’, acqua passata… No, perché con chi l’ha autorizzata e con chi aveva interessi sulla seconda il sindaco si è alleato per tornare alla guida della città. Quando in consiglio comunale dove lui, gli attuali assessori Fontana, Ruggiero e Ranucci sedevano sui banchi dell’opposizione – almeno formalmente – è arrivata la richiesta di retroattività di quell’impianto si sono allineati al sindaco Bruschini. Il quale spiegò come non ci fossero le condizioni politiche per approvare quel provvedimento che avrebbe bloccato la realizzazione della biogas. Atto – ce lo dicono sempre le carte delle indagini – che avrebbe creato qualche problema a chi quell’impianto lo voleva, cioè alla maggioranza di centro destra vecchia e nuova che poi è sempre la stessa dal 1998 a oggi. Si potrebbe usare la frase di Alberto Sordi per togliersi dall’impaccio, suvvia, e magari ricordare che il Comune presentò anche un ricorso al TAR per bloccare l’impianto sentendosi rispondere che prima lo aveva autorizzato. O magari potrebbe provare a spiegare perché a dicembre si chiede la revoca dell’autorizzazione e poi si conferiscono oggi lì i rifiuti umidi del Comune. Cosa inventeranno, insomma?

Perché questo è successo, la biogas delle beffe è stata prima autorizzata e oggi viene utilizzata per portarci l’umido prodotto dai cittadini ai quali si vuole ancora far credere alle favole che quell’impianto non si vuole. Gli ultimi fatti dimostrano il contrario: la proprietà presenta una proposta di convenzione a 100 euro a tonnellata, la dirigente Santaniello prova a spiegare che non si può perché si deve fare una gara, adotta e revoca atti, quindi lascia l’incarico. Si evince – ma questo dovrebbero accertarlo altri – che la volontà politica è chiaramente di andare alla biogas che nel frattempo si è chiesto di chiudere per la vicinanza alla scuola e tutto il resto. La Santaniello lascia, il sindaco emette una ordinanza, spiega che risparmieremo (se il criterio è questo, w la biogas!) e nomina a dirigere l’ambiente chi per contratto è chiamato a fare altro e non potrebbe assumere quell’incarico. Il dottor Luigi D’Aprano, facente funzioni, indica a responsabile del servizio l’ingegnere Walter Dell’Accio. Rimette al suo posto, cioè, colui che ha dato il via libera alla biogas con Placidi – e pazienza – ma che opportunità vorrebbe si occupasse di altro. Perché in quel settore risulta indagato (e innocente fino a prova del contrario, sia chiaro) per un paio di vicende, ma anche vittima in un procedimento nel quale è imputato il “suo” assessore di riferimento. E’ un dettaglio, poi, che l’attuale sindaco lo ritenesse il responsabile, con Placidi, di avere avviato un “porta a porta” fallimentare in piena campagna elettorale nel 2013.

Cosa fa il responsabile? Un avviso nel quale si cerca chi possa offrire il servizio, partendo dal prezzo di 100 euro a tonnellata. Regolarissimo, sicuramente, ma vi immaginate se l’azienda X avesse proposto una convenzione al Comune per un servizio qualsiasi indicando un prezzo e questi poi sarebbe diventato la base di partenza per un avviso pubblico? Immaginate se a fare una procedura del genere ci fosse stato il “cattivo” Placidi insieme a Bruschini? Ecco, forse spiegare tutto questo a una commissione regionale, provare a salvare la faccia con quello che resta del comitato cittadino, sarà una impresa. Meglio la frase di Alberto Sordi.

Infine, sarebbe stato il caso di parlare di ciclo dei rifiuti prima. Della necessità di chiuderlo il più vicino possibile, certo. Di come funzionerebbe se ci fosse un vero “porta a porta”, il compostaggio domestico (altra beffa), la filosofia del “rifiuto zero”, la tariffa puntuale che premia i cittadini virtuosi e via discorrendo. Ma come disse l’attuale sindaco, chi proponeva gli impianti “o viene perché lo chiamano o perché sa che trova terreno fertile”. Ci sentiamo di dire che è per entrambe le cose. E’ lui ad essercisi alleato.

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