La discontinuità mancata, il #brand e chi vive qui tutto l’anno

Uno degli slogan elettorali di De Angelis. I cumuli sono rimasti, il sistema non è cambiato

Doveva essere discontinuità, voi l’avete vista? Francamente era difficile smarcarsi dalla passata amministrazione per un sindaco che ha messo insieme – poco più di un anno fa- chi sosteneva la maggioranza di Luciano Bruschini e chi in teoria doveva esserne all’opposizione ma poi piano piano si era ri-alleato. E allora dimentichiamo la annunciata discontinuità e proviamo a stare ai fatti, quelli che fra #brand, campagne social ripetute e giornali meno attenti di un tempo, sembrano essere sfuggiti.


Come le divisioni in maggioranza, la maretta seguita all’allargamento a Cafà e Palomba, sapientemente celata accontentando o provando ad accontentare ogni esigenza. Come faceva Luciano Bruschini e come, evidentemente, vogliono le esigenze della politica di casa nostra. Solo che De Angelis non ha il carattere di “padre Luciano” , continua a urlare e sbattere i pugni, a ricordare “quando facevate questo e quello ” ignorando che li ha scelti come alleati e dimenticando – come mi piace dire – che non arriva a fare il sindaco da Marte. E che a certe logiche si è inevitabilmente e opportunamente adattato.


Ma immaginiamo cosa sarebbe successo se Bruschini avesse impegnato una cospicua somma per uno dei candidati della sua coalizione per spettacoli estivi? Apriti cielo… Qui pare, invece, che il criterio per alcune manifestazioni sia quello di essere stati in lista o avere in qualche modo sostenuto e/o aderito alla maggioranza. I grossi nomi del cartellone (al quale va un sincero apprezzamento) sembrano avere offuscato questi aspetti. Sui criteri nessuno chiede, quando ci si adirava – e giustamente – perché il delegato al turismo, allora omonimo del sindaco – metteva il suo telefono cellulare per la vendita dei biglietti.


E la città rispetto alla gestione Bruschini/Placidi è più pulita? No, è evidente. Anzi la situazione è peggiorata e basta fare un giro per Anzio. Come? Ah… la ditta appaltatrice, alla quale ultimamente nemmeno si fanno più sanzioni a quanto pare. Tutti- a cominciare dai dipendenti di Camassa – aspettano la nuova. Come con Placidi aspettavano “la sentenza”. Cosa è cambiato? Meno di niente.

Per non parlare dell’episodio – penalmente irrilevante ma politicamente significativo- dell’intervento sulla gara dei mastelli fatto dall’assessore all’ambiente. Persino il de Angelis di lotta e di governo all’epoca di Bruschini sindaco ne avrebbe chiesto le dimissioni. Qui è tutto a posto, l’opposizione non si fida di quanto scrive (e dimostra) controcorrente, mentre dall’ufficio i dipendenti scappano. Forse qualcuno li vorrebbe “allineati” come leggiamo nelle carte giudiziarie riguardanti questa coalizione? Speriamo di no. Come ci auguriamo che la segretaria generale non sia “in cassaforte” come Placidi diceva della precedente.

Perché Patrizio era così. E oggi che è tornato in campo e ha rilasciato una intervista dove i non detto pesano più delle affermazioni, la maggioranza dovrà farci i conti. Lo sa anche il sindaco, lo hanno capito anche i giovani virgulti convinti che essendo stati eletti loro è tutto nuovo. Speriamo, ma non sembra.

Placidi ha incarnato in questa città la figura del “male assoluto”, di certo condivido nulla del suo modo di agire e delle scelte fatte per Anzio. Però quello che diceva è agli atti e per esempio sulla Biogas pesa quel “eravamo tutti d’accordo”. Si riferiva alla maggioranza di prima che è stata totalmente nelle liste di De Angelis. Il quale prometteva di andare all’Onu per non realizzarla ma presto andrà alla cerimonia di inaugurazione dell’impianto. Era scontato, la vera discontinuità sarebbe stata non allearsi con chi l’aveva voluta ovvero ammettere “ce l’abbiamo per causa nostra, vogliamo chiudere il ciclo dei rifiuti, vediamo di ridurne l’impatto”. No, ora sembra si lavori per verificare quali benefit ci saranno (se ci saranno) per la bolletta dei rifiuti di casa nostra.

E’ sicuramente un bene, poi, realizzare i lavori sulle strade e annunciare i cambiamenti del piano triennale, ma francamente dei selfie sui social dell’assessore Ranucci e di diversi consiglieri ci facciamo poco se senza andare in periferia – basta fare le strade secondarie di Santa Teresa – abbiamo voragini ovunque. La vedete la discontinuità? Francamente no. Poi che amministrare è difficile è vero, ma siccome i cittadini dovevano avere certezze scegliendo la ventennale esperienza del centro-destra, non sembra vada così.

Ciliegina sulla torta, il porto: il bando è andato deserto, la società Capo d’Anzio è decotta, priva di presidente, le presenze di imbarcazioni – così a vista – sono notevolmente diminuite. Su quel mega progetto ho messo, anni fa, la faccia. L’ho difeso. Di fronte al fallimento che si palesava dopo la prima gara deserta ho chiesto scusa. Sarebbe ora che lo facesse anche il sindaco, restituendo una concessione che è ferma da 7 anni. La palla torni alla Regione, rimasta in silenzio dopo una mozione unanime per la revoca. Pure lì, evidentemente, c’è chi è di lotta e di governo.

Scusate il silenzio eh, come spesso ripeto ho molti altri impegni, ma ogni tanto sento il dovere di ricordare che ad Anzio c’è chi ci vive tutto l’anno. E’ bella e indovinata la campagna di marketing con le piazze piene e lo slogan “ci vediamo l’anno prossimo”. Qualcuno dovrà pur dirlo che in questo è cambiato poco o nulla.

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