Ora un gesto di coraggio, fate venire il commissario

insieme

Non hanno fatto in tempo a essere tutti d’accordo – sia pure forzatamente – sulla staffetta tra Luciano Bruschini e Candido De Angelis che nel litigioso centro-destra di Anzio sono volati gli stracci. Certo, la politica è mediazione, la paura che vincano altri fa 90, ma quello che è successo quattro anni fa non si dimentica facilmente. Così l’imposizione di Bruschini del suo successore, il quale ovviamente certi assessori non li avrebbe mai confermati, ha creato a dir poco malumori. Una parte di centro-destra già con Roberto Palomba, il commercialista Nino Monghese che fa “L’altra Anzio” (è vecchia, la usò Marco Garzia 20 anni fa…) e si dice sia sponsorizzato da Patrizio Placidi, Roberta Cafà che ieri sera ha affidato a un   comunicato il suo dissenso e oggi, per tutta risposta, cinque assessori – tutti tranne Placidi e la stessa Cafà – si sono dimessi con una nota (dimissioniassessori) in politichese, tutt’altro che comprensibile. Di certo sono protocollate, lo erano anche quelle – poi ritirate l’estate 2016 – della stessa Cafà e della Nolfi. Restano fuori l’assessore che ha detto la sua e Patrizio Placidi, mentre Agostino Gaeta scrive che potrebbe dimettersi anche Luciano Bruschini. Del resto Candido De Angelis aveva chiesto l’azzeramento e lo sta ottenendo. Poi tutti ci ripenseranno per il bene della città (!?!?!) e forse già lunedì avremo la nuova giunta, praticamente con i cinque e senza Cafà e Placidi. La chiamano politica e avranno anche ragione, ma mentre queste schermaglie elettorali vanno avanti – scrivevo qui, a giugno 2016, che Bruschini sarebbe andato fino al 2018 e avrebbe avuto l’appoggio della finta opposizione di centro-destra –  ci sono problemi della città che non si risolvono con i comunicati stampa.

Il 26 è convocato un Consiglio che a questo punto è in forse o che vedrà una maggioranza diversa da quella uscita dal voto, sancendo la spaccatura che serpeggia anche in qualche messaggio di consiglieri di Forza Italia. Si deve discutere, fra l’altro, di bilancio consolidato. Una cosa rilevante, perché da anni si sostiene – lo faceva anche De Angelis in campagna elettorale, nel 2013 – che siamo sull’orlo del dissesto. Ma loro pensano alle elezioni, a restare dove sono, pazienza il bilancio, pazienza un Comune che va avanti senza i “Peg” affidati ai dirigenti (mai deliberati) che incassa la tariffa rifiuti senza aver mai approvato la delibera sul numero di utenze per il 2017 e con voci che differiscono tra il bilancio e il piano finanziario. Pazienza una macchina allo sbando, procedure diciamo singolari e all’attenzione della Corte dei Conti per il dirigente dell’area finanziaria. Nessuna pazienza, invece, per la Biogas che Bruschini e Placidi ci lasciano in eredità, opponendosi a una seconda che invece vorrebbero eccome. Nessuna pazienza per lo schifo della raccolta dei rifiuti che sa tanto di emergenza voluta, perché avete sempre dichiarato che volevate un’altra ditta. E nessuna pazienza per la contiguità tra chi ha portato i voti a questa maggioranza – oggi allargata – e Malasuerte, per le cooperative dei “soci elettori di…” , per un porto eternamente annunciato, per l’assoluta mancanza di rispetto della legalità delle cose quotidiane. Come per un decreto ingiuntivo non opposto del quale parleremo presto.

Una sfida, allora: andatevene davvero, fate venire il commissario. Proviamo a fare ordine per qualche mese e andiamo alle elezioni tutti dallo stesso punto di partenza. Se siete stati bravi, come dite, rivincete a mani basse.

Provate a farlo, però, senza il potere. Senza fare foto in ogni occasione tra sindaco e successore incaricato, senza tagliare nastri da qui al voto, senza poter promettere posti di lavoro – con i quali avete vinto le ultime elezioni, con le assunzioni per il “porta a porta” – o strade o altro. Fatelo senza il sottobosco che bivacca intorno a Villa Sarsina. Ammettete il vostro fallimento, è palese, e giochiamo la partita su quale città vogliamo.

La vostra l’abbiamo conosciuta e la viviamo, purtroppo, una diversa dipende dalla capacità che avremo di immaginarla, rendere le proposte credibili, spiegarla e di convincere chi vota.

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