Arrivano echi dalla riunione odierna tra sindaco, capigruppo di maggioranza e opposizione (ma con molti più partecipanti) e vertici della Marinedi, il socio privato della Capo d’Anzio che fa capo all’ingegnere Renato Marconi, presente al gran completo.
All’ordine del giorno la realizzazione della fase due del porto – così rinominata rispetto all’originario piano finanziario – ovvero la sistemazione del bacino interno. Una realizzazione che dovrebbe passare per un bando che tra quindici giorni – questo è stato annunciato mesi fa – dovremmo conoscere ma che difficilmente, dato l’esito di stasera, sapremo.
Proviamo a mettere insieme le informazioni trapelate, perché se aspettiamo che ci informi il nostro sindaco, il quale rappresenta il 61% del capitale che appartiene ai cittadini, ne sapremo ancora meno.
Il bando di 20-25 milioni di euro andrebbe “garantito” a chi decide di svolgere i lavori dalla disponibilità finanziaria a pagarli, lasciando poi la gestione alla Capo d’Anzio. Come? Una parte – circa 9 milioni – andrebbe in posti barca, altrettanta sarebbe pagata con le obbligazioni messe sul mercato da un fondo costituito a Malta da Marinedi, nel quale però non c’è ancora un euro. Il resto 3-4 milioni, dovrebbe essere una normale operazione bancaria con un finanziamento alla Capo d’Anzio.
Operazione più di ingegneria finanziaria che portuale, sulla quale è indispensabile proprio per questo la comprensione assoluta finché un pezzetto di quel 61% sarà ancora di ciascun cittadino. Bene ha fatto Luciano Bruschini a coinvolgere i capigruppo e bene sarà andare in consiglio comunale, con massima trasparenza. Di perdite pubbliche e profitti privati, in Italia, ne abbiamo visti fin troppi.
Ma c’è un altro elemento che sarebbe emerso oggi. La causa che il Comune ha intentato a Marinedi – lasciandola poi dormiente – con il famoso incarico all’avvocato Cancrini del quale si è finora volutamente ignorato il parere e del quale aspettiamo ancora la relazione in consiglio comunale, crea problemi a Marconi e alla sua società. E’ un contenzioso, non piace alle banche. Allora ci sarebbe una proposta di “chiudere” o “sospendere” l’azione del Comune per far partire i lavori. Idea che – ma guarda… – troverebbe il sindaco favorevole.
Attenzione, perché incombe la cosiddetta legge Madia e il pericolo di dismissione delle quote pubbliche è dietro l’angolo. Diciamo pure che abbiamo fatto di tutto per dismetterle (tipo sbagliare il piano di razionalizzazione) ma visto che una causa è in piedi rinunciamo pure al contenzioso a una condizione chiara: facciamoci garantire – si trovasse il modo, vista la scissione di Italia Navigando tutto si può fare – che Anzio manterrà il controllo sul “suo” porto. Marconi si impegni in tal senso, tanto le quote andrebbero a lui, rispetti quello che dice e soprattutto dica sin da adesso che non presenterà conti salati – quando dovrà prendere quelle quote – come ha fatto per prendersi il pezzo di Italia Navigando che ce lo ha fatto ritrovare socio.
Sulla base di ciò che è emerso, questa è la situazione. Aspettiamo di avere qualche notizia in più, anche se conoscendo Bruschini difficilmente le avremo….
ps: ovviamente il fondo turco-napoletano e il bando totale erano e restano chiacchiere di questa maggioranza, mentre delle minacce sul caso parcheggi che vedrebbe coinvolti stessi soggetti di “Mala Suerte” e della trasparenza che sul sito del Comune è inesistente per ciò che riguarda la Capo d’Anzio, non s’è parlato….