Non solo dovranno andar via – lo dicono le sentenze e dopo un infinito tira e molla era inevitabile – ma la Capo d’Anzio proverà a risanare i suoi conti con i mancati introiti delle aree gestite da luglio 2014 a oggi dalle cooperative degli ormeggiatori.
Lo ha detto ieri in Consiglio comunale il sindaco, Luciano Bruschini, sostenendo che il bilancio 2015 della società non chiuderà in perdita perché vanno conteggiati quegli introiti. Di più: il bilancio è stato approvato dal consiglio d’amministrazione “senza il rappresentante del Comune” – che lui non aveva ancora nominato – e siccome deve andare in assemblea dei soci “io non lo voto“.
Ma quant’è l’introito previsto? Mistero. E quei soldi entreranno automaticamente nelle casse della Capo d’Anzio? Nemmeno per idea, perché per averli sarà necessario aprire un contenzioso con le cooperative o chiedere loro i danni per il mancato avvio dell’opera. Tempi previsti? Vogliamo fare un decennio? Intanto?
Ah, il sindaco dimentica – glielo faceva notare ieri Bernardone del Pd – che mentre quelle aree non erano in uso alla Capo d’Anzio la società ha scritto alla Regione chiedendo di avere lo “storno” delle cifre dovute per la concessione. Circa 80.000 euro sui 200.00 che ogni anno la concessionaria deve alla Regione, essendo l’area interessata pari a circa il 40% di quella che è stata appunto concessa. Soldi che – se si pretendono gli incassi delle coop – vanno inseriti in bilancio di nuovo tra le uscite. Proviamo a farli due conti? Gli ultimi bilanci delle due cooperative danno, insieme, un “valore della produzione” pari a 497.000 euro. E’ questo che chiederà il Comune? Sulla base dei bilanci o di cos’altro? E basta una cifra simile a mandare il bilancio in pareggio? E in quale piano finanziario è scritta una cosa del genere?
Al solito qui si fanno domande, con l’auspicio di avere risposte. A quelle del passato non c’è mai stato riscontro, chissà che fra il sindaco e il neo presidente qualcuno decida di far sapere ai cittadini – ancora proprietari del 61% – come uscire da una situazione che a oggi vede la Capo d’Anzio in perdita e il privato Marinedi in pole position per prendersi l’intero capitale, vuoi per la legge Madia e vuoi perché il Comune non può mettere un centesimo nella ricapitalizzazione della società.
A meno che – in fondo in fondo – non sia proprio questo l’obiettivo, essendo mestamente fallita, se mai è esistita, la scalata del “gruppo” che aveva 300 milioni di euro in Turchia.
Marconi prende tutto – e sommessamente lo andiamo ripetendo da quando ha avuto il 39%…. – Bruschini finge di opporsi, Candido De Angelis che l’ingegnere ce l’ha portato in casa con Italia Navigando della quale già deteneva quote, in nome della ritrovata unità nel centro-destra e di un progetto sia pure stravolto ma che ha fortemente voluto dice che purché si parta va tutto bene; i consiglieri di maggioranza che il sindaco ha preso in giro con la storia del bando se ne stanno buoni “perché tanto i lavori iniziano” e alla famosa cordata non pensano più, il Circolo della vela resta lì perché “si sta trattando” (e speriamo senza i posti barca, almeno) e gli altri si arrangiano.
Non avevamo in mente questo quando, con il compianto Gianni Billia, parlavamo del porto “di” Anzio, “della” città.
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