La raccolta differenziata “porta a porta” è stata estesa in fretta e furia lo scorso anno in assenza di un piano finanziario e oggi si pagano “fuori bilancio” le spese sostenute allora, quando invece ci veniva detto che era tutto a posto e che la copertura arrivava dai soldi della Provincia di Roma.
Sollevavamo dubbi allora, abbiamo la certezza oggi che quanto affermava in conferenze stampa l’assessore Patrizio Placidi con il supporto del dirigente del settore, era una presa in giro. Lo ha confermato lo stesso assessore ieri e finalmente anche il sindaco – che normalmente “non sa” – sembra essersi accorto che spendiamo troppo. Quando lo dicevano, fra gli altri, Romeo De Angelis e Mario Pennata dai banchi di maggioranza erano dei visionari…
L’avvio del “porta a porta” in piena campagna elettorale e le promesse legate a quel servizio, oggi al centro di un’indagine della magistratura (ma quanta gentilezza in Consiglio, nessuno ne ha chiesto conto…), hanno probabilmente consentito di vincere le elezioni ma i nodi arrivano al pettine e soprattutto alle tasche dei cittadini che dovranno pagare quei debiti e non solo. Grazie alla scelta di non destinare i risparmi della discarica come chiesto dai dirigenti, per esempio, i cittadini onesti pagano e pagheranno gli inesigibili che nessuno è andato a riscuotere. Quelli del 2005 – caricati pure a chi non era residente – e probabilmente quelli a venire perché nessuno ci dice quanti sono e cosa si sta facendo per recuperarli.
Per chissà quale miracolo informatico 3.0, poi, i cittadini onesti pagano e pagheranno per la seconda volta il costo del “cassetto tributario” (altri 70.000 euro) che nel frattempo è stato aggiornato e ci informa che “da oggi” si paga con carta di credito. Non era (doveva essere) così già lo scorso anno? Ah, c’è il servizio ma anche un 1,5% di commissione tanto per non farsi mancare nulla, anche se questo avviene ormai un po’ ovunque. I cittadini onesti hanno pagato e pagheranno 30 centesimi a metro quadrato che lo scorso anno sono andati al governo e per questo saranno invece incassati dal Comune. L’opposizione giustamente ha chiesto lumi, ma nessuno – capiamo per l’inchiesta che in uno Stato di diritto prevede l’innocenza di Placidi – ha sentito l’esigenza di chiedere le dimissioni dell’assessore che un anno e mezzo fa diceva che era tutto coperto e oggi tranquillamente ammette che i soldi non c’erano e che si è proceduto, di fatto, improvvisando. E di nuovo promette che diminuiranno i rifiuti in discarica e le spese per i cittadini, dimenticando che il totale del piano finanziario di Anzio è il doppio di quello di Nettuno o Velletri. Perché?
Un accenno, infine, sugli ispettori ambientali ieri presenti in massa al consesso civico. Ha preso le loro difese il consigliere Geracitano ricordando che “per pochi spiccioli” hanno svolto un importante servizio che deve essere prorogato. Secondo i dati riferiti da lui si parla di 100.000 euro destinati alle casse comunali, mentre Placidi aveva parlato prima di 500 sanzioni e poi ha detto che si dovrà fare un consuntivo dell’attività. Dobbiamo dedurre che qualche dato esiste ma ancora va verificato oltre a immaginare che ciascuna sanzione è stata mediamente di 200 euro. Sulla legittimità delle multe è tutto ancora da capire, su quanti fondi andranno alla Provincia anche. Alla fine c’è stato un gruppo di volontari non si sa scelti come e che saranno risarciti chissà quando (ci sono le determine di liquidazione e non ancora i mandati di pagamento) e della reale utilità dei quali tra costi e benefici speriamo di sapere a breve