E’ mancato Luciano “Venga“, a suo modo personaggio di questa città. Mi piace ricordarlo con quanto scrissi per il Granchio, dopo la festa per i suoi 70 anni nella quale ci coinvolse, con Domenico e Nino. Come ho avuto modo di dire su facebook c’è solo un modo per salutarlo: “Ansio, Ansio, Ansio…. Evviva Sant’Antonio!”. Un abbraccio ai familiari e peccato non aver dato seguito a quella festa…
Il testo del febbraio 2011
Metà dicembre 2010. Piazza Pollastrini ad Anzio centro. Incontriamo Luciano, meglio conosciuto come “Venga”, supertifoso dell’Anziolavinio (e della Roma…) Gli auguri di Natale sono d’obbligo. “Per me la festa è doppia visto che a febbraio compio 70 anni”, dice Luciano. “E allora vorrà dire che quel giorno festeggeremo il tuo compleanno con una bella pizza”. “Magari, sarei proprio contento”, risponde il buon Luciano “Venga”. E gli brillano gli occhi all’idea di riunire tanti amici per festeggiare il proprio compleanno. “Allora sento Patrizio (Colantuono, direttore del Museo dello Sbarco ndr.) perché lui è bravo ad organizzare”, lo rassicuriamo. Dieci minuti dopo parte la telefonata a Patrizio. “Luciano “Venga” compie 70 anni il 13 febbraio e bisogna organizzare una bella pizza”, gli diciamo. “Veramente il 17 febbraio è anche il mio compleanno, faccio 60 anni”, risponde dall’altro capo del telefono. “E allora festa doppia, vai Patrizio”. Il giorno dopo il numero dei festeggiati sale a tre: il 5 febbraio compie 60 anni anche Enrico Pigliacampi direttore della filiale di Anzio della Banca Popolare del Lazio. E allora festa sia Luciano, Patrizio e anche Enrico, 190 anni in tre. L’appuntamento è per il 17 febbraio al ristorante “Grecale” da Silvestro, sulla Rivera Zanardelli. E già prima di Natale inizia una serie frenetica di telefonate per invitare gli amici comuni ai tre festeggiati. E al “Grecale” si ritrovano per lo più i ragazzi degli anni ’60 per una rimpatriata allegra e nostalgica, oltre a qualche “infiltrato” giornalista ma soprattutto amico, a chi collabora o ha un legame di amicizia con uno dei festeggiati. Serata esilarante, battute e aneddoti che piano piano diventeranno storia “orale” della città. Dai tempi dei film che si giravano uno dopo l’altro ad Anzio e grazie ai quali, come comparse, tanti dei presenti hanno visto “un sacco di soldi”. Chi li reclutava aveva pacchi di denaro contanti, quelli che realmente finivano nelle tasche delle comparse non erano molti ma comunque rappresentavano un’entrata. Film improbabili, a volte neanche usciti, ma era un vero e proprio boom e pressoché tutti hanno avuto una “parte”. Scene che a raccontarle oggi ti fanno piegare in due dalle risate, perché girare era un’impresa titanica con persone alle prime armi che prendevano la cosa quasi per scherzo. Come quella volta che uno era vestito da poliziotto e per strada aveva fermato un’auto chiedendo i documenti. Scena che con il film, neanche a dirlo, non c’entrava proprio. Ci si calava nella parte, insomma. E poi le disavventure di Patrizio nei viaggi in treno o quelle dietro ai reduci, i ricordi di Luciano e quelli di Enrico, quelli degli amici che nella lunga passeggiata al porto che conclude la cena si inseguono uno con l’altro, dalla pallanuoto giocata al porto alle partite dell’Anzio calcio, dagli scherzi di un tempo a quelli più recenti. La sorpresa più gradita è la telefonata con Stefano Colantuono, mister dell’Atalanta, che arriva durante la cena. Immancabile e quasi commovente un “Anzio Anzio!” gridato a squarciagola come se fossimo allo stadio. Chiude Luciano, quasi a dare il senso di quanto questo paese sia legato – alla fine – a dei simboli, con un “Evviva Sant’Antonio!”. Alla prossima festa.