Ciao Erasmo, fratello oltre gli scout

Se ne va un fratello. Nel senso dell’appartenenza al mondo scout, ma prima ancora della vicinanza che abbiamo avuto per un lungo periodo della nostra vita. Le nostre strade si erano allontanate ma mai divise con Erasmo Leone, deceduto a Roma dopo un calvario ospedaliero che non si augura a nessuno e sul quale andrà fatta piena luce.

Lo avevo conosciuto che ero un “lupetto”, mi volle al suo fianco quando decise che l’esperienza ad Anzio Colonia doveva ripartire. Mi assegnò responsabilità grandi, standomi sempre vicino. In quel gruppo e fuori.
Furono anni straordinari, impossibile definirli altrimenti. Fatti di impegno, servizio, attenzione al prossimo, partecipazione, sano divertimento. Volontariato vero, sulle orme di ciò che Baden Powell aveva indicato per lo scoutismo e che lui aveva interpretato al meglio e in ruoli diversi, ad Anzio prima, ad Anzio Colonia poi.

Mi ha dato l’onore e l’onere di battezzare Francesco che ho seguito ahimè poco e male. Mi aveva detto di non mollare dopo l’esperienza in campagna elettorale che ci aveva visto perdenti, ma sapeva che l’avevo affrontata con lo spirito di servizio e senza alcun fine di “carriera”. Come aveva fatto lui, in precedenza, con il tentativo di “Forza cristiana” e l’illusione arrivata da qualche “solone” romano. Ci siamo voluti bene, abbiamo avuto incomprensioni, ho forte la consapevolezza che non ci siamo mai perduti.

Ti sia lieve la terra e buona strada, qui continueremo ad essere “sempre pronti” e cercheremo, ancora, di “lasciare il mondo un po’ meglio di come lo abbiamo trovato”. Un grande abbraccio a tutti i familiari.

Capo d’Anzio, ancora copia e incolla. Cambiate mestiere

Lo hanno fatto ancora, cambiando poco o nulla. Chi firma la nota integrativa al bilancio del Comune di Anzio – immaginiamo il dirigente dell’area finanziaria – e i commissari che per il secondo anno consecutivo l’hanno approvata. In questo paese di “giornalai” c’è ancora chi prova a documentarsi, piaccia o meno alla dottoressa Scolamiero e al “suggeritore” del termine, il dottore Tarricone. Ebbene se un anno fa rispuntava (copiata) la fidejussione, adesso ci siamo di nuovo.

Diceva Umberto Eco, nel suo “Come si fa una tesi di laurea” (Tascabili Bompiani, 1977) che si poteva sempre copiare in qualche ateneo sperduto e nessuno se ne sarebbe accorto. Erano anni in cui era possibile, oggi bastano un po’ di memoria sui documenti del recente passato e un normale programma che confronta i pdf e il gioco è fatto. Nelle foto in alto è in nero il testo rimasto uguale, in verde quello aggiunto, in rosso quello cancellato. Tutte cose che non cambiano la sostanza e, purtroppo, non danno indicazioni certe sulla martoriata Capo d’Anzio. Società, tra l’altro, che mentre scriviamo ancora non approva il bilancio 2022.

Bene, di grazia: davvero c’è, ancora, la previsione di garantire un finanziamento alla società dopo che più istituti di credito hanno detto già “no grazie” ai tempi del sindaco De Angelis? Sanno, i commissari, che parlare di “attuale consiglio di amministrazione”, non più in carica da anni, è una bugia? Esiste un’amministratrice unica della quale, a dire il vero, sembrano essersi perse le tracce. Dovrebbe saperlo ancora meglio il dirigente che con una procedura singolare l’ha nominata poco meno di un anno fa.

Si continua, poi, a fare riferimento a un piano di investimento che nessuno conosce. Si può sapere cosa prevede? Perché magari la commissione straordinaria una soluzione l’ha trovata davvero e visto che i cittadini hanno la maggioranza della Capo d’Anzio, il resto è ancora sub judice, dovrebbero essere informati.

Il timore è che quel piano sia lo stesso di Monti e Ievolella che miracol mostrarono in consiglio comunale, salvo prendersi le porte in faccia degli istituti di credito. Allora mi viene in mente il collega e amico Lidano Grassucci che a “Repubblica” che chiedeva i dati elettorali a “Latina Oggi” (inizio anni ’90, internet era una chimera), rispose: “Ah voi siete Repubblica e volete i dati da noi? Se non avete i mezzi, chiudete….”

Ecco, se dovete copiare e incollare e se non vi accorgete di quello che votate (nel privato si viene licenziati per vicende del genere) è ora che cambiate mestiere. Buon Natale!

La mafia, i “giornalai”, una commissione che non brilla

Deve essere l’aria di Villa Sarsina. Intervenendo al concerto per gli auguri natalizi, la presidente della commissione straordinaria – prefetto Antonella Scolamiero (nella foto pubblicata sulla pagina fb del Comune) – ha fatto riferimento a “giornalai”, prendendo a prestito – come lei stessa ha affermato – un termine che un altro componente della commissione, Francesco Tarricone, sembra usare spesso. I ”giornalai” avrebbero osato riportare il suo pensiero rispetto alla tanta brava gente che c’è ad Anzio, sottolineando che aveva detto di tralasciare il motivo per il quale ci troviamo con un Comune sciolto per condizionamento della criminalità. Certo che ci sono tante brave persone, ma se siamo arrivati alla presenza della commissione straordinaria un motivo ci sarà. Siamo pochi ad aver scritto ciò e quindi comprenderà che ci sentiamo chiamati in causa. Quel dispregio, i “giornalai” – ma anche “i giornaletti”, le “belle penne, i “disturbati mentali“, gli “ingegneri navali” – era in uso a chi per 25 anni ha amministrato questa città facendoci arrivare all’onta dello scioglimento. Capirà, la gentile commissaria, che sentirlo pronunciare da chi rappresenta lo Stato e deve riportare la legalità su questo territorio, quantomeno stride.

‘Ndrangheta e camorra qui hanno messo radici e non lo dice semplicemente l’operazione “Tritone” ma anni di rapporti scientifici, i beni sequestrati e poi confiscati alla criminalità organizzata e non. Poi certo, ci sono tante brave persone, ma quelle che erano in Comune gestivano “allegramente” la macchina e questo è nero su bianco nella relazione della commissione d’accesso e nel decreto di scioglimento. Chi sta guidando Anzio dal novembre dello scorso anno conosce nomi e cognomi, avendo la relazione senza “omissis” ma ancora meglio sa come il cosiddetto “modello di amministrazione” tutto era fuorché tale.

Ebbene oltre un anno dopo l’arrivo della commissione sentiamo di dire che non ha dato segno di brillantezza. Perdoneranno il prefetto Scolamiero, insieme ai dottori Tarricone e Anatriello. Sappiamo bene che il loro compito non era e non è facile, ma mentre ci si continua a riferire alle “brave persone” di Anzio (e siamo convinti che sono la maggioranza) c’è una città da mandare avanti. L’impressione, e speriamo di sbagliare, è che stavolta le vie infinite della politica non potendo evitare lo scioglimento del Comune, come nel 2018, si siano adoperate per evitare provvedimenti cautelari e mandare commissari che non rompessero troppo le uova nel paniere. In modo di preparare il terreno a chi, da mesi, dice che si voterà a primavera 2024 e ribadisce: “Vedete? Non ci hanno arrestato, né indagato, eravamo meglio noi….” Ripetiamo: speriamo di sbagliare.

Chi è arrivato a guidare la città sa bene che era indispensabile una sana rotazione del personale, invece chi nascondeva le carte alla commissione d’accesso – come emerso dalla relazione e anche durante le udienze di “Tritone” – è ancora al suo posto. “Faccio riferimento alla tecnostruttura, è stato scritto anche nella relazione conclusiva – ha detto il capitano Francesco Colucci, ascoltato in aula - (…) ha restituito atti parziali, lacunosi e con ritardo”. Senza contare chi ha mantenuto posti di una certa delicatezza e fino al giorno prima era fianco a fianco al sindaco. Né l’affrettarsi a promuovere – vero, il concorso era già in atto – il dirigente “signorsì” buono per ogni stagione. Uno che copia e incolla le relazioni o cambia parere sulla Capo d’Anzio a seconda di chi guida la città

Capo d’Anzio, appunto. Vogliamo parlare della scelta con un bando singolare dell’amministratrice unica, dimessasi un paio di giorni prima dall’Aet? Tutto a posto, peccato che del bilancio 2022 della società non si sappia ancora nulla, ad esempio. E che, sarà ancora l’aria di Villa Sarsina, si è evitato di costituirsi parte civile nel processo per falso in bilancio. La scusa? “Presso gli uffici non veniva rinvenuto nessun documento riguardante il procedimento e neanche l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare” – scrissero su un post i 5stelle dopo la risposta della Commissione straordinaria. Perdonerà il prefetto Scolamiero, insieme agli altri, ma una domanda su questa mancanza di documenti? E provvedimenti rispetto a una possibile sparizione? Nulla, ci sono tante brave persone…. Diciamo, allora, anche qui sperando di sbagliare, che non era opportuno costituirsi, dare un segnale di presenza dello Stato e della legalità, per conflitti di interesse nemmeno troppo velati tra avvocati coinvolti e perché sul porto – evidentemente – non si deve/vuole intervenire. La scusa dei tempi stretti (“venivano a conoscenza del procedimento penale il giorno 22/02/2023 a ridosso dell’udienza preliminare”, scrivono sempre i 5stelle) non regge. Anche uno studente di giurisprudenza reduce dall’esame di procedura penale sa che con un incarico ricevuto il giorno prima va in aula e chiede i termini a difesa, ma intanto dice che si costituisce. Sappiamo com’è andata, la stessa Procura ci ha ripensato e delle sentenze si prende atto. Non è stato così, del resto, per la Polizia locale sbeffeggiata in mondovisione che poi ha deciso di lasciar correre nei confronti dell’ex assessore Ranucci? Forti con i deboli, deboli con i forti.

Dicevamo dell’Aet. Qui qualche risposta, oltre alla commissione, dovrebbe fornirla il dirigente “bel 110”, nominato su facebook. Vicenda che è stata “chiusa” troppo in fretta e che avrebbe svegliato anche una Procura normalmente poco attenta ad Anzio se una cosa del genere l’avessero fatta i politici. Ma torniamo alla partecipata, perché una quota in Aet ce l’ha anche il Comune, che sempre secondo il racconto del teste in tribunale e prima ancora nelle carte dell’accesso, ha preso in affitto spazi di chi non poteva. “Una vicenda estremamente grave – spiega l’ufficiale – perché un soggetto con due interdittive è riuscito ad aggirare i provvedimenti andando a contrattare con l’ente pubblico”. E’ ancora in essere quel contratto? E i nomi emersi nell’inchiesta, legati alla ‘ndrangheta (ma che dal Comune evitavano di dare alla commissione d’accesso) lavorano ancora con Aet? O ci limitiamo a dare affidamenti diretti ai direttori di contratto? E con quali risultati? La città la gireranno anche il prefetto e gli altri commissari, non è che brilli. Anzi.

Ecco, con il massimo rispetto, la commissione resterà ad Anzio ancora per un bel po’ (dubitiamo si voti a primavera) e i “giornalai” dovrebbero essere il suo ultimo pensiero .