Grotte, minacce, biogas e una città altrove…

copegranchio

Comunque il Granchio merita ritorsioni bombe carta e scritte sotto la sede“. E’ solo uno dei “complimenti” riservati alla copertina del settimanale sulla pagina facebook dello stesso. Se un assessore come Patrizio Placidi arriva a dire del Tg1 che fa servizi “artefatti e calcati” e che “infanga” la città, il minimo che possa accadere è che nei confronti del Granchio qualcuno esprima frasi pesanti come quella riportata in apertura. E’ una cosa gravissima e siamo certi se ne occupi Ossigeno per l’informazione, ma che prima ancora lo facciano le forze dell’ordine.

A chi scrive certe cose, è bene ricordare che il Granchio ha già avuto – in diversi modi – la sua dose di minacce e ritorsioni, dalle scritte fuori alla sede di via Bengasi anni fa alle querele temerarie. Ma che continua a fare il suo lavoro, come tanti altri giornali locali, fra mille difficoltà e qualche errore, comunque raccontando ciò che accade. E “Vergogna nazionale“, la copertina che tanto scalpore ha fatto, dimostra che se vuole è un giornale che prende ancora posizione.

Perché non saranno le quattro baracche di oggi, ma la vergogna è di anni e gli amministratoti che l’hanno tollerata sono sempre gli stessi. Ma la ricordate la ruspa sui ruderi, mezzo di lavoro della Ilcem, la società mandata via (con molta calma) dalla Regione, perché sottoposta a interdittiva antimafia? Si affrettarono a spiegarci che era… sulla sabbia. E basta fare una ricerca su google (non è un Comune 3.0?) con “placidi grotte nerone” e vedere che ogni anno arrivano troupe a raccontare il degrado di una zona archeologica sulla quale la politica, questa classe dirigente, non ha mai investito. Se non  i soldi per una qualche cooperativa “amica” da sistemare – a stagione avanzata – nella pulizia e guardiania.  Allora sono responsabili il Granchio, i giornali, il Comitato che andrebbe preso a modello di impegno, i cittadini o il sindaco e la delegata all’archeologia che hanno brillato per la loro assenza sulla vicenda? Possibile che si sente l’esigenza di comunicare tutto  e qui si è rimasti in sconcertante silenzio? Almeno l’assessore che dovrebbe tenere pulito sempre un po’ di scena l’ha fatta e al solito ci ha messo la faccia.

La delegata, Valentina Salsedo, era ieri però alla manifestazione no biogas. Insieme alle assessore Roberta Cafà e Laura Nolfi che hanno mantenuto il punto sulla vicenda, essendo state promotrici del ricorso al Tar. Quando la prima centrale venne autorizzata la Cafà era consigliera comunale e della Nolfi c’era il papà (ieri pure lui a manifestare) ma se nemmeno il sindaco sapeva – così ha voluto farci credere – diciamo che potevano ignorare anche loro. Certo nel 2012 Placidi è andato a dire sì per conto non di se stesso ma del Comune di Anzio. E certo se le cose funzionano così, è la lampante dimostrazione che Bruschini guida una nave alla deriva. Se pure vincesse il tardivo ricorso al Tar, sa che quella centrale si farà. Grazie a lui e a Placidi.

Non è che si debba rimpiangere la Prima Repubblica, ma fosse successo allora che un assessore va e dà il parere all’insaputa degli altri, due assessore e una delegata manifestano contro una centrale voluta dall’amministrazione, l’assessore alle finanze e vice sindaco “tuona” contro tutti e si eclissa dal Comune da due settimane, nessuno sarebbe rimasto al proprio posto. Qui, evidentemente, gli equilibri di una maggioranza che sta seppellendo Anzio sono più importanti della coerenza e i giovani virgulti che contribuiscono a tenerla in piedi fingono di non accorgersene.

Poi possiamo parlare della manifestazione di ieri, di tanti ambientalisti dell’ultima ora (mai visti ad Aprilia per la Turbogas, ad esempio, o quando c’era da pulire Tor Caldara anni fa) presi anche da qualche altra “onda“. Ma va dato atto al Comitato di averci creduto e aver portato 4-500 persone in piazza. Tante o poche, non conta. La manifestazione di ieri che ha messo insieme anime completamente diverse, l’attività incessante del Comitato per le Grotte, Anziodiva che propone alternative sui rifiuti, associazioni che si mettono insieme per parlare di legalità, comitati che si preoccupano dei loro quartieri, dicono che mentre Bruschini e i suoi fedelissimi restano nel “fortino” di Villa Sarsina la città è altrove. E non saranno le minacce ai giornali o i “ragionamenti” della po-li-ti-ca a caccia di alleanze elettorali, a fermarla.

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