Emergenza rifiuti, non c’è solo Camassa. Anzi….

Placidi

L’assessore Patrizio Placidi

L’emergenza rifiuti ad Anzio è palese. Basta andare in giro o verificare i social network (ah, 3.0….) Per mesi siamo stati dietro alla sentenza intorno alla quale numerosi giuristi da bar e dell’ultima ora – tanti operatori del settore rifiuti, molti vicini all’assessore in carica – erano pronti a scommettere. E’ noto che Patrizio Placidi, forte del maggior numero di assunzioni e servizi proposti da Ecocar-Gesam, “tifasse” per la ditta poi esclusa, di conseguenza lo hanno fatto i suoi “aficionados“. Salvo arrendersi al Consiglio di Stato.

Una volta definita la vicenda giudiziaria abbiamo aspettato il contratto, quindi il servizio è a pieno regime alla Camassa ambiente ma la musica non è cambiata. Anzi, se possibile è peggiorata.

Se l’azienda non ha messo ancora a disposizione tutti i mezzi e viene meno a capitolato e contratto è inevitabile che vadano fatte contestazioni. Ma se l’altra faccia della medaglia è che ai dipendenti qualcuno ha “consigliato” di fare le cose con calma saremmo all’emergenza “indotta“. E questo non va bene.

A finire sulla graticola è, giustamente, Patrizio Placidi. L’assessore è lui, anziché preoccuparsi di Anzio e della evidente situazione fuori controllo fa una lista a Nettuno, ma il fallimento è del sindaco Luciano Bruschini e della sua maggioranza. Vuoi perché non “caccia” Placidi – non può farlo? e per quale motivo? se ha già l’intesa con Candido De Angelis la maggioranza l’avrebbe comunque – ma soprattutto perché in tre anni non è stato in grado di prendere in mano la situazione e avviare il “porta a porta” anche in centro ad Anzio, per esempio.

Intanto ci dicono che pagheremo meno, bastano i normali controlli di un cittadino a dimostrare che il dato è a dir poco singolare, mentre nel piano finanziario “dimenticano” a quanto pare il 50% di quello che la Camassa si è vista riconoscere dal giudice. Non solo,  dall’ufficio tributi mandano acconti da pagare sulla base del 2014. Solo agli utenti non registrati al cassetto tributario, però….

E’ possibile, poi, che il sindaco ignori o “non sappia” com’è solito ripetere, qual è il sistema che vige con le assunzioni in quel settore, le squadre volanti, le promesse fatte, le cooperative che sono al centro di un’inchiesta della Procura di Velletri. Ecco perché il problema è “anche” la Camassa, “anche” Placidi, ma quello che non va è l’intero sistema. Chi dalla maggioranza si straccia le vesti in Consiglio comunale lo fa certamente per il bene della città, ma finora solo uno fece revocare un appalto del genere ed è stato – piaccia o meno – Paride Tulli.

Se ci sono gli elementi si facciano contestazioni e si arrivi alla revoca, va bene, ma se le urla riguardano altro è bene mettere la Camassa in condizioni di lavorare anziché invitare ad andare piano. E’ un’impressione, è qualcosa che sentiamo, e francamente ci piace poco.

A proposito di Procura si sono rivolti ai  magistrati i cittadini del comitato di Lido delle Sirene  per una delle tante situazioni di degrado sul territorio, sono pronti a farlo gli ispettori ambientali che dichiarano guerra” al Comune. Era ora che lo facessero, magari finalmente ci sarà chiarezza su come sono stati scelti, nominati, se le associazioni erano o meno in regola con l’albo regionale, se potevano davvero fare sanzioni che poi in Comune non potevano essere “registrate” ed emesse come ebbe a mettere nero su bianco l’ex comandante della polizia locale, se i decreti del sindaco fossero regolari o meno, perché i soldi dei quali si parla non sono mai stati iscritti in capitoli di bilancio.

Anche qui, la partita è su diversi tavoli. In primo luogo gli “zozzoni“, quelli che continuano a gettare di tutto impuniti. Non c’è stato sistema in grado di fermarli, né risultano sanzioni dopo gli annunci di “tolleranza zero“. Di certo occorrono bonifiche e  squadre “volanti“, da reperire magari la mattina in qualche bar. Basta essere al posto giusto, al momento giusto.

Gli ispettori, invece, da quello che apprendiamo, continuano a operare. Ce lo dicono sulla loro pagina facebook, ma i “rumors” parlano con insistenza di un servizio di vigilanza da estendere con le guardie giurate che già la fanno per il Comune. Se è vero o meno, al momento, lo ignoriamo.

Diciamo che questo quadro, però, serve a farsi un’idea del fatto che nell’emergenza rifiuti non c’è solo la Camassa, anzi….

 

“La Capo d’Anzio resta pubblica”, lo speriamo ma…

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Antonio Bufalari, a sinistra, e Ciro Alessio Mauro  (Foto Il Clandestino)

Non avevamo dubbi sul fatto che bastasse “partire“. Se la Capo d’Anzio lo avesse fatto prima, con un accordo che era possibile senza ricorsi, oggi non avrebbe i problemi che vanno dalla fidejussione al Life, né i debiti che ha accumulato. Tanto meno le perdite di bilancio che neanche l’ipotizzata operazione di ingegneria finanziaria – mettere tra gli attivi i soldi degli ormeggiatori che hanno gestito da luglio 2014 banchine concesse alla Capo d’Anzio – potranno salvare.

Con il senno di poi non si fa la storia, è certo, e l’accelerazione che arriva all’indomani dell’intesa con le cooperative è senza dubbio positiva. Da qui a dire che la società resta pubblica – come hanno fatto all’unisono il presidente Ciro Alessio Mauro e il consigliere di parte privata Antonio Bufalari al Clandestino – ce ne corre.

Sia chiaro, per la Capo d’Anzio pubblica chi scrive è schierato dall’inizio. Peccato che in Comune abbiano fatto di tutto per metterla in mano al socio privato Renato Marconi. Prima non richiedendo le quote a Italia Navigando, quando emerse che una parte era in mano allo stesso Renato Marconi e pertanto non era più pubblica, poi quando gli inviati del “Granchio” andavano a Genova e si sentivano dire “tanto Anzio non partirà mai“, quindi non contestando il mancato rispetto dei patti para sociali che prevedevano, a un anno dalla concessione, i finanziamenti o la restituzione delle quote. A settembre 2012 Italia Navigando ovvero Mare 2 spa che ne aveva preso il posto, doveva andarsene.

No,  ci siamo tenuti per tre anni il parere dell’avvocato Cancrini nei cassetti, poi è partita una causa dall’esito incerto (la singolare operazione di “scissione” che molti riscoprono oggi ha avuto il via libera oltre che da diversi governi, anche dalla magistratura in Sicilia, per la vicenda di Marina di Balestrate) aspettiamo ancora che il legale venga a relazionare in Consiglio comunale, così come aspettiamo ancora la “cacciata” per la quale il sindaco aveva dato la sua parola d’onore, salvo firmare qualche giorno dopo una “road map” con lo stesso Marconi. Abbiamo fatto un piano di razionalizzazione della società praticamente inutile e nemmeno veritiero, dopo aver fatto ritirare a Candido De Angelis – allora ancora “nemico” – un ordine del giorno a marzo 2015 che dettava le linee del piano stesso. Risultato? Il privato ha di fatto in mano la Capo d’Anzio. Dal punto di vista gestionale, per ora (e quando presenterà il conto, sarà salatissimo) presto da quello formale. Per i decreti che si sono susseguiti dal governo Monti in poi e per quello che dice, da ultimo, la Corte dei Conti.

La ricostruzione del Meetup “I grilli di Anzio” è condivisibile. La Corte dei conti intanto dice che sulla fidejussione la pratica è alla Procura regionale, ma di fatto che basterà restituire i fondi al Comune e la cosa è a posto – pertanto anche i consiglieri comunali corrono meno rischi – ma come e quando verranno restituiti se i bilanci sono ancora in perdita? Si incasserà finalmente dal 2016, vero, ma il punto è un altro: “Con riferimento all’attualizzazione della valutazione circa il persistere della compatibilità della partecipazione societaria con le finalità istituzionali dell’Ente e la compatibilità tra quanto disposto dalla legge 190 del 2014 e quanto dichiarato nel piano di razionalizzazione (…) il collegio valuta non idonee le argomentazioni (…) conseguentemente ritiene che l’Ente e il collegio dei revisori dovranno espressamente pronunciarsi nell’ambito degli adempimenti di cui all’articolo 1, comma 612, della legge 190 del 2014, precisando che gli aspetti esaminati costituiranno oggetto di monitoraggio nell’esame dei successivi cicli di bilancio“.

Quali argomentazioni si andranno a portare? Speriamo che basti rimettere in sesto i conti della società per dire che possiamo mantenerla con il controllo pubblico. Auspichiamo che Mauro e Bufalari abbiano ragione. Ma su questo punto era, è e sarà il sindaco a dover spiegare ai cittadini, ancora proprietari del 61% della Capo d’Anzio, per quale motivo ha fatto di tutto per arrivare fin qui.

ps, insistiamo: ma con il Circolo della vela l’accordo c’è? E a quali condizioni? Grazie!

La città è sporca, ma il problema non è quello

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La situazione della raccolta dei rifiuti e quella, più in generale, della pulizia della città, è stata al centro dell’ultimo consiglio comunale di Anzio. La città è sporca, è vero, e le critiche piovute sull’assessore Placidi sono corrette, ma l’impressione che ricaviamo è che il problema non sia questo.

E’ noto lo “sbarco” a Nettuno con propri candidati dello stesso Placidi, di Roberta Cafà, Laura Nolfi, Danilo Fontana (che dopo un roboante comunicato non ha fatto nemmeno una riga per dire che non poteva candidarsi) ovvero Candido De Angelis, il quale però non avrebbe tanto apprezzato questa iniziativa.  Ma è altrettanto noto il clima da campagna elettorale che regna ad Anzio da quando Luciano Bruschini (sinceri auguri di pronta guarigione, a proposito) è stato riconfermato.

Abbiamo visto abbastanza consigli comunali per dire che la pesante  presa di posizione di Gianfranco Tontini (il quale poi è uscito dall’aula insieme a Placidi come se nulla fosse) o il presidente della commissione ambiente (deserta il giorno prima) Antonio Geracitano che alza la mano ma poi non interviene, dopo essersi visto con il capogruppo Massimo Millaci, raccontano altro. Il problema è dove e come si stanno “posizionando” i vari esponenti all’interno di un centro-destra che rinsaldato l’asse tra Bruschini e Candido De Angelis, con un ruolo nella “pace” che spetta di diritto a Giorgio Zucchini, vede venir meno le possibilità degli altri.

Sembra quasi che debba pagare Placidi per tutti, come se non fosse stato assessore per un decennio con De Angelis e adesso con Bruschini, come se eliminato lui il centro-destra potesse rifarsi una verginità. E’ un sistema di governo in sé che ormai è imploso, non solo Placidi.

Ecco, la città sporca è un pretesto. Chi “ragiona” sulla politica cittadina continua a chiedersi chi sta con chi, cosa fa Tizio e cosa Caio, a dire che non va il servizio ma ad astenersi, come hanno fatto De Angelis e i suoi, nonostante le critiche perché la strategia lo impone.

La sporcizia c’è ma quella si affronta in altro modo. E tutto ruota, purtroppo, ancora intorno all’annosa vicenda dell’appalto. Camassa ha vinto, ha finalmente anche il contratto,  quindi non ha più scuse. E’ giusto starle “addosso” ma resta il nodo dei posti che in qualche modo erano stati “promessi” se avesse vinto Gesam che avrebbe assunto più persone. Così chi è uscito dalla porta – così sentiamo dire – dovrebbe rientrare dalla finestra con l’ampliamento dell’affidamento al servizio di vigilanza che già si occupa delle sedi comunali. Sì, avete capito bene, arrivano le guardie giurate per controllare gli “zozzoni“. Possibile? Se ne parla. La maggioranza ufficiale, ma anche quella di lotta e di governo, lo sanno? E che ne pensano? Intanto c’è una condivisibile proposta operativa di Anziodiva, ma non servirebbero “sceriffi“, basterebbe il buon senso che però fa poco “politica“.

Un accenno, infine, al piano finanziario. Continuiamo a pagare tariffe spropositate rispetto al resto d’Italia, ma quest’anno ci dovrebbe essere un calo. Sempre che non si debba aggiungere il resto dell’adeguamento contrattuale che la Camassa ha chiesto (e ottenuto) per i servizi svolti lo scorso anno. E’ previsto nel piano finanziario per intero o, come sembra, soltanto al 50%? E il resto, quando si pensa di inserirlo? Tanto pagano i cittadini, ma la tariffa salirebbe ancora. A meno che non si voglia rischiare un falso in bilancio….