Nel consiglio comunale di ieri è emerso quello che i cittadini vedono tutti i giorni e cioè che la città è invasa dai rifiuti. Ci sono stati momenti di tensione, ma alla fine nulla cambia. La storia che ci stanno raccontando somiglia molto a quella barzelletta dove, nell’inferno napoletano, un giorno manca una cosa e un giorno un’altra.
Peccato – restiamo nella barzelletta – che non possiamo stare a sentire il cerbero Placidi che ci dice che un giorno aspetta la sentenza e l’altro il contratto. Pare che anche il sindaco, finalmente, si sia risentito, dicendo in Consiglio che la città viene prima delle aziende che lavorano per l’ente. Agire di conseguenza no?
Proviamo ad analizzare. L’appalto per i rifiuti è nato male e rischia di finire peggio. Con la storia Ecocar sì Ecocar no, Camassa dentro-Camassa fuori siamo andati avanti oltre un anno è mezzo. Era ed è palese che l’assessore “tifasse” per la prima. Cita i numeri, dice che avrebbe lavorato più gente e che ci sarebbero stati più servizi. Peccato che non avesse alcuni dei requisiti per partecipare, secondo il Consiglio di Stato, ma che sia stata ugualmente ammessa. Da una commissione che, diversamente da quella per le mense, nessuno ha contestato pur con la presenza di un ingegnere della Provincia “scelto” direttamente e che sembra non potesse starci. Diciamo che è acqua passata, ormai c’è Camassa, ma qui sorgono dubbi che nessuno sembra interessato a sollevare. Il primo: quanto ci vuole a fare un contratto nel Comune 3.0 dove ciascun settore fa i suoi nonostante ci sia un servizio che dovrebbe farli per tutti e – emerse nel processo ad Angela Santaniello – i servizi partono sistematicamente senza? Non era e non è possibile immaginare che dopo un anno e mezzo di tira e molla si poteva predisporre uno schema di contratto per Ecocar e l’altro per Camassa, in modo che oggi lo avremmo già? Va bene che non esiste contratto – come prima si aspettava la sentenza – ma un capitolato è vigente, perché non fare contestazioni sulla base di quello? Com’è stato possibile senza contratto – siamo certi che il consigliere Maranesi oggi più vicino di prima alla maggioranza lo ricordi – togliere la raccolta plastica il sabato, pure prevista dal capitolato, e oggi si “tollera” la situazione attuale? L’immagine è eloquente, poi ci sono cittadini che lasciano la plastica nelle buste e quelli che la gettano dove capita, però alla ditta non possiamo contestare nulla perché manca il contratto…. Eh no, troppo comodo. E siamo proprio certi che le responsabilità siano tutte dell’azienda? Ma non è che qualche emergenza, magari per squadre “volanti” da reclutare in qualche bar dove si è soliti ritrovarci, serva ad accontentare chi è rimasto fuori dopo promesse di posti di lavoro? Questioni che, supponiamo, resteranno tali. Come – sempre per i rifiuti – quelle poste da un comune cittadino qual è l’amico Luciano Dell’Aglio che sulla vicenda Rida ha chiesto invano risposte. Le stesse mai arrivate, per esempio, al comitato Tares Equa perché nel Comune 3.0 non si sa chi doveva dar loro le fatture….
I rifiuti si vedono a occhio nudo, altre vicende sembrano interessare meno ovvero l’attenzione non è più quella del passato anche da parte di zelanti consiglieri comunali. Parliamo di mense. Sono cambiate le tariffe senza delibera, i conti non tornano – e ancora il buon Luciano ci viene in soccorso – i genitori dopo diversi sistemi informatici cambiati (e ben pagati…) non accedono alla loro posizione, dobbiamo pagare qualche danno alla ditta esclusa, il servizio non soddisfa, viene più che raddoppiato il compenso alla dietista che segue il Comune, si incarica un esterno come direttore esecutivo del contratto, ma tutto tace.
Così come nessuno chiede perché pagheremo una dirigente che secondo il tribunale non andava sospesa, anzi ci appelliamo “con parere favorevole” del sindaco, mentre in giunta si ridisegna per l’ennesima volta l’organizzazione dando per scontato che non ci saranno più dirigenti e creando nuovi profili necessari nel caos che si è creato. Nessuno del resto, nel Comune 3.0, ha pensato di programmare cosa andava fatto quando sarebbero andati via i dirigenti. Né immagina mobilità dalla Provincia, perché “non si sa chi verrebbe” ovvero sarebbero difficili da “controllare” .
E la vicenda della Corte dei conti votata ieri in Consiglio comunale sulla fidejussione? La magistratura contabile chiedeva “interventi correttivi“, nessuno li ha visti, ma va bene così, salvo per chi ha votato contro ribadendo quello che aveva già detto in passato.
E va bene pure che sul porto si dia incarico – allo stesso professore che ha fatto la relazione per la Corte dei conti – di chiedere all’Anac quello che in passato hanno chiesto gli uffici. “Sono cose delicate” – ha detto il sindaco. Ma di solito si paga per avere un parere, non per chiederlo, ma anche questo va bene evidentemente a vecchia e nuova maggioranza.
Ah, no, in questo caso – lo ha detto Danilo Fontana ieri in consiglio comunale – è al solito la stampa ad aver capito male. Non c’è una nuova maggioranza, avrebbe dovuto spiegarlo meglio al suo arrivo in aula Candido De Angelis ma poi è passato di mente a tutti. Anzi vecchio e attuale sindaco alla fine si sono di nuovo chiusi in una stanza, magari a capire se e come formalizzare (assessori? deleghe?) un passaggio di fatto già avvenuto. Perché va tutto bene, no?
Se Candido De Angelis avesse voluto un cambiamento,avrebbe dato una spallata e portato la Città a nuove elezioni,iniziando un “new deal”.Così non è stato,il che mi da di inciucio. Il cambiamento non ci sarà e De Angelis si troverà le stesse persone che hanno”ricattato il Sindaco”n’zo gnende”.Mi spiace Senatore,hai ceduto al canto delle sirene
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