Con questa storia del 3.0 il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, e la sua amministrazione, mettono insieme ogni giorno figuracce. Pazienza (mica tanto) i programmi di data entry acquistati a più riprese a costi esorbitanti e senza risultati per le mense, ad esempio. Passino i programmi acquistati dalle stesse aziende per le quali si scrivono libri. Passi che non c’era neanche uno straccio di “cloud” quando si è bruciato tutto e che la scusa dei dati persi è almeno servita a provare a mettere pezze sul bilancio, pazienza – ancora – sul fatto che ognuno per l’informatica fa praticamente come vuole non essendoci un unico centro di costo e un responsabile, ma vedere quello che viene pubblicato sull’albo pretorio fa venire l’orticaria.
Non c’è bisogno di 3.0 qui, siamo all’età della pietra o, peggio, ai dilettanti allo sbaraglio. Possibile che escano oggi, anche a quattro anni di distanza, atti esecutivi da tempo ma registrati solo ora, almeno stando alla colonna sinistra del sito?
Chissà cosa sarà successo e quanti atti ci saremo “persi” nel frattempo, nel senso che non sono mai stati resi noti, chissà da chi dipenderà questa situazione, ma speriamo che qualcuno della maggioranza 3.0 voglia chiederne conto. E che pure l’opposizione voglia battere un colpo.