Va dato a Cesare quel che è di Cesare. Nei giorni scorsi, provocatoriamente, chiedevamo se i nostri bambini avessero mangiato a partire dall’1 ottobre, dato il ricorso della cooperativa “Solidarietà e lavoro” alla quale era stato tolto l’affidamento perché conferito da una commissione ritenuta “illegittima” dall’Autorità nazionale anti corruzione.
Ricorso che è stato bocciato e ha consentito al Comune di proseguire con l’affidamento diretto per un anno, al prezzo più vantaggioso, in attesa di una nuova gara.
Ebbene c’è stato l’affidamento annuo, a ottobre i bambini avranno il servizio, ora ci aspettiamo altrettanta celerità nel bando e un ritorno a servizi decenti. Con menu a misura di bambino, una commissione che abbia finalmente un ruolo attivo (va riscritto ciò che deve fare e come) un Comune che stia dalla parte dei bambini prima che dell’azienda vincitrice.
Al tempo stesso aspettiamo di poter nuovamente avere un servizio di controllo da casa, di poter pagare on line, di assistere a una vera campagna di educazione. Ai politici perché non salgano sul carro dei contestatori e capiscano prima di cosa parliamo. Educazione alimentare e civica per spiegare ai genitori e ai bambini che la mensa non fa “schifo” a prescindere, che spesso comprare due merendine costa più di quanto paghiamo per avere la mensa, che esistono criteri ministeriali per i menu.
Tutto ciò non giustifica eventuali disservizi, sia chiaro, ma è ora di cominciare a rendersene conto.
Serve una svolta, insomma, da parte della politica, della dirigenza, degli insegnanti, dei genitori.