Porto e ormeggiatori, adesso tutto alla luce del sole

capodanziouffici

L’ordinanza con la quale il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il provvedimento che consentiva alle cooperative di ormeggiatori del porto di restare al loro posto fino alla trattazione di merito del 15 luglio dice una cosa elementare: se c’è una concessione unica, non possono esserci “isole” al suo interno.

Di più, si parla di “intervenuta scadenza delle concessioni rilasciate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in favore delle Cooperative attuali parti appellate” ed emergono questioni che più volte sono state affrontate, ascoltando le varie parti in causa, nei dibattiti pubblici, negli articoli di giornale e nelle prese di posizione sui social network: la sicurezza e le assunzioni.

Scrivono i giudici dell’appello amministrativo che lasciare le cooperative al loro posto “comporterebbe il ritardo nell’avvio degli interventi di messa in sicurezza delle aree demaniali con evidente rischio per l’incolumità degli utenti del porto di Anzio” e che esiste “la disponibilità della Società appellante ad assorbire la forza lavoro delle cooperative attuali parti appellate nella nuova gestione dello stesso porto“.

L’incolumità degli utenti, bene o male, c’è stata finora come da decenni sono lì le cooperative. Qui si continua a pensare che a crono programma invertito andassero convocati i rappresentanti e spiegato che l’intesa firmata quando si immaginava il “doppio porto” era da rivedere. Il Comune e la Capo d’Anzio dicono di averlo fatto, gli ormeggiatori no, ma è acqua passata ormai. La gestione è iniziata da parte della società e l’interesse intorno al porto è confermato.

Oggi, in teoria, le cooperative potrebbero essere allontanate, fosse pure per una ventina di giorni, da qui al merito, ma resta quella “disponibilità” .

Anche qui, gli ormeggiatori dicono di avere ricevuto proposte tali da “essere presi per il collo“, la Capo d’Anzio sostiene  il contrario.

Allora adesso si faccia tutto alla luce del sole. Una società pubblica capace di comunicare farebbe una cosa semplicissima: “Prendiamo atto della sentenza con soddisfazione, andiamo avanti, ribadiamo che siamo pronti ad assumere con queste condizioni e contratti….” E le renderebbe pubbliche, evitando e addirittura prevenendo la “processione” che ora inizierà da questo o quel politico, se non dal sindaco (che rappresenta pur sempre il 61% delle quote ovvero dei cittadini) per dire che una sistemazione va trovata.

Certo che sì, ma è bene che il 61% che era e finora resta dei cittadini, sappia quale nella massima trasparenza.

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