La Capo d’Anzio ha fatto la sua offerta, anche dopo aver ricevuto dalle cooperative di ormeggiatori una diffida a procedere. Si sta giocando, sull’ultima intesa che manca per passare alla gestione della società, una specie di partita a scacchi. La Capo d’Anzio ha la concessione, gli ormeggiatori brandiscono un accordo che prevedeva un altro porto per lasciare il loro posto; la società vuole entrare in possesso di aree che non può cedere in sub concessione, chi sta lì da una vita prova a difendere i suoi diritti. Soprattutto da un socio privato che – ormai è palese – fa il bello e il cattivo tempo con la Capo d’Anzio. Nel totale silenzio di chi rappresenta noi cittadini, titolari del 61% delle quote, il sindaco Luciano Bruschini.
Il quale ha fatto di necessità virtù: il Comune non ha uomini né mezzi, Marconi sì, allora faccia tutto lui e poi si vedrà. Un sindaco che continua a parlare di bando pubblico mentre la società nella quale ha la maggioranza segue tutt’altra strada. Un percorso che prevede, come primo step, quello di gestire l’attuale situazione. E’ l’unico modo, fra l’altro, per salvare la Capo d’Anzio dal fallimento. In questo c’è la vicenda ormeggiatori. Avranno tutti i torni, avranno fatto per anni cose non consentite – lavori dei cantieri, mentre qualche cantiere ormeggiava scafi, è stata sempre una sorta di terra di nessuno – però ci sono. Il muro contro muro non serve a nessuno. Al posto delle due cooperative, allora, si dovrebbero pretendere garanzie chiare: sulla continuità del lavoro, sul futuro qualora alla Capo d’Anzio le cose andassero male, sul rientro in possesso della concessione se dovessero andare peggio. Ecco, va trovata un’intesa ragionevole e che garantisca gli ormeggiatori come oggi sono garantiti – e per 50 anni – tutti gli altri concessionari attuali.
Un’amara constatazione, alla fine: avremo, almeno nelle prime due fasi, un porto semplicemente sistemato. Se i soci delle due cooperative, negli anni, avessero programmato degli interventi, il porto era già fatto. Ma siamo ad Anzio e lo stato di cose che si è trascinato finora alla fine ha fatto comodo a tutti. “Tanto – era l’adagio comune – il porto non si farà mai”. Non avremo mai il raddoppio, probabilmente (a meno che davvero Bruschini tiri fuori il finanziatore del quale parla con pochi eletti anziché con i cittadini proprietari del 61% delle quote) ma oggi la concessione, piaccia o meno, è della Capo d’Anzio. E dobbiamo fare in modo che il controllo pubblico resti.