Porto, gli ormeggiatori non si presentano. Cresce la tensione

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Si complica la vicenda degli ormeggiatori del porto di Anzio. Questa mattina le due cooperative non si sono presentate all’incontro convocato dal sindaco Luciano Bruschini e con la presenza – fra gli altri – dell’ingegnere Renato Marconi, riferimento di Marinedi socio al 39% della Capo d’Anzio.

Gli assenti hanno sempre torto, così sgomberiamo il campo, soprattutto perché il presidente della Capo d’Anzio Luigi D’Arpino aveva dato una “apertura” sabato scorso di non poco conto. A maggior ragione se gli ormeggiatori dovevano dimostrare come hanno sempre sostenuto di avere ancora una concessione valida e – di più – che l’accordo firmato a suo tempo con il Comune era legato alla realizzazione di un crono programma diverso. Potevano far valere questa ragione sul tavolo della trattativa, dire: va bene, dovrò pure andar via ma siccome avevi detto che passava del tempo ora vediamo di risolvere in modo di soddisfare le esigenze di tutti.

Non avranno più tempo di farlo e a questo punto si rischia che la situazione degeneri. “Con rammarico tutti i presenti intervenuti ad Anzio, per ricercare una soluzione condivisa a tutela dei posti di lavoro di chi opera sul porto, hanno dovuto constatare che le due cooperative hanno ritenuto di disertare l’importante incontro“.

Il presidente della Capo d’Anzio, Luigi D’Arpino, è categorico: “Lo sviluppo della Città non può più attendere e la società si adeguerà, in tempi brevi, a quelle che sono le leggi dello Stato. Ribadisco che ai sensi dell’art. 17 della concessione demaniale, all’atto della consegna delle aree, tutte le concessioni e licenze attualmente esistenti al porto di Anzio cessano di avere validità. Prendo atto che gli ormeggiatori, convocati nuovamente dal nostro Sindaco per una definizione positiva del loro futuro lavorativo con l’assunzione nella Capo d’Anzio, hanno preferito disertare inspiegabilmente la riunione di oggi”.   

C’è un concetto che accompagna chi scrive dagli inizi di questa vicenda: il porto era, è e resta dei cittadini. Non dei concessionari – tutti –  né di Marconi.

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