Segretaria che viene, segretario che va: i nodi irrisolti

inchesavarino

Marina Inches e Pompeo Savarino

Segretaria che viene, segretario che va. Pompeo Savarino lascia Anzio, saluta, invita a “dire sì” ai cittadini – che purtroppo hanno ricevuto e ricevono troppi no, anche in caso di formale accesso agli atti – e lascia una situazione nella quale alcune cose vanno puntualizzate. Affinché la sostituta, Marina Inches (benvenuta e buon lavoro) sappia. Il diverso ruolo assunto da alcuni segretari comunali – da “grigi” e pressoché “invisibili” burocrati a protagonisti – all’indomani delle responsabilità sulla trasparenza e l’anti corruzione.

Savarino è stato protagonista anche di una chiara “spaccatura” – soprattutto nella fase finale del suo mandato – con la dirigenza. Dire che i rapporti con i vertici delle aree sono stati tesi è poco. Ma ormai è acqua passata, quello che conta è l’eredità che la Inches dovrà affrontare. Proviamo a riassumerla. Non è tanto acqua passata la sospensione – per la quale il Tribunale ha dato torto al Comune – della dirigente Angela Santaniello dopo la condanna in primo grado. Sempre rispetto alla dirigente sospesa è pressoché “sparita” dalla dotazione organica approvata in giunta e comunque è ritenuta assente per l’intero 2016. Dotazione dalla quale i dirigenti sono di fatto scomparsi, la macchina può funzionare ugualmente?

C’è una relazione del Ministero dell’economia e finanze, Ragioneria generale dello Stato, che ha contestato 27 punti alla gestione amministrativa del Comune. Tra questi anche soldi che il segretario avrebbe incassato in più e che era chiamato a restituire. Se l’ha fatto o meno lo ignoriamo, così come non abbiamo mai saputo se e quali “provvedimenti conseguenti” alle contestazioni sono stati adottati dagli uffici.

Altra vicenda in ballo è quella delle incompatibilità. Siamo partiti dalla posizione di 16 tra consiglieri comunali e assessori ritenuti “morosi” da parte dell’ufficio politiche delle entrate (a ottobre) siamo arrivati a oggi con la richiesta di inserire all’ordine del giorno del consiglio comunale la decadenza di 2 che non hanno sistemato la loro posizione. Savarino ha scritto al presidente Borrelli che ha rimandato la palla al segretario. Si può sapere se nel frattempo hanno pagato o se e quando la vicenda andrà in Consiglio?

Da non dimenticare che dopo aver chiesto – sulla condanna della Corte dei conti – un parere al Ministero dell’Interno sulla posizione dell’assessore Patrizio Placidi, la nota arrivata dal Viminale restò misteriosamente in qualche cassetto per oltre un anno. E sempre a proposito di incompatibili, se è vero che alcuni consiglieri hanno dichiarato “prescritti” i tributi dovuti all’ente, non hanno dichiarato il falso al momento dell’insediamento?

La questione trasparenza. Cara neo segretaria, per favore: è possibile che esista un link all’ufficio relazioni con il pubblico senza che a ciò corrisponda un ufficio vero e proprio? E’ solo un esempio, perché si continuano a pubblicare delibere senza allegati, non tutte le sezioni sono aggiornate, si fatica a trovare la documentazione tipo le ordinanze del sindaco che sull’albo on line non compaiono ma vanno cercate in “atti amministrativi”.

Aggiungiamo la società partecipata Capo d’Anzio, gli atti della quale sono un miraggio pur essendo il 61% pubblico.

Ah, già che si trova e a proposito di anti corruzione, sarà bene procedere con il principio della rotazione tra responsabili degli uffici e fare in modo che i contratti per gli appalti si firmino in tempi ragionevoli.

Appalti, è vero: la “stazione unica” non è stata ancora fatta, quindi gare bloccate. Spieghi lei che è un obbligo di legge.

Ancora buon lavoro.

Forza Italia a caccia del “nemico”, ma i problemi sono altri…

Come inizio non c’è male. La rinata Forza Italia sembra avere bisogno di un “nemico” e l’ha individuato nel sottoscritto, sul quale da più parti si continua ad alimentare la fandonia della candidatura a sindaco già pronta. E’ successo anche ieri nell’incontro all’Astoria.

Gente che ha smesso di lavorare da tempo o, peggio, non l’ha mai fatto per dedicarsi alla vita politica, si diverte a fantasticare su elezioni che sono lontane quattro anni – salvo scossoni – o a perdere tempo su ipotetici accordi presenti solo nella loro mente. E così uno che fa il giornalista e cerca di svolgere semplicemente la sua professione ed esprimere il proprio pensiero, diventa candidato (Perché? Deciso da chi? Quando?) e quindi “spauracchio” da usare per una platea che si preoccupa – invece – semplicemente di restare legata al treno della gestione della cosa pubblica ad Anzio.

Individuato il “nemico”, si passa oltre. Diciamo che il coordinatore di Forza Italia, Patrizio Placidi, nel corso degli anni ne ha trovati molti (mitica la frase rivolta in consiglio comunale a Sergio Mangili “ti stai preoccupando di un futuro che una futura sedia a sinistra ti potrebbe vedere”) compresi i suoi attuali alleati, quando entrando nella sede degli allora Popolari a vittoria di Stefano Bertollini ormai acquisita urlava “fascisti”. O quando, da solo, si è candidato primo cittadino senza grande fortuna.

Ma serve il fumo agli occhi, trovare una scusa per nascondere una gestione sulla quale, invece, c’è più di qualche ombra. Ecco “il complotto”, allora, d’altro canto se ne vede Berlusconi perché non i suoi di “Forza Silvio”? Non si immagina che la Ragioneria dello Stato abbia fatto il suo dovere, né che in Comune qualcuno si sia “dimenticato” di andare a verificare chi pagava e chi non la tassa sui rifiuti – facendo accumulare in cinque anni circa 17 milioni di euro – no: è una macchinazione.

Ha spiegato oggi il segretario del Psdi, Paride Tulli (http://www.inliberuscita.it/politica/28610/rifiuti-e-rischio-dissesto-tulli-il-comune-affondava-e-i-dirigenti-venivano-premiati/) come funzionava.

E’ a questo che devono rispondere, politicamente, Placidi & C. prima di inventare candidati che non ci sono, strategie fantasiose e complotti. Perché c’è la relazione del ministero che ha già portato a fare delibere “riparatorie”, c’è una situazione con la riscossione rifiuti resa nota dalla stampa che l’ha appresa perché c’è stata una riunione tra il vice sindaco e i dirigenti nella quale un allarme è stato lanciato. Poi ci sono la poca trasparenza che resta un problema, un sito fuori legge, un fascicolo spedito in Procura dalla Finanza con l’ipotesi di voto di scambio rispetto ad assunzioni “elettorali”, le tensioni in maggioranza e chi più ne ha ne metta.

Diverso il discorso sulla vicenda sollevata da “Repubblica”. Se è vero, come fino a oggi è vero, che formalmente non sono indagati il sindaco Luciano Bruschini e il presidente del consiglio comunale Patrizio Placidi, è stata una cosa grave. Gravissima. Ci sono le sedi per accertarlo e speriamo si faccia chiarezza al più presto. Per il bene di persone che dicono (e gli crediamo) di essere state ingiustamente coinvolte, ma soprattutto per la città che non merita nemmeno il sospetto di legami a dir poco singolari.